Mohammed Sinwar

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Mohammed Sinwar
SoprannomeAbu Ibrahim
NascitaKhan Yunis, 16 settembre 1975
ReligioneIslam sunnita
Dati militari
Forza armata Hamas
UnitàBrigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām
Anni di servizio1991 - in servizio
GradoAlto comandante
Guerre
Campagne
Nemici storiciIsraele (bandiera) Israele
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Mohammed Sinwar (in arabo محمد السنوار?; Khan Yunis, 16 settembre 1975) è un terrorista e partigiano palestinese, ufficiale e leader a Khan Yunis delle Brigate ʿIzz al-Dīn al-Qassām, l'ala militare di Hamas.

È il fratello minore di Yahya Sinwar, numero uno di Hamas fino alla sua morte avvenuta ad ottobre 2024.

Nato nel 1975 nel campo profughi di Khan Yunis nella Striscia di Gaza governata dall'Egitto, la sua famiglia fuggì da Al-Majdal Asqalan (Ascalona) durante la guerra arabo-israeliana del 1948. È stato educato nelle scuole gestite dall'UNRWA.[1]

Nel 1991, Sinwar fu arrestato dalle forze di difesa israeliane (IDF) per sospetta attività terroristica e imprigionato nella prigione di Ktzi'ot, ma venne rilasciato dopo nove mesi.[2]

Sinwar è sopravvissuto a sei tentativi di omicidio da parte di Israele; il primo è avvenuto nel 2003, quando fu piazzato un ordigno esplosivo vicino alla sua abitazione a Khan Yunis.[3]

Carriera militare

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Nel 1991 Sinwar si unì alle milizie militari gestite da Hamas.[1] Ricoprì la carica di comandante della brigata Khan Yunis nel 2005 e fu responsabile del rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit il 25 giugno 2006. Shalit venne infine rilasciato nel 2011 in cambio di 1.027 prigionieri palestinesi, uno dei quali era suo fratello Yahya Sinwar.[4][5]

Nel 2014, durante il conflitto tra Israele e Gaza, l'IDF annunciò la morte di Sinwar; tuttavia, questa informazione si rivelò errata. Presumibilmente Sinwar si era nascosto nei tunnel sotto la Striscia.[6]

Nel 2023, i servizi di intelligence israeliani hanno identificato Sinwar come uno dei principali artefici dell'attacco condotto da Hamas contro Israele il 7 ottobre.[7] In risposta alle sue attività, il governo israeliano lo ha dichiarato uno dei più ricercati nel contesto della sua operazione militare a Gaza, offrendo una ricompensa di 300.000 dollari per chiunque possa fornire informazioni utili sulla sua posizione.[8]

Collegamenti esterni

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