Maria Banuș

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Maria Banuș

Maria Banuș (Bucarest, 10 aprile 1914Bucarest, 14 luglio 1999[1]) è stata una poetessa e scrittrice rumena.

Nacque nel 1914 a Bucarest[2][3][1] in una famiglia di origine ebraica, contesto religioso-culturale da cui si sarebbe progressivamente alienata.[3] Pubblicò le sue prime poesie nel 1928,[3] ma la notorietà come poetessa iniziò nel 1937 con la raccolta Tara fetelor (Il paese delle fanciulle) sul tema intimistico dell'adolescenza e del risveglio sessuale[2][3].

Tornò ad apprezzare lo stile di vita ebreo negli shtetl in seguito all'esperienza della shoah[3], che confluì in poesie come Bucurie (Gioia) del 1949.[3][2] Pur riconoscendosi nelle sofferenze del popolo ebreo nell'Olocausto, continuò a identificarsi nella cultura e nella lingua rumene.[3]

Nel dopoguerra divenne una strenua sostenitrice del Partito Comunista[3] e ciò si rifletté in liriche impegnate a sfondo sociale e umanitario.[3][2] Negli anni Cinquanta del Novecento si dedicò anche alla scrittura di due drammi sociali.[3]

Nel 1965 curò l'antologia poetica Din poezia de dragoste a lumii ("Poesie d'amore nella letteratura mondiale"), che annoverava anche opere in ebraico e yiddish.[3]

Nel 1978 pubblicò stralci dei suoi diari dell'epoca della seconda guerra mondiale (Sub camuflaj, "Sotto copertura"), che crearono scalpore per i racconti autobiografici a sfondo erotico e per l'approccio critico alla propria identità ebrea.[3]

In seguito alla "liberalizzazione" della Romania,[3] in età più avanzata, tornò ad affrontare temi personali nei propri versi[3] come nelle raccolte Metamorfosi del 1963 e Il ritratto di Fayum del 1970, senza per questo escludere il ritorno a temi civili nel 1972 con Chiunque e qualcosa.[2] Dopo numerose raccolte negli anni Ottanta, nel 1990 pubblicò Fiesta, che accostava poesie d'amore elegiache e componimenti poetici ludici.[2]

Nella sua carriera letteraria si dedicò anche alle traduzioni di noti autori (Goethe, Pushkin, Rilke, Shakespeare).[3] Le sue stesse poesie sarebbero state tradotte in inglese, russo, cinese ed ebraico.[3]

Morì nel 1999 a Bucarest.[3][2][1]

Premi e riconoscimenti

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Nel 1989 fu tra i destinatari del premio Herder.[4]

È considerata una delle più significative poetesse rumene che abbia affrontato tematiche femminili.[3] È altresì ricordata per i contenuti pacifisti nella sua poesia[5]; in particolare, in Torentul del 1959 e Magnet (Magnete) del 1962, denuncia gli orrori della guerra appellandosi alle madri per promuovere la pace.[3]

Raccolte poetiche (parziale)

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  • Tara fetelor (Il paese delle fanciulle, 1937)
  • Fiilor mei ("Ai miei figli", 1949)
  • Versuri alese ("Poesie selezionate", 1953)
  • Despre pamant ("Sulla Terra", 1954)
  • Se arata lumea ("Il Mondo si mostra", 1956)
  • Metamorfosi (1963)
  • Il ritratto di Fayum (1970)
  • Chiunque e qualcosa (1972)
  • Novembre l'innocente (1981)
  • Le effimere nozze (1981)
  • Orologio con figure (1984)
  • La giostra (1989)
  • Fiesta (1990)
  • Ziua cea mare ("Il grande giorno", 1951)
  • Indragostitii ("Gli amanti", 1954)
  1. ^ a b c (EN) Maria Banuş (1914-1999), su Bibliothéque Nationale de France. URL consultato il 25 luglio 2023.
  2. ^ a b c d e f g Banus, Maria, su Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 25 luglio 2023.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s (EN) Maria Banus (1914-1999), su Jewish Virtual Library. URL consultato il 25 luglio 2023.
  4. ^ (DE) HerderpreisträgerInnen, su Österreich-Bibliotheken.at (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
  5. ^ (EN) Maria Banuş, su Britannica. URL consultato il 25 luglio 2023.

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