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Laiazzo
Laiazzo, o anche Ajazzo o Lajazzo sono i nomi medievali della piccola città di Ayas, oggi Yumurtalık, che si trova nel distretto di Yumurtalık, nella Provincia di Adana, in Turchia, ad est della foce del fiume Pyramos, sul Golfo di Alessandretta.
In antichità si chiamava invece Ægea o Aegeae.
Ægea
[modifica | modifica wikitesto]Ægea, città portuale della Cilicia, è citata in Pausania, v. 21.11.
Sulle sue monete è chiamata Aigai come l'arcaica capitale della Macedonia.
La città è citata da Tacito nei suoi Annales XIII:8: Guerra tra Armenia/Roma ed Iberia/Partia.
Apollonio di Tiana iniziò i suoi studi ad Ægea nel I secolo, quando la città era al suo apice culturale.
La città di Ægea fu il luogo del martirio di san Talaleo (Talleleo) durante il regno di Numeriano (283-284)[1]; la Chiesa Ortodossa celebra la ricorrenza il 20 maggio.
Ad Ægea, dove probabilmente nacquero, i Santi Cosma e Damiano praticarono le loro leggendarie cure agli inizi del IV secolo.
Laiazzo
[modifica | modifica wikitesto]Laiazzo divenne un'importante città portuale del Regno Armeno di Cilicia nella seconda metà del XIII secolo quando, con la caduta di San Giovanni d'Acri e l'insabbiamento del porto di Tarso, divenne il centro degli scambi commerciali tra Occidente ed Oriente, beneficiando di buoni collegamenti verso est.
Marco Polo sbarcò qui per iniziare il suo viaggio verso la Cina nel 1271.
«... Ancora sappiate che sopra il mare è una villa ch'à nome Laias, la quale è di grande mercatantia; e quivi si sposa tutte le spezierie che vengono di là entro, e li mercatanti di Vinegia e di Genova e d'ogni parti quindi le levano, e li drappi di làe e tutte altre care cose. E tutti li mercatanti che voglio andare infra terra, prende via da questa villa.»
La battaglia di Laiazzo fu combattuta sul mare vicino alla città nel 1294 e si concluse con la vittoria della flotta genovese sui veneziani. Alcuni studiosi credono che Marco Polo sia stato preso prigioniero in questa occasione.
Il commercio veneziano
[modifica | modifica wikitesto]In seguito al divieto papale del 1322 imposto ai veneziani di commerciare con l'Egitto il commercio veneto si spostò nel porto cristiano di Laiazzo[2], dove gli arabi facevano affluire le proprie merci[3]. I re dell'Armenia accettavano questo stato di cose poiché gli introiti ricavati dai commerci permetteva loro di pagare al sultano dell'Egitto i tributi che ne garantivano l'indipendenza[4]. Il divieto papale a Venezia decadde nel 1344 e conseguentemente Laiazzo uscì dalle rotte commerciali.
Boccaccio cita questa città in Decameron, IV, 7.
Nel XIII e XIV secolo Laiazzo passò varie volte di mano tra armeni e Mamelucchi e fu definitivamente presa da questi ultimi nel 1347.
Sotto gli Ottomani fu un caza nell'eyalet di Adana.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ ENCICLOPEDIA DEI SANTI - San Talaleo (Talleleo)
- ^ Frederic C. Lane, Storia di Venezia, Edizioni Einaudi, 1978, Torino, pag. 98: "il solo porto continentale legalmente aperto ai cristiani era Laiazzo, che diventò subito la destinazione delle flotte veneziane dirette nell'Oltremare."
- ^ Frederic C. Lane, Storia di Venezia, Edizioni Einaudi, 1978, Torino, pag. 156: "Nonostante il divieto papale al commercio con l'Egitto, buona parte delle mercanzie che i veneziani caricavano a Laiazzo proveniva dalle terre mammelucche situate a sud..."
- ^ Ibidem: "I re dell'Armenia passavano questi introiti al sultano come tributo, per evitare la conquista egiziana"
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Encyclopædia of Islam, s.v. Ayas.
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