Henry Every
Henry Every, noto anche come Henry Avery, a volte erroneamente indicato come Jack Avery o John Avery,[1] (Plymouth, 20 agosto 1659 – dopo il 1696), è stato un pirata inglese che operò nell'Oceano Atlantico e nell'Oceano Indiano a metà degli anni '90 del Seicento. Probabilmente ha usato diversi pseudonimi durante la sua carriera, incluso Benjamin Bridgeman, ed era conosciuto come Long Ben dai suoi membri dell'equipaggio e dai suoi collaboratori [2].
Soprannominato "The Arch Pirate" e "The King of Pirates" dai contemporanei, Every era famigerato per essere stato uno dei pochissimi grandi capitani pirata a fuggire con il suo bottino senza essere arrestato o ucciso in battaglia e per essere l'autore di ciò che è stato chiamato l'atto di pirateria più redditizio della storia.[3] Sebbene la carriera di Every come pirata sia durata solo due anni, le sue imprese hanno catturato l'immaginazione del pubblico, hanno ispirato altri a dedicarsi alla pirateria e hanno generato opere letterarie.
Every iniziò la sua carriera da pirata mentre era primo ufficiale a bordo della nave da guerra Carlo II. Mentre la nave era ancorata nel porto spagnolo settentrionale di Corunna, l'equipaggio divenne scontento poiché la Spagna non riusciva a consegnare una lettera di marca e i proprietari di Carlo II non pagavano il salario e si ammutinarono. Carlo II fu ribattezzato Fancy e Every eletto nuovo capitano.
L'incursione più famosa di tutte, il 7 settembre 1695, fu su un convoglio di 25 navi di Grand Mughal che compivano il pellegrinaggio annuale alla Mecca, incluso il Ghanjah dhow Ganj-i-Sawai carico di tesori e la sua scorta, Fateh Muhammed. Unendo le forze con diverse navi pirata, Every si è ritrovato al comando di un piccolo squadrone di pirati e sono stati in grado di catturare fino a 600.000 £ in metalli preziosi e gioielli,[3] equivalenti a circa 93,3 milioni di sterline nel 2022.[4] Ciò ha causato notevoli danni alle fragili relazioni dell'Inghilterra con i Moghul e una taglia combinata di 1.000 £ - una somma immensa all'epoca - fu offerta dal Privy Council e dalla Compagnia delle Indie Orientali per la sua cattura, portando alla prima caccia all'uomo mondiale nella storia registrata.[3][5]
Sebbene un certo numero del suo equipaggio sia stato successivamente arrestato, Every stesso eluse la cattura, svanendo da tutti i registri nel 1696; la sua ubicazione e le attività dopo questo periodo sono sconosciute. Resoconti non confermati affermano che potrebbe aver cambiato nome e ritirarsi, vivendo tranquillamente il resto della sua vita in Gran Bretagna o su un'isola tropicale non identificata, mentre resoconti alternativi ritengono che Every possa aver sperperato le sue ricchezze.[6] Si ritiene che sia morto tra il 1699 e il 1714. Il suo tesoro non è mai stato ritrovato.
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Primi anni e inizio della carriera
[modifica | modifica wikitesto]Every iniziò la sua carriera come primo ufficiale della Carlo II, una nave inglese noleggiata dagli spagnoli per combattere i pirati delle Antille. La nave raggiunse il porto di La Coruña a Galizia (Spagna), ma qui si fermò per un lungo periodo. Probabilmente gli spagnoli non avevano fiducia negli Inglesi o forse gli Inglesi richiedevano una somma troppo alta per il noleggio. Dunque l’equipaggio, che non riceveva nessun compenso, cominciò a manifestare il suo malcontento ed Every organizzò un ammutinamento.
La carriera da pirata
[modifica | modifica wikitesto]La nave venne rinominata Fancy e salpò verso sud. Nei dintorni delle isole di Capo Verde gli uomini dell'equipaggio, ora pirati, catturarono tre navi inglesi. Più in là, presso le coste africane, due navi danesi fecero la stessa fine.
Una volta arrivato nell'isola di May, Every necessitava di rifornire la nave, perciò catturò il governatore dell'isola e annunciò che lo avrebbe liberato solo in cambio dei rifornimenti necessari. La popolazione accettò tale condizione e la nave ripartì con abbondanza di acqua, verdure fresche e carne secca. Si diresse poi verso la Guinea, dove attaccò tre vascelli inglesi catturando alcuni schiavi da far arruolare nel suo equipaggio. Every stava inoltre pianificando un'alleanza con altri pirati per poter intercettare ed assalire l'enorme flotta del Gran Mogol che, partendo dalle Indie, sarebbe giunta a Mokha, presso l'imboccatura del mar Rosso per poi ripartire verso La Mecca carica di merci preziose. Un progetto assai lucroso, poiché su quelle navi viaggiavano tonnellate di seta, denaro e caffè.
Nel settembre del 1695 la Fancy, dotata di 46 cannoni e di 150 uomini e accompagnata da altri vascelli, tra cui la Pearl e la Portsmouth Adventure di Rhode Island e la Amity di New York (capitanata da Thomas Tew, che morirà durante l'assalto), abbordò la prima preda, la Fath Mahmamadi, che fruttò più di 50.000 sterline. Pochi giorni dopo i pirati avvistarono il veliero che rese Every leggendario, la Ganj-i-Sawai, la più grande nave del Gran Mogol, munita di 40 cannoni e 400 fucili carichi, guidata dal capitano Muhammed Ibrahim. Il primo avvistamento si concluse senza risultati, poiché all'ora del tramonto la nave si allontanò. Per tutta la notte il pirata cercò di intuire la rotta della nave avversaria e il mattino seguente la avvistò nuovamente. Every si avvicinò con la sua nave e una delle sue prime bordate spezzò l'albero maestro della nave nemica; un cannone degli indiani inoltre si inceppò ed esplose, facendo strage e dopo due ore la nave fu abbordata e saccheggiata. Sulla nave del Gran Mogol viaggiavano anche molte donne, la maggior parte delle quali schiave, verso le quali furono commesse atrocità disumane. Every inoltre notò tra le fanciulle una che si distingueva per bellezza, forse una delle figlie del Gran Mogol, e la volle condurre sulla sua nave per sposarla. Una volta caricate le navi, i pirati salparono per il Madagascar.
Ritiro dalla pirateria e sparizione
[modifica | modifica wikitesto]Il Gran Mogol non accettò l’assalto alla sua flotta e quindi minacciò il governo inglese di sequestrare i beni della Compagnia delle Indie per potersi rifare delle perdite. La compagnia pagò i danni e Londra ordinò di dare la caccia ad Every e di catturarlo, ponendo una taglia di 500 sterline sulla sua testa.
Da questo momento in poi non si seppe più niente su Every, solo leggende, la caccia all'uomo continuò per decenni dopo la sua sparizione ma nessuno riuscì mai a fornire prove certe riguardo alla posizione e allo stato del pirata. Vennero inventate diverse storie prive di prove, alcuni romanzieri irrazionalmente sostengono che la sua ciurma si sia sciolta e che lui si sia diretto a Devon, dove venne truffato nel tentativo di vendere i diamanti saccheggiati e morì in povertà. Altri sostengono che visse pacificamente fino alla sua morte nel 1714. Racconti suggeriscono addirittura che Every fu uno dei fondatori della leggendaria Libertalia.
Nella cultura di massa
[modifica | modifica wikitesto]A lui sono state dedicate molte opere teatrali, fra cui The Succesful Pirate e ciò contribuì a renderlo famoso.[senza fonte]
Il videogioco Uncharted 4: Fine di un ladro è incentrato sulla ricerca da parte di Nathan Drake del suo presunto tesoro segreto.[7]
Nella serie tv Doctor Who Every compare in un episodio in cui affronta una sirena insieme al Dottore.[senza fonte]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tutti i documenti governativi sopravvissuti dai tempi di Every danno il suo nome come "Henry Every" (occasionalmente scritto "Avery" e "Evarie" nei documenti contemporanei), e "Henry Every" è il modo in cui il pirata ha firmato il suo nome. Il nome "John Avery" appare nell'opuscolo del 1709 The Life and Adventures of Capt. John Avery, ma il libro di memorie è un'opera di fantasia. Daniel Defoe in seguito prese in prestito questo nome per il suo libro del 1720 The King of Pirates, e l'uso di "John Avery" continuò in seguito, in particolare dal Dictionary of National Biography. (The Oxford Dictionary of National Biography, pubblicato nel settembre 2004, utilizza "Henry Avery.") Sebbene sia possibile che "John Avery" fosse uno degli pseudonimi del pirata, non ci sono registrazioni note di lui che abbia mai usato questo nome.
- ^ Il significato del soprannome "Long Ben", che appare in uso già nel 1693, non è chiaro. Alcuni hanno ipotizzato che si riferisse all'altezza di Every, essendo il pirata una volta descritto come "un uomo alto e robusto".
- ^ a b c Douglas R. Burgess, The Pirates' Pact: The Secret Alliances Between History's Most Notorious Buccaneers and Colonial America, 2008, ISBN 978-0-07-147476-4.
- ^ I dati sull'Inflazione dell'indice dei prezzi al dettaglio nel Regno Unito si basano sui dati di Clark, Gregory (2017). "The Annual RPI and Average Earnings for Britain, 1209 to Present (New Series)". MeasuringWorth.
- ^ Tra il 1689 e il 1740 il salario medio per un onesto marinaio mercantile era compreso tra 25 e 55 scellini al mese, ovvero tra le 15 e le 33 sterline all'anno. Molti marinai ordinari guadagnavano anche meno, con una paga mensile inferiore a 2 £. Una somma di 1.000 £ equivaleva a una vita di lavoro o più, il che significa che un marinaio prudente poteva andare in pensione a vita.
- ^ Colin Woodard, The Republic of Pirates: Being the True and Surprising Story of the Caribbean Pirates and the Man Who Brought Them Down, ISBN 978-0-15-101302-9.
- ^ (EN) 10 Interesting Historical Facts About Uncharted 4's Pirate King, Henry Avery, su GameSpot. URL consultato il 7 marzo 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Angus Konstam, Piracy: The Complete History, 2008, ISBN 978-1-84603-240-0.
- Colin Woodard, The Republic of Pirates: Being the True and Surprising Story of the Caribbean Pirates and the Man Who Brought Them Down, ISBN 978-0-15-101302-9.
- David Cordingly, Storia della Pirateria, Mondadori, 2003, ISBN 978-88-04-51649-1.
- Douglas R. Burgess, The Pirates' Pact: The Secret Alliances Between History's Most Notorious Buccaneers and Colonial America, 2008, ISBN 978-0-07-147476-4.
- Francesco Valori, Storia della pirateria, La Scuola, 1963, pp.167-171
- Jan Rogoziński, Honor Among Thieves: Captain Kidd, Henry Every, and the Pirate Democracy in the Indian Ocean, ISBN 978-0-8117-1529-4.
- Joel H. Baer, Pirates of the British Isles, 2005, ISBN 978-0-7524-2304-3.
- John Franklin Jameson, Privateering and Piracy in the Colonial Period: Illustrative Documents.
- John Knox Laughton, Dictionary of National Biography, 1885-1900/Avery, John.
- Patrick Pringle, Jolly Roger: The Story of the Great Age of Piracy, 2001, ISBN 0-486-41823-5.
- Ralph Davis, The Rise of the English Shipping Industry in the Seventeenth and Eighteenth Centuries, ISBN 978-0-905555-20-1.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Henry Every
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) John Avery, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 60463879 · ISNI (EN) 0000 0000 2345 8592 · CERL cnp01964767 · LCCN (EN) n83177900 · GND (DE) 1052482406 · J9U (EN, HE) 987009461652105171 |
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