Kyung-wha Chung
Kyung-wha Chung (Seoul, 26 marzo 1948) è una violinista sudcoreana. È riconosciuta in tutto il mondo come una delle migliori violiniste della sua generazione.[senza fonte]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Kyung-wha Chung ha iniziato gli studi di pianoforte all’età di 4 anni e gli studi di violino all’età di 7 anni. Ha esordito a nove anni con la Seoul Philharmonic Orchestra. Con il passare del tempo ha vinto costantemente la maggior parte dei concorsi per violino in Corea. In quel periodo, con i suoi fratelli, Myung-wha Chung, violoncellista e Chung Myung-whun, pianista, si è esibita sia come solista che come parte di un ensemble. Quando i bambini divennero famosi in Corea, la madre di Chung sentì che il Sud Corea era un paese troppo piccolo per i suoi figli per promuovere la loro carriera musicale, e decise di trasferirsi in America.
All'età di tredici anni, è arrivata per la prima volta negli Stati Uniti. Ha frequentato la Juilliard School di New York, dove ha studiato con Ivan Galamian. In seguito, e già a carriera avviata, ha continuato a perfezionarsi in Europa con Joseph Szigeti.
Nel 1967, Chung e Pinchas Zukerman furono i vincitori congiunti del concorso internazionale “Leventritt Competition”[1], la prima volta per un risultato del genere nella storia del concorso. Questo premio ha avuto come conseguenza l’ingaggio per numerosi impegni in Nord America, come con la Chicago Symphony Orchestra e la New York Philharmonic.
Una grande opportunità per la sua carriera arrivò nel 1970 come sostituta di Itzhak Perlman, con la London Symphony Orchestra. Il successo di questo impegno è continuato con molte altre esibizioni nel Regno Unito. Ha avuto così inizio una brillante carriera di solista che, dopo il debutto a Londra, sotto la direzione di André Previn, l’ha portata a esibirsi nelle più importanti sale del mondo, suonando come solista con le più rinomate orchestre. Nel corso della sua carriera, Kyung Wha Chung si è esibita al fianco dei migliori direttori d'orchestra, tra cui Claudio Abbado, Daniel Barenboim, Charles Dutoit, Bernard Haitink, Riccardo Muti, Simon Rattle, Georg Solti e Klaus Tennstedt.
Chung è anche intensamente impegnata nell’attività discografica. Il suo repertorio è molto vasto ed è incentrato soprattutto sulla grande letteratura dell’800. Oltre all’attività come solista, Chung si dedica con assiduità alla frequentazione del repertorio cameristico; in quest’ambito merita di essere ricordata soprattutto per la collaborazione con la sorella Myung-wha Chung (violoncellista e insegnante presso la Korean National University of Arts di Seoul) e il fratello Chung Myung-whun (pianista), con i quali ha formato il “Chung Trio” che ha riscosso consensi in tutto il mondo. Il fratello Chung Myung-whun si è poi dedicato quasi esclusivamente all’attività direttoriale.
Nel 2005, una malattia causata da un infortunio la costrinsero a interrompere temporaneamente la sua carriera. Il suo ritorno più recente sulle scene internazionali è stato a Londra alla Royal Festival Hall nel dicembre 2014. Dal 1967 al 1985 ha usato lo Stradivari “Harrison” del 1693.[2] [3] [4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Boris Schwarz, South Korea, in Great Masters of the Violin: From Corelli and Vivaldi to Stern, Zukerman and Perlman, London, Robert Hale, 1983, pp. 616-619
- Henry Roth, Kyung-Wha Chung, in Violin Virtuosos, From Paganini to the 21st Century, California Classics Books, Los Angeles 1997, pp. 321-322
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Kyung-wha Chung, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Kyung-wha Chung, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Kyung-wha Chung, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Kyung-wha Chung, su IMDb, IMDb.com.
- Official website, su kyungwhachung.com. URL consultato il 17 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2019).
- “Si può suonare il violino anche con il pensiero”, su lastampa.it.
- Kyung-wha Chung: la mia Corea rinata dal canto, su avvenire.it.
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