Commissione nazionale dei comitati dei lavoratori

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La Commissione nazionale dei comitati dei lavoratori (in inglese, National Caucus of Labor Committees, NCLC) è un movimento politico statunitense fondato e diretto da Lyndon LaRouche.

L'organizzazione nacque nel 1968 come Comitato dei lavoratori della SDS (in inglese, SDS Labor Committee), ovvero come corrente interna del movimento Students for a Democratic Society. Cambiò il suo nome nel 1969 in National Caucus of Labor Committees dopo l'espulsione di LaRouche e dei suoi affiliati dalla SDS.[1] Attualmente è definita come una "associazione filosofico-legale", costretta nel ruolo dalle "continue operazioni COINTELPRO aventi per obiettivo la NCLC e lo U.S. Labor Party condotte dall'FBI e dai suoi vari affiliati pubblici e privati".[2]

L'associazione poneva e pone tutt'oggi come proprio principio morale la ridefinizione del concetto di "interesse personale" su una base meno materialista e maggiormente informata ad una condotta religiosa. L'azione politica si concreta nell'assicurare "giustizia per i popoli dei Paesi in via di sviluppo, per i poveri negli Stati Uniti, per i contadini ingiustamente depauperati e così via", difendendoli dalle "tipologie di male dilagante, esemplificato fra gli altri da Henry Kissinger e i suoi malvagi complici".[2]

I primi anni di vita (1969 - 1972)

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Il giornalista statunitense Dennis King descrive come "altamente regolamentata" la vita interna della NCLC: i membri dovevano lasciare il proprio lavoro, annullare la propria vita privata (in certi casi addirittura abbandonando famiglia ed amici) e dedicarsi devotamente al gruppo e al suo leader. Il senso di lealtà e conformazione agli stessi veniva inoltre rafforzato tramite una tecnica di autodisciplina chiamata "spoliazione dell'io" (o "ego stripping").[3] Il movimento sviluppò inoltre un proprio gergo e progetti molto ambiziosi:[4]

«La NCLC avrebbe assunto il controllo della gran parte dei maggiori sindacati statunitensi entro sei mesi, abbattuto il Governo entro il decennio e governato il pianeta entro l'anno 2000.»

Per King, la base dottrinaria della NCLC era nei primi tempi un misto di marxismo-leninismo, cospirazionismo e fatalismo:[4]

«Nei suoi primi stadi, prima che adottasse un intransigente antisemitismo, questa teoria del complotto considerava la famiglia Rockefeller responsabile, tramite il suo supposto controllo sulla CIA ed una vasta rete di "agenti" in ogni livello della società, di quasi tutti i mali del mondo. La Rouche sosteneva che i Rockefeller stavano progettando un olocausto nucleare. Il tempo stringeva. Il destino del mondo era tutto sulle spalle della piccola NCLC. Chiunque non capiva ciò era parte del complotto. Presto la lista dei nemici della NCLC, similmente a quella di Richard Nixon, si riempì oltremodo: essa includeva non soltanto gran parte dell'establishment ma anche i "disertori" della NCLC, i capi dei gruppi rivali e studiosi importanti il cui unico "peccato" era rifiutare di riconoscere il genio di LaRouche.»

L'operazione «Mop up» (1972 - 1973)

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La circolare interna dell'FBI (1973) che prova l'aiuto di questa al Partito Comunista degli Stati Uniti d'America, intenzionata ad "eliminare" politicamente LaRouche.

Intorno al 1973, la NCLC iniziò ad adottare tattiche violente e destabilizzanti per assumere l'egemonia delle forze rivoluzionarie. Vennero posti in essere veri e propri assalti brutali ai militanti delle altre forze di sinistra, in particolare il Partito Comunista degli Stati Uniti d'America. Sulla lista dei "nemici" finì anche l'SWP, "reo" di aver fornito aiuto alle vittime delle aggressioni. Le aggressioni avvenivano con mazze, catene, nunchuka e in taluni casi a mani nude.[5]

Secondo la ricostruzione di Dennis King, gli eventi degenerarono quando la NCLC annunciò una conferenza a Philadelphia per la costruzione di una organizzazione a favore di disoccupati e bisognosi. Il Partito Comunista degli Stati Uniti d'America ed altri gruppi locali tentarono di boicottare la conferenza, accusando di razzismo la NCLC. I leader di quest'ultima reagirono infuriati:[3]

«Un editoriale in prima pagina sulla rivista New Solidarity intitolato "Crisi mortale per il CPUSA", avvertì il partito che se non si fosse fatto da parte, avrebbe subito un contrattacco totale. Il CPUSA non prese sul serio quella minaccia.»

All'apertura della conferenza, il CPUSA costituì dei picchetti nelle zone a maggioranza nera che equiparavano la NCLC al Ku Klux Klan, in un ultimo tentativo di boicottare l'evento. Al contrario, la conferenza riuscì ad attrarre varie centinaia di persone. Tuttavia, continua King:[3]

«Quel dispetto [...] diede a LaRouche il pretesto che cercava. Convocò una riunione straordinaria dei responsabili NCLC della Costa orientale e dichiarò: "Da questo momento in poi, il CP non dovrà più tenere un incontro sulla Costa orientale [...] Li spazzeremo via in due mesi". [...]
Un editoriale in prima pagina su New Solidarity, "Operazione Mop Up: la lotta di classe è per la conservazione", diede spazio alle affermazioni di LaRouche: "Dobbiamo disfarci di questa carogna puzzolente [il CPUSA] per assicurarci che non possa agire come ospite per vermi ed altri parassiti che preparano ulteriori scabbiosi attacchi Nixoniti alla classe lavoratrice. [...] Se noi vacilliamo, [...] saremmo colpevoli di tradimento di fronte alla razza umana. Il nostro compito è polverizzare il Partito Comunista".»

Secondo l'autobiografia di LaRouche, gli alterchi violenti fra la sua organizzazione e la New Left in generale iniziarono nel 1969 - ben prima dunque della cosiddetta "Operazione Mop Up". La Rouche scrive che:[6]

«Fu la fazione fondata da Mark Rudd e da McGeorge Bundy che usò per prima violenza contro di noi, alla Columbia University. [...] Sarebbero poi seguiti altri che avrebbero organizzato assalti contro i miei amici, all'interno ed al di fuori degli Stati Uniti. Gli attacchi delle bande di picchiatori del Partito Comunista iniziarono a Chicago nell'estate del 1972 e continuarono sporadicamente fino all'assalto pianificato del marzo 1973. Durante il 1972, alcuni nostri affiliati furono oggetto di una banda di squadristi dell'SWP.»

LaRouche ha poi accusato anche l'FBI di orchestrare, assieme alla leadership del Partito Comunista degli Stati Uniti d'America, la sua eliminazione.[7]

L'Operazione "Mop Up" si fermò dopo vari arresti operati dalla polizia a New York, Buffalo, Philadelphia e Boston di militanti dell'NCLC, accusati di aggressione, e dopo che il CPUSA, l'SWP ed altri gruppi di sinistra organizzarono gruppi comuni di difesa e cominciarono a vincere i primi scontri con le squadre della NCLC.[3]

Il «caso White» (1974)

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Nel dicembre del 1973, iniziarono a circolare voci riguardanti un possibile complotto contro la NCLC e il suo leader Lyndon LaRouche: il KGB (con la collaborazione dell'MI5) avrebbe infatti rapito Cristopher White (che tra l'altro era il nuovo compagno della seconda ex-moglie di LaRouche) al fine di sottoporlo ad un lavaggio del cervello e "programmarlo" per uccidere LaRouche. I giornalisti statunitensi Joel Bellman e Chip Berlet così ricostruiscono la vicenda:[8]

«Solo LaRouche possedeva l'intelligenza e la capacità di scoprire e contrastare questo complotto demoniaco, ed ovviamente solo lui possedeva la cura adatta. Nel caso di White, giorni di isolamento e di intensa pressione da un gruppo di inquisitori di LaRouche. White alla fine crollò e confessò i suoi supposti "lavaggi del cervello psicosessuali" operati dalla cospirazione del KGB/MI5/CIA.
Basandosi sulle registrazioni su audiocassetta fornite dai membri della NCLC come "prove", il New York Times di lì a poco pubblicherà uno straziante resoconto di questa cosiddetta sessione di "deprogrammazione". La rivincita di LaRouche era completa: White - che gli aveva rubato la moglie - era stato ridotto ad un rottame psicolabile, pentito e singhiozzante.
La Rouche non perse tempo ad applicare la sua cura. Ogni segno di resistenza o di dissenso di un membro della NCLC diventò la prova di un "lavaggio del cervello" da parte del KGB, della CIA o di entrambi.»

Il 20 gennaio 1974, il New York Times pubblicò alcune testimonianze di alcuni ex-membri della NCLC che sembravano sconfessare quanto affermato da LaRouche. In realtà, secondo il resoconto, fu LaRouche ad imporre loro un lavaggio del cervello affinché ammettessero di essere stati "condizionati" dai servizi segreti.[9] Il gruppo di LaRouche confermò invece le accuse e rese pubblica in una conferenza stampa la sua versione del "caso White". King così ricostruisce quei momenti:[10]

«Membri provenienti da tutto il Paese si sono riuniti a New York per la conferenza. La suspense iniziò a crescere quando si sentirono strani rumori provenire dall'appartamento di LaRouche. Dissero che White venne torturato e sottoposto a lavaggio del cervello in un seminterrato di un palazzo di Londra da parte della CIA e dei servizi segreti britannici, che venne "programmato" per uccidere sua moglie - attraverso l'enunciazione di un determinato comando - per poi fare accusare LaRouche dell'omicidio da sommozzatori cubani in esilio.
LaRouche mobilitò l'intera NCLC. I sostenitori fecero circolare opuscoli su larga scala a New York e in altre città, descrivendo le presunte torture subite da White fin nei minimi dettagli. Il Ministero dell'Interno rilasciò oltre 40 comunicati stampa nel giro di due settimane. LaRouche e la famiglia White inviarono in merito una lettera alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e promossero una causa contro la CIA. I membri della NCLC sollecitarono frequentemente i loro parenti ed amici a far parte di una "Commissione inquirente d'emergenza" [sull'accaduto].»

Dal 1974 in poi

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A partire dalla metà degli anni settanta, la NCLC abbandonò le posizioni marxiste per abbracciare la strategia protezionista del sistema americano. LaRouche iniziò a cercare contatti con i gruppi di estrema destra ed antisemiti (fra cui la potente Liberty Lobby) per poter stabilire una alleanza tattica contro l'imperialismo capitalista e gli interessi delle banche. Molti degli iscritti continuavano tuttavia a considerarsi di "sinistra".[8]

Tuttavia nel periodo 1973-1976 si assiste ad un continuo abbandono di iscritti, in parte giustificato da motivazioni politiche (i contatti con organizzazioni di destra, se non apertamente razziste come il Ku Klux Klan)[8] ed in parte giustificato dalla creazione di nuove piattaforme politiche (come lo U.S. Labor Party o il National Democratic Policy Committee).

Nel 1975, la NCLC si schiera in difesa del presunto criminale di guerra nazista John Demjanjuk (poi prosciolto nel 1988 dalla Corte suprema israeliana), manifestando a Cleveland assieme a varie organizzazioni neo-naziste.[11]

Verso i primi anni ottanta, la NCLC viene accusata di essere una associazione di stampo neo-nazista, di avere collegamenti con il crimine organizzato e di vari altri reati gravi, fra cui: spionaggio sia per fini interni, sia per conto di Paesi terzi; illeciti nelle raccolte fondi per sostenere le candidature alla presidenza di LaRouche; bancarotta fraudolenta, falso in bilancio ed altri reati economici.[12]

Ad oggi l'associazione continua ad essere attiva come parte del Movimento LaRouche.

  1. ^ (EN) Austin Meredith, Lyndon Hermyle LaRouche, Jr. Archiviato il 26 novembre 2007 in Internet Archive., Stack of the Artist of Kouroo Project, 12 marzo 2005, pag. 4 (.pdf file).
  2. ^ a b Lyndon H. LaRouche Jr., The moral obligation to the Virginia prisoners, LaRouchePub.com, 26 agosto 1995.
  3. ^ a b c d (EN) Dennis King, Lyndon LaRouche and the New American Fascism, Doubleday, 1989, ISBN 0385238800, cap. 3.
  4. ^ a b (EN) Dennis King, Lyndon LaRouche and the New American Fascism, Doubleday, 1989, ISBN 0385238800, cap. 2.
  5. ^ (EN) LaRouche and Operation Mop-Up, Political Research Associates.
  6. ^ (EN) Lyndon H. LaRouche Jr., The Power of Reason: 1988, Executive Intelligence Review, 1987, ISBN 0933488513, pag. 117.
  7. ^ (EN) Lyndon H. LaRouche Jr., 'He's a bad guy, but we can't say why', Executive Intelligence Review, Vol. 27, n. 10, 12 marzo 2000.
  8. ^ a b c (EN) Joel Bellman, Chip Berlet, Fascism wrapped in an American flag, Political Research Associates, 10 marzo 1989.
  9. ^ (EN) Paul L. Montgomery, How a radical-left group moved toward savagery, The New York Times, 20 gennaio 1974.
  10. ^ (EN) Dennis King, Lyndon LaRouche and the New American Fascism, Doubleday, 1989, ISBN 0385238800, cap. 4.
  11. ^ (EN) Glenn R. Sharfman, The jewish community's reaction to the John Demjanjuk trials Archiviato il 7 gennaio 2008 in Internet Archive., The Historian, Vol. 63, 22 settembre 2000.
  12. ^ (EN) Russ Bellant, Chip Berlet, Dennis King, Researchers call for probe of potentially illegal acts, Political Research Associates, 16 dicembre 1981.
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