Picea linzhiensis

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Picea linzhiensis
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisionePinophyta
ClassePinopsida
OrdinePinales
FamigliaPinaceae
GenerePicea
SpecieP. linzhiensis
Nomenclatura binomiale
Picea linzhiensis
(W.C.Cheng & L.K.Fu) Rushforth, 2008
Sinonimi

Picea likiangensis f. bicolor W.C.Cheng & L.K.Fu
Picea likiangensis var. linzhiensis W.C.Cheng & L.K.Fu
Picea likiangensis subsp. linzhiensis (W.C.Cheng & L.K.Fu) Silba

Nomi comuni

(EN) Linzhi Spruce

Picea linzhiensis ((W.C.Cheng & L.K.Fu) Rushforth, 2008) è una specie di peccio, appartenente alla famiglia delle Pinaceae, originaria della Cina (Xizang, Yunnan e Sichuan).[1]

Il nome generico Picea, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare da Pix picis = pece, in riferimento all'abbondante produzione di resina.[2] Il nome specifico linzhiensis fa riferimento a Linzhi, la municipalità cinese dove la specie venne rinvenuta e collezionata per la prima volta.[3]

Albero alto fino a 50 m, con tronco monopodiale che può raggiungere i 2 m di diametro, a portamento conico o colonnare. I rami del primo ordine sono lunghi e slanciati, ascendenti; i rami del secondo ordine sono variabili, mai pendenti. I giovani ramoscelli sono spessi, saldi e snelli, di colore marrone chiaro o lievemente arancione, tendenti a diventare grigiastri tra il secondo e il quarto anno, con una fitta pubescenza. I pulvini misurano 1 mm circa e sono disposti a 60°-90° rispetto all'asse. Le gemme vegetative sono ovoidali-coniche, lunghe meno di 1 cm, resinose solo alla base, con perule persistenti, piccole e triangolari, di colore rosso-marrone.[3]

Le foglie sono aghiformi, pungenti e di sezione quadrata-rombica, lunghe 0,8-2 cm, di colore verde lucido superiormente, verde grigiastro inferiormente; sono disposte radialmente sui rami, e quasi completamente prive di stomi (raramente si riscontrano una o due linee intermittenti sulla superficie abassiale).[3]

Gli strobili maschili sono ascellari, lunghi 2-2,5 cm, inizialmente di colore rosa-rosso, poi giallastri a maturazione.[3]

Gli strobili femminili, di color porpora da immaturi poi marroni, sono terminali, inizialmente eretti poi pendenti, lunghi 5-12 cm e larghi 3-5 cm; di forma ovale o oblunga, spesso numerosi sui rami, sono sessili o con corti peduncoli. I macrosporofilli sono sottili, più o meno flessibili, di forma obovata o rombica; la superficie abassiale è liscia e glabra, con base cuneata. Le brattee sono rudimentali, ligulate, interamente incluse. I semi sono ovoidali-conici, di colore marrone scuro, lunghi circa 2-4 mm, con parte alata ovata-oblunga, lunga fino a 14 mm, di colore marrone chiaro.[3]

La corteccia, di colore grigio-argentato, è rugosa e a scaglie, solcata da sottili fessure marroni.[3]

Distribuzione e habitat

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Vegeta in alta montagna ad altitudini comprese tra i 3000 e i 3800 m, formando foreste quasi pure, al di sopra del limite superiore delle foreste miste di conifere nelle quali Picea spinulosa è il peccio dominante. Alle altitudini inferiori si ritrova in associazione con Pinus armandii, mentre a quelle superiori con specie dei generi Abies e Larix. Nel sottobosco si rinvengono Betula szechuanica, Betula utilis, Acer caudatum, Malus baccata, e specie del genere Sorbus; tra gli arbusti si annoverano specie dei generi Rhododendron, Euonymus, Lonicera, Borinda e Enkianthus.[1]

Per parecchio tempo classificata come varietà di P. likiangensis, questo taxon è stato recentemente (2008) elevato a rango di specie autonoma da Rushforth, il quale ha rilevato nei pecci di alta quota del bacino del Zangbo caratteri più vicini a P. spinulosa.[3]

Il suo legno, di buona qualità, viene utilizzato in edilizia, per la fabbricazione di tavole di legno, e nell'industria cartaria.[1]

Conservazione

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Sottoposta a sfruttamento intensivo, si stima che la popolazione abbia subito una riduzione negli ultimi anni tale da inserirla come Specie prossima alla minaccia (near threatened in inglese) nella Lista rossa IUCN; una eventuale implementazione di leggi restrittive a salvaguardia condurrebbe ad una rivalutazione dello stato di conservazione di questa specie.[1]

  1. ^ a b c d e (EN) Rushforth, K. & Farjon, A. 2013., Picea linzhiensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Picea linzhiensis, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 maggio 2020.
  3. ^ a b c d e f g Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.: Revised and Updated edition), Brill, 2017, p. 597. URL consultato l'11 maggio 2020.

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