Centaurea giardinae

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Fiordaliso di Giardina
Centaurea giardinae
Etna
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCarduoideae
TribùCardueae
SottotribùCentaureinae
InfratribùCentaurea Group
GenereCentaurea
SpecieC. giardinae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaCichorioideae
TribùCardueae
SottotribùCentaureinae
GenereCentaurea
SpecieC. giardinae
Nomenclatura binomiale
Centaurea giardinae
Raimondo & Spadaro, 2006

Il fiordaliso di Giardina (Centaurea giardinae Raimondo & Spadaro, 2006) è una specie di pianta, angiosperma dicotiledone, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, endemica della Sicilia.[1][2][3]

Il nome generico (Centaurea) deriva dal Centauro Chirone. Nella mitologia greca si racconta che Chirone, ferito ad un piede, guarì medicandosi con una pianta di fiordaliso.[4] Il nome della specie è un omaggio alla memoria del florista siciliano Girolamo Giardina (1943-2006).

Questa pianta è verdastra multicaule, alta 45–85 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[5][6][7][8][9][10]

I fusti sono eretti, ramoso-corimbosi a partire dalla metà inferiore e con rami gracili, sparsamente pelosi, scabretti all'estremità.

Le foglie primordiali sono indivise, lanceolate, fugaci o raramente persistenti e lirato-pennatifide; le radicali sono pubescenti, pennatifide, lunghe fino a 15 cm con segmenti strettamente ellittici (3 - 4 volte più lunghi che larghi); le foglie caulinari sono verdi di 3–5 cm, lineari e quelle degli scapi fiorali sono progressivamente ridotte.

Infiorescenza

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Le infiorescenze (composte da capolini) sono scapose o di tipo corimboso. I capolini, discoidi e omogami, sono formati da un involucro a forma ovoide-allungato (10-12 x 5–6 mm) composto da brattee (o squame) disposte su più serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori. Le squame dell'involucro, di colore bruno scuro nella metà superiore, sono pettinato-ciliate di 3–4 mm, munite di 4-7 ciglia ialine per lato e con apice mucronato, leggermente incurvato. Il ricettacolo, provvisto di pagliette a protezione della base dei fiori, può essere rivestito di pula (come il chicco del grano o del riso), oppure può essere setoloso, raramente è nudo (senza pagliette).

I fiori in genere sono tubulosi (del tipo actinomorfi)[11], e sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e fertili. Molto raramente sono presenti dei fiori periferici radiati e sterili.

  • /x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[12]

Il frutto è un achenio con un pappo. Le forme dell'achenio possono essere obovoidi-fusiformi, compresse lateralmente, con areole a inserzione diritta o laterale-abassiale. Il pericarpo dell'achenio possiede delle sclerificazioni radiali spesso provviste di protuberanze. Il pappo, lungo un quarto del frutto, è inserito su una piastra apicale all'interno di una anello di tessuto parenchimatico. Le setole del pappo sono disposte su una o più serie e sono decidue come un pezzo unico e si presentano barbate o piumate.

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

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  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico
  • Distribuzione: l'areale della specie è ristretto allo spazio altocollinare, submontano e montano del comprensorio etneo (Sicilia orientale).
  • Habitat: l'habitat preferito per queste piante sono le rupi vulcaniche.
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare oltre i 700 m s.l.m..

Conservazione

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La popolazione di Centaurea giardinae, seppure discontinua, è consistente e non esposta a rischi evidenti. Nel territorio etneo, le ricorrenti manifestazioni eruttive del vulcano potrebbero causare danni alla sua consistenza anche, se ciò rientra nella dinamica naturale dei popolamenti biologici legati ai sistemi vulcanici attivi. [1]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[2]

La tribù Cardueae (della sottofamiglia Carduoideae) a sua volta è suddivisa in 12 sottotribù (la sottotribù Centaureinae è una di queste).[17][18][19][20]

Il genere Centaurea elenca oltre 700 specie distribuite in tutto il mondo, delle quali un centinaio sono presenti spontaneamente sul territorio italiano.

La classificazione della sottotribù rimane ancora problematica e piena di incertezze. Il genere di questa voce è inserito nel gruppo tassonomico informale Centaurea Group formato dal solo genere Centaurea. La posizione filogenetica di questo gruppo nell'ambito della sottotribù è definita come il "core" della sottotribù; ossia è stato l'ultimo gruppo a divergere intorno ai 10 milioni di anni fa.[9][10][19][20]

Questa pianta fa parte del "Complesso di C. parlatoris" i cui caratteri principali sono:[5]

  • il portamento è composto da erbe perenni con superfici da glabre a pubescenti-tomentose;
  • i fusti sono eretti e ramificati;
  • le foglie (soprattutto quelle inferiori) variano da bianco-lanose a grigio-tomentose;
  • gli involucri dei capolini sono ovoideo-piriformi (diametri tipici 5 – 13 mm);
  • le appendici delle brattee sono scure;
  • il pappo è presente.

A questo gruppo appartengono le seguenti specie (sono indicati alcuni caratteri distintivi per ogni specie):[21]

  • C. giardinae Raimondo & Spadaro: la forma dell'involucro è ovoide-allungata (2/3 più lungo che largo); il pappo è lungo 1/4 dell'achenio.
  • Centaurea parlatoris Heldr.: le piante sono verdi (da glabre a glabrescenti); il pappo è lungo come l'achenio.
  • Centaurea gussonei Raimondo & Spadaro: le piante sono bianco-tomentose; il pappo è lungo come l'achenio.
  • Centaurea sicana Raimondo & Spadaro: la forma dell'involucro è quasi cilindrica (2 volte più lungo che largo); il pappo è lungo 1/4 dell'achenio.

Il numero cromosomico di C. giardinae è: 2n = 18.[5]

  1. ^ Raimondo, F.M., Spadaro V., Centaurea giardinae (Asteraceae) nuova specie dell'Etna (Sicilia Orientale) (PDF), in Naturalista sicil., Vol. XXX, N. 3-4 (2006) s.4.: 371-378.
  2. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1-20.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 9 marzo 2021.
  4. ^ Motta 1960, Vol. 1 - pag. 314.
  5. ^ a b c Pignatti 2018, pag. 987.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  8. ^ Judd 2007, pag.517.
  9. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 144.
  10. ^ a b Funk & Susanna, pag. 308.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 9.
  12. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  13. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  17. ^ Funk & Susanna 2009, pag. 303.
  18. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 138.
  19. ^ a b Barres et al. 2013.
  20. ^ a b Herrando et al. 2019.
  21. ^ Pignatti 2018, vol.4 pag.962.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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