Coleus rotundifolius

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Coleus rotundifolius
Coleus rotundifolius
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaLamiaceae
GenereColeus
SpecieC. rotundifolius
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineLamiales
FamigliaLamiaceae
GenereColeus
SpecieC. rotundifolius
Nomenclatura binomiale
Coleus rotundifolius
(Poir.) A.Chev. & Perrot
Sinonimi

Plectranthus rotundifolius
Solenostemon rotundifolius

Coleus rotundifolius (Poir.) A.Chev. & Perrot, 1905 è una pianta appartenente alla famiglia delle Lamiacee originaria dell'Asia tropicale[1]. È comunemente conosciuta come coleo[2] e chiamata patata cinese in India. Viene coltivata per i suoi tuberi commestibili principalmente nell'Africa occidentale e, più recentemente, in alcune parti dell'Asia, in particolare India, Sri Lanka, Malesia e Indonesia.[3]

Il coleo è una pianta eretta che può raggiungere i 100 cm di altezza.[4] Ha foglie carnose, ovate o orbicolari, di dimensioni pari a 3-6 × 2-4 cm e presenta radici tuberose.[5]

La pianta produce un'infiorescenza terminale, semplice, lunga fino a 20 cm e con petali di colore bianco-violaceo a cui seguono i piccoli frutti lisci lunghi 1 mm di forma globosa e di colore marrone.[5]

Distribuzione e habitat

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Il coleo è originario dell'India, del Sud-est astiatico e delle Filippine, ma si è diffuso anche in Africa occidentale, Africa meridionale, Kenya e Madagascar.[6]

Il coleo è una pianta delle zone tropicali umide. Cresce meglio in aree in cui le temperature diurne annuali sono comprese tra 17 e 27 °C, ma può tollerare 8-36 °C. Le temperature notturne più basse favoriscono lo sviluppo dei tuberi. Preferisce una piovosità media annuale compresa tra 1.800 e 2.600 mm, ma tollera precipitazioni comprese tra 1.200-4.000 mm. Il coleo è adattato a precipitazioni relativamente elevate: le rese migliori si ottengono in aree con precipitazioni ben distribuite durante la stagione di crescita. Quando piove troppo, i tuberi tendono a ramificarsi, il che non piace ai consumatori perché li rende difficili da sbucciare. Richiede una posizione soleggiata e e preferisce un terreno sabbioso ben drenato, ma può tollerare terreni più poveri e asciutti, anche se le rese sono inferiori in tali condizioni.[4]

Le piante impiegano 5-7 mesi dalla semina alla raccolta dei tuberi. I tuberi si formano su steli che sono a contatto con il terreno: sono state registrate rese da 7 a 15 tonnellate per ettaro. I tuberi devono essere raccolti rapidamente perchè tendono a marcire in breve tempo.[4]

Il coleo è difficile da conservare. Tradizionalmente i tuberi vengono conservati nel terreno sotto un albero dove è più fresco che all'aperto. Se conservate in questo modo in climi caldi, il sapore speciale del tubero si mantiene solitamente solo due mesi, dopodiché i tuberi diventano insipidi e non sono più considerati una prelibatezza. In climi più freschi, come nelle regioni montuose o in Sudafrica, la conservazione è più facile.[4]

Tuberi di coleo

I tuberi a forma di uovo di C. rotundifolius appaiono molto simili alla patata a cui non è imparentata, sebbene siano più piccoli delle moderne varietà commerciali. I tuberi vengono tipicamente bolliti, ma possono anche essere arrostiti, cotti al forno o fritti. Il loro sapore è insipido, ma più dolce del Coleus esculentus.[3]

La pianta era ampiamente coltivata come radice nella fascia della savana africana, sebbene sia stata ora soppiantata da altre specie. A volte è ancora coltivata in Africa, ma è molto più comunemente coltivata nel Sud-est asiatico.[4]

Il coleo è in gran parte una coltura di sussistenza, anche se in Burkina Faso ne viene segnalata la macinazione per ottenere farina.[3]

C. rotundifolius è una delle tre specie di Coleus coltivate per i loro tuberi commestibili e che utilizzano gli stessi nomi vernacolari. Gli altri, C. esculentus e C. edulis, originari rispettivamente dell'Africa meridionale e dell'Etiopia, non si sono diffusi oltre i confini dell'Africa. La sua coltivazione è stata in gran parte sostituita dalla diffusione della manioca, introdotta dai portoghesi in Africa dal Sud America circa 500 anni fa.[7]

  1. ^ (EN) Coleus rotundifolius, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 24 luglio 2024.
  2. ^ Còleo - Significato ed etimologia - Vocabolario, su Treccani. URL consultato il 24 luglio 2024.
  3. ^ a b c National Research Council, Lost crops of Africa: Volume II: Vegetables, National Academies Press, 2006, pp. 269–285, ISBN 0-309-66582-5.
  4. ^ a b c d e Plectranthus rotundifolius - Useful Tropical Plants, su tropical.theferns.info. URL consultato il 14 settembre 2024.
  5. ^ a b S. Suddee, A. J. Paton e J. A. N. Parnell, A Taxonomic Revision of Tribe Ocimeae Dumort. (Lamiaceae) in Continental South East Asia II. Plectranthinae, in Kew Bulletin, vol. 59, n. 3, 2004, pp. 379, DOI:10.2307/4110950. URL consultato il 14 settembre 2024.
  6. ^ (EN) Coleus rotundifolius (Poir.) A.Chev. & Perrot | Plants of the World Online | Kew Science, su Plants of the World Online. URL consultato il 14 settembre 2024.
  7. ^ Roger Blench, Archaeology, language, and the African past, Altamira Press, 2006, ISBN 9780759104655.

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