Francesco Valma

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Francesco Valma

Francesco Valma (Venezia, 23 ottobre 1938) è un disegnatore e incisore italiano.

È il continuatore, dopo Gaetano Zompini, della tradizione settecentesca nella storia del disegno popolare a Venezia.

Nascita e infanzia a Venezia

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Nasce a Venezia il 23 ottobre 1938 ma non è di origine veneziana (il padre di Samatzai in Sardegna e la madre di Grotte di Castro nel Lazio). Vive da sempre a Venezia in parrocchia di San Francesco della Vigna. Sin da fanciullo è portato al disegno, dilettandosi a riprendere come può dal vero o seguendo la fantasia.

Incontro con l'Umbria

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Nel 1951, e così nei due anni successivi, trascorre le vacanze scolastiche su un colle a ovest di Todi, ospite del duecentesco Convento di Montesanto, nel collegio di cui è rettore un cugino materno dell'Ordine dei frati minori. Ha così modo di cominciare a conoscere i luoghi e l'arte dell'Umbria con particolare riguardo all'ambito francescano e agli incisori operanti in questa regione e nelle vicine Marche; soprattutto Diego Donati,[1] compaesano della madre, e Bruno da Osimo. È istintivamente attratto dalla Xilografia. In Umbria conosce anche Marino Bigaroni,[2] che sempre lo seguirà negli anni futuri.

Volontà di autodidatta

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Nel 1952 la famiglia, di assai modesta condizione, lo avvia al conseguimento di un diploma in un Istituto Tecnico, ma egli continua contemporaneamente a coltivare la grafica con rigoroso metodo autodidattico.

La tecnica che adotta per l'incisione è la Linoleografia in bianco e nero.

Dal 1968, dopo una breve fase iniziale in cui il critico e storico dell'arte Paolo Rizzi rileva «una vena simbolista che trova curiosi effetti decorativi»,[3] sviluppa attraverso la Linoleografia la tematica che lo caratterizza: l'aspetto vedutistico e umano di "Venezia", patrimonio della cultura mondiale.[4]

Fra gli incisori d'Italia

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Sempre nel 1968, Luigi Servolini lo accoglie nell'Associazione "Incisori d'Italia" I.D.IT.[5] mettendone in evidenza l'impegno di autodidatta che «si è abituato a vedere con coscienza e con soddisfazione le cose belle ed a ritrarle con i mezzi legittimi aventi a loro numero uno la padronanza del disegno».[6]

Nel 1969 espone le incisioni a Venezia con la sua prima mostra personale nel Centro per lo Sviluppo Sociale e Culturale di Castello (sestiere di Venezia).

Rassegne e mostre collettive

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Partecipa in varie città d'Italia a rassegne e mostre collettive di incisioni, tra cui nel 1968 la "Prima Mostra Premio Internazionale incisione contemporanea «Bulino d'Oro»" sotto il patronato di Marc Chagall a Livorno nella Galleria La Lobronica. Nel 1969, sempre sotto il patronato di Marc Chagall, la "Sesta Mostra Premio Nazionale giovani incisori d'Italia" a Genova nella Galleria del Centro Artistico Gioventù Italiana. Ancora nel 1969 la "Quarta Mostra Internazionale d'arte contemporanea «Città del Sole» a Roma nel Palazzo delle Esposizioni; la"Mostra Internazionale di grafica" a Osimo nella Galleria Corsoquarantanove e la "Quarta Mostra Mercato Internazionale della piccola opera d'arte" a Iglesias (Italia) nella Galleria del Gruppo Artistico Sardes.

Servolini nota come sia «andato gradatamente affinandosi al gusto della vita popolare veneziana, trovando in essa tutti quegli spunti poetici che continuamente ricorrono nelle sue opere» e in che maniera «con animo e con sensibilità specialissime egli riesce a cogliere gli atteggiamenti delle figure umane che in essa si muovono come in un palcoscenico [...] e sono anche quelle che da tutto il mondo vanno a Venezia».[7]

Paolo Rizzi osserva che queste figure «portano in sé una filosofia della vita che appare nelle battute, negli atteggiamenti, nell'ammiccare degli occhi, in quell'aria rassegnata ed ironica assieme. Un ritratto intimo della città».[8] Una rappresentazione che nasce dall'entrare «all'interno dell'animus popolare come faceva Goldoni, come ha fatto lo stesso Giacinto Gallina».[9] E nei volti, sottolineerà Ulderico Bernardi, la «caratteristica costante è un sorriso sfumato», un invito alla speranza.[10]

Nel 1973 espone alla "Quinta Biennale dell'incisione contemporanea in Italia" a Taranto nella Galleria A.R.Cassano dell'E.P.T. Dal 1971 al 2016, invitato dalla Galleria San Vidal di Venezia, partecipa a quarantacinque rassegne della "Fiera del quadro" che, ai lavori che le vengono annualmente presentati, unisce anche opere di Felice Carena, Filippo de Pisis, Virgilio Guidi, Riccardo Licata, Bruno Saetti e altri.

Altre personali

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Nel 1971 realizza a Venezia, nella Galleria San Vidal, la seconda Personale con linoleografie in bianco e nero. Nel 1972 e 1974 a Venezia, nella Galleria San Vidal, la terza e la quarta Personale esponendo linoleografie stampate non più in bianco e nero, ma con inchiostro tipografico marrone, totalmente dedicate all'aspetto umano della sua città, quello da cui mai si distaccherà e in un orizzonte sempre più ampio.

Il desiderio di ovviare alla laboriosità della tecnica incisoria per poter così dedicare maggior tempo all'elaborazione di idee, immagini e ricerche, fermo restando l'amore per la linoleografia, lo conduce a proseguire il suo progetto artistico attraverso il disegno. Paolo Rizzi osserva che «il disegno di Valma è qualcosa di tutto suo: non subisce influssi, non ha addentellati culturali».[11]

Passaggio a nuova tecnica

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Dal 1975, con sensibilità e singolarità stilistica,[12] porta la sua tematica a piena manifestazione e compimento mediante il disegno a penna con inchiostro di china nero e ombreggiature a pennello con inchiostro di china seppia diluito; tecnica che rimarrà costante.

Continuano le mostre personali

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Dal 1976 al 2002 altre quattordici mostre personali alla Galleria San Vidal[13] con scadenza biennale.

Dal 2005 al 2016 la Galleria San Vidal allestice altre quattro esposizioni a completamento della raccolta ordinata dei disegni, costituenti attualmente un corpo di 783 opere. Rappresentano un recupero culturale della vita veneziana nella sua autenticità, fissandone nella memoria tradizioni, mestieri, fatiche e momenti di quotidianità che vanno scomparendo o sono già passati.[14] Sono concepiti sempre «nell'angolazione dei pauperi, della gente comune. In ciò sta soprattutto l'affinità con il grande (e misconosciuto) repertorio delle stampe popolari antiche».[15] Giuseppe Goisis[16] sottolinea «l'attualità, davvero bruciante, della riconsiderazione, e anche pratica riproposizione di questi antichi mestieri; nella discussione contemporanea essi vengono spesso annoverati come beni comuni immateriali non meno preziosi di beni materiali giudicati, un tempo, più concreti e afferrabili».[17]

Il sacro e il surreale

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C'è in molti fogli la dimensione del sacro, «la nostalgia d'un tempo perduto ma recuperabile con la fede».[18] Ma una nostalgia non infeconda, «bensì un sobrio rimpianto, venato da quell'umiltà, pervasa dallo spirito francescano, che sembra fatta apposta per confondere la presunzione e l'arroganza, che circolano in maniera tanto abbondante nel nostro tempo, un tempo in cui non solo le preziose fontanelle di Venezia sembrano inaridite».[19] Per Giuseppe Goisis «emerge quasi un libro-mondo che racchiude, nella sua rete visuale e interpretativa, pressoché l'intero orizzonte di Venezia».[20] Poiché in esso il reale «possiede un assetto così solido, proprio per questo il surreale, lo stesso soprannaturale possono irrompere in modo così plausibile e persuasivo».[21]

Raffronto di epoche

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Nel 1994 Leopoldo Pietragnoli afferma che «ci sono due libri che documentano mestieri e modi di vivere in epoche diverse: le "Arti che vanno per via" di Gaetano Zompini della seconda metà del Settecento (i tempi del Goldoni) e la "Venezia com'era" di Francesco Valma».[22]

Altre mostre collettive

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Nel 1981 partecipa a Venezia alla 66ª Mostra collettiva della Fondazione Bevilacqua La Masa.

Nel 2005 una sua opera della Collezione Generali (Assicurazioni Generali) è presente nell'esposizione "Venezia e la gondola nell'arte grafica contemporanea" a cura del Ministro delle Attività Produttive nel Chaoyang a Pechino (Cina).

Sintesi dei contenuti

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I disegni s'ispirano ad arti e mestieri di ogni specie (per strada, all'interno, sui tetti e sull'acqua); vita quotidiana; memorie storiche rilevanti (come la peste del 1630 o il crollo del campanile di San Marco; figure di grande rilievo (come Carlo Goldoni e Cesco Baseggio); figure particolari (come ad esempio la Guardia ufficiale della Basilica di San Marco, il direttore di banda Alfredo Ceccherini[23] e il pittore Giuseppe Cherubini[24]; il mondo della gondola e dello squero veneziano; i mezzi di trasporto (dalla barca al vaporetto); i capitèli[25] esterni lungo le vie e sulla Laguna; gli arredi urbani (come una vera da pozzo o una fontana); il fenomeno dell'acqua alta; feste e tradizioni; giochi (di bambini e fanciulli o quello cittadino della tombola in Piazza San Marco); l'artista di strada; animali; meditazioni religiose sulla ricerca della Verità; immagini sacre; San Francesco d'Assisi; Papa Giovanni Paolo II; Papa Francesco; curiosità; scene immaginarie; visioni interiori; tavole allegoriche e simboliche.

Suddivisione in serie

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  • "Venezia di Valma" 127 disegni sulla vita veneziana
  • "Venezia com'era" 200 disegni sulla vita veneziana
  • "San Francesco a Venezia" 30 disegni sul Cantico di Frate SoleFil
  • "Lo Scialle lungo la Via" 35 disegni sul viaggio verso la Verità
  • "I Chiodi e la Luce nella bisaccia" 20 disegni sulla Via Crucis
  • "Venezia: vivere e rivivere" 53 disegni sulla vita veneziana
  • "E se fossero loro a parlare?" 51 disegni sulle vere da pozzo veneziane
  • "Venezia, chi sei?" 68 disegni sulla vita veneziana
  • "Almeno un fiore" 28 disegni sui capitèli veneziani
  • "Preghiera nel silenzio" 7 disegni mariani ambientati in Laguna
  • "A te, Venezia" 43 disegni sulla vita veneziana
  • "Con te, Venezia, lungo le tue strade" 32 disegni sulla vita veneziana
  • "Sospirar Venezia" 22 disegni sulla vita veneziana

Scritti che si affiancano ai disegni

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Ciascuna serie di disegni è accompagnata, foglio per foglio, da testi dell'autore «che raccoglie a corredo informazioni preziose, minute, precise, inserendole in schede che potremmo dire scientifiche».[26] Talora si tratta anche di testi lirici e meditativi, ricerche toponomastiche e storiche. Una parte delle opere reca il titolo in dialetto veneziano con accanto la traduzione in lingua.

Articoli di carattere storico su luoghi veneziani, di argomento francescano e di critica d'arte per giornali e periodici (alcuni in bibliografia).

Continuatore della tradizione settecentesca

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Paolo Rizzi, nella sua ultima analisi critica, conclude che «[...]Valma si colloca come continuatore di quella storia del disegno popolare che a Venezia – secondo gli studiosi – pare concludersi proprio con lo Zompini. [...] Eccolo qui il continuatore della tradizione settecentesca: è Valma, con la serie dei suoi disegni che da più di trent'anni raccontano appunto la storia più "intima" della città».[27] E puntualizza come infatti dopo Zompini «pare che il genere non abbia eredi. Da due secoli, cioè, non si disegna o dipinge la Venezia minore, salvo rare e trascurabili eccezioni. Valma cioè, si presenta in una solitudine tematica che diventa anche solitudine stilistica».[11] E Roberto Ballarin: «L'assoluta originalità del disegno intimamente legata all'umana interpretazione del racconto fanno oggi di Valma un artista davvero unico, che è entrato ormai – a pieno titolo – nella storia della cultura veneziana. Egli infatti si colloca come un fedele continuatore di quella galleria del disegno popolare che a Venezia pare concludersi proprio con Gaetano Zompini».[28]

Musei italiani

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È presente nei seguenti musei:

  • Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro, Fondazione Musei Civici di Venezia.
  • Museo d'Arte Contemporanea "P.Felice Rossetti", Sala P.Marino Bigaroni, Domus Pacis – Santa Maria degli AngeliAssisi.

Alcune linoleografie

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  • Squero in Corte dei Muti, 1969
  • Rio del Rimedio, 1968
  • Arrotino, 1968
  • Vecchio artigiano, 1968
  • La più bela de Venessia ("La più bella di Venezia") (della serie "Venezia di Valma"), 1973
  • A Castelo ("A Castello") (della serie "Venezia di Valma", 1973

Alcuni disegni

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  • El batipalo ("Il battipalo") (della serie "Venezia di Valma", 1978
  • La note più bela ("La notte più bella") (della serie "Venezia com'era"), 1986
  • Sognando Gubbio alla fontana (della serie "San Francesco a Venezia"), 1994
  • Svanisce l'orrore per le tue piaghe (della serie "Lo Scialle lungo la Via"), 1996
  • Corona di sangue sul Re (della serie "I Chiodi e la Luce nella bisaccia"), 1998
  • Se ti vegnissi zozo... ("Se tu venissi giù...") (della serie "Venezia: vivere e rivivere"), 2000
  • Portéme i bei seci de rame! ("Portatemi le belle secchie di rame!") (della serie "E se fossero loro a parlare?"), 2002
  • Te conto de un morter ("Ti racconto di un mortaio") (della serie "Venezia, chi sei?"), 2004
  • Sento ogni zorno 'l parfumo del pan ("Sento ogni giorno il profumo del pane") (della serie "Almeno un fiore"), 2007
  • Soride anca Maria ("Sorride anche Maria") (della serie "Preghiera nel silenzio"), 2004
  • La ga aterà la Peste ("Ha atterrato la Peste") (della Serie "A te, Venezia"), 2012
  • Che nol me veda... ("Che non mi veda...) (della serie "Con te, Venezia, lungo le tue strade), 2016

Premi e riconoscimenti

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  • 1969. Medaglia d'argento della Presidenza dell'Accademia "Tommaso Campanella" alla Quarta Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea «Città del Sole», Roma.
  • 1969. Quarto premio ex aequo segnalazione di merito alla Sesta Mostra Premio Nazionale giovani incisori d'Italia, Genova.
  • 1969. Medaglia di bronzo alla Quarta Mostra Mercato Internazionale della piccola opera d'arte, Iglesias.
  • 1990. Leone di San Marco del Sindaco della Città di Venezia per l'attività artistica dedicata alla città.
  • 2016. Leone di San Marco, Premio Venezia San Vidal per riconoscimento all'attività artistica.

Omaggi letterari

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Sono dedicati a Valma e ad alcune sue opere.

  • A Francesco Valma[29]
  • Favoléta ("Favoletta")[30]
  • La caregheta ("La seggiola")[30]
  • Spetacolo in campo ("Spettacolo in campo")[30]
  • Strasse, fèro, ròba vècia ("Stracci, ferraglie, roba vecchia")[30]
  • Gò incontrà ("Ho incontrato")[31]
  • Maróni rósti ("Le caldarroste")[31]
  • El xe lu! ("È lui!")[32]
  • San Francesco a Venezia[33][34]
  1. ^ Diego Donati (Grotte di Castro, 5 dicembre 1910 – Santa Maria degli Angeli, 3 ottobre 2002) è stato uno xilografo e acquafortista italiano. Era dell'Ordine dei frati minori ed è stato allievo di Bruno da Osimo.
  2. ^ Marino Bigaroni (Izzalini, 27 marzo 1919 - Assisi 4 aprile 2016) è stato un francescanista, ricercatore, saggista e storico italiano dell'Ordine dei frati minori; collaboratore delle Fonti francescane. Nel 1975 curò per primo l'edizione integrale della "Leggenda perugina" intitolandola Compilatio assisiensis. Rinvenne la cassa mortuaria in cui fu deposta la salma di San Francesco d'Assisi. Porta il suo nome una sala del Museo d'Arte Contemporanea "P.Felice Rossetti" di Santa Maria degli Angeli.
  3. ^ Paolo Rizzi (Venezia 23 febbraio 1932 - Venezia 5 gennaio 2007) è stato docente di Storia dell'arte, critico d'arte, saggista, inviato speciale all'estero e capocronista de "Il Gazzettino"., Valma, in Il Gazzettino, 16 gennaio 1970.
  4. ^ Serenata di Valma a Venezia minore, in La Notte, Milano, 29 gennaio 1970.
  5. ^ Associazione "Incisori d'Italia" I.D.IT. ideata prima della seconda Guerra Mondiale e fondata ufficialmente con un proprio statuto da Carlo Carrà (primo Presidente), Luigi Servolini (Segretario Generale), Luigi Bartolini e altri artisti. Ne è stato Presidente dal 1967 Marc Chagall.
  6. ^ Servolini, 1970.
  7. ^ Servolini, 1974, p. 185.
  8. ^ Paolo Rizzi, Valma, in Il Gazzettino, 11 novembre 1972.
  9. ^ Paolo Rizzi, Il mondo "a la roversa", in Valma et al., 1992, p. 18.
  10. ^ Paolo Rizzi, Il mondo "a la roversa", in Valma et al., 1992, p. 5.
  11. ^ a b Paolo Rizzi, Prolusione del 1º novembre 2002 - Desiderar Venezia, in Valma et al., 2013, p. 53.
  12. ^ Paolo Rizzi, Prolusione del 1º novembre 2002 - Desiderar Venezia, in Valma et al., 2013, p. 19.
  13. ^ È la Galleria del Centro d'Arte San Vidal, che è un'emanazione della sezione veneziana dell'U.C.A.I. (Unione Cattolica Artisti Italiani con sede nazionale a Roma); sezione fondata nel 1949 da Felice Carena che ne fu il primo Presidente. Vi hanno esposto fra gli altri, oltre a Carena, Pietro Annigoni, Remo Brindisi, Filippo de Pisis, Virgilio Guidi, Georges Rouault e Pio Semeghini.
  14. ^ Rizzi, 1981.
  15. ^ Ulderico Bernardi, Prefazione. Il volto di una speranza, in Valma et al., 1992, p. 10.
  16. ^ Giuseppe Goisis (Venezia, 1944) è stato docente universitario di Filosofia Politica all'Università Ca' Foscari, Venezia; saggista e conferenziere in ambito filosofico, storico e politico.
  17. ^ Goisis, 2014, p. 181.
  18. ^ Rizzi, 2005, p. 14.
  19. ^ Giuseppe Goisis, Valma, il viaggiatore incantato, in Valma et al., 2013, p. 25.
  20. ^ Giuseppe Goisis, Valma, il viaggiatore incantato, in Valma et al., 2013, p. 23.
  21. ^ Giuseppe Goisis, Valma, il viaggiatore incantato, in Valma et al., 2013, p. 28.
  22. ^ Leopoldo Pietragnoli, Conferenza tenuta il 15 marzo 1994 a Venezia nella Scuola Grande di San Fantin (Ateneo Veneto di Scienze, Lettere ed Arti) in Venezia, in occasione del Bicentenario Goldoniano, p. 6.
  23. ^ Alfredo Ceccherini (Orbetello, 24 settembre 1887 – Venezia, 14 gennaio 1966) è stato un musicista italiano, compositore, direttore di corpi bandistici fino a quello della Banda Municipale di Venezia dal 1937 al 1958.
  24. ^ Giuseppe Cherubini (Ancona, 26 dicembre 1867 – Venezia, 31 gennaio 1960) è stato un pittore italiano che ebbe a Venezia la cittadinanza onoraria. Era detto "il pittore della Piazza" per la sua costante presenza al lavoro in Piazza San Marco.
  25. ^ Capitèlo (pronuncia "capitèo"): voce dialettale per "tabernacolo", costruzione di piccole o maggiori dimensioni in cui è collocata un'immagine sacra. Ne ha lasciato molti studi fondamentali Mons. Antonio Niero (Borbiago, 10 dicembre 1924 – Venezia, 3 maggio 2010) che è stato Canonico Penitenziere nella Basilica di San Marco, docente, saggista, ricercatore, storico dell'arte.
  26. ^ Rizzi, 2000.
  27. ^ Rizzi, 2005, p. 13.
  28. ^ Roberto Ballarin, La mostra di Francesco Valma. Venezia, la nostalgia di un tempo lontano, in Il Gazzettino, 16 aprile 2013.
  29. ^ Attilio Carminati, A Francesco Valma, in Valma et al., 2013, pp. 65-67.
  30. ^ a b c d Carminati, 2000, pp. 27-30.
  31. ^ a b Carminati, 2003, pp. 43-44.
  32. ^ Attilio Carminati, Interpretando Valma, in Gente Veneta, Venezia, 25 dicembre 1982.
  33. ^ Rossetti, 2016, p. 259.
  34. ^ Bartolomeo Rossetti (Roma, 8 gennaio 1923 - Roma, 8 maggio 2000) è stato un poeta e scrittore italiano. Dedicò questa poesia in dialetto romanesco all'omonima serie di disegni di Valma.
  • Attilio Carminati, Ai amissi, Venezia, Centro Internazionale della Grafica di Venezia, 2000, pp. 27-30.
  • Attilio Carminati, Ai amissi 2, Venezia, Centro Internazionale della Grafica di Venezia, 2003, pp. 43-44.
  • Giuseppe Goisis, La "carità intellettuale" e le Scuole Grandi fra tradizioni e prospettive future, in Maria Laura Picchio Forlati et al., Il patrimonio culturale immateriale, Venezia e il Veneto come patrimonio europeo, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2014, pp. 179-181, ISBN 978-88-97735-65-6.
  • Musei Civici Veneziani, Valma Francesco, in Ca' Pesaro, Galleria Internazionale d'Arte Moderna. I disegni e le stampe, Venezia, Musei Civici Veneziani, 2002, pp. 119, 392.
  • Alessandro Paglia, Francesco Valma, in Venezia e la gondola nell'arte grafica contemporanea. Collezione Generali, Venezia, Circolo Nautico Generali, 2005, p. 84.
  • Paolo Rizzi, Prefazione. Un discorso sulle stampe popolari veneziane, in Francesco Valma et al., Venezia di Valma, Venezia, Filippi Editore Venezia, 1981.
  • Paolo Rizzi, Quando i fragili ricordi diventano preziosi stralci di storia, in Francesco Valma et al., Venezia: vivere e rivivere, Venezia, Centro d'Arte San Vidal, 2000.
  • Paolo Rizzi, Un nostalgico viaggio attraverso l'acqua, in Francesco Valma et al., Venezia, chi sei?, Venezia, Centro d'Arte San Vidal, 2005, pp. 9-14.
  • Bartolomeo Rossetti, San Francesco a Venezia, in Francesco Valma et al., Con te, Venezia, lungo le tue strade, Venezia, Centro d'Arte San Vidal, 2016, p. 259.
  • Luigi Servolini, Francesco Valma, in L'Aurora Illustrata, vol. 18, Roma, Lo Faro Editore, 1970.
  • Luigi Servolini, Francesco Valma, in Gli incisori d'Italia, Milano, Edizioni Incisori Associati EIAM, 1974, p. 185.
  • Francesco Valma et al., Venezia com'era, Venezia, Centro d'Arte San Vidal, 1992.
  • Francesco Valma et al., A te, Venezia, Venezia, Centro d'Arte San Vidal, 2013.
  • Francesca Catalano, Valma disegna Venezia: Tocheti de vita, in Gente Veneta, Venezia, 10, 2023. p. 28.

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