Sasha Waltz

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Sasha Alexandra Waltz

Sasha Alexandra Waltz (Karlsruhe, 8 marzo 1963) è una coreografa tedesca fondatrice della della compagnia di danza Sasha Waltz & Guests.

Coreografia di Sasha Waltz alla Staatsoper di Berlino nel 2006

Waltz è figlia di un architetto e di una curatrice. Dal 1983 al 1986, Waltz ha studiato alla School For New Dance Development di Amsterdam.

Tra il 1986 e il 1987, Waltz si è perfezionata a New York, lavorando come danzatrice per diversi artisti visivi, coreografie e musicisti.

Dal 1992 in poi Waltz è stata artista in residenza presso la Künstlerhaus Bethanien, sviluppando una serie di “dialoghi” in progetti interdisciplinari con altri artistii.[1] Un anno dopo, nel 1993, ha fondato la sua compagnia Sasha Waltz & Guests con Jochen Sandig. Nei 3 anni successivi hanno sviluppato la Trilogia del viaggio.

Insieme a Jochen Sandig, Waltz ha fondato la Sophiensæle nel centro di Berlino, un centro per lo sviluppo del teatro libero e della danza. Qui hanno sviluppato Allee der Kosmonauten (1996), Zweiland (1997) e Na Zemlje (1998), oltre al progetto Dialoge `99/I.[2]

Nel 1999, Waltz ha assunto la direzione artistica della Schaubühne am Lehniner Platz di Berlino insieme a Thomas Ostermeier, Jens Hillje e Jochen Sandig.

Nel 2008 le è stato assegnato il X Premio Europa per il teatro, a Salonicco.[3] Nel 2009 vince il Premio Roma dell'Accademia Tedesca Roma Villa Massimo.[4]

Nel 2016, il sindaco di Berlino Michael Müller ha annunciato che Waltz e Johannes Ohman sarebbero succeduti a Nacho Duato come direttori artistici congiunti del Staatsballett Berlin nel 2019.[5]

  1. ^ SW&G | Sasha Waltz & Guests, su sashawaltz.de. URL consultato il 1º dicembre 2021.
  2. ^ Waltz, Sasha Alexandra, su treccani.it. URL consultato il 17 novembre 2024.
  3. ^ XII Edizione, su Premio Europa per il Teatro. URL consultato il 2023.
  4. ^ Borsisti Villa Massimo, su villamassimo.de. URL consultato il 17 novembre 2024.
  5. ^ (EN) Roslyn Sulcas, 2 Nuovi volti per lo Staatsballett Berlin, quando Nacho Duato lascerà nel 2019, in The New York Times, 9 settembre 2016, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 25 luglio 2017.
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