Chiesa di San Tomà
Chiesa di San Tomà | |
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Chiesa di San Tomà | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Località | Venezia |
Coordinate | 45°26′09.35″N 12°19′39.97″E |
Religione | cattolica |
Titolare | San Tommaso apostolo |
Patriarcato | Venezia |
Architetto | Baldassare Longhena, Giuseppe Sardi e Francesco Bognolo |
Stile architettonico | barocco |
Inizio costruzione | 973 |
Completamento | 1742 post |
La chiesa di San Tomà, veneziano per san Tommaso, è un edificio religioso di Venezia, situato nel sestiere di San Polo, in campo San Tomà, di fronte alla scoletta dei Calegheri.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa di San Tomà, fu all'inizio eretta sotto il titolo dei Santi Sergio e Bacco nel 973 con un annesso convento di suore probabilmente Benedettine.[1] Subì una prima ristrutturazione nel 1395. Nel 1538 fu ricostruita a tre navate, dedicata a San Tommaso e affidata al clero secolare divenendo parrocchiale.[1] Nel 1652, sulla base di un progetto iniziale forse di Baldassare Longhena ma realizzato da Giuseppe Sardi, fu costruita una nuova facciata.[2] Tra fine del Seicento e l'inizio del Settecento fu ornata sulla sommità con cinque statue. A partire dal 1742 si dovette demolire l'edificio pericolante che fu rifatto con una facciata stile classicheggiante dall'architetto Francesco Bognolo[2], riposizionando l'apparto scultoreo originale.
Nel 1810 la funzione di parrocchiale passò ai Frari e la chiesa rimase chiusa per alcuni anni, nel 1836 fu concessa ai Padri Conventuali che nel 1840 costruirono, affiancata al fondo della chiesa sulla destra una cappella a pianta ellittica destinata a raccogliere le reliquie delle chiese soppresse. Nel 1867 passò al demanio statale ma continuò ad essere accessibile come oratorio.[3]
Da molti anni la chiesa è chiusa al pubblico[4] in quanto utilizzata dal centro neocatecumenale diocesano del Patriarcato di Venezia.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Al culmine del timpano sulla facciata classicheggiante è il gruppo scultoreo dell'Incredulità di San Tommaso ed ai fianchi San Pietro e San Giacomo, tutte realizzate tra il 1696 ed il 1699 da Francesco Cabianca e ricollocate dopo la riedificazione.[5] Mentre sono state spostate nelle nuove nicchie le successive due statue attribuite a Paolo Callalo (1706/1707) che all'origine erano poste sopra gli estremi spigoli delle ali della chiesa.[6] Sopra la porta del lato destro è il sarcofago di Giovanni Priuli, residuo di un più grande monumento del 1375,[2] e murato sul lato sinistro è murata la grande lunetta ogivale rappresentante a bassorilievo una Madonna venerata da confratelli proveniente da un ignoto portale tardo medievale demolito.
L'interno è ad unica navata ed il soffitto è affrescato da Jacopo Guarana con il Martirio di san Tommaso all'interno delle quadrature di Giuseppe Moretti. Sul primo altare a destra è al pala della Madonna e Santi di Vincenzo Guarana e sul terzo la Visitazione della Vergine di Pietro Tantini (1792). Nel presbiterio troviamo alcune opere provenienti dalla struttura originaria: sull'altare maggiore la pala Incredulità di san Tommaso di Antonio Zanchi è affiancata dalle statue di San Pietro e San Tommaso opera di Gerolamo Campagna (1616). Sulla sinistra il secondo altare è quello che apparteneva alla vicina Scuola dei Calegheri: la pala San Marco guarisce il calzolaio Aniano è di Giovanni Fazioli (1789 o ante) e fu posta in sostituzione di un dipinto di Palma il Giovane.[2]
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Facciata: Paolo Callalo, San Marco, 1706-1707
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Facciata: Paolo Callalo, San Teodoro, 1706-1707
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Fianco esterno sinistro: bassorilievo con Madonna e confratelli in venerazione
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Fianco esterno destro: resti del monumento sepolcrale di Giovanni Priuli, 1375
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Il campanile mozzato
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- M. Brusegan, Le chiese di Venezia, Newton Compton, 2007, pp. 273-4.
- Giulio Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1963, p. 577.
- Gino Bortolan, Le chiese del Patriarcato di Venezia, Venezia, 1975, pp. 110-111.
- Umberto Franzoi e Dina Di Stefano, Le chiese di Venezia, Venezia, Alfieri, 1976, pp. 51, 54.
- Simone Guerriero, Paolo Callalo: un protagonista della scultura barocca a Venezia, in Saggi e Memorie di storia dell'arte, vol. 21, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 1997, pp. 33-83.
- Gastone Vio, Francesco Cabianca nella chiesa di S. Tomà in Venezia, in Arte Veneta, vol. 33, Venezia, Fondazione Giorgio Cini, 1979, pp. 166-167.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di San Tomà
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Chiesa di San Tomà, su Structurae.
- Chiesa di San Tomà, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 235226026 · GND (DE) 4601708-2 |
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