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Erinus alpinus
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Erinus alpino (nome scientifico Erinus alpinus L., 1753) è una pianta erbacea perenne dai delicati fiori violetti, appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome generico (Erinus) deriva dal prefisso "eri-" (= morbido, lanoso).[2] Questo nome è stato usato per primo da Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, per una pianta a basso portamento. "Erinus" era anche una divinità vendicatrice.[3] L'epiteto specifico (alpinus) indica un habitat montano.[4][5]
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 630"[6] del 1753.[7]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'altezza di questa pianta varia tra 12 e 25 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Per questa specie è descritta anche la forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr), sono piante perenni e legnose alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (le porzioni erbacee seccano annualmente e rimangono in vita soltanto le parti legnose). Tutta la pianta è densamente ghiandoloso-tomentosa.[8][9][10][11][12]
Radici
[modifica | modifica wikitesto]Le radici sono secondarie di tipo fascicolato da rizomi sotterranei e ramosi.
Fusto
[modifica | modifica wikitesto]La parte aerea del fusto è prostrata con rami ascendenti (indivisi).
Foglie
[modifica | modifica wikitesto]Le foglie, subsessili, sono di due tipi: basali e cauline. Quelle basali hanno la lamina a forma da oblanceolata a spatolata grossolanamente dentata sui bordi. Quelle cauline, a disposizione alterna, sono progressivamente minori con forme da ellittiche a ovali. Dimensione delle foglie basali: larghezza 5 – 10 mm; lunghezza 20 – 40 mm. Dimensione delle foglie cauline: larghezza 4 – 6 mm; lunghezza 8 – 15 mm.
Infiorescenza
[modifica | modifica wikitesto]Le infiorescenze, pauciflore, formate da racemi terminali e brevi, hanno dei rachidi ghiandolosi. I fiori sono sottesi da alcune brattee lunghe quanto i peduncoli. Lunghezza del peduncolo: 6 – 8 mm.
Fiore
[modifica | modifica wikitesto]I fiori sono ermafroditi, più o meno attinomorfi e tetraciclici (composti da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (calice e corolla divisi in cinque parti).
- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[9]
- Calice: il calice (gamosepalo e attinomorfo) con forme campanulate è diviso in cinque profondi lobi lanceolati. Sul calice sono presenti dei peli ghiandolari. Dimensione del calice: 4 mm.
- Corolla: la corolla è gamopetala con forme tubolari (il tubo è cilindrico) e terminante in cinque lobi patenti e retusi (o smarginati) all'apice. I due lobi superiori sono più piccoli dei tre inferiori (corolla più o meno zigomorfa). Il colore della corolla è violetto-purpureo. Dimensione della corolla: 6 – 9 mm.
- Androceo: gli stami sono quattro didinami (due lunghi e due corti) e sono inclusi nel tubo corollino. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere sono sagittate ed hanno due teche separate (confluiscono all'apice), uguali con forme arrotondate.
- Gineceo: il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) è supero con forme ovoidi-coniche e apice stretto. Gli ovuli per loculo sono da numerosi a pochi (4 per loculo), hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[13]. Lo stilo in questa specie è mancante, per cui lo stigma è sessile) e capitato. Il disco nettarifero è presente nella parte inferiore della corolla (sotto l'ovario).
- Fioritura: da maggio a luglio.
Frutti
[modifica | modifica wikitesto]Il frutto è del tipo a capsula con 4 valve (per la deiscenza setticida dei semi). I semi sono finemente reticolati. Dimensione dei semi: 0,6 - 0,8 mm.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Orofita - Ovest Mediterraneo - Sud Europeo.
- Distribuzione: in Italia è una specie molto rara e si trova sulle Alpi (Piemonte, Liguria e Trentino-Alto Adige), Appennini (centrali) e Sardegna. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (tutti i dipartimenti alpini), in Svizzera (cantoni Berna, Vallese e Ticino) e nel Länder austriaco del Vorarlberg. Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale e Pirenei.[15] Questa specie è presente anche nel Magreb.[16]
- Habitat: l'habitat tipico per questa specie sono le rupi, le pietraie consolidate, i pendii sassosi, le aree ruderali e i campi solcati sempre al di sopra della zona del faggio. Il substrato preferito è calcareo con pH basico, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[15]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 400 fino a 2.300 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: parzialmente quello collinare e totalmente quelli montani e subalpini.
Fitosociologia
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista fitosociologico alpino Erinus alpinus appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
- Formazione: delle comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni
- Classe: Asplenietea trichomanis
- Ordine: Potentilletalia caulescentis
- Alleanza: Potentillion caulescentis
- Ordine: Potentilletalia caulescentis
- Classe: Asplenietea trichomanis
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia di appartenenza (Plantaginaceae) è relativamente numerosa con un centinaio di generi. La classificazione tassonomica di Erinus alpinus è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae; anche i livelli superiori sono cambiati (vedi il box tassonomico iniziale). Questa pianta appartiene alla tribù delle Digitalideae (Dumort.) Dumort. (1829)
Il numero cromosomico di E. alpinus è: 2n = 14.[17]
Il genere Erinus ha solamente due specie (E. alpinus e E. thiabaudii); per alcuni Autori la specie è una sola (E. alpinus) con due sottospecie.[8]
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
- Dortiguea alpestris Bubani
- Erinus alpinus var. glaberrimus Font Quer & Maire
- Erinus alpinus var. macranthus Font Quer
- Erinus glabratus Nyman
- Erinus hispanicus Pers.
- Erinus lanceolatus Kittel
Altre notizie
[modifica | modifica wikitesto]Erinus alpino in altre lingue è chiamato nei seguenti modi:
- (DE) Steinbalsam, Leberbalsam, Alpenbalsam
- (FR) Erine des Alpes
- (EN) Fairy Foxglove
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-2795362 . URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 20 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2010).
- ^ David Gledhill 2008, pag. 156.
- ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ David Gledhill 2008, pag. 43.
- ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ a b Kadereit 2004, pag. 396.
- ^ a b Judd et al 2007, pag. 493.
- ^ Strasburger 2007, pag. 852.
- ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 553.
- ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 133.
- ^ Musmarra 1996.
- ^ Conti et al. 2005, pag. 91.
- ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 212.
- ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 20 agosto 2018.
- ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 20 agosto 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2019).
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004.
- Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Erinus alpinus
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Erinus alpinus IPNI Database
- Erinus alpinus EURO MED - PlantBase Checklist Database
- Erinus alpinus The Plant List - Checklist Database