In matematica e fisica, in particolare in elettrostatica, lo sviluppo in multipoli o sviluppo in serie di multipoli è una serie che rappresenta una funzione che dipende da variabiliangolari. La serie viene solitamente troncata ad un determinato ordine n: si considerano in tal caso soltanto i primi n termini dell'espansione, che approssimano la funzione sempre più fedelmente al crescere di n.
In elettromagnetismo tale sviluppo permette di approssimare, a grandi distanze, il potenziale elettrico generato da un sistema di cariche elettriche. Tale procedura risulta tuttavia impossibile quando la distribuzione si estende all'infinito, come nel caso di un piano carico infinitamente esteso. La peculiarità di questo sviluppo è che i termini che compaiono sono formalmente identici a quelli di semplici configurazioni spaziali opportunamente scelte, e quindi esso si può pensare come scomposto nella somma dei potenziali dovuti, nell'ordine, a una singola carica (monopolo), un dipolo, un quadrupolo, e così via.
Lo sviluppo in multipoli viene solitamente effettuato sia in coordinate cartesiane, attraverso lo sviluppo in serie di Taylor, sia in coordinate polari o sferiche, dove si utilizzano le armoniche sferiche.
dove sono le armoniche sferiche e coefficienti costanti. Il termine rappresenta il monopolo, la tripla , e il dipolo, e così via.
In modo equivalente, la serie può essere scritta come:[1]
dove ogni è un versore nella direzione data dagli angoli e , mentre gli indici sono sommati secondo la convenzione di Einstein. Il termine è il monopolo, è un insieme di tre numeri che descrive il dipolo, e così via.
Nel caso si considerino funzioni in tre dimensioni in una regione distante dall'origine degli assi, i coefficienti dell'espansione in multipoli possono essere scritti in funzione della distanza dall'origine, solitamente attraverso la serie di Laurent delle potenze di . Ad esempio, il potenziale elettromagnetico generato da una sorgente posta in prossimità dell'origine e calcolato in un punto sufficientemente distante da essa è espresso nel seguente modo:
ottenendo l'espansione in multipoli in coordinate cartesiane del potenziale elettrico, che è la somma dei singoli potenziali coulombiani generati dalle cariche:
Potenziale generato da una distribuzione di carica elettrica stazionaria
Si consideri una distribuzione discreta di carica, composta da N cariche che hanno la posizione , e si assuma che le cariche siano raggruppate in prossimità dell'origine del sistema di riferimento in modo tale che si possa scrivere per ogni componente j della posizione, dove ha un valore finito.
Il potenziale elettrico nel punto generato dalla distribuzione di carica fuori dalla regione in cui sono poste le cariche, ovvero per , può essere espresso in potenze di . Si può pertanto pensare al potenziale complessivo come scomposto nella somma di potenziali dovuti a semplici distribuzioni di carica simmetriche, i cui contributi si fanno via via meno importanti:[2]
dove è il vettore che identifica la posizione in cui si calcola il potenziale e sono dei coefficienti che dipendono dalla geometria del sistema di cariche e dal versore . Inoltre, ad eccezione del termine di monopolo che è determinato unicamente dalla carica totale del sistema, essi dipendono anche dal sistema di coordinate, e non sono perciò univoci. Utilizzando le armoniche sferiche si ha:[3]
In coordinate cartesiane, il potenziale generato dal sistema di cariche è:
Dato che i vettori sono piccoli rispetto a , si possono sviluppare in serie i vari termini del potenziale intorno a . Lo sviluppo in serie arrestato al secondo ordine fornisce:
Considerando ciascun termine separatamente, il potenziale generato dal termine di ordine 0 è semplicemente dato da:
dove con si indica la somma (algebrica) delle cariche , ed è chiamato talvolta momento di monopolo. Si nota che il termine decresce come l'inverso della distanza.
Il potenziale generato dal secondo termine (ordine 1) è:
Definendo:
si ottiene un potenziale analogo a quello di un dipolo elettrico. Il vettore rappresenta pertanto il momento di dipolo della distribuzione di carica, ed il termine di primo ordine decresce con la distanza come l'inverso del quadrato del raggio. Si nota che ponendo:
Esso è formalmente identico al potenziale generato da una distribuzione di quattro cariche equidistanti, dotate a due a due di cariche opposte. Tale distribuzione è detta quadrupolo fondamentale. Il tensore di momento di quadripolo ha componenti date da:
e si tratta di una forma quadratica definita positiva. Il momento di quadripolo della distribuzione di carica è dato da:
dove e sono le componenti del versore . Utilizzando tale tensore il potenziale di quadripolo assume la forma:
Il potenziale di quadrupolo decresce come la terza potenza dell'inverso di .
Sia data una sorgente costituita da una distribuzione di carica e corrente che varia nel tempo, e si consideri il caso in cui il campo è misurato sufficientemente lontano dalle sorgenti: si assume in particolare che la distanza dalle sorgenti sia maggiore della dimensione delle sorgenti stesse e della lunghezza d'onda della radiazione emessa. In tale regione, detta anche zona delle onde di radiazione, il campo si può approssimare attraverso la propagazione di onde piane.[4] Se le sorgenti del campo elettromagnetico sono funzioni periodiche, le espressioni di densità di carica e corrente hanno la forma generale:
dove le corrispondenti quantità fisiche sono descritte dalla parte reale delle espressioni. La forma dei potenziali tiene conto del principio di causalità:
ed i campi sono:
dove è l'impedenza del vuoto. Supponendo che i campi abbiano la medesima dipendenza temporale delle sorgenti, l'espressione del potenziale diventa:
In una regione sufficientemente lontana dalle sorgenti, in cui molto maggiore dell'unità, si può approssimare con ottenendo:
L'espressione per il potenziale elettrico nel caso di sorgenti che variano nel tempo è analoga a quella del potenziale vettore:
Sostituendo nell'integrale con , e denotando con la carica totale della sorgente, si ottiene il termine di monopolo elettrico:
che risulta statico in quanto la carica totale non dipende dal tempo. Questo è dovuto al fatto che la sorgente è considerata localizzata, e pertanto i campi oscillanti non hanno termine di monopolo.
Tale espressione è valida in tutto lo spazio, a differenza dei termini successivi che forniscono una descrizione corretta solamente lontano dalle sorgenti. Integrando per parti e sfruttando l'equazione di continuità per la carica:
si ottiene:
da cui:
I campi lontano dalla sorgente sono in tal caso:[7]
L'intensità della radiazione di dipolo è data inoltre da:
dove l'angolo solido e si sono utilizzate le unità CGS. Nel caso vi sia una sola carica allora si ha in particolare:[8]
Il potenziale è proporzionale al campo elettrico ottenuto nel precedente ordine dello sviluppo, e pertanto l'espressione dei campi si ottiene effettuando le sostituzioni:[10]
Si dimostra che l'integrale di può essere riscritto nel seguente modo:
L'intensità totale della radiazione emessa è la somma di quella relativa al dipolo, al quadrupolo ed al dipolo magnetico:
Talvolta non tutti i termini della somma si misurano effettivamente: ad esempio, nel caso in cui i rapporti fra la massa e la carica relativi alle cariche in moto che compongono il sistema sono tutti uguali i termini di dipolo elettrico e magnetico non si manifestano.[11]
In relatività generale è ammessa l'esistenza di onde gravitazionali, cioè di onde nello spazio-tempo che, spostandosi alla velocità della luce, modifichino le proprietà metriche (cioè la distanza) dello spazio stesso. Dato che (anche classicamente, nell'ambito della teoria Newtoniana) è possibile eseguire uno sviluppo in multipoli anche per sistemi di masse, è ragionevole chiedersi se ogni termine dello sviluppo contribuisca alla generazione di un'onda gravitazionale. Il risultato che si trova è che il momento di monopolo non contribuisce alla formazione di onde gravitazionali (per il Teorema di Birkhoff (relatività)), mentre le onde vengono generate da distribuzioni di massa con momento di quadrupolo non nullo con derivata terza diversa da zero. Il momento di dipolo è identicamente nullo se calcolato nel centro di massa del sistema, come si verifica facilmente:
mentre le coordinate del centro di massa sono:
quindi il momento di dipolo in funzione del centro di massa è dato da: