William Holabird

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William Holabird

William Holabird (Amenia, 11 settembre 1854Chicago, 19 luglio 1923) è stato un architetto statunitense.

Holabird era figlio del generale Samuel B. Holabird e di Mary Theodosia Grant.[1] Studiò presso l'Accademia Militare degli Stati Uniti a West Point, ma si dimise e si trasferì a Chicago, dove in seguito si sposò.

Lavorò nello studio di architettura di William Le Baron Jenney insieme a O. C. Simonds. Poco dopo aver ricevuto l'incarico di estendere il Graceland Cemetery, Jenney lo passò ai suoi assistenti che, nel 1880, fondarono lo studio Holabird & Simonds per occuparsi di questo progetto. Nel 1881, Martin Roche, che aveva anch'egli lavorato nello studio di Jenney, si unì a loro come terzo socio. Nel 1883, lo studio fu rinominato Holabird & Roche dopo che Simonds lasciò per concentrarsi esclusivamente sul Graceland Cemetery e sul design paesaggistico.[2]

Insieme, contribuirono a molte innovazioni architettoniche dell'epoca, soprattutto in quello che oggi è conosciuto come lo stile della Scuola di Chicago. Progettarono diversi edifici influenti, tra cui il Marquette Building e il Gage Building. Quest'ultimo includeva una facciata progettata da Louis Sullivan ed è stato dichiarato un punto di riferimento architettonico di Chicago nel 1962.

Tomba di Holabird al Graceland Cemetery di Chicago.

William Holabird morì nel 1923, e Martin Roche nel 1927. Il figlio di Holabird, John, prese in mano lo studio insieme a John Wellborn Root Jr., e lo rinominarono Holabird & Root.

La sorella di William, Agnes Holabird Von Kurowsky, era la madre di Agnes von Kurowsky.[3] Sua figlia Mary era la moglie del generale William Mackey Cruikshank.

  1. ^ Robert Bruegmann, The Architects and the City: Holabird & Roche of Chicago, 1880-1918, Chicago, IL, The University of Chicago Press, 1997, p. 7, ISBN 978-0-2260-7695-9.
  2. ^ Julia Sniderman Bachrach, Midwestern Landscape Architecture, University of Illinois: Conservation Ethic in the Prairie Style, Urbana, IL, University of Illinois Press, 2000, pp. 85, 96, ISBN 978-0-2520-7214-7.
  3. ^ Ken Ringle, The Woman Behind Hemingway's 'Farewell', in Washington Post, September 17, 1989.

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