Albert von Berrer

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Albert von Berrer
Albert von Berrer
NascitaUnterkochen, Regno di Württemberg, 8 settembre 1857
MorteSan Gottardo, Regno d'Italia, 28 ottobre 1917
Cause della morteucciso in combattimento
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Impero tedesco
Forza armata Deutsches Heer
ArmaFanteria
Unità31. Division

Generalkommando zbV 51

GradoGeneralleutnant
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte orientale (1914-1918)
Fronte italiano (1915-1918)
BattaglieSeconda battaglia dei laghi Masuri
Offensiva Brusilov
Offensiva Kerenskij
Battaglia di Caporetto
DecorazioniPour le Mérite
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Albert von Berrer (Unterkochen, 8 settembre 1857San Gottardo, 28 ottobre 1917) è stato un generale tedesco.

Albert von Berrer, dopo il ginnasio ad Heilbronn ed il liceo a Stoccarda, seguì le orme di due suoi fratelli intraprendendo la carriera militare. Si arruolò volontario nel Reggimento Granatieri "Konigin Olga" a Stoccarda da dove uscì promosso sottotenente nel 1876. Allo scoppio della Prima guerra mondiale fu tenente generale della 31. Division di fanteria destinata al settore lorenese, inquadrata nel XXI Corpo della VI armata del principe ereditario Rupprecht di Baviera. I suoi primi scontri avvennero sul Fronte orientale, nel febbraio del 1915, durante la Seconda battaglia dei laghi Masuri. Nel 1916 fu al comando del XXI Corpo d’armata in aiuto agli austro-ungarici, impegnato a contrastare l’Offensiva Brusilov, mentre nell’estate del 1917 si distinse durante l'Offensiva Kerenskij, venendo così insignito della Pour le Mérite, massima onorificenza militare imperiale. Nell’ottobre dello stesso anno fece parte del corpo di spedizione germanico inviato a sostegno degli austriaci sul fronte italiano. Si tratta della XIV Armata del generale Otto von Below, composta da quattro Corpi d’armata per un totale di 6 divisioni tedesche e 8 austroungariche(3 in riserva). Von Berrer era al comando del 51º Corpo d’armata, composto dalla 26ª Divisione di fanteria del Wurttemberg e dalla 200ª (prussiana) divisione Jäger.

Il 28 ottobre 1917, poco dopo che Berrer e la sua scorta entrarono a San Gottardo nel pieno della Battaglia di Caporetto, che all’apparenza sembrò deserta e, secondo Berrer, già conquistata dai tedeschi, la macchina si trovò sbarrato il passo da militari italiani, sbucati improvvisamente dal gomito della strada. Gli italiani, secondo i tedeschi, erano una mezza compagnia, circa sessanta. Gli autisti, sbigottiti, arrestarono il mezzo e gli italiani aprirono il fuoco. Subito Von Berrer venne colpito ad una spalla, ma il generale non perse il suo sangue freddo e gridò “Tutti fuori! Mano alle pistole! Sparate!”.Gli occupanti uscirono ed iniziarono a rispondere al fuoco, mentre gli automobilisti terrorizzati tentarono di riavviare l'auto per disimpegnarsi dallo scontro. Il capitano Boeszoermeny, colpito, cadde subito nel fosso. Berrer tentò di scuoterlo ma niente da fare; era morto. Nel frattempo anche il generale venne ucciso a colpi di arma da fuoco, ma von Graevenitz, così impegnato a salvargli la vita, non diede abbastanza testimonianza oculare. Nel frattempo, vista l'impossibilità di manovrare sotto la pioggia di proiettili, gli autisti abbandonarono il veicolo. Von Graevenitz, rimasto poi solo, si gettò dietro l'auto usandola come copertura e poi corse verso le case ma, senza rendersene conto, venne aggredito alle spalle e immobilizzato da un soldato italiano. Ferito e prigioniero si unì alle colonne in ritirata. Gli autisti invece furono più fortunati; nonostante uno sia rimasto ferito riuscirono a raggiungere Remanzacco dove informarono dell'incidente il maggiore Vender. Circa un'ora e dieci minuti dopo l'incidente, gli Jäger della 6ª occuparono il San Gottardo, ormai di fatto disabitato. Lo spettacolo fu una macchina crivellata da diciassette fori di proiettile e i corpi dei due ufficiali spogliati di ogni avere, compresi i distintivi dei gradi. A completare la tragedia fu il figlio ventenne del generale, il luogotenente dei dragoni Wanhart. Le salme vennero trasportate a Cividale e tumulate il 22 novembre. Von Berrer venne poi riesumato e il 22 dicembre sepolto al Pragfriedhof nella sua Stoccarda con una cerimonia in pompa magna alla quale parteciperà anche il re Guglielmo II di Württemberg.

Inizialmente si pensava che l'attacco era stato effettuato dai Carabinieri, ma poi, in seguito a un'intervista al sergente bersagliere Giuseppe Morini, si scoprì che era merito dei Bersaglieri e, secondo gli italiani, le truppe non erano sessanta come affermarono i tedeschi, ma solo una manciata.[1]

  1. ^ Capolinea San Gottardo: la morte del generale Albert von Berrer, su difesaonline.it. URL consultato il 2 maggio 2024.

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