Basilica di Sant'Eufemia (Tremezzina)
Basilica di Sant'Eufemia | |
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Le rovine della basilica. | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Tremezzina |
Coordinate | 45°57′55.26″N 9°10′40.98″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Eufemia di Calcedonia |
Diocesi | Como |
Stile architettonico | romanico |
Inizio costruzione | VII secolo |
La basilica di sant'Eufemia era un edificio di culto cattolico situato sull'Isola Comacina, nel comune di Tremezzina.
Benché rudere, è considerata uno tra i più rappresentativi monumenti del romanico comasco e le rovine rimaste vengono ancora oggi chiamate dalla popolazione locale il Duomo.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La basilica, la più imponente tra le costruzioni dell'isola, venne fatta erigere nel VII secolo[1] dal vescovo di Como Agrippino su una probabile struttura preesistente[2][3] e divenne sede episcopale[3]. La tradizione rimanda la costruzione della primitiva chiesa a sant'Abbondio, quarto vescovo di Como, vissuto attorno al 450. Agrippino stesso ebbe qui prima sepoltura.[2] La chiesa venne completamente ricostruita in stile romanico all'inizio dell'XI secolo[1] per opera del vescovo Litigerio e divenne sede di collegio canonicale nel 1031.[2]
Nel 1169 tutte le nove chiese dell'isola vennero rase al suolo, insieme alle altre costruzioni e alle mura che la circondavano, per opera dei comaschi come conseguenza della guerra decennale. Di tutte, oggi rimangono solo i ruderi, ritornati alla luce in seguito a campagne archeologiche nel 1914 dirette da Ugo Monneret de Villard e nel 1958 dirette da Luigi Mario Belloni.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione si presenta oggi allo stato di rudere, ma la sua struttura basilicale è ancora ben riconoscibile e ben inserita in un ambiente alquanto suggestivo. La sua lunghezza complessiva è di oltre 40 metri.[2] Era costituita da tre navate absidate, senza transetto. scandite da colonne ottagonali[1] di tipo arcaico, uniche in Lombardia. Il presbiterio era unito al coro con una campata intermedia sopraelevata di nove gradini e sul fronte si appoggiava il campanile dotato di semicolonne e lesene ed un portico a nartece antistante l'ingresso. Al di sotto del presbiterio si sviluppava una vasta cripta con volta a crociera sorretta da otto colonne. Sulla facciata era disposto un ampio portale e due porte laterali erano poste sul lato nord.
Oltre ai ruderi architettonici, degli ornamenti ci resta solo un pregevole capitello della cripta e indizi di affreschi che dovevano arricchire la costruzione.[2] Molti resti, tra cui l'epigrafe tombale di Agrippino, vennero riutilizzati dagli scampati alla distruzione del 1169 nella costruzione della chiesa arcipreturale dedicata sempre a sant'Eufemia ad Isola [4] , oggi frazione del comune di Ossuccio. La dedicazione di quest'ultima chiesa deriva proprio dalla distrutta chiesa dell'isola Comacina.[5]
Dedicazione
[modifica | modifica wikitesto]La basilica è dedicata a sant'Eufemia di Calcedonia, una santa particolarmente cara ai seguaci dello scisma tricapitolino perché il concilio di Calcedonia, cui gli scismatici si rifacevano, si era svolto proprio nella basilica dedicata a questa santa. Agrippino ebbe un ruolo particolarmente attivo nella diffusione del credo tricapitolino e del culto alla santa.
A queste vicende sono legate anche le dedicazioni della Basilica di Sant'Eufemia a Grado, la Chiesa di Sant'Eufemia di Como (ora Chiesa di San Fedele), la Chiesa di Sant'Eufemia ad Incino d'Erba, quella di Oggiono, di Teglio e quella del Castello di Musso. È probabile che, vista la presenza di strutture più antiche, per le chiese di Como, di Incino e dell'Isola il culto sia più antico e risalga direttamente a sant'Abbondio che nel concilio di Calcedonia ebbe un ruolo da protagonista.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ugo Monneret de Villard, L'isola Comacina. Ricerche storiche ed. archeologiche, in RAC 70-71, 1914.
- L. M. Belloni, L'isola Comacina. Campagna di scavi ottobre 1958 - febbraio 1959, in RAC 140, 1958.
- L. M. Belloni, L'isola Comacina e la sua antica pieve, ed. Cairoli, Como, 1966.
- L. M. Belloni, L'Isola Comacina dal VI al IX secolo, in ASL, 1963.
- M. Gianoncelli, Note storiche sull'Isola Comacina, in ASL, 1973.
- Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
- Touring Club Italiano (a cura di), Guida d'Italia - Lombardia (esclusa Milano), Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-1325-5.
- Le carte della chiesa di Sant'Eufemia dell'isola Comacina (901-1200). Testo italiano e latino, a cura di P. Merati, Varese, 2014.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su basilica di Sant'Eufemia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- La Basilica di Sant'Eufemia - Descrizione, Foto, Piantina e Ricostruzione Illustrata sul Sito Web ufficiale dell'Isola Comacina, su isola-comacina.it.
- Sito Web ufficiale dell'Isola Comacina, su isola-comacina.it.
- descrizione della basilica e ricostruzione grafica, su comoeilsuolago.it.
- altra descrizione e disegni di romanicomo, su romanicomo.it. URL consultato il 3 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 27 aprile 2009).