Sala Boschereccia (Bologna)
Sala Boschereccia | |
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La Sala Boschereccia | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Bologna |
Indirizzo | Piazza Maggiore, 6, 40121 Bologna BO |
Coordinate | 44°29′37.45″N 11°20′00.06″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Sala decorata a tempera nel 1797 |
Collezioni | Decorazioni a tempera, scultura |
Superficie espositiva | 66 m² |
Proprietà | Comune di Bologna |
Gestione | Comune di Bologna |
La Sala Boschereccia è una sala decorata a tempera nel 1797 da Vincenzo Martinelli e Giuseppe Valiani. È situata al secondo piano del Palazzo comunale di Bologna, all'interno delle Collezioni Comunali d'Arte. Misura 8,45 per 7,80 metri, corrispondente a circa 66 metri quadrati.
Stanze paese o boscherecce
[modifica | modifica wikitesto]Fra la fine del '700 e i primi decenni dell'800 nei palazzi nobiliari della Bologna napoleonica, si diffusero le Stanze paese: stanze dipinte caratterizzate da pareti che riproducevano illusionisticamente spazi verdi, ambienti naturali e architetture leggere. A Bologna l'Accademia Clementina, attuale Accademia di Belle Arti, aveva precedentemente promosso una specializzazione nell'ambito della scenografia facendo diventare la città un fertile centro di produzione di questa tipologia di decorazione[1]. Vincenzo Martinelli, prima di lavorare alla sala Boschereccia di Palazzo Pubblico intorno ai trent'anni aveva già raggiunto una notevole fama come pittore di quadri di paesaggio, di apparati effimeri e scenografie per i teatri cittadini[2].
A Bologna, oltre alla Sala Boschereccia di Palazzo d'Accursio, si segnalano altre stanze paese, ad esempio quella di Palazzo Hercolani ad opera di Rodolfo Fantuzzi, e quella di Palazzo Aldini Sanguinetti, ora sede del Museo internazionale e biblioteca della musica, ad opera di Vincenzo Martinelli e Pelagio Palagi.
La Boschereccia di Palazzo d'Accursio
[modifica | modifica wikitesto]La Boschereccia delle Collezioni Comunali d'Arte, opera di Vincenzo Martinelli e Giuseppe Valiani, è situata al secondo piano, all'interno di quello che fu l'appartamento invernale del cardinal Legato. È una sala "completamente decorata a tempera con alberi alle pareti e piante nella volta che assume l'aspetto di un pergolato ove, al centro, nel cielo appare Flora dea italica della primavera. Delle fontane allietano il quadro verde e non mancano sfondi lacustri, giuochi di putti alati, fiori, uccelli"[3].
È uno spazio la cui funzione risponde al desiderio di soggiornare in un "giardino d'inverno", di avere un luogo di svago e ricreazione all'interno dell'abitazione[4]. Solitamente le boscherecce erano situate al pian terreno, contigue al giardino; in questo caso, invece la stanza si affaccia su uno spazio, nel quale oggi sorge la Biblioteca Sala Borsa, che al tempo della decorazione era occupato dall'orto dei semplici o giardino botanico: in questo modo era stata creata l'abituale continuità fra il giardino d'inverno e il giardino vero e proprio.
Al centro di questa sala delle Collezioni Comunali d'Arte è esposto l'Apollino del Canova, statua in marmo realizzata nel 1797.
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Dettaglio del soffitto
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Dettaglio del soffitto
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Dettaglio della parete, fontana
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Dettaglio della parete, paesaggio con alberi
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Dettaglio della parete, putti
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Anna Maria Matteucci 2002, p. 171.
- ^ Anna Maria Matteucci 2002, p. 173.
- ^ Carlo Colitta 1980.
- ^ Carlo Tovoli 2015, p. 46.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo Tovoli (a cura di), Giardini nel tempo, dal mito alla storia, Bologna, Regione Emilia Romagna, 2015.
- Eugenio Riccomini, L'arte a Bologna. Dalle origini ai giorni nostri, Bologna, Editoriale Bologna, 2003, p. 307.
- Anna Maria Matteucci, I decoratori di formazione bolognese fra Settecento e Ottocento. Da Mauro Tesi ad Antonio Basoli, Milano, Electa, 2002.
- Carlo Colitta, Il palazzo Comunale detto d'Accursio, con le Collezioni Comunali d'Arte, Bologna, Officine Grafiche Bolognesi, 1980.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sala Boschereccia