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Arnaldo Sertoli
Arnaldo Sertoli | |
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Deputato del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 20 aprile 1929 – 2 marzo 1939 |
Legislatura | XXVIII, XXIX |
Gruppo parlamentare | PNF |
Sito istituzionale | |
Consigliere nazionale del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 23 marzo 1939 – 2 luglio 1943 |
Legislatura | XXX |
Gruppo parlamentare | Corporazione di Zootecnia e pesca |
Podestà di Aosta | |
Durata mandato | 1943 – 1944 |
Predecessore | Luigi Ramallini |
Successore | Carlo Torrione |
Preside del Rettorato della Provincia di Sondrio | |
Durata mandato | 1929 - 1931 |
Predecessore | Emilio Bosatta |
Successore | Gerolamo Morelli |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Titolo di studio | dottore in scienze agrarie |
Professione | Sindacalista |
Arnaldo Sertoli (Napoli, 10 dicembre 1892 – Sondrio, 31 ottobre 1981) è stato un politico e sindacalista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]I primi anni
[modifica | modifica wikitesto]Discendente dal ramo di Delebio della dinastia nobiliare dei Sertoli, è stato sindaco e poi podestà della stessa città,[1][2] Già volontario di guerra, nel 1918 fu promosso tenente. Iscritto fin dal 1920 ai Fasci italiani di combattimento, nel marzo 1921 Sertoli fu tra i fondatori del Fascio di Morbegno[3], di cui Sertoli nel 1921 scala rapidamente i vertici diventando vice-federale della Provincia di Sondrio nonché principale esponente di Morbegno e della bassa Valtellina[4] Ben presto scoppiò il contrasto tra il sondriese Mario Lucchetti, federale e capofila della componente di sinistra legata all'anima populista, e Sertoli esponente di punta dell'ala di destra.[5] Entrato in contrasto col federale, Sertoli fu per breve tempo espulso dal partito nel 1923 insieme a diversi iscritti di Morbegno per essere poi reintegrato a seguito del commissariamento del PNF da parte del generale Attilio Terruzzi.[6] Uscito vincitore dallo scontro con Lucchetti, Sertoli divenne la figura di spicco del Fascio di Sondrio.[6] Nel 1923, fin dalla fondazione, Sertoli era entrato a far parte della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
L'Associazione Nazionale Alpini "Sezione Valtellinese"
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1928 Sertoli fu eletto presidente Associazione Nazionale Alpini della Valtellina che aveva sede a Sondrio, carica che conservò fino al 1936.[7] Sertoli assunse la guida dell'ANA valtellinese che negli anni precedenti era andata incontro ad una crisi che aveva portato allo scioglimento di alcune sezioni tra cui quella del capoluogo.[7] Il Presidente Nazionale dell'ANA Angelo Manaresi cercò di infondere un nuovo impulso all'associazione e in Valtellina Arnaldo Sertoli, nel frattempo eletto deputato, serrò le file degli iscritti ricomponendo la sezione di Sondrio. Nel 1930 a Schilpario, La sezione della Valtellina vinse il campionato ANA di sci del 1930 a Schilpario, del 1931 ad Asiago e del 1934 a Limone Piemonte. Nel 1936 ai IV Giochi olimpici invernali di Garmisch la squadra alpina guidata del capitano Enrico Silvestri e composta da Luigi Perenni, Sisto Scilligo e Stefano Sertorelli, ottennero l’oro olimpico nella disciplina Pattuglia militare. Mentre la sezione di Bormio ottennero ottimi risultati ai campionati di Bormio e l'anno seguente di Madesimo.[7]
Il sindacalismo
[modifica | modifica wikitesto]Sertoli guidò i sindacati fascisti della provincia di Sondrio come Segretario Generale occupandosi di migliorare le condizioni di vita dei contadini attraverso la Federazione degli Enti Autarchici[4] e fu membro della Commissione reale per l'amministrazione straordinaria della provincia, già vice preside del rettorato provinciale di Sondrio fu chiamato a presiederlo direttamente a seguito delle dimissioni di Emilio Bosatta dal 1929 al 1931.[2] Diventato deputato grazie all'attività sindacale, insieme a Eugenio Morelli (senatore della provincia di Sondrio) diede un forte impulso alla legislazione sociale creando degli organi mutualistici centrali per sviluppare della politica assistenziale e previdenziale.[4] Fu inoltre promotore di una provvedimento legislazione speciale che ridusse l’estimo catastale nella zone agrarie di montagna della Valtellina.[1]
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana e fu nominato podestà della città di Aosta.[1] Colonnello degli alpini, ha combattuto in entrambe le guerre mondiali.[2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— (Regio Decreto, 16 10 1934)[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Biografie degli amministratori | Provincia di Sondrio
- ^ https://www.archivio68sondrio.it/la-fondazione-dei-fasci-di-combattimento-a-sondrio-tirano-chia-venna-e-morbegno/
- ^ a b c https://www.archivio68sondrio.it/la-politica-del-regime-in-valtellina/
- ^ https://www.archivio68sondrio.it/la-marcia-su-roma-a-sondrio-2/
- ^ a b https://www.archivio68sondrio.it/lo-scioglimento-del-fascio-sondriese/
- ^ http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/view_doc.php?img=e-1934%20vol_2/e-1934%20vol_2_00000021.JPG
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sezione Valtellinese: i Presidenti dalla fondazione alpini, su anavaltellinese.it, http://www.anavaltellinese.it. URL consultato il 23 gennaio 2018.
- Deputati della XXVIII legislatura del Regno d'Italia
- Deputati della XXIX legislatura del Regno d'Italia
- Politici italiani del XX secolo
- Sindacalisti italiani
- Nati nel 1892
- Morti nel 1981
- Nati il 10 dicembre
- Morti il 31 ottobre
- Nati a Napoli
- Morti a Sondrio
- Sindaci di Aosta
- Consiglieri nazionali della Camera dei fasci e delle corporazioni
- Commendatori dell'Ordine della Corona d'Italia
- Ufficiali del Regio Esercito
- Ufficiali della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale
- Persone legate agli alpini