Chiesa di Sant'Agata alla Guilla
Chiesa di Sant'Agata alla Guilla | |
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La facciata della chiesa di Sant'Agata | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Palermo |
Coordinate | 38°06′56.62″N 13°21′23.06″E |
Religione | cattolica |
Arcidiocesi | Palermo |
Stile architettonico | Gotico e barocco |
Inizio costruzione | XII secolo |
La chiesa di Sant'Agata è una chiesa di Palermo, sita nella zona del quartiere Capo denominata "Guilla", allo sbocco occidentale della Via del Celso.[1][2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la tradizione la chiesa sorge sui resti della villa romana in cui sarebbe vissuta Sant'Agata, la quale, secondo alcune fonti agiografiche, nacque a Palermo, mentre secondo altre vi venne a vivere un momento successivo alla nascita, forse per sfuggire alle persecuzioni, prima di andare (o tornare) a Catania (di cui è la patrona amatissima) lungo la via su cui, secoli dopo, fu costruita una porta normanna. La chiesa venne costruita tra il XII e il XIII secolo, nei pressi di un'altra antica porta che poi fu ribattezzata "Porta di Sant'Agata alla Guilla" (abbattuta nel XV secolo).[3] Tale porta della Guilla apparteneva all'antico tessuto murario della cittadella, cosa che si può intuire dai dislivelli altimetrici della zona.[4]
L'attuale fisionomia dell'edificio è principalmente dovuta al restauro effettuato nel XVI secolo. Nel 1556 la struttura divenne la sede di una confraternita avente tra i propri membri anche la maestranza dei muratori.[5] Per volere dei religiosi Giovanni Garzia e Girolamo Quaranta, accanto alla chiesa, fu costruito nel 1685 un conservatorio dedicato alle "maddalene pentite", ovvero le donne costrette a prostituirsi.[5][6]
In séguito la chiesa cadde in stato d'abbandono. Le pale d'altare, gli altari stessi e parte delle decorazioni sono stati totalmente trafugati, eccezion fatta per un affresco raffigurante Maria, legato a una leggenda secondo la quale un uomo impazzito, armato di pugnale, trafisse in più punti l'immagine, dalla quale iniziò poi a sgorgare del sangue.[4][7]
Nel 1995 fu realizzato un restauro statico dell'edificio. Lo stato d'abbandono è comunque perdurato, tanto che nel marzo 2014 è stata addirittura scoperta una piantagione di marijuana nel convento annesso alla chiesa.[8]
Tra gli arredi è documentata un'"Acquasantiera", opera di Vincenzo Gagini realizzata nel 1591.
La zona in cui sorge la chiesa venne chiamata "Guilla" dalla corruzione del termine villa, ovvero un giardino che lì sorgeva[5] assieme al fiume Papireto, il quale fino al 1591 scorreva nelle vicinanze.[6].
Conservatorio di Sant'Agata la Guilla
[modifica | modifica wikitesto]Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'esterno dell'edificio è in stile gotico catalano e presenta lesene piatte che ne scandiscono i volumi. L'austera facciata è arricchita dal portale gaginesco, delimitato da colonne decorate nell'area inferiore da figure allegoriche e motivi floreali, che sorreggono un timpano di tipo neoclassico. I due campaniletti risalgono al XVII secolo. L'interno in passato era composto da tre navate[7], ma nel XIX secolo fu ridotto ad unica navata. La decorazione interna è in stucco e finto dorato, secondo i dettami stilistici tardo-barocchi.[4]
- Cappella della Santissima Annunziata.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Gli arredi e le opere d'arte sono stati trasferiti nel Museo Diocesano di Palermo e chiesa di Santa Rosalia e dei Quattro Santi Coronati al Capo:
- Due statue di Santa Rosalia;
- Un dipinto raffigurante la Madonna Assunta;
- Un dipinto raffigurante l'Addolorata posta sul lato sinistro del transetto;
- Un Ecce Homo;
- Tre campane;
- La tela che riproduce il Martirio dei Quattro Santi Coronati, posta sull'altare maggiore;
- Il quadro raffigurante la Madonna con il bambino e un santo cappuccino, posto sul lato destro del transetto;
- Numerosi arredi sacri.
- XV secoloc., Madonna con Gesù Bambino o Madonna di Trapani, statua in marmo alabastrino dipinto e dorato, opera di anonimo scultore custodita nel Museo Diocesano.
- XVI secolo, Madonna con Gesù Bambino, statua marmorea, opera di anonimo scultore custodita nel Museo Diocesano.
Compagnia dei Quattro Santi Coronati
[modifica | modifica wikitesto]- 1623, Fondazione della Compagnia dei Quattro Santi Coronati sotto il titolo della «Santissima Annunziata» presso la cappella omonima.
- 1674, Trasferimento della Compagnia.
Porta di Sant'Agata alla Guilla
[modifica | modifica wikitesto]Varco d'accesso alla primitiva cinta muraria in epoca arabo - normanna.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pagina 460, Tommaso Fazello, "Della Storia di Sicilia - Deche Due" [1] Archiviato il 29 novembre 2015 in Internet Archive., Volume uno, Palermo, Giuseppe Assenzio - Traduzione in lingua toscana, 1817.
- ^ Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 193.
- ^ Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 194.
- ^ a b c Storia della chiesa di Sant'Agata su vivisicilia.com
- ^ a b c Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 195.
- ^ a b Storia della chiesa di Sant'Agata su palermoviva.it
- ^ a b Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 198.
- ^ Palermo, scoperta piantagione di marijuana in un ex convento, 17 marzo 2014
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo", Volume quarto, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Quattro erano i luoghi di culto palermitani verosimilmente legati alla vita e alla venerazione di Sant'Agata:
- Chiesa di Sant'Agata delle Scorruggie alle Mura
- Chiesa di Sant'Agata la Pedata
- Chiesa di Sant'Agata alla Guilla
- Chiesa di Sant'Agata dei Carèri
Altri progetti
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