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Rom (popolo)
Rom | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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La bandiera rom, creata nel 1933 e accettata ufficialmente nel 1971 dal Congresso mondiale dei rom. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nomi alternativi | rrom, řom, roma, romanó, romaní | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Popolazione | fra 60 e 80 milioni | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lingua | romaní, lingue del paese di residenza | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Religione | Cristianesimo | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Distribuzione | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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I rom (al plurale anche nella forma: roma[20], in lingua romaní: řom o rrom[21]) sono uno dei principali gruppi etnici della popolazione e relativa lingua "romaní", conosciuti anche come "gitani", "zigani" o "zingari".
La caratteristica comune di tutte le comunità che si attribuiscono la denominazione cosiddetta "rom" è che parlano - o è attestato che nei secoli scorsi parlassero - dialetti variamente intercomprensibili, costituenti appunto la lingua romaní, che studi filologici e linguistici affermano derivare da varianti popolari del sanscrito e che trovano nelle attuali lingue dell'India del nord ovest la parentela più prossima.[22]
I rom propriamente detti sono un gruppo etnico che vive principalmente in Europa, distribuiti in una galassia di minoranze presenti principalmente nei Balcani, in Europa centrale e in Europa orientale, benché la loro diaspora li abbia portati anche nelle Americhe e in altri continenti. La disciplina che si occupa di studiare la storia, lingua e cultura dei popoli romaní è la romanologia.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Un dato costante della storia del popolo rom va rintracciato nella persecuzione che hanno sempre subito: la riduzione in schiavitù, la deportazione e lo sterminio (antiziganismo).[23] Lungo la storia che li accompagna fino ad oggi si è protratta nel tempo la diffidenza nata al loro primo apparire nel Medioevo europeo: il nomadismo come maledizione di Dio; la pratica di mestieri quali forgiatori di metalli, considerati nella superstizione popolare riconducibili alla magia; le arti divinatorie identificabili come aspetto stregonesco, ecc.[24] Di qui la tendenza delle società moderne a liberarsi di tale presenza anche a costo dell'eliminazione fisica. Tutti i paesi europei adottarono bandi di espulsione nei loro confronti, fino alla programmazione del genocidio dei rom, insieme a quello degli ebrei, durante il nazismo in Germania. Porajmos o Porrajmos (in lingua romaní «devastazione», «grande divoramento»), oppure Samudaripen («genocidio») indicano il tentativo del regime nazista di sterminare le popolazioni romaní durante la seconda guerra mondiale.
Dopo la seconda guerra mondiale ha preso forma un movimento che è arrivato in occasione del primo congresso nel 1971 a Londra alla creazione dell'Unione Internazionale Romaní. Questa Unione mira al riconoscimento di un'identità e di un patrimonio culturale e linguistico nazionale senza stato né territorio, cioè presente in tutti i paesi europei.
Si stima che nel mondo ci siano tra i 60 e i 80 milioni di rom. Tuttavia il numero ufficiale di rom è incerto in molti paesi,[25] questo anche perché molti di loro rifiutano di farsi registrare come etnia rom per timore di subire discriminazioni.[26]
In Italia, con compiti di mediazione culturale, è attiva l'associazione (ente morale) Opera Nomadi.
Nel suo libro "Omero nel Baltico", Felice Vinci ipotizza che i sinti, maghi della metallurgia, siano trasmigrati dal sud della Svezia verso i paesi dell'oriente oltre 5000 anni fa.
Il termine rom
[modifica | modifica wikitesto]Oggi, in lingua romaní, rom significa uomo, marito e designa il popolo stesso solamente presso i rom propriamente detti.[27] Come per la storia delle origini delle popolazioni di lingua romaní, anche l'origine del termine rom è aperta a diverse ipotesi dibattute tra gli studiosi.
Rom è l'autonimo che la maggioranza della popolazione di lingua romaní utilizza per denominare il proprio gruppo. Si ritiene che questo termine sia strettamente correlato all'etnonimo Ḍom/Ḍomba, la cui prima apparizione nei testi sanscriti risale al "Sádhanamálá" (VII secolo d.C.), dove viene narrata l'esistenza di un re Ḍom, Heruka.[28] Questa ipotesi si basa sull'analogia tra la popolazione dei ḍomba o ḍomari (in sanscrito ḍoma, ma anche Domaki, Dombo, Domra, Domaka, Dombar e varianti dalla stessa radice), e i dom, un gruppo etnico dalle caratteristiche sedentarie e nomadiche del Medio Oriente. Tra le varie ipotesi, una delle più suggestive indicherebbe nella radice sanscrita Ḍom, onomatopeicamente connessa al suono del tamburo, che in sanscrito corrisponde alla parola Ḍamara e Ḍamaru, l'origine del termine.
I dom medio-orientali hanno una ricca tradizione orale ed esprimono la loro cultura e la loro storia attraverso la musica, la poesia e la danza. (Nell'XI secolo Al Biruni, in uno dei suoi scritti, fa menzione dei Ḍom come musicisti.) Nel nord-ovest dell'India, ancora oggi, numerosi Jati sono chiamate con il termine Ḍom, il che induce a ritenere che abbia avuto in passato lo status di un etnonimo. L'esistenza, inoltre, di rovine di antiche fortezze, chiamate "Ḍomdigarh", costituirebbe una prova che sia effettivamente esistito il regno dei Ḍom/Ḍomba, in seguito distrutto dalla dinastia Gupta, evento che avrebbe provocato la perdita dello status etnico dei Ḍom e la loro riduzione in Jati di infimo ordine. In base agli studi e le ricerche effettuate sui Ḍom/Ḍomba di oggi (sulla loro cultura, religione, etc.) si ritiene che essi appartengano a una popolazione che aveva abitato l'India prima dell'invasione degli Arii (nel 1500 a.C. circa).
Le prime ipotesi sulla correlazione tra il termine "rom" e i Ḍom/Ḍomba furono formulate dall'orientalista tedesco Hermann Brockhaus nel XIX secolo, e in seguito riprese dall'indologo tedesco August Friedrich Pott (pubblicate in un testo che è considerato la base dei moderni studi sui rom ("Die Zigeuner in Europa und Asien", 1845). Hermann Brockhaus trovò il termine Ḍom/Ḍomba in due importanti testi di letteratura sanscrita bramina: nel Kathasaritsagara ( "Oceano di Storie", una famosa collezione di leggende indiane scritta da Bhatta Somadeva nell'XI secolo) e nel "Rajatarangini" ("Il Fiume dei Re" una collezione scritta da Kalhana, considerato il primo storiografo kashmiri). In entrambi questi testi i Ḍom/Ḍomba appartengono alla casta più bassa mentre gli autori appartenevano alla più alta casta, che considerava le popolazioni non arie come estranee al sistema Hindu, che era stato vittorioso sulle popolazioni dell'India.[28]
In alcune regioni dell'India di oggi (ad esempio a Benares), sono i Ḍom/Ḍomba che esercitano la funzione di cremare i morti, attività considerata degradante e "sporca". Diversamente nel Rajasthan, nel Punjab e nell'Uttar Pradesh, molti Ḍom esercitano il mestiere tradizionale di musicisti e alcuni membri di questo gruppo sono considerati influenti. In India, gruppi simili ai Ḍom/Ḍomba, per condizioni sociale e caratteristiche professionali, sono i gaḍe lohars (gaḍí: carro; lohár: fabbro), fabbri ambulanti; i Badis (tra i rom Badi/Bodi è uno dei cognomi più diffusi) suonatori di musica e acrobati; i Badjos (Badžo è un cognome molto diffuso tra i rom dell'Europa dell'est) musicisti; i Banjaras che sono mercanti fuori casta.[28]
Principali gruppi rom
[modifica | modifica wikitesto]I gruppi principali sono suddivisi in centinaia di sottogruppi o comunità romanès ("endaïa"). Ogni sottogruppo ha una propria specificità culturale, una propria etica e codice morale e un proprio dialetto della lingua romanì. Non esistono criteri di classificazione antropologici uniformi e le comunità romanès hanno assunto nel tempo etnonimi sulla base di diversi criteri: i mestieri e alle attività esercitati,[30] il dialetto, la regione di residenza o di provenienza, la confessione religiosa, o un patronimico. A ogni sottogruppo si fa seguire un'ulteriore divisione per nazionalità (nátsija), quindi per discendenza (vítsa) prendendo il nome del capostipite, quindi per famiglia, per arrivare all'individuo.[31][32]
Sulla base dei mestieri (ergonimico) - denominazioni utilizzate soprattutto tra i rom dell'Europa centro- e sud-orientale:[32]
- Lavoratori dei metalli:
- Argintari (argentieri),
- Zlatari o Aurari (orafi),
- Costarari (lattonieri),
- Kurpaći (ramai),
- Salahori (costruttori di carri),
- Ungaritza (armaioli e fabbri)
- Kovaći (fabbri)
- Rom Calderari o Kotlari, dediti alla lavorazione del rame, dell’ottone o del ferro e alla fabbricazione di pentole o utensili di metallo; in Italia si suddividono in tre comunità familiari estese: Ciucuresti, Doresti e Zurkaja.
- Rom Lautari, suonatori di lăuto (liuto o cordofono affine) e, per estensione, musicisti professionisti designati per l'intrattenimento di feste, matrimoni e ricorrenze;
- Rom Lovari, allevatori di cavalli, dall'ungherese lòb - o Graśtari, dal romanès graśt, cavallo; soprattutto in Bulgaria
- Rom Ursari, ammaestratori di orsi, anche detti Rićhkara dal romanès rićh (orso);
- Rom Keramidara, fabbricanti di mattoni e ceramiche, dal romeno keramida;
- Rom Setara o sepeči, produttori di setacci e cesti in vimini (dal turco sepetçi);
- Rom Bugurdži, "che fanno i trapani" (dal turco bugurcu);
- Rom Ćurara, affilatori di coltelli, (dal romaní čurín = coltello);
- Rom Colara, venditori di tappeti;
- Rom Maćhvaja, cantastorie e chiromanti
- Rom Rudari intagliatori, ortodossi dalla Serbia, di Lingua romaní
Sulla base della confessione religiosa:[32]
- Rom Dasikané o Gagikané (serbi ortodossi)
- Kanjarja: Mrznarja, Busniarija e Bankulesti
- Rom Rudari (romeni ortodossi) o Boyashi, Lingurari (intarsiatori del legno)
- Rom Khorakhané (musulmani dei Balcani); anche korane, korhane, xoraxane
Su base geografica:[32]
- Rom italiani di antico insediamento (XIV-XV secolo):
- Rom abruzzesi, di religione cristiana provengono dall'Abruzzo e dal Molise; arrivati via mare nell'Italia meridionale fra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo dalle coste dei territori ellenofoni e slavi.
- Rom Harvati, da Istria e Croazia, in Italia sin dagli anni '20
- Rom sloveni, anche detti Vend o Vendico Rom
- Rom di Romania (Vlax o Vlačiko Rom), dai territori valacchi della Romania, sono Kalderaśa, Ćurara e Maćhvaja
- Rom russi (Ruska Roma o Rom Rusurja)
- Rom Servitka, in Ucraina
- Rom polacchi (Polska Roma)
- Rom Bergitka o Rom dei Carpazi
- Rom slovacchi
- Romungri, dall'Ungheria
- Rom Grékurja, in Grecia
- Rom Leàsi, in Argentina
- Romanisæl in Scandinavia
- Romanichal in Gran Bretagna e Irlanda
- Cascarot (Kaskarotuak) nei Paesi Baschi francesi: storicamente vivevano in ghetti, come a Ciboure, o in interi villaggi, come a Ispoure.[33]
- Erromintxela nei Paesi Baschi spagnoli
Su base di patronimico:[32]
- Rom Jonesti (da Joni)
- Lalleri (da Boemia e Moravia)
I rom vanno invece distinti da altri popoli romaní quali:
- i kalé/gitanos che hanno perduto l'uso della Lingua romaní e vivono soprattutto in Spagna (Andalusia);
- i sinti/manush (o sinte), tra i quali si possono distinguere i sinti piemontesi e lombardi, la cui lingua è largamente influenzata dall'italiano e dal piemontese, e i sinti del Nord, la cui lingua è influenzata dal tedesco e dall'alsaziano. Essi si definiscono sinti e sono chiamati manouches dai francesi:
- Sinti Estrekhàrja (austriaci)
- Sinti Gàćkane: tedeschi di origine slava, arrivati in Italia attraverso la Francia (Alsazia) agli inizi del XX secolo; molti sono di confessione ortodossa;
- Sinti Krasàrja (del Carso)
- Sinti Eftavagarja (delle sette carrozze), in Friuli Venezia Giulia
- Sinti Mucini
- Sinti Rozengre (dal termine romanès per "Firenze"), in Toscana
- gli Ashkali del Kosovo, gruppi albanofoni che rimarcano fortemente le proprie differenze etniche con il resto delle popolazioni rom locali.
- i kaale, che vivono principalmente in Finlandia e in minor misura in Svezia, di religione luterana e lingua finlandese.
Secondo alcuni studiosi, i pavee (in irlandese an lucht siúil) popolo nomade di origine irlandese son imparentati con il popolo rom, ma l'opinione è contestata[34].
Lingua
[modifica | modifica wikitesto]La lingua romaní o romanes (in romaní: "rromani ćhib") è una lingua indoeuropea parlata, oggigiorno, soltanto da una parte dei popoli romaní (rom e sinti).[35][36] I parlanti romaní, in Europa, sono circa 34,6 milioni[37], il 60-70% dei quali in Europa orientale e nei Balcani.
Il romaní è l'unica lingua indoaria parlata, quasi esclusivamente, in Europa, fin dai tempi del Medioevo. È una lingua che la maggior parte dei linguisti ritiene discenda dalle lingue vernacolari dell'India settentrionale, i pracriti in contrasto con la lingua letteraria colta dei religiosi, il sanscrito, e che si sarebbe sviluppata indipendentemente proprio per la struttura sociale in caste che già caratterizzava l'India antica.
Studi di linguistica e di filologia hanno individuato moltissimi termini della lingua romaní che derivano dal persiano, dal curdo, dall'armeno, dal greco, che testimonierebbero del tragitto percorso dalle popolazioni rom, dal subcontinente indiano fino in Europa, in un periodo storico compreso tra l'VIII ed il XII secolo d.C.[38]
Oggi il romaní è lingua minoritaria riconosciuta in Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Finlandia, Germania, Kosovo, Moldavia, Montenegro, Polonia, Serbia, Slovacchia, Svezia, Ungheria, lingua ufficiale del distretto di Šuto Orizari nella Repubblica di Macedonia e lingua ufficiale di 79 comuni rurali e della città di Budești in Romania. In Italia, la lingua romaní non gode di alcuna forma di tutela a livello nazionale, nonostante la presenza storica plurisecolare.[39] Il presunto nomadismo è stato utilizzato dal legislatore per escludere le comunità parlanti la lingua romaní dai benefici della legge n. 482 del 1999.[40]
Religione
[modifica | modifica wikitesto]I rom hanno solitamente adottato la religione del paese di residenza - in Europa, cristianesimo (cattolico e ortodosso, ma anche chiese protestanti in Europa occidentale) e Islam. Nei Balcani la maggioranza dei rom è ortodossa, in Italia sono soprattutto cattolici, come in Spagna e in America meridionale.[41]
Struttura sociale
[modifica | modifica wikitesto]A causa dell'eterogeneità tra le comunità rom, gran parte degli antropologi ed etnologi ritengono possibile indicare in dettaglio solo le dinamiche intra-gruppo che fanno da sfondo agli aspetti sociali e organizzativi del "gruppo": la consapevolezza di appartenere all'etnia rom, il desiderio di essere indipendenti e dissociati dai gadže (gagé, ovvero "tutte le persone che non sono rom o sinti"), l'adattabilità e la sopravvivenza alle condizioni che minacciano la propria identità etnica.[42] La struttura sociale del gruppo, in generale, è definita dalla "coscienza collettiva" determinata dai confini che vengono posti nei confronti dei gagé, così come nei confronti degli altri gruppi rom e sinti.[28]
La famiglia (madre, padre, figli) è la struttura base della comunità rom. Oltre essa si pone la famiglia estesa, che comprende i parenti con i quali vengono sovente mantenuti i rapporti di convivenza nello stesso gruppo, comunanza di interessi e di affari. Oltre alla famiglia estesa, presso i rom esiste la kumpánia, cioè l'insieme di più famiglie non necessariamente unite fra loro da legami di parentela, ma tutte appartenenti allo stesso gruppo e allo stesso sottogruppo o a sottogruppi affini[31].
La tradizionale struttura sociale dei rom è rimasta intatta solo presso alcuni piccoli gruppi. Il Porrajmos distrusse la gran parte delle organizzazioni sociali preesistenti tra i gruppi rom e sinti dell'Europa centrale e orientale e i sopravvissuti allo sterminio nazista non furono in grado di ristabilire una nuova identità rom. La politica di assimilazione forzata dei paesi ex socialisti, attraverso il coinvolgimento dei rom nei kolkhoz contribuì, infine, a mettere fine al carattere nomadico delle popolazioni rom e alla struttura sociale che ne conseguiva. Le differenze storiche e culturali sedimentatesi nel corso della diaspora delle popolazioni rom fino in Europa, durante i secoli precedenti, hanno portato a una disomogeneità tra gruppi, principalmente tra i rom e i sinti, che si è sviluppata in differenze linguistiche e sociali.[senza fonte]
Antiziganismo
[modifica | modifica wikitesto]La storia dei rom e dei sinti è una storia di soppressione che va dalla discriminazione quotidiana e persecuzione razzista fino agli internamenti operati dal regime fascista[43] e al genocidio sistematico, perpetrato dal regime nazista[44]. Fin dal loro arrivo in Europa gli “zingari” sono stati definiti “stranieri pericolosi” e sono stati accusati di spionaggio, stregoneria, di essere creature diaboliche e spaventose, così come di rifiutare di lavorare per la loro “predisposizione al furto”.[45]
Le istituzioni che si occupano dei rom si trovano spesso ad affrontare il problema di un'opinione pubblica ostile, orientata a considerare solo i “dati antisociali” e le “statistiche criminali”[46] con la conseguenza di individuare nella condizione dei rom un fenomeno di devianza sociale.[46] Il modello “segregazionista” che ne consegue[47], che contempla disuguaglianze a livello della sfera pubblica, prosegue l'assenza di una politica di “reale integrazione”.
I rom vivono in due mondi diversi, due mondi che sono per alcuni aspetti incompatibili, per altri semplicemente paralleli. Il costante rapporto con i gagè è una relazione del tutto diversa con quella di altri popoli e minoranze etniche. Una relazione che non è di "confine", in quanto non vi sono “territori rom” e “territori non-rom”; né può essere definita una relazione coloniale, in quanto i gagè non hanno mai conquistato i rom, né viceversa. Le popolazioni non-rom costituiscono l'ambiente sociale dove vivono i rom. I rom vivono in mezzo ai gagè, all'interno di una struttura che è destinata da un lato a resistere a tutti i tentativi di genocidio culturale (dopo essere sopravvissuti all'olocausto), dall'altro a sfruttare con successo le risorse economiche e territoriali dei gagè, convivendo in un'ostilità estrema e collocandosi in tutte le nicchie nelle quali intravedono una possibilità.[46]
Secondo il risultato di una commissione d'inchiesta del Senato della Repubblica Italiana, a costruire l'immagine negativa del popolo rom contribuisce anche l'accattonaggio, specie se affidato a minori o a donne molto anziane. In particolare, il popolo è intrappolato nel circolo vizioso della cosiddetta “discriminazione statistica”: “siccome pare che in quella comunità ci sia più devianza, non mi fido e non do lavoro”. Quindi gli individui di quella minoranza non hanno vie di uscita e ripiombano in comportamenti, come l'accattonaggio, fastidiosi per la maggioranza o si procurano reddito con atti delittuosi di varia gravità che rinforzano il pregiudizio statistico.[48]
Ricorrenze
[modifica | modifica wikitesto]L'8 aprile è il Romano Dives, la Giornata internazionale dei rom, sinti e camminanti, che commemora il primo congresso mondiale svoltosi a Londra nel 1971, durante il quale Djelem Djelem fu scelto come inno nazionale di un popolo senza Stato.[49][50][51]
Unione Internazionale Romaní
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1971 fu istituita l'organizzazione mondiale dei Rom e sinti, divenuta successivamente l'Unione Internazionale Romaní (IRU).[52]
Nel 1979, l'ONU riconobbe all'IRU il ruolo di rappresentanza politica[53] globale del popolo rom, sinti, manouche e gitano.[54] Tuttavia, al 2001[55] quest'organizzazione non governativa e non territoriale non era qualificata come membro osservatore delle Nazioni Unite.
L'organizzazione ha una sede a Sibiu, in Romania[53], e una seconda sede a Praga.[56]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Funding, strategy, facts and figures and contact details for national Roma contact points in Romania, su commission.europa.eu.
- ^ Kayla Webley, "Hounded in Europe, Roma in the U.S. Keep a Low Profile", Time, October 13, 2010, su time.com. URL consultato l'11 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2013).
- ^ The Special Secretariat for the Promotion of Racial Equality estimates the number of "ciganos" (gypsies) in Brazil at 800,000 (2011). The 2010 IBGE Brazilian National Census encountered gypsy camps in 291 of Brazil's 5,565 municipalities. Falta de políticas públicas para ciganos é desafio para o governo, su noticias.r7.com, R7, 2011. URL consultato il 22 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2012).
- ^ The Situation of Roma in Spain (PDF), su eumap.org, Open Society Institute, 2002. URL consultato il 15 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2007).«The Spanish government estimates the number of Gitanos at a maximum of 650,000.»
- ^ Roma rights organizations work to ease prejudice in Turkey, su unhcr.org, EurasiaNet, 22 luglio 2005. URL consultato il 15 settembre 2010.«There are officially about 500,000 Roma in Turkey.»
- ^ Situation of Roma in France at crisis proportions, su euractiv.com, EurActiv Network, 7 dicembre 2005. URL consultato il 15 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2017).«The Romani population in France is officially estimated at around 500,000.»
- ^ Population By Districts And Ethnic Group As Of 01.03.2001, su nsi.bg, 5 gennaio 2004. URL consultato il 15 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2009).«Census 2001 in Bulgaria: 370,908 Roma»
- ^ Roma - Minority Rights Group
- ^ Population by national/ethnic groups, su nepszamlalas.hu, Hungarian Central Statistical Office. URL consultato il 15 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).«Census 2001 in Hungary: 205,720 Roma/Bea»
- ^ The Romani population in Greece is officially estimated at 200,000., su nchr.gr, Hellenic Republic National Commission For Human Rights. URL consultato il 15 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2007).«Census 2001 in Hungary: 205,720 Roma/Bea»
- ^ National Composition Of Population And Citizenship (XLS), su perepis2002.ru. URL consultato il 16 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2011).«Census 2002 in Russia: 182,766 Roma.»
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- ^ Census 2002 in Serbia: 108,193 Romanies. (PDF), su stat.gov.rs, Republic of Serbia, Republic Statistical Office, 24 dicembre 2002. URL consultato il 6 dicembre 2010.
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- ^ It Now Suits the EU to Help the Roma, su other-news.info. URL consultato il 29 settembre 2004 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2011).
- ^ L'etimologia delle parole “zingaro” e “rom” di Lucian Cherata, pag.6[collegamento interrotto]
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- ^ Nicole Corritore, Rovereto: cento rintocchi per la giornata Romano Dives, su balcanicaucaso.org, 8 aprile 2014. URL consultato il 30 ottobre 2019 (archiviato il 30 ottobre 2019).
- ^ a b Il re dei rom e i suoi sudditi, Raiuno - Nemo - Nessuno escluso, 23 novembre 2018 (archiviato il 30 ottobre 2019)., al minuto 1:30.
- ^ L'Italia dell'integrazione sociale, su socialnews.it, settembre 2013. URL consultato il 30 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2019).
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Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Luigi Di Noia, La condizione dei Rom in Italia, Venezia, Edizioni Ca' Foscari, 2016, ISBN 978-886969-066-2.
- Raymond Gureme ed Isabella Ligner, Il piccola acrobata, traduzione dal francese di Interdit aux nomades, Edizioni Piemme, Milano 2012
- Carla Osella e Giorgio Sommacal, Zingari - Storia di un popolo sconosciuto - a fumetti, Torino, Associazione Italiana Zingari Oggi (A.I.Z.O.), 2009.
- Marco Ghezzo, Me Boshavao ande Italia - Io (ROM) suono in Italia, Estampat a Saluces, 2010, Edicions Chambra d'Oc La Rocha, Roccabruna (Cuneo)
- Mariella Mehr, La bambina, traduzione di Anna Ruch, Effigie Edizioni, Rozzano 2006
- Marco Revelli, Fuori luogo - Cronaca di un campo Rom, Bollati Boringhieri, Torino 1999
- Andrea Membretti, "Rom e Sinti a Pavia: la negazione istituzionale di una questione pubblica, http://www.sociability.it/wp-content/uploads/2009/05/rom-e-sinti-a-pavia.pdf Archiviato il 24 maggio 2022 in Internet Archive.
- Ian Hancock, "The Pariah Syndrome. An Account of Gypsy Slavery and Persecution", Ann Arbor, 1987. ISBN 0-89720-079-9
- Stefano Pasta & Tommaso Vitale, 2018, “'Mi guardano male, ma io non guardo’. Come i rom e i sinti in Italia reagiscono allo stigma’, in Alietti A. (a cura di), Società, razzismi e discriminazioni. Studi e ricerche sull'Italia contemporanea, Mimesis, Milano, pp. 217-241. Isbn: 9788857536309.
- Angus Fraser, "Gypsies (Peoples of Europe)", Blackwell, Oxford, 1995. ISBN 978-0-631-19605-1
- John Sampson, "The Dialect of the Gypsies of Wales. Being the Older Form of British Romani Preserved in the Speech of the Clan of Abram Wood", Oxford, 1926
- Ralph L.Turner, "The Position of Romani in Indo-Aryan." Journal of the Gypsy Lore Society, Third Series 5, 1926
- Marcel Courthiade, Structure dialectale de la langue romani, in "Interface", n. 31, 1998
- G.C. Soulis, Gypsies in the Byzantine Empire and the Balkans in the late Middle Ages, in "Dumbarton Oaks Papers", vol. XV, 1961
- Leonardo Piasere, I rom d'Europa, Laterza, 2004. ISBN 978-88-420-7303-1
- Cittadinanze imperfette. Rapporto sulla discriminazione razziale di rom e sinti in Italia - N. Sigonae L. Monasta - Spartaco Edizioni - Caserta 2006
- Figli del ghetto. Gli italiani, i campi nomadi e l'invenzione degli zingari, N. Sigona - Nonluoghi - Civezzano 2002
- Italia Romanì, vol. I - L. Piasere (a cura di), CISU - Roma 1996
- Italia Romanì, vol. II - L. Piasere (a cura di), CISU - Roma 1999
- Italia Romanì, vol. III - I rom di antico insediamento dell'Italia centro-meridionale - S. Pontrandolfo e L. Piasere (a cura di), CISU - Roma 2002
- Italia Romanì, vol. IV - La diaspora rom della ex Iugoslavia - C. Saletti Salza e Leonardo Piasere (a cura di), CISU - Roma 2004
- Popoli delle discariche: saggi di antropologia zingara, Leonardo Piasere - CISU - Roma 2005
- Vacaré romané? Diversità a confronto: percorsi delle identità Rom, Z. Lapov - FrancoAngeli Ed. - Milano 2004
- Marco Impagliazzo (a cura di), Il Caso Zingari, Leonardo International - Milano 2008 ISBN 978-88-88828-69-5
- Un'inchiesta di Claudia Fusani su La Repubblica del 18 maggio 2007, che riporta dati dell'Opera Nomadi
- Guenter Lewy, La persecuzione nazista degli zingari, Einaudi, Torino 2002
- Silvia Caset e Alessio Surian, Comunità Rom scuola come libertà, Editrice Missionaria Italiana, Bologna 2006
- Mario Riboldi e Luigi M. Peraboni, Un vero kalò, El Pelè - Zeffirino Cimenez Malla, Edizioni CdG, Pavia 1993
- Riviste
- Rom - Sinto. Rivista annuale in lingua italiana, diretta da P. Antonio Gentilini, Stampata da Arti Grafiche Maggioni, Dolzago (Lecco)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Popoli romaní
- Rom in Italia
- Lingua romaní
- Romanologia
- Storia dei popoli romaní
- Antiziganismo
- Filmografia sui Rom
- Decennio di integrazione Rom
- Sinti e Camminanti
- Romanisæl
- Rom in Sudan
- Urmen
- Ursari
- Jenisch
- Manele
- Turbo-folk
- Museo del viaggio Fabrizio De André
- Kalderash
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «Roma»
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Associazione Italiana Zingari Oggi, su aizo.it.
- Opera Nomadi, su operanomadimilano.org.
- Rom e sinti in Italia: condizione sociale e linee di politica pubblica: Documento dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, scritto da Tommaso Vitale, professore di sociologia urbana, Centre d'études européennes (CEE), Parigi.
- Relazione del Ministero dell'Interno sugli zingari (rom, sinti e caminanti) (PDF), su interno.it. URL consultato l'8 agosto 2007 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2009).
- Risoluzione del Parlamento europeo del settembre 2010 sulla situazione dei Rom, su europarl.europa.eu.
- Sito italiano di storia e cultura "romaní", su vurdon.it.
- Sull'origine dei Rom e Sinti, su imninalu.net.
- Donne Rom. Condizione femminile, diritti umani e non discriminazione Archiviato il 29 ottobre 2014 in Internet Archive.: AA VV. UNAR Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, ISTISSS Istituto per gli Studi sui Servizi Sociali
- La persecuzione dei Rom (Zingari) in Germania, prima della guerra, 1933-1939, su encyclopedia.ushmm.org.
- Il genocidio dei Rom (o zingari) in Europa, 1939 - 1945, su encyclopedia.ushmm.org.
- (EN) Gypsies (PDF), su yadvashem.org.
- (EN) Rombase Banca dati didattica sulle popolazioni romani, dell'Università di Graz, su romani.uni-graz.at.
- (EN) Specialized Library with Archive "Studii Romani", su studiiromani.org. URL consultato il 29 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2006).
- Luoghi comuni sui rom [collegamento interrotto], su solidarietainternazionale.it.