Indice
Liu Kunyi
Liú Kūnyī | |
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Viceré del Liangjiang | |
Durata mandato | 1875 – 1875 |
Predecessore | Li Zongxi |
Successore | Shen Baozhen |
Viceré del Liangguang | |
Durata mandato | 1875 – 1880 |
Predecessore | Yinghan |
Successore | Zhang Shusheng |
Viceré del Liangjiang | |
Durata mandato | 1880 – 1882 |
Predecessore | Shen Baozhen |
Successore | Peng Yulin |
Liú Kūnyī (cinese:刘坤; Xinning, 21 gennaio 1830 – Pechino, 6 ottobre 1902) è stato un politico e militare cinese, distintosi durante la repressione della Rivolta dei Taiping. Ricoprì la carica di Viceré del Liangjiang nel 1875 e tra il 1880 e 1882, e di Viceré del Liangguang tra il 1875 e il 1879.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque il 21 gennaio 1830, a Xinning, nella provincia dello Hunan,[1] e dopo aver ottenuto la lingsheng[N 1] nel sistema degli esami imperiali, entrò nell'esercito dello Hunan nel corso del 1855.[1] Collaborò con il generale Li Hongzhang[2] alla repressione della rivolta dei Taiping, distinguendosi a Changyou[1] tanto che nel 1860 fu nominato governatore di Guangxi.[1] Nel maggio 1862 ottenne un importante successo militare nel Guangdong, e poi nel Guangxi nel corso del successivo mese di ottobre.[1]
In riconoscimento dei servizi resi, ricevette il titolo nobiliare di barone e gli fu assegnata la carica di governatore di Jiangxi, ricoprendo tale incarico dalla metà[3] del 1865 al 1874.[3] Nel 1875 fu nominato Viceré del Liangjiang, ma quasi subito, sostituito da Shen Baozhen, fu nominato Viceré di Liangguang,[3] e ricoprì tale incarico fino al 1880, quando ritornò a ricoprire l'incarico di Viceré del Liangjiang. Vi rimase fino al 1882 quando fu sostituito da Peng Yulin.[3] Durante i mandati come Viceré fu favorevole all'acquisto di navi e armamenti di tipo occidentali al fine di modernizzare l'esercito e la marina imperiali, combattendo nel contempo la corruzione e gli sprechi.
Oltre alle funzioni derivate dai suoi incarichi, nel 1880 gli fu chiesto di ricoprire l'incarico di consigliere dell'Imperatore per la politica estera da seguire verso l'Impero russo e il Giappone. Dopo l'invasione del Vietnam da parte della Francia, fu consigliere particolare dell'Imperatore Guangxu al riguardo, e poco tempo dopo andò in pensione per essere richiamato in servizio, con gli stessi incarichi, nel corso del 1890. Per i successivi quattro anni cercò di contrastare i movimenti anti missionari,[2] per venire poi nominato commissario imperiale e posto a capo delle truppe dello Shanhaiguan, un passaggio strategico tra lo Zhili e Fengtian.[2] Partecipò marginalmente alla prima guerra sino-giapponese, ma nel 1895 sostenne una politica atta al prolungamento, sperando in un esito favorevole, del conflitto.[2] Dopo la firma del Trattato di Shimonoseki[2] ritornò a ricoprire l'incarico di consigliere particolare dell'Imperatore. Nel 1900, dopo lo scoppio della rivolta dei Boxer, si distinse nel cercare di contenere la ribellione,[N 2] non seguendo l'editto imperiale del 21 giugno,[2] emanato dall'imperatrice Cixi, che ordinava di sterminare tutti gli stranieri presenti in Cina.[2] Si spense a Pechino il 6 ottobre 1902, poco dopo la presentazione di tre memoriali comuni sulla riforma dell'Impero Qing.[4] Infatti il 6 aprile precedente era stata istituita una commissione composta da lui, Yuan Shikai e Zhang Zhidong che aveva il compito di elaborare proposte sul rinnovamento della legislatura dell'Impero cinese.[5] Il giurista Wu Tingfang fu incaricato di studiare le legislazioni di alcuni paesi, e si recò in viaggio di studio in Gran Bretagna, Stati Uniti d'America, Spagna e Perù.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Pak-Wah Leung 2002, p. 107.
- ^ a b c d e f g Pak-Wah Leung 2002, p. 109.
- ^ a b c d Pak-Wah Leung 2002, p. 108.
- ^ Hummel 1943, pp. 164-166.
- ^ a b Coccia 2008, p. 68.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Benedetto Coccia, Il mondo classico nell'immaginario contemporaneo, Roma, Editrice APES, 2014, ISBN 88-7233-046-7.
- (EN) Arthur William Hummel, Eminent Chinese of the Ch'ing Period (1644–1912), Washington, United States Government Printing Office, 1943.
- (EN) Edwin Pak-Wah Leung, Political Leaders of Modern China: A Biographical Dictionary, Westport, Greenwood Press, 2002, ISBN 0-313-30216-2.
- (EN) David Pong, Shen Pao-Chen and China's Modernization in the Nineteenth Century, Cambridge, MA, Cambridge University Press, 1994.
- (EN) Odd Arne Westad, Restless Empire: China and the World Since 1750, New York, Basic Books, 2012, ISBN 0-465-02936-1.
- (EN) Mary C. Wright, The Last Stand of Chinese Conservatism: The T'ung-Chih Restoration, 1862-1874, Stanford, Stanford University Press, 1962.
- (EN) Richard N. J. Wright, The Chinese Navy Steam 1862-1945, London, Chatam Publishing, 2000, ISBN 1-86176-144-9.
- (EN) Lanxin Xiang, The Origins of the Boxer War: A Multinational Study, London, Routledge Curzon, 2014, ISBN 1-136-86589-6.
Periodici
[modifica | modifica wikitesto]- Giuliano Da Frè, La sconfitta del drago, in Rivista Italiana Difesa, n. 2, Chiavari, Giornalistica Riviera Soc. Coop., febbraio 2010, pp. 80-97.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Liu Kunyi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Liu Kunyi, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 34306357 · ISNI (EN) 0000 0000 6413 2409 · LCCN (EN) nr90016000 · NDL (EN, JA) 00748742 |
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