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Curtonotidae
Curtonotidae Enderlein, 1914, è una piccola famiglia di insetti dell'ordine dei Ditteri (Brachycera: Cyclorrhapha: Acalyptratae), prevalentemente distribuita nelle regioni tropicali.
Le larve dei Curtonotidae sembrerebbero associate alle cavallette in rapporti di antagonismo non del tutto chiariti. Si tratterebbe perciò di insetti potenzialmente utili, per quanto la loro rarità faccia pensare che il ruolo ricoperto nell'ecologia di questi ortotteri dannosi sia di rilevanza secondaria, se non del tutto marginale[1].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Adulto
[modifica | modifica wikitesto]Gli adulti hanno corpo di dimensioni variabili da 3 a 11 mm. Le maggiori dimensioni, dell'ordine di un centimetro, rappresentano un carattere inconsueto fra gli Ephydroidea, che in generale comprendono specie di piccole dimensioni. Il tegumento è rivestito da una diffusa pubescenza in quasi tutto il corpo, fra cui si evidenziano le setole lunghe e robuste del capo e dell'addome. La livrea è di colore grigio chiara o giallastra.
Il capo presenta, sulla fronte, due caratteristiche strisce simmetriche, di aspetto pruinoso, che partono dal vertice, in corrispondenza delle setole verticali interne, e convergono sulla lunula. Il triangolo ocellare è ben evidente e compreso fra le due suddette strisce. La chetotassi è caratterizzata da setole lunghe e robuste. Le setole fronto-orbitali rappresentano l'elemento morfologico più rilevante dal punto di vista tassonomico, in quanto, pur trattandosi di setole orbitali, sono posizionate sulle strisce pruinose e, quindi, distanziate dal margine degli occhi. È presente un solo paio di setole fronto-orbitali, lunghe e reclinate; in Curtonotum è presente anche un secondo paio anteriore di setole più brevi, proclinate, e un paio di brevissime setole reclinate intermedie fra i due tipi precedenti. La presenza di tre paia di setole così conformate ricorda la chetotassi dei Camillidae, che presentano però le setole orbitali strettamente ravvicinate al margine degli occhi. Nella regione postfrontale sono presenti due lunghe setole ocellari, le due paia di setole verticali, anch'esse ben sviluppate, e, infine, un paio di setole postocellari incrociate e di moderato sviluppo. Dietro l'occhio composto è presente una fila di brevi setole postoculari. Nella parte inferiore del capo sono evidenti due robuste setole facciali, simili a vibrisse, una serie di setole lungo il peristoma (setole sottovibrissali e genuali e, infine, alcune setole postgenuali. Le antenne sono relativamente brevi e di tipo aristato, indirizzate verso il basso. Lo scapo è ridotto, il pedicello è moderatamente sviluppato e il primo flagello è di forma oblunga. Un carattere condiviso con altri Ephydroidea è la presenza di un lungo processo dorsale, nel primo flagellomero, che si incunea profondamente nel pedicello. L'arista è bipettinata, percorsa da due file di setole rade, una dorsale e una ventrale; le setole della serie dorsale sono più lunghe delle altre. L'apparato boccale è ben sviluppato in lunghezza.
Il torace è fortemente convesso e presenta una chetotassi composta da setole particolarmente sviluppate. Sullo scuto sono presenti due paia di setole dorsocentrali e un paio di setole acrosticali prescutellari. Nello scutello sono presenti due o più paia di setole scutellari. Lungo i margini dello scuto, su ciascun lato, sono presenti 2-3 setole omerali, 2 notopleurali, 2 sopralari (una presuturale, l'altra, molto lunga, postsuturale), 2 postalari. Sulle pleure sono presenti una setola sottile nel proepisterno, due o più nel mesoepisterno dorsale e una o due nel mesoepisterno ventrale. Le zampe sono lunghe ma robuste e presentano una diffusa pubescenza. Fra gli annessi tricoidei particolari emergono 1-3 setole sulle coxe e una o più setole dorso-apicali su tutte le tibie.
Le ali sono relativamente ampie, con lobo anale poco pronunciato e alula ridotta. La costa si estende fino alla terminazione della media, ma si presenta piuttosto debole nel tratto terminale compreso fra R4+5 e M1; presenta sia la frattura omerale sia la frattura subcostale. La subcosta è completa e distinta dal ramo anteriore della radio. La radio si divide in tre rami, con ramo anteriore breve, la media è indivisa e la cubito divisa in due rami. Le quattro vene longitudinali, R2+3, R4+5, M1 e CuA1 non hanno particolari conformazioni rispetto alla generalità degli Acaliptrati, ma sono progressivamente divergenti. Il ramo CuA2 è breve e trasversale e confluisce sull'anale. La vena A1+CuA2 è molto breve, ma si prolunga in una piega sclerificata della membrana. Delle nervature trasversali sono presenti la radio-mediale e la medio-cubitale discale, quest'ultima prossima al margine posteriore; manca invece la medio-cubitale discale. Conseguenti a questa conformazione sono la presenza di una cellula piuttosto lungo derivata dalla fusione della seconda basale con la discale e la presenza di una cellula cup chiusa ma piccola.
L'addome è subcilindrico e leggermente affusolato posteriormente, composto da cinque uriti apparenti e provvisto di setole più o meno robuste e maculature sparse. I maschi hanno il quinto tergite ben sviluppato e gli uriti terminali ridotti e complessi, nascosti sotto questi ultimi. Le femmine hanno gli uriti dal sesto all'ottavo trasformati in un breve ovopositore di sostituzione.
Stadi giovanili
[modifica | modifica wikitesto]Le uova non sono note, mentre delle larve si dispone solo dell'accurata descrizione, prodotta da Greathead (1958), di una specie africana di Curtonotum[2]. Inizialmente identificata come larva di Curtonotum cuthbertsoni, in seguito ne è stata attribuita da Tsacas la probabile appartenenza alla specie Curtonotum saheliense[3][4]. A maturità è lunga 4-6 mm, ha una forma cilindrica e mostra una segmentazione ben evidente. Il tegumento è liscio, ma in corrispondenza dei margini dei segmenti sono presenti aree ambulacrali composte da file di spinule. La parte posteriore presenta un anello di processi carnosi brevi e di forma conica.
Il pupario è sottile, di colore bruno-giallastro.
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Le conoscenze sulla biologia di questa famiglia sono frammentarie e limitate a segnalazioni in merito all'habitat e al probabile substrato trofico. Gli indizi fanno ipotizzare una relazione trofica, non del tutto chiara, degli stadi giovanili con le ovature di Ortotteri Celiferi, su cui si svilupperebbero come parassitoidi o predatori oofagi[4][5]: le larve di Curtonotum descritte da Greathead furono ritrovate su uova in decomposizione della locusta del deserto (Schistocerca gregaria); in laboratorio fu osservato lo sfarfallamento di un adulto di Curtonotum helvum da un'ovatura di Melanoplus e adulti di Curtonotum anus sono stati ritrovati, in Ungheria, in aree sabbiose frequentate da cavallette.
Gli adulti sono spesso trovati sugli escrementi. In particolare, in letteratura è sottolineato il ritrovamento di adulti di Cyrtona albomacula su feci umane in Zimbabwe, al secolo, Rhodesia Meridionale[6].
Sistematica e filogenesi
[modifica | modifica wikitesto]I Curtonotidae hanno avuto collocazione, in passato, in varie famiglie di Acalyptratae, fra cui gli Heleomyzidae e gli Opomyzidae, oltre alle famiglie propriamente inserite fra gli Ephydroidea (Drosophilidae, Diastatidae, Ephydridae). La prima identificazione in un taxon di rango superiore a quello di genere si deve a Enderlein (1914, 1917), che definì la sottofamiglia Cyrtonotinae posizionandola negli Ephydridae. Altri Autori, successivamente, collocarono questa sottofamiglia nei Drosophilidae o, in altri casi, nei Diastatidae. Duda (1934), infine, elevò questo gruppo al rango di famiglia.
L'identità come famiglia autonoma è stata seguita più recentemente anche nelle proposte di riordino tassonomico su base filogenetica e in generale si concorda con la relazione più o meno stretta con i Drosophilidae, con la collocazione dei Curtonotidae nella superfamiglia Ephydroidea, generalmente denominata, in passato, Drosophiloidea[7][8][9][10][11].
La posizione nell'albero filogenetico degli Ephydroidea è controversa: McAlpine (1989) inquadrava i Curtonotidae come clade primitivo rispetto al resto degli Ephydroidea, mentre Grimaldi (1990) li inquadrava in stretta relazione con i Drosophilidae, in rapporto al resto degli Ephydroidea:
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McAlpine (1989) | Grimaldi (1990) |
La famiglia si suddivide in tre generi, comprendenti circa 60 specie viventi, di cui la maggior parte appartenenti al genere Curtonotum[12]:
- Axinota Wulp, 1886 (= Anaseiomyia Malloch, 1930, Apsinota Wulp, 1887, Thaumastophila Hendel, 1914): otto specie.
- Curtonotum Macquart, 1843 (= Diplocentra Loew, 1862, Parapsinota Duda, 1924): 49 specie.
- Cyrtona Séguy, 1938: quattro specie
In Curtonotum è inoltre compresa una specie fossile, Curtonotum gigas Théobald, 1937, ritrovata in Francia, in sedimenti dell'Oligocene[13].
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]La famiglia è rappresentata in tutte le regioni zoogeografiche della Terra, ma presenta il più alto grado di biodiversità nelle regioni tropicali dell'Africa, dell'America e dell'Asia.
Tutte le specie di Axinota sono presenti nella regione orientale, ma una di queste ha un areale che si estende anche al Paleartico orientale e all'Australasia e un'altra al Paleartico.
Curtonotum è ampiamente distribuito, assente solo nell'Australasia. È maggiormente rappresentato nella regione afrotropicale, con 22 specie, e nella regione neotropicale, con 20 specie. Altre sette specie sono presenti in altre regioni: cinque nella regione orientale, una nel Paleartico e una nel Neartico.
Cyrtona, infine, comprende tre specie afrotropicali e un'altra di ampia distribuzione, presente nel Paleartico, nell'Indomalesia e nell'Australasia.
In Europa è presente solo Curtonotum anus[14], specie il cui areale si estende anche all'Asia. La sua presenza è segnalata anche in Italia, nel nord e nella penisola[15].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Papp (1998), p. 501.
- ^ David Kohn Greathead, Notes on the larva and life history of Curtonotum cuthbertsoni Duda (Dipt., Drosophilidae), a fly associated with the desert locust, Schistocerca gregaria (Forskal), in Entomologist's Monthly Magazine, vol. 94, 1958, pp. 36-37.
- ^ Papp (1998), pp. 499-500.
- ^ a b McAlpine (1987), p. 1009.
- ^ Papp (1998), p. 500.
- ^ A. Cuthbertson, Biological notes on some Diptera of Southern Rhodesia, in Occasional Papers of the Rhodesia Museum, vol. 5, 1936, pp. 46-63.
- ^ Donald Henry Colless, David Kendray McAlpine. Diptera. In: The Insects of Australia: A Textbook for Students and Research Workers. Melbourne University Press, 1970: 656-740. (In inglese).
- ^ Graham Charles Douglas Griffiths. The phylogenetic classification of Diptera Cyclorrhapha, with special reference to the structure of the mal postabdomen. The Hague, Series Entomologica 8, Dr. Junk, 1972.
- ^ Willi Hennig. Diptera (Zweiflüger). In: J.G. Helmcke, D. Starck, H. Vermuth (a cura di) Handbuch der Zoologie, Eine Naturgeschichte der Stämme des Tierreiches. IV. Band: Arthropoda - 2- Hälfte: Insecta. 2. Teil: Spezielles. Berlin, De Gruyter, 1973: 61-62. ISBN 3-11-004689-X. (In tedesco).
- ^ McAlpine (1989), pp. 1486-1492.
- ^ David Grimaldi, A phylogenetic, revised classification of genera in the Drosophilidae (Diptera), in Bulletin of American Museum of Natural History, vol. 197, 1990, pp. 1-139. URL consultato il 23-02-2010 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2013).
- ^ BioSystematic Database of World Diptera (Chiave di ricerca nel campo "Family": Curtonotidae).
- ^ Neal L. Evenhuis, Family Curtonotidae, in Catalogue of the fossil flies of the world (Insecta: Diptera), Bishop Museum, 1994. URL consultato il 27-02-2010. (In inglese).
- ^ Fauna Europaea.
- ^ Fabio Stoch, Family Curtonotidae, in Checklist of the Italian fauna online version 2.0, 2003. URL consultato il 27-02-2010.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jan Máca, Curtonotidae Enderlein, 1914, in L. Jedlička, V. Stloukalová e M. Kúdela (a cura di), Checklist of Diptera of the Czech Republic and Slovakia. Electronic version 2, Bratislava, Comenius University, 2009, ISBN 80-969629-0-6.
- (EN) James Francis McAlpine, Curtonotidae, in James F. McAlpine (a cura di), Manual of Nearctic Diptera, vol. 2, Research Branch, Agriculture Canada, 1987, pp. 1007-1010, ISBN 0-660-12125-5.
- (EN) James Francis McAlpine, Phylogeny and Classification of the Muscomorpha, in A. Borkent, J.F. McAlpine, D.M. Wood e N.E. Woodley (a cura di), Manual of Nearctic Diptera, vol. 3, Research Branch, Agriculture Canada, 1989, pp. 1397-1518, ISBN 0-660-12961-2.
- (EN) László Papp, Family Curtonotidae, in László Papp e Béla Darvas (a cura di), Contributions to a Manual of Palaearctic Diptera. Volume 3: Higher Brachycera, Budapest, Science Herald, 1998, pp. 497-502, ISBN 978-963-04-8836-5.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Curtonotidae
- Wikispecies contiene informazioni su Curtonotidae
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) N.L. Evenhuis; T. Pape; A.C. Pont; F.C. Thompson, BDWD, BioSystematic Database of World Diptera, in Systema Dipterorum, Natural History Museum of Denmark, University of Copenaghen, 2009. URL consultato il 24-02-2010.
- (EN) Neal Luit Evenhuis, Family Curtonotidae, in Neal L. Evenhuis (a cura di), Catalog of the Diptera of the Australasian and Oceanian Regions (online version), Bishop Museum, 1996. URL consultato il 27-02-2010.
- (EN) Album: Curtonotidae, in Diptera.info. URL consultato il 27-02-2010.
- (EN) Family Curtonotidae, in Australian Faunal Directory, Australian Government, Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts. URL consultato il 27-02-2010.
- (EN) Taxon profile: Curtonotidae, su BioLib.cz, Biological Library. URL consultato il 27-02-2010.
- (EN) Taxon details: Curtonotidae, in Fauna Europaea version 2.6.2, Fauna Europaea Web Service, 2013. URL consultato il 27-02-2010.
- (EN) ITIS Standard Report Page: Curtonotidae, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 27-02-2010.