Si alza il vento
Si alza il vento (風立ちぬ?, Kaze tachinu) è un film d'animazione del 2013 scritto e diretto da Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli, con Nippon Television, Dentsu, Hakuhodo DY Media Partners, Walt Disney Japan, Mitsubishi, KDDI e Toho, che l'ha anche distribuito[1].
È la trasposizione cinematografica dell'omonimo manga dello stesso Miyazaki, a sua volta vagamente ispirato all'omonimo romanzo di Tatsuo Hori. Si tratta di un'opera semi-biografica che rielabora in maniera fittizia un periodo della vita di Jirō Horikoshi (1903–1982), progettista e inventore del Mitsubishi A5M e del modello successivo Mitsubischi A6M "Zero", gli aerei da caccia usati dalla Marina imperiale giapponese durante la seconda guerra mondiale[2].
Durante una conferenza tenutasi il 6 settembre del 2013 a Musashino, Miyazaki lo definì il suo ultimo lungometraggio, considerando l'età avanzata come un impedimento a realizzarne altri[3]; tuttavia, nel 2017, egli decise di tornare sui suoi passi e di realizzare un nuovo lungometraggio, Il ragazzo e l'airone[4], completato nel 2023[5].
Uscito nelle sale giapponesi il 20 luglio 2013[6] e presentato in concorso alla 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia[7][8], Si alza il vento fu il più grande successo del 2013 al botteghino giapponese e venne acclamato dalla critica cinematografica mondiale[9]. Inoltre venne candidato a numerosi e prestigiosi riconoscimenti, come l'Oscar al miglior film d'animazione, il Golden Globe per il miglior film straniero e il premio della Japanese Academy nella categoria della Miglior animazione dell'anno[10].
Trama
[modifica | modifica wikitesto]«Le vent se lève!...
il faut tenter de vivre»
«Si alza il vento!...
bisogna tentare di vivere»
Nel Giappone del 1918, alla fine della Prima guerra mondiale, Jirō Horikoshi, un ragazzino di provincia, spera di diventare un pilota d'aereo, ma la sua miopia glielo impedisce. Ispirato da una rivista d'aviazione, Jirō sogna il famoso progettista d'aerei italiano Caproni, che gli fa capire quanto costruirli sia meglio che farli volare[12].
Cinque anni dopo, Jirō prende un treno diretto a Tokyo per studiare ingegneria e a bordo incontra una ragazza di nome Nahoko che viaggia con la domestica. Durante il viaggio, il devastante terremoto del Kanto del 1923 costringe il treno a fermarsi e semina distruzione tutto intorno, la domestica si rompe una gamba e Jirō corre in suo aiuto trasportandola in spalla vicino alla casa di famiglia di Nahoko; risolta l'emergenza, il ragazzo se ne va senza lasciar detto il suo nome[13].
Finiti gli studi, Jirō inizia a lavorare allo stabilimento della Mitsubishi e viene assegnato a un team di progettisti di aerei da caccia. Su mandato dell'azienda, si reca in Germania per acquisirne le tecniche di costruzione e per ottenere la licenza di produzione di uno Junkers G 38. Sogna ancora Caproni, che gli spiega quanto il mondo sia migliore grazie alla bellezza degli aerei, anche se gli esseri umani li usano come armi di distruzione[14].
Nel 1932 Jirō viene promosso a ingegnere capo per la progettazione del Mitsubishi 1MF10, un caccia monoplano imbarcato per la marina militare, ma il progetto fallisce miseramente. Deluso, visita un luogo di villeggiatura estiva e qui incontra di nuovo Nahoko. I due si fidanzano, ma la ragazza, che ha la tubercolosi, si rifiuta di sposarlo fino a quando non sarà guarita. Un turista tedesco, Hans Castorp, critico del regime nazista e della politica guerrafondaia giapponese, assiste alla storia d'amore dei due prima di scampare all'arresto da parte della polizia imperiale[15].
La malattia di Nahoko peggiora, provocandole un'emorragia ai polmoni. Jirō oltre alla preoccupazione per la salute della sua amata, deve fare i conti con la polizia segreta, che lo cerca perché entrato in contatto con Castorp. Il ragazzo viene quindi tenuto nascosto in casa del suo supervisore Kurokawa, mentre lavora al nuovo progetto per la marina. Nahoko per recuperare le forze si reca in un sanatorio, ma non riuscendo a stare lontano dal fidanzato, ritorna da lui. Gli ospitanti di Jirō, per consentire ai due di vivere sotto lo stesso tetto, organizzano quindi un matrimonio tradizionale. Sebbene la salute di Nahoko non migliori, lei e il neo sposo passano dei bei momenti insieme[15].
Finito il progetto, Jirō deve partire per recarsi al collaudo di uno dei suoi prototipi: il Ka-14, che sarebbe diventato il Mitsubishi A5M. Nahoko, rimasta sola in casa, sempre più debole a causa della malattia, decide di ritornare di nascosto al sanatorio per morirvi, lasciando delle lettere di addio al marito, ai familiari e agli amici. Al sito di collaudo, Jirō viene distratto dal suo successo da una raffica di vento: non lo sa ancora, ma Nahoko non c'è più[16].
Con l'entrata dell'Impero giapponese nella Seconda guerra mondiale nel 1941, Jirō in uno dei suoi sogni fa di nuovo visita a Caproni a cui dice quanto rimpianga che i suoi aerei siano stati usati in guerra. Caproni lo conforta, rispondendogli che comunque il sogno di Jirō di costruire un aereo bellissimo è stato realizzato: un gruppo di Zero sfreccia davanti ai due. Nahoko compare nel sogno ed esorta il marito a vivere[16].
Personaggi
[modifica | modifica wikitesto]- Jirō Horikoshi (堀越二郎?, Horikoshi Jirō): il protagonista del film, è appassionato di aerei fin dall'infanzia, studia ingegneria aeronautica all'Università Imperiale di Tokyo. Durante un viaggio in Germania con altri colleghi immagina il progetto di un aereo da caccia. Tornato in Giappone, è incaricato dalle autorità di creare un aereo per la marina militare, ma il progetto fallisce e per riprendersi dal fallimento si ritira in villeggiatura a Karuizawa, qui ritrova Nahoko, che aveva incontrato per la prima volta anni prima. Dimostrerà tutto il suo talento nella progettazione del prototipo Ka-14, che darà vita al caccia Mitsubishi A5M e in seguito, in qualità di ingegnere capo della Mitsubishi, svilupperà il famoso aereo da caccia Zero[12][17].
- Nahoko Satomi (里見菜穂子?, Satomi Nahoko): Jirō la incontra giovanissima in un treno per Tokyo. Dopo averla aiutata a raggiungere casa durante il terribile terremoto del Kantō, i loro cammini si separeranno, poi i due si ritroveranno a Karuizawa. Si confesseranno di essersi innamorati al loro primo incontro, il loro amore è però ostacolato dalla tubercolosi di Nahoko, che morirà poco tempo dopo il loro matrimonio improvvisato[16][17].
- Caproni (カプローニ?, Kapurōni): il personaggio è ispirato a Giovanni Battista Caproni, ingegnere aeronautico italiano e fondatore dell'azienda aeronautica Caproni. Jirō lo incontra diverse volte in sogno ed è per lui un'importante fonte d'ispirazione e d'incoraggiamento nei momenti difficili[12][17].
- Kirō Honjō (本庄 季郎?, Honjō Kirō): ingegnere aeronautico, amico e collega di lavoro di Jirō. I due si incontrano sui banchi dell'Università Imperiale di Tokyo. Lavora al prototipo Mitsubishi G3M, il primo bombardiere giapponese dell'era moderna[12].
- Kurokawa (黒川?): il capo di Jirō. Molto rigoroso sul lavoro, fin dall'inizio gli affida progetti molto difficili. Comprensivo verso Jirō, lo proteggerà dalla polizia speciale giapponese. Anche se disapprova l'amore tra Nahoko e Jirō, fa tutto il possibile per aiutarli e accetta di fare il testimone al loro matrimonio tradizionale, celebrato a casa sua[12].
- Castorp (カストルプ?, Kasutorupo): tedesco residente a Karuizawa. Per caso, alloggia nello stesso albergo di Jirō e Satomi e assiste quindi alla storia d'amore di Jirō e Nahoko. Disprezza i nazisti e la politica militarista giapponese. Il nome Hans Castorp era stato utilizzato dallo scrittore tedesco Thomas Mann per il protagonista del romanzo La montagna incantata[15][17].
- Satomi (里見?): padre di Nahoko. È lui che dirà a Jirō, durante una vacanza in montagna in cui si incontrano, della malattia di sua figlia[15].
- Kayo Horikoshi (堀越加代?, Horikoshi Kayo): sorella minore di Jirō. Da adulta diverrà medico e si renderà subito conto della gravità della malattia di Nahoko[15].
- Hattori (服部?): responsabile del gruppo di lavoro di Jirō, è lui che lo manda in Germania dopo il fallimento del primo progetto. Cosciente del talento di Jirō, ne raccomanda più volte il lavoro presso le autorità.
- Junkers: ingegnere meccanico tedesco, progettista di aerei e fondatore della società metallurgica Junkers & Co. Sviluppa il primo aereo interamente di metallo, lo Junkers J 1, nel 1915. Durante il loro viaggio in Germania, Jirō e Honjō lo incrociano per caso durante una visita a un hangar della sua società: permetterà ai due di visitare l'interno dei suoi aerei[15].
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Genesi del progetto
[modifica | modifica wikitesto]Da sempre appassionato di aerei e aviazione, Hayao Miyazaki cominciò a delineare una storia sulla vita di Jirō Horikoshi nel 2008, dopo il completamento di Ponyo sulla scogliera[18][19]. Il frutto delle sue ricerche si concretizzò in un breve manga, pubblicato a puntate sulla rivista mensile Model Graphix da aprile 2009 a gennaio 2010, per il cui titolo si rifece al romanzo di Tatsuo Hori, Kaze tachinu, a sua volta ispirato ad un passo del poema Le Cimetière marin di Paul Valéry, "Le vent se lève" (lett. "Si alza il vento")[20][21].
Inteso come un semplice diletto personale, Miyazaki non prevedeva di dare seguito alla cosa, ma, dopo aver letto il suo lavoro, il produttore Toshio Suzuki gli suggerì di trarne il suo prossimo lungometraggio d'animazione[21]. Inizialmente scettico all'idea che una storia che affrontava in maniera diretta un soggetto come la guerra fosse adatto ad un pubblico di bambini, per il quale avrebbe dovuto essere concepita l'animazione e target tradizionale delle opere dello Studio Ghibli, egli cedette infine all'insistenza del collega e, il 28 dicembre 2010, diede il via libera al progetto[22]. Parlando all'Asahi Shinbun nel 2013, affermò:[23]
«Me incluso, una generazione di giapponesi che è cresciuta in un certo periodo ha dei sentimenti molto complessi a proposito della seconda guerra mondiale, e lo "Zero" simboleggia la nostra psiche collettiva. Il Giappone è sceso in guerra per cieca arroganza, ha causato problemi in tutta l'Asia orientale e infine si è distrutto da solo. [...] Ma nonostante questa storia umiliante, lo Zero rappresentava una delle poche cose di cui noi giapponesi potevamo andare fieri. C'erano 322 caccia Zero allo scoppio della guerra. Erano una presenza veramente formidabile, così come i piloti che li guidavano. Fu il genio straordinario di Jirō Horikoshi, il progettista dello Zero, che lo rese l'aereo più avanzato del suo tempo.»
In un'altra intervista del 2011, Miyazaki aveva inoltre rivelato di essere stato ispirato, durante la realizzazione dell'opera, dalla lettura di una frase di Horikoshi: «Tutto quello che volevo fare era creare qualcosa di bello»[24].
Regia e sceneggiatura
[modifica | modifica wikitesto]Con l'anno nuovo Miyazaki iniziò immediatamente a realizzare lo storyboard[22]. Nella proposta di progetto avanzata allo Studio Ghibli, egli descrisse sommariamente le premesse del film e la trama generale: l'opera avrebbe descritto la società giapponese degli anni Trenta, seguendo un periodo della vita di Jirō, fino alla creazione del suo modello più rappresentativo, lo Zero, ponendo attenzione anche alla sua vicenda d'amore con Nahoko, una ragazza malata di tubercolosi (come la protagonista appunto del romanzo "Si alza il vento" di Tatsuo Hori) e ad alcuni suoi sogni nei quali ci sarebbe stato Caproni, «per aggiungere un po' di colore al racconto»[22]. La relazione amorosa è un elemento narrativo interamente fittizio (mentre la carriera di Horikoshi è più fedele alla realtà storica) e fu appositamente concepita affinché il lungometraggio non fosse soltanto focalizzato sulla realizzazione di un aereo da guerra, ma anche sulle aspirazioni e sui sentimenti del protagonista e sul tentativo di vivere la vita pienamente in tempi sconvolti da grandi conflitti bellici[26]. Il ricorso alla rappresentazione di scene oniriche permise inoltre a Miyazaki di superare la difficoltà di raffigurare i sentimenti del vero ingegnere giapponese, viste le scarse fonti lasciate al riguardo nei suoi scritti personali[27].
Il regista incontrò subito difficoltà con la sceneggiatura e lo storyboard ed il suo lavoro procedette molto lentamente. Era timoroso infatti che il film non avrebbe incontrato i gusti del pubblico e non intendeva ancora, in queste fasi iniziali, rinunciare all'interesse dei più piccoli[21][26]. Inoltre era la prima volta che si accostava alla creazione di una storia basata su un personaggio realmente esistito e con un arco narrativo che doveva coprire trent'anni di storia e che quindi era ben lontano dai soliti tre o quattro giorni in cui si esaurivano le vicende delle sue produzioni precedenti[22]. Il soggetto, tra l'altro, era particolarmente delicato (la vita di un progettista di un aereo da combattimento per l'esercito imperiale) e suscitò dissensi anche all'interno dello studio, tra chi non voleva passare per apologeta della guerra; anche Miyazaki era consapevole di questo problema, visto che da sempre la sua passione per gli aeroplani militari strideva con il suo pacifismo[21]. Il terremoto dell'11 marzo 2011, avvenuto a lavori già iniziati, pose il nuovo problema di quanto potesse essere indelicato, in quel momento, raffigurare nel film il sisma del Kantō del 1923[26].
Ad ottobre 2012 il grosso dello storyboard era completato, ma l'autore era ancora incerto su come far finire la storia. Egli sentiva infatti che il decollo dell'aereo non doveva per forza essere una conclusione soddisfacente e non riusciva a trovare un modo per descrivere efficacemente la reazione di Jirō nel vedere il suo sogno trasformato in strumento per uccidere. Questa sua indecisione si ripercosse sui disegni: aveva infatti chiesto agli animatori di disegnare l'ingegnere «con una faccia neutra e senza dargli troppi sentimenti», scatenando delle diffuse lamentele tra i collaboratori, che avevano difficoltà a seguire questa sua direttiva[26]. La visita di un'esposizione sulla lebbra e sulle condizioni di vita dei contagiati, i quali, seppur osteggiati e ammassati in lazzaretti, cercavano di vivere la propria vita dignitosamente, gli fece comprendere il valore di un'esistenza vissuta al completo[26]. Al di là delle circostanze storiche, capì quindi che Jirō doveva cercare di vivere anche nel suo tempo, dove la guerra non era una scelta per la gente, e riprese in mano una serie di tavole del primo progetto fallimentare del personaggio, accentuando il suo tratto e l'espressione per sottolineare la sua determinazione nell'andare avanti[26]. Infine fece separare i due protagonisti, con il ritorno al sanatorio di Nahoko, decidendosi per il finale definitivo, che, dal suo punto di vista, non doveva essere triste[26].
Design e scenografia
[modifica | modifica wikitesto]Più realista dei precedenti film di Miyazaki, Si alza il vento tenta di ricostruire e di mostrare sullo schermo il Giappone degli anni Venti e Trenta, un'epoca in cui si portavano ancora gli abiti tradizionali, si avevano maniere molto cerimoniali anche tra i membri di una stessa famiglia, e che era contraddistinta da grande povertà in un Paese ancora prevalentemente rurale e segnato dalle conseguenze della crisi economica del 1929[27]. Se Miyazaki poteva contare sui propri ricordi per quella che era la generazione dei suoi genitori, gli animatori dello studio dovettero lavorare molto intensamente per la ricostruzione storica, in quanto la società nipponica era molto cambiata e le tradizioni di quel periodo stavano andando rapidamente scomparendo. Venne ricercata ed assunta allora una donna che conoscesse ancora gli usi ed il modo appropriato di indossare un kimono, ripiegarlo e riporlo e questo lavoro di documentazione fu portato avanti anche grazie ad un gran numero di vecchie foto[28][29]. Come fonti d'ispirazione per «le dure condizioni in cui la società giapponese si è evoluta prima della guerra», il regista citò i film in bianco e nero di Yasujirō Ozu, Tomu Uchida e Mikio Naruse[28]. Tale stessa logica di realismo fu usata nella rappresentazione del tabagismo, altro tratto comune tra i giapponesi di quel decennio, soprattutto tra gli studenti[30].
Per ricreare l'abitazione dove vivono Jirō e Nahoko, Miyazaki si ispirò alla casa della famiglia Maeda, a Tamana nella prefettura di Kumamoto, dove visse l'apprezzato scrittore Sōseki Natsume (1867-1916), che visitò nel 2010, in occasione di un viaggio organizzato dallo Studio Ghibli per i suoi dipendenti[31]. Tra gli altri luoghi rappresentati nel film si riconoscono: la città di Tokyo, dove il giovane Jirō frequenta la facoltà di ingegneria aeronautica all'Università Imperiale; Fujioka, la città che gli ha dato i natali; la pianura del Kantō, teatro nel 1923 di un devastante terremoto in concomitanza con il primo incontro tra lui e Nahoko durante un viaggio in treno; Karuizawa, la cittadina dove i due si ritrovano dopo dieci anni dal loro primo incontro; la città tedesca di Dessau, presso cui si trovano gli stabilimenti Junkers, operanti nel settore aeronautico civile e militare; e Kakamigahara, presso la quale sorgono le fabbriche Mitsubishi nelle quali sono progettati e sviluppati gli aerei Mitsubishi A6M.
Gli aerei del film
[modifica | modifica wikitesto]Il film presenta una vasta gamma di aerei storici[32][33]:
Caproni Ca.36
Progettato da Caproni come bombardiere della prima guerra mondiale. Nel film: compare durante il primo sogno di Jirō e in una rivista di aeronautica in lingua inglese che viene data al giovane Jirō da un suo insegnante[34]. | |
Caproni Ca.40
Bombardiere usato alla fine della prima guerra mondiale[35]. Nel film: compare durante il primo sogno di Jirō[34]. | |
Caproni Ca.48
Caproni lo ricavò dalla serie 4, trasformandolo da aereo da guerra a aereo di linea[36]. Nel film: compare durante il primo sogno di Jirō[37]. | |
Caproni Ca.60 Transaereo
Aereo costruito da Caproni e concepito come idrovolante transatlantico adibito al trasporto di 100 passeggeri. Il 4 marzo 1921, nel secondo test di volo sul Lago Maggiore, raggiunse i 18 metri di altezza per poi cadere rovinosamente sul lago danneggiandosi irreparabilmente[36]. Nel film: compare durante il primo sogno di Jirō. Successivamente, compare anche in un flashback in cui Caproni testa l'aereo sul Lago Maggiore[37]. | |
Caproni Ca.90
Costruito nel 1929, era il più grande bombardiere dell'epoca[36]. Nel film: compare nel sogno che Jirō fa in Germania[37]. | |
Junkers G 38
Aereo di linea sviluppato dalla Junkers nei tardi anni Venti. Nel film: compare durante la visita di Jirō all'hangar della Junkers[38]. | |
Junkers F 13
Piccolo aereo adibito al trasporto passeggeri, costruito dalla Junkers, fu diffuso in più di 30 paesi[39]. Nel film: compare in un angolo, nella fabbrica della Junkers[40]. | |
Mitsubishi 1MF2
Testato il 13 giugno 1928, andò a pezzi, il collaudatore fu il primo pilota giapponese a salvarsi col paracadute[41]. Nel film: Hattori, Jirō e Kurokawa assistono al primo test di volo[42]. | |
Nakajima A1N
Caccia Imbarcato della Marina, prodotto dalla Nakajima, concorrente della Mitsubishi; sottoposto alla valutazione comparativa con i concorrenti, il modello A1N vinse la fornitura di 50 esemplari. Nel film: mentre sono a bordo di una portaerei, Jirō e Kurokawa lo vedono fallire il decollo e finire in mare[43]. | |
Mitsubishi B1M
Aerosilurante e bombardiere leggero in azione nella guerra di Shanghai del 1932 a Suzhou. Nel film: Jirō e Kurokawa vengono "innaffiati" per ben due volte dall'olio del motore di questo aereo[44]. | |
Mitsubishi 1MF10
Sviluppato dalla Mitsubishi, con monoscocca in duralluminio, nel luglio del 1933 in un volo di test andò distrutto, senza conseguenze per il pilota. Jirō Horikoshi, criticando il suo stesso operato, lo paragonò ad "un'anatra stordita". Nel film: Jirō assiste ad un test di volo, l'aereo decolla con successo da una pianura erbosa[45]. | |
Hanriot HD-14 Mitsubishi Army Type Ki 1.
Nel film: è il primo aereo che Jirō, appena assunto, vede in riparazione[32]. | |
Mitsubishi G1M
Bombardiere a lungo raggio, bimotore, ad ala media basato a terra, sviluppato dalla Mitsubishi nei primi anni Trenta e rimasto allo stadio di prototipo. A capo del progetto c'era Kiro Honjō[46]. Nel film: Jirō va a vedere l'aereo sviluppato da Honjō[47]. | |
Mitsubishi G3M
Attivo durante la seconda guerra sino-giapponese, bombardò molte città cinesi. Nel film: appare in una conversazione tra Jirō e Honjō, mentre bombarda delle città cinesi[32]. | |
Polikarpov I-15
Uno dei caccia più importanti della seconda guerra sino-giapponese, prodotto dall'Unione Sovietica, faceva parte della Forza Aerea della Repubblica di Cina. Nel film: appare durante la suddetta conversazione, prende di mira il serbatoio di uno degli aerei giapponesi, evidenziandone la mancanza del corazzamento anti-proiettile[32]. | |
Ka-14
Il 4 febbraio 1935 avviene il test che supera di gran lunga le aspettative della marina giapponese. Nelle sue memorie personali, Horikoshi scrisse che questo fu il suo progetto più soddisfacente. Nel film: mentre Nahoko lascia casa e ritorna per l'ultima volta al sanatorio, Jirō assiste al primo volo di test[48]. | |
Mitsubishi A6M
Progettato da Horikoshi e costruito dalla Mitsubishi, lo "Zero" entrò in guerra alla fine di luglio del 1940. Prima della fine del 1942, era considerato il più pericoloso tra gli aerei sul teatro di guerra del Pacifico. Nel film: ultimo sogno di Jirō e ultima sequenza[49]. | |
Nakajima G8N
Bombardiere quadrimotore prodotto dall’azienda giapponese Nakajima Hikōki[32] e usato dalla Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu[50]. Nel film: ultimo sogno di Jirō, nel cimitero degli aerei[32]. | |
Nakajima Ki-43
Monomotore da caccia tattico ad ala bassa prodotto dall'azienda giapponese Nakajima Hikōki KK dalla seconda parte degli anni trenta e noto anche come Hayabusa[51]. Nel film: ultimo sogno di Jirō, nel cimitero degli aerei[32]. |
Animazione
[modifica | modifica wikitesto]Il processo di animazione vero e proprio cominciò nel luglio 2011 e mobilitò un team di duecento persone, concludendosi nel giugno del 2013[21]. Il budget stanziato per il film venne stimato in 30 milioni di dollari[52] e per due ore di filmato furono necessarie circa 160.000 tavole, controllate personalmente una per una da Hayao Miyazaki[21]. A causa dell'età avanzata e della vista sempre più debole tuttavia, non poté dedicare le sue solite 12-14 ore giornaliere al lavoro, limitandosi a circa sette[53]. Grande cura fu riservata alle scene affollate, in modo che i personaggi della massa non fossero rappresentati come delle mere comparse di sottofondo, ma che si facesse intuire che dietro ognuno di loro ci fosse una vita; per questo una scena di pochi secondi richiese fino a un anno e tre mesi di tempo prima di vedere la luce[21].
Come per gli altri film dello Studio Ghibli, il lungometraggio venne realizzato ricorrendo in gran parte all'animazione tradizionale; la computer grafica è infatti presente in minima parte, unicamente per assemblare i disegni a mano o per corredarli[54]. Si ricorse inoltre a pochi effetti digitali per fare la neve, il movimento delle nuvole, o per evidenziare la distorsione della vista dovuta alla miopia di Jirō. In una sola sequenza invece si dovette ricorrere in modo più massiccio alla CGI: nella scena in cui Jirō e Nahoko camminano sotto la pioggia, che passa da intensa a più lieve, fino a fermarsi del tutto. Infatti con il disegno tradizionale (con il quale per rappresentare la pioggia si devono effettuare dei tagli nei fogli di rodovetro) si poneva il problema di non poter dare intensità diverse di precipitazione e di non poter sempre riutilizzare le tavole[54]. La tecnica del camera mapping, ovvero di proiettare scenari prearrangiati su intelaiature 3D, permise infine di rendere in modo efficace e poco dispendioso il senso di movimento (e questo si nota nelle scene in cui Jirō guarda il paesaggio dal treno o quando Kayo vede Nahoko andarsene attraverso i finestrini dell'autobus)[54].
Doppiaggio ed effetti sonori
[modifica | modifica wikitesto]La scelta del doppiatore per il ruolo di Horikoshi pose non pochi problemi al team di produzione: se da un lato si era infatti d'accordo sulle caratteristiche della voce del personaggio (Jirō è un uomo riservato, che parla spesso in tono neutro), dall'altro non si riusciva a trovare una voce adatta al ruolo[54]. Nel dicembre del 2012, dato che i tempi cominciavano a stringere, Suzuki propose a Miyazaki di fare un'audizione ad un regista di loro conoscenza, Hideaki Anno, perché, anche se non aveva esperienza nel mondo del doppiaggio, il suo modo di parlare e la sua personalità sembravano appropriate per il protagonista. Noto per le serie anime Nadia - Il mistero della pietra azzurra e soprattutto Neon Genesis Evangelion, egli era anche loro amico e vecchio animatore (fu uno degli animatori di Nausicaä della Valle del vento)[55]. Molto soddisfatto dalle prime audizioni, Miyazaki accettò e Anno divenne la voce del protagonista[54]:
«突然ある日、鈴木(敏夫)さんから「二郎の声をやってほしい」と電話がかかってきました。“まぁ無理だろう”と思いましたが、無理とはいえ宮さん(宮崎駿)から是非にということでしたし、まずはオーディションをして本当にいけるかどうか確認してみようということになりました。オーディションが終わると、しばらく見たことないくらいニコニコと満面の笑みの宮さんに「やって」と言われまして、“これはやるしかないんだろうな”と思ったのが正直なところです。»
«Un giorno ho ricevuto una telefonata da Toshio Suzuki che mi ha detto: "Vorremmo che tu fossi la voce di Jirō". All'inizio ho pensato che non sarei stato capace. Ma mi fu precisato che era stata una richiesta esplicita da parte di Hayao Miyazaki, allora abbiamo deciso di fare una prova, per vedere. Dopo l'audizione Miya-san è venuto verso di me, mi ha fatto un grande sorriso come non lo avevo visto fare da tempo e mi ha detto: "Voglio che sia tu a fare Jirō". Sapevo che non avrei più avuto scelta.»
Gli altri ruoli furono attribuiti più facilmente: Nahoko fu doppiata da Miori Takimoto, che aveva cominciato la sua carriera come cantante di un gruppo j-pop, prima di diventare attrice, mentre i personaggi secondari furono assegnati a collaboratori di lunga data dello Studio Ghibli (Kayo, la sorella di Jirō, fu doppiata da Mirai Shida, che aveva già prestato la sua voce ad Arrietty in Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento, e Hans Castorp da Steve Alpert, membro del dipartimento internazionale, le cui fattezze hanno ispirato anche il design del personaggio)[54].
Per la prima volta in un lungometraggio Ghibli, molti effetti sonori (tra gli altri, i rumori creati per i motori degli aerei, il fischio di una locomotiva, il rombo di un'automobile e quello del terremoto del 1923) vennero realizzati manipolando dei suoni emessi con la bocca[54]. Questa tecnica fu sperimentata da Miyazaki nel 2006 per il suo cortometraggio Yadosagashi destinato al Museo Ghibli[54]. Miyazaki insistette che la registrazione audio fosse ripresa in mono anziché in stereo. La scelta, se da una parte limitava la possibilità di stratificare il sonoro (come dialoghi, effetti ambientali e musica), dall'altra permise al regista di far risaltare i suoni che reputava più importanti per la storia[57].
Colonna sonora
[modifica | modifica wikitesto]Joe Hisaishi realizzò la colonna sonora di Si alza il vento, alla sua decima collaborazione con Hayao Miyazaki[58], ed eseguita dall'Orchestra Sinfonica Giapponese Yomiuri. La prima pubblicazione venne curata dalla Tokuma Japan Communications, facendola uscire su CD a metà luglio 2013[59].
La canzone Hikōki-gumo (ひこうき雲?), posta ai titoli di coda, è invece della cantautrice e pianista Yumi Arai, che la scrisse nel 1973, a sedici anni, dopo la morte prematura di una sua compagna di scuola[60]. Il produttore Toshio Suzuki la sentì in With Love of Japan, and Yuming, una raccolta celebrativa per i quarant'anni di carriera della cantante[61], e ne rimase talmente colpito che la consigliò a Miyazaki nel dicembre 2012, in quanto avvertiva che il testo in qualche modo rispecchiasse la storia del suo film[62]. E così, durante la presentazione dell'edizione in Blu-ray di Kiki - Consegne a domicilio, venne chiesto direttamente alla compositrice di poterla usare[61]. Lei accettò, proprio sul palco, e poco tempo dopo decise di ri-registrarla[58].
Si intitola poi Das gibt's nur einmal (in italiano: Accade soltanto una volta) la canzone tedesca eseguita al pianoforte da Hans Castorp, nell'Hotel Kusakaru. La musica fu composta da Werner Richard Heymann per il film Il congresso si diverte (Der Kongreß tanzt) del 1931, su testo di Robert Gilbert[63].
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]Si alza il vento è uscito nelle sale giapponesi il 20 luglio 2013 e, secondo i programmi dello Studio Ghibli, avrebbe dovuto essere distribuito contemporaneamente a La storia della Principessa Splendente, diretto da Isao Takahata[64], così come era avvenuto esattamente 25 anni prima con l'uscita contemporanea di Il mio vicino Totoro e Una tomba per le lucciole, il 20 luglio 1988[64]. Ritardi nella produzione però posticiparono l'uscita nelle sale del secondo lungometraggio, che fu infine presentato il 23 novembre[65]. In seguito all'annuncio del ritiro dalle scene di Miyazaki, il film venne riproposto per due settimane, dal 22 febbraio al 7 marzo 2014, in sei sale giapponesi[66].
La Walt Disney Studios Motion Pictures confermò la distribuzione della pellicola negli Stati Uniti tramite la Touchstone Pictures[67]. L'adattamento venne curato dal responsabile al doppiaggio Gary Rydstrom e, come consuetudine per le edizioni nordamericane delle opere dello studio, presenta un cast di attori noti nel mondo dello spettacolo: Joseph Gordon-Levitt (nei panni di Jirō), Emily Blunt (come Nahoko), John Krasinski (nel ruolo di Honjo, collega e amico di Jirō), Werner Herzog (come Castorp) e, tra gli altri, Martin Short, Stanley Tucci ed Elijah Wood[68][69]. Intitolato The Wind Rises, venne proiettato il 21 febbraio 2014 nelle sale di alcune città selezionate ed il 28 febbraio in maniera più diffusa in tutto il Paese[70]. In Australia i diritti per la sua distribuzione furono acquistati da Madman Entertainment che lo fece uscire il 27 febbraio 2014, dopo due anteprime (una il 19 febbraio a Sydney e l'altra il giorno dopo a Melbourne)[71].
In Europa infine il lungometraggio arrivò sempre nel 2014 per merito di una collaborazione tra il distributore Wild Bunch e lo Studio Ghibli[72], tranne in Francia, dove venne distribuito il 22 gennaio dalla Disney[73]. In Spagna la Vértigo Films ne aveva annunciato l'uscita nel dicembre 2013 con il titolo di Se levanta el viento, salvo cambiarne poi il nome in El viento se levanta nell'aprile successivo, prima dell'uscita cinematografica il 25 aprile 2014[74][75]. Nel Regno Unito il film venne rilasciato da StudioCanal il 9 maggio[76]. In Italia il lungometraggio si chiamò Si alza il vento ed uscì al cinema il 13 settembre con una tenitura di soli quattro giorni[77], distribuito dalla Lucky Red.
Data di uscita
[modifica | modifica wikitesto]Le date di uscita cinematografiche internazionali furono[78][79]:
- 20 luglio 2013 in Giappone (風立ちぬ Kaze tachinu)
- 5 settembre in Corea del Sud (바람이 분다)
- 18 settembre a Taiwan (風起)
- 19 dicembre a Hong Kong (風起了)
- 22 gennaio 2014 in Francia, Belgio francofono e Svizzera francofona (Le vent se lève)
- 20 febbraio in Russia (Ветер крепчает)
- 21 febbraio negli Stati Uniti in distribuzione limitata e il 28 febbraio in tutto il paese (The Wind Rises)
- 28 febbraio in Brasile (Vidas ao Vento)
- 5 marzo in Belgio fiammingo (The Wind Rises)
- 6 marzo in Nuova Zelanda (The Wind Rises)
- 14 marzo in Turchia (Rüzgar Yükseliyor)
- 20 marzo a Singapore (起风了)
- 28 marzo in Norvegia (Vinden stiger)
- 4 aprile in Finlandia (Tuuli nousee) e Svezia (Det blåser upp en vind)
- 16 aprile in Danimarca (Når vinden rejser sig)
- 25 aprile in Spagna (Se levanta el viento)
- 1º maggio nei Paesi Bassi (The Wind Rises)
- 9 maggio nel Regno Unito e in Irlanda (The Wind Rises)
- 16 maggio in Estonia
- 19 giugno in Ungheria (Szél támad) e Kuwait
- 17 luglio in Germania (Wie der Wind sich hebt)
- 24 luglio in Israele (Ha'rouakh ha'ola) e Messico (Se levanta el viento)
- 29 agosto in Austria (Wie der Wind sich hebt) e Polonia (Zrywa się wiatr)
- 13 settembre in Italia (Si alza il vento)
- 19 marzo 2015 in Portogallo (As Asas do Vento)[80]
- 16 aprile in Argentina (Se levanta el viento)
- 24 ottobre 2017 in Cile (Se levanta el viento)
Divieti
[modifica | modifica wikitesto]Le commissioni di censura di alcuni Paesi stabilirono alcune limitazioni per la visione della pellicola[81][82]:
- Argentina: Atp (DVD rating)
- Australia: PG
- Brasile: 12
- Canada: PG (Alberta/Manitoba/Nuova Scozia/Ontario)
- Canada: G (Columbia Britannica)
- Cile: TE (2015, film festival rating)
- Corea del Sud: All
- Repubblica Ceca: 12
- Regno Unito: PG
- Filippine: PG-13
- Francia: Tous publics
- Germania: 6
- Hong Kong: I
- Italia: T
- Irlanda: PG
- Giappone: G
- Malaysia: P13
- Messico: A
- Paesi Bassi: 6
- Nuova Zelanda: PG
- Norvegia: 7
- Portogallo: M/12
- Russia: 12+
- Singapore: PG
- Spagna: 7
- Svezia: 7
- Svizzera: 8
- U.S.A.: PG-13 (#48762)
- Ucraina: ZA
- Ungheria: 12
Edizione italiana
[modifica | modifica wikitesto]I diritti per l'adattamento italiano vennero acquisiti dalla Lucky Red, che aveva già distribuito gran parte dei film prodotti dallo Studio Ghibli. L'opera uscì in anteprima nazionale alla 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia il 1º settembre 2013 in versione sottotitolata in inglese e italiano. Per l'edizione uscita nei cinema italiani il 13 settembre 2014, la traduzione dal giapponese fu eseguita da Elisa Sato Nardoni, mentre Gualtiero Cannarsi curò l'adattamento ai dialoghi e diresse il doppiaggio[83]. Questi spiegò, in un'intervista di Gabriele Niola per il webzine Badtaste, che il testo si era presentato molto complesso da tradurre per via dei molti tecnicismi, soprattutto aeronautici, che lo connotavano. Per esempio «[...] una parola semplice come 桁 (keta) non è che significhi schiettamente “longherone”. Anzi, nessun dizionario né giapponese-italiano, né giapponese-inglese e neppure giapponese monolingua ne riporta quell'accezione: è troppo tecnica. Normalmente, 桁 (keta) significa: “colonna, raggio, misura, decina (colonna d’ordine decimale), ordine di grandezza” e altro ancora. Quindi, come si fa a capire che se parliamo di progettazione aeronautica si tratta specificamente di un “longherone”, termine che la persona comune (come me) non ha forse mai sentito? [...]» Si rese pertanto necessaria una ricerca a livello linguistico e semantico di numerosi termini, che inoltre variavano nella sfumatura di significato a seconda del registro linguistico del personaggio che li pronunciava[84].
Edizioni home video
[modifica | modifica wikitesto]In Giappone il film venne distribuito da Walt Disney Animation Japan il 18 giugno 2014 in DVD (due dischi) e Blu-Ray Disc (disco singolo). L'edizione in DVD contiene tracce audio e sottotitoli in giapponese e inglese, oltre ad alcuni extra come storyboard, trailer, un videoclip di Hikouki-gumo e video promozionali. Il Blu-ray presenta invece, in aggiunta, audio e sottotitoli in francese, russo, coreano, cantonese e mandarino, una registrazione audio della sceneggiatura e la conferenza stampa di addio alle scene del regista Miyazaki[85][86]. Entrambe le versioni, alla prima tiratura, contenevano una cartolina in tema con l'opera ed un aeroplanino di carta[87]. Il lungometraggio venne inserito nei cofanetti DVD e Blu-ray contenenti tutte le opere di Hayao Miyazaki e distribuiti in Giappone il 2 luglio 2014 da Walt Disney Studio Home Entertainment[88]. Il 2 dicembre dello stesso anno la Warner Home Video, per conto della Lucky Red, lo pubblicò in Italia, sempre nei due formati[89].
Nel 2015 Si alza il vento fu il quinto film più comprato in home video nel Regno Unito, il terzo per quanto concerne le produzioni asiatiche (sotto The Raid 2: Berandal e La storia della Principessa Splendente)[90]. Sebbene i diritti di distribuzione in Nord America fossero scaduti a partire dal 2017, la Walt Disney Studios Home Entertainment continuò ad occuparsi della diffusione del film fino al 22 settembre 2020, quando GKIDS lo pubblicò in DVD e Blu-ray attraverso Shout! Factory[91]. Ad aprile 2022, le vendite di queste edizioni fisiche toccarono sul suolo statunitense i 9 milioni di dollari[92].
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Incassi
[modifica | modifica wikitesto]Si alza il vento debuttò in Giappone in 454 sale cinematografiche, attirando circa 750.000 spettatori e guadagnando circa un miliardo di yen nel weekend di apertura[93]. Rimase in cima alle classifiche del botteghino per otto settimane consecutive[94]. Con 12 miliardi di yen di ricavi, è la produzione di maggior incasso in patria del 2013, surclassando altri blockbuster quali One Piece Film: Z, Doraemon: Nobita no himitsu dōgu museum e Meitantei Conan - Zekkai no private eye[95][96][97].
Anche a livello internazionale ottenne un buon riscontro. Negli Stati Uniti, dopo un'apertura limitata a 21 sale, nel secondo fine settimana la trasmissione venne ampliata ad altre 496 in tutto il Paese, rimanendo in programmazione per tredici settimane e generando introiti per 5,2 milioni di dollari[98]. Secondo i dati di Box Office Mojo, gli Stati in cui il film ha incassato di più in apertura sono la Francia (5446333 $), Hong Kong (1886354 $), il Regno Unito (1210181 $) e l'Italia (676464 $)[99]. Il sito Cineblog.it inoltre riporta che durante i quattro giorni di programmazione italiani racimolò quasi un milione di euro[100].
Critica
[modifica | modifica wikitesto]Il film venne accolto in modo molto positivo dai critici cinematografici. Infatti il sito aggregatore Rotten Tomatoes indica che l'88% delle 172 recensioni registrate sono positive, con un voto medio di 7.88/10 e con il seguente consenso: «Si alza il vento è un canto del cigno giustamente agrodolce per il regista Hayao Miyazaki»[9]; Metacritic lo valuta con un punteggio di 83/100 basato su 41 valutazioni, risultante in un' "acclamazione universale"[101].
David Ehrlich di IndieWire, conferendogli un voto di 9,7/10, lo definì «forse il miglior film di animazione mai realizzato», aggiungendo: «Sebbene l'inizio del film sia discordante, le deviazioni non apologetiche di Miyazaki dalla realtà dei fatti aiutano Si alza il vento a oltrepassare la linearità della sua struttura scontata, il film si rivela quindi essere meno biografico e piuttosto un irresistibile e sincero lamento per la corruzione della bellezza, e di come dev'essere inevitabilmente commovente la risposta umana a quella perdita. I film di Miyazaki sono spesso ossessionati dall'assenza, il valore delle cose che ci lasciamo indietro e di come i fantasmi di cose bellissime siano ricercati dentro i nostri ricordi come le ombre di un fallout nucleare, e Si alza il vento "ricorda" come solo un capolavoro finale può fare»[102].
Il Japan Times gli diede 31⁄2 stelle su 5, descrivendolo come «una sontuosa celebrazione visiva di un autentico Giappone prebellico»[103]. In una recensione per l'Asia-Pacific Journal: Japan Focus, Matthew Penney scrisse: «Quel che Miyazaki offre è uno sguardo stratificato di come la passione per il volo di Horikoshi sia stata resa prigioniera dal capitale e dal militarismo», e «(il film) è una delle visioni più ambiziose e stimolanti di Miyazaki oltre ad essere uno dei suoi progetti visivi più belli»[104].
Gabriele Niola su MYmovies.it gli conferì 4 stelle su 5, trovandolo «un film il cui linguaggio e la cui grammatica audiovisiva ricordano più la messa in scena dal vivo che quella animata». Del regista ebbe a dire: «Miyazaki torna a descrivere le emozioni più elevate, a raccontare lo splendore di essere vivi in questo pianeta, unito all'esigenza di continuare a vivere nonostante tutto (...), utilizzando uno stile che rifiuta il tratto grosso e si ostina a dimostrare come si possano toccare le corde più profonde e stimolare gli stordimenti emotivi più vertiginosi attraverso lo stile più delicato e sottile possibile»[105]. Anche Federica Lippi di Fumettologica lo elogiò, scrivendo che «il film è calibrato perfettamente, come se il regolo calcolatore continuamente utilizzato dal protagonista misurasse le proporzioni non solo degli aerei che disegna ma anche della sua vita, e in qualche modo dell’andamento del film stesso»[106]. Infine Marco Lucio Papaleo, nella sua recensione per il webzine Everyeye.it, gli assegnò 9/10, definendolo «il testamento spirituale e artistico di Hayao Miyazaki: uno spaccato storico e umano di rara profondità.»[107].
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]Il film uscì in Giappone in un contesto sociopolitico che favorì alcune controversie riguardo l'interpretazione della figura di Jirō Horikoshi, considerato anche il fatto che il personaggio nell'opera ha una visione pacifista[108][109]. In quel momento il dibattito politico era infatti incentrato sulla proposta dei liberal democratici di Shinzō Abe di rivedere l'articolo 9 della Costituzione, per permettere la rimilitarizzazione del Paese[108].
I nazionalisti furono particolarmente irritati da un articolo scritto dallo stesso Miyazaki a ridosso dell'uscita del film, in cui criticava fortemente la riforma e la destra giapponese in generale[108][109][110]. In un'intervista all'Asahi Shinbun, il regista affermò di avere «sentimenti molto complicati» riguardo alla seconda guerra mondiale, dato che, da pacifista, sentiva come il Giappone militarista avesse agito con «insensata arroganza»; tuttavia, disse anche che lo Zero «rappresentava una delle poche cose di cui noi giapponesi possiamo andare fieri - (Gli zero) erano una presenza davvero straordinaria, così come i piloti che ci volavano»[108].
Inoltre, secondo un'organizzazione anti-tabacco nipponica il tabagismo dei personaggi appariva eccessivo e non essenziale ai fini della narrazione e parte del pubblico sudcoreano fece notare che tra gli operai che assemblavano gli aerei vi erano prigionieri di guerra provenienti dalla penisola coreana[108]. Ciononostante, tali critiche non pregiudicarono il successo commerciale dell'opera[110].
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- 2014 – Premio Oscar[111][112][113]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2014 - Golden Globe[114][115]
- Candidatura come miglior film straniero
- 2013 – Alliance of Women Film Journalists[116]
- Miglior film d'animazione
- 2014 – Annie Award[117][118][119]
- Miglior sceneggiatura di un film a Hayao Miyazaki
- Candidatura come miglior film d'animazione
- Candidatura come miglior animazione dei personaggi in un film a Kitarō Kōsaka
- 2013 – Asia Pacific Screen Awards[120]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – Boston Online Film Critics Association[121]
- Miglior film d'animazione (insieme a Frozen)
- 2013 – Boston Society of Film Critics[122]
- Miglior film d'animazione
- 2013 – Chicago Film Critics Association[123]
- Miglior film d'animazione
- Candidatura come miglior film straniero
- 2014 – Critics' Choice Movie Award[124]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – Dallas-Fort Worth Film Critics Association[125]
- Candidatura come miglior film straniero
- 2014 – Denver Film Critics Society[126][127]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – Florida Film Critics Circle[128]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2014 – Georgia Film Critics Association[129]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – Houston Film Critics Society[130]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2014 – IGN's Best of 2013 Awards[131]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – Indiana Film Critics Association[132]
- Miglior film d'animazione
- 2014 – International Cinephile Society[133]
- Miglior film d'animazione
- 2014 – Iowa Film Critics[134]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2014 – Awards of the Japanese Academy[135][136]
- Miglior film d'animazione dell'anno
- Miglior colonna sonora a Joe Hisaishi
- 2013 – Las Vegas Film Critics Society[10]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – Los Angeles Film Critics Association[137]
- Candidatura come miglior film di animazione
- 2013 – Mill Valley Film Festival[138]
- Audience Favorite – Animazione
- 2013 – National Board of Review of Motion Pictures[139]
- 2013 – New York Film Critics Circle Awards[140]
- Miglior film d'animazione
- 2013 – New York Film Critics Online[141]
- Miglior film d'animazione
- 2013 – New York Film Festival[10]
- Candidatura al Grand Marnier Fellowship Award per il miglior film
- 2013 – Online Film Critics Society[142]
- Miglior film d'animazione
- Candidatura come miglior film non in lingua inglese
- Candidatura come miglior regista a Hayao Miyazaki
- Candidatura come miglior sceneggiatura non originale a Hayao Miyazaki
- Candidatura come miglior fotografia a Atsushi Okui
- 2013 – Phoenix Film Critics Society[143]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – San Diego Film Critics Society Awards[144]
- Miglior film d'animazione
- 2013 – San Francisco Film Critics Circle[145]
- Miglior film d'animazione
- 2013 – Festival internazionale del cinema di San Sebastián[10]
- Candidatura all'Audience Award
- 2013 – St. Louis Film Critics Association Awards[146]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2014 – Satellite Award[147]
- Miglior film d'animazione o a tecnica mista
- 2013 – Southeastern Film Critics Association[148]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – Toronto Film Critics Association[149][150]
- Miglior film d'animazione
- 2013 – Toronto International Film Festival[10]
- Candidatura al People's Choice Award per il miglior film drammatico
- 2013 – Utah Film Critics Association[151]
- Miglior film d'animazione (insieme a La collina dei papaveri)
- 2013 – Mostra internazionale d'arte cinematografica
- Candidatura come Leone d'oro
- 2013 – Washington D.C. Area Film Critics Association[152]
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2013 – Women Film Critics Circle[153]
- Miglior film per la famiglia
- Candidatura come miglior film d'animazione
- 2015 – Saturn Award[154]
- Candidatura come miglior film di animazione
Citazioni letterarie
[modifica | modifica wikitesto]Il titolo Kaze tachinu è un omaggio ai primi versi della poesia Le cimetière marin di Paul Valéry, che hanno dato il titolo anche al romanzo Si alza il vento (風立ちぬ?, Kaze tachinu) di Tatsuo Hori. A causa di un errore di traduzione tuttavia vennero a suo tempo male interpretati dallo scrittore, che li intese in senso negativo: «Si alza il vento!... e dovremmo forse cercare di vivere?». Lo Studio Ghibli con il film di Miyazaki ha ripristinato il loro senso positivo originale[155][156].
In tre scene (nella sala riunioni della Mitsubishi, e per due volte nell'ingresso della casa del Signor Kurokawa, il diretto superiore di Jirō) si legge bene in evidenza una sentenza scritta con la calligrafia del poeta e monaco Zen Ryōkan Taigu (良寛大愚?, Ryōkan Taigu), che recita «Tenjō taifū» (天上大風?), letteralmente «Sopra il cielo il grande vento», tradotta nei sottotitoli italiani con «Grande vento nell'alto dei cieli». Ryōkan è uno dei massimi poeti e maestri spirituali del Giappone; dal punto di vista letterario basti citarne l'elevata considerazione da parte di Yasunari Kawabata, che lo ringraziò nel suo discorso di accettazione del premio Nobel nel 1968[157].
Un ulteriore tributo può ritrovarsi nella scena finale del film, in cui Jirō cammina tra i resti degli aerei distrutti (quasi personificati), in una sterminata pianura erbosa. In questo caso il rinvio è agli ultimi versi dettati da Ryōkan, in punto di morte, che recitano: «Come rugiada / sui fili d'erba / di Musashino / così scompare / la nostra vita»[N 2][158].
La parte di storia del lungometraggio legata al rapporto tra i due protagonisti è interamente basata sull'omonimo romanzo del 1936-37 scritto da Tatsuo Hori. Nel libro si parla di una donna senza nome che combatte la tubercolosi in un sanatorio di montagna (una forte componente autobiografica dato che Tatsuo Hori soffrì di tubercolosi). Il nome Nahoko è un omaggio alla protagonista di un altro celebre scritto del medesimo autore, Nahoko (菜穂子?, 1941), narrato in prima persona da un uomo il cui nome non viene mai menzionato[21].
Molti aspetti della parte centrale dell'anime inoltre, ambientata nell'albergo montano, richiamano il romanzo La montagna incantata di Thomas Mann: in primo luogo il personaggio di Hans Castorp ha lo stesso nome del protagonista del libro e lo stesso cita esplicitamente quest'ultimo in una battuta, notando e sottolineando le somiglianze tra l'albergo dove lui e Horikoshi soggiornano ed il Berghof dell'opera letteraria e come entrambi influenzino la vita di coloro che vi trascorrono le vacanze. Inoltre il sanatorio dove Nahoko si ricovera per guarire dalla tubercolosi assomiglia, oltre al già citato Berghof, anche alla residenza descritta sempre da Mann nel romanzo breve Tristano[17].
Influenza culturale
[modifica | modifica wikitesto]Si alza il vento descrive con precisione la società giapponese degli anni Venti e Trenta: in una scena Jirō offre a tre bambini affamati un dolce, chiamato "Siberia", formato da due fette di castella (カステラ?, kasutera, pan di Spagna fatto con uova, zucchero e farina) che racchiudono dello yōkan (composto gelatinoso di pasta di fagioli rossi, agar agar e zucchero). Molto popolare prima della seconda guerra mondiale, andò via via scomparendo a partire dagli anni sessanta. Al momento dell'uscita del film in Giappone, infatti, non era più in commercio. Però, proprio questa sua apparizione nella pellicola risvegliò la curiosità e la voglia nel pubblico e le poche panetterie che lo producevano videro un aumento esponenziale delle vendite, in particolare tra le donne anziane che lo avevano consumato all'epoca[159].
L'anime suscitò anche l'interesse per i luoghi raffigurati, come la fabbrica della birra Kabuto di Handa, nella prefettura di Aichi, costruita in mattoni rossi e considerata patrimonio culturale importante inaccessibile al pubblico: l'afflusso di visitatori, che avevano visto l'opera di Miyazaki, spinse le autorità locali a intraprendere dei lavori di restauro per poter consentire una migliore accoglienza all'area[160]. Anche Villa Maeda, la casa che è stata presa a modello per la dimora in cui abitano Nahoko e Jirō, beneficiò del lungometraggio e vide aumentare considerevolmente l'afflusso di turisti[31].
Merchandising
[modifica | modifica wikitesto]Come per i suoi precedenti lavori, lo Studio Ghibli, all'uscita di Si alza il vento, immise sul mercato diversi prodotti di merchandise ad esso legati: molte pubblicazioni in giapponese, che riportano la trama o parlano delle diverse tappe della creazione dell'opera, un manga in due volumi, edito nell'agosto del 2013 da Tokuma Shoten, che riprende le immagini e i dialoghi[161], un libro illustrato a copertina rigida, dello stesso editore, che racconta la storia utilizzando la sceneggiatura e fotogrammi di alcune sequenze[162], e così via. Nello stesso periodo del fumetto, venne edita dalla Kakokawa Shoten una Guida visuale al film, contenente, oltre alla trama, le interviste con il produttore Toshio Suzuki e l'attrice Miori Takimoto[161]. The Art of The Wind Rises è invece una raccolta di ricerche, schizzi, storyboard, dietro le quinte della produzione, interviste allo staff, foto e la sceneggiatura completa in giapponese; curato sempre da Tokuma Shoten, è stato stampato su carta lucida ad alta qualità e messo sul mercato il 24 luglio 2013[163]. Tra i prodotti più curiosi legati al film e in vendita al Museo Ghibli c'è la perfetta riproduzione degli occhiali indossati dal protagonista, creati su richiesta dello studio da un'azienda di Sabae[164].
Documentari
[modifica | modifica wikitesto]Durante il periodo di produzione, una troupe della NHK filmò il lavoro del team allo Studio Ghibli e ne trasse un documentario di due ore sulla realizzazione di Si alza il vento. Intitolato 'Kaze tachinu' 1000 nichi no kiroku / Intai sengen shirare zaru monogatari (「風立ちぬ」1000日の記録/引退宣言 知られざる物語? lett. "Documentario sui 1000 giorni di "Si alza il vento" / La storia e una dichiarazione di pensionamento sconosciuta"), venne mandato in onda come speciale dal canale televisivo il 26 agosto 2013[26] e distribuito in Blu-ray dal 27 giugno 2014[165]. Nello stesso periodo, Mami Nusada realizzò un altro docufilm, Il regno dei sogni e della follia (夢と狂気の王国?, Yume to kyōki no ōkoku), che invece tratta delle ultime fasi lavorative del progetto. Uscito nelle sale giapponesi il 16 novembre 2013, fu presentato in anteprima mondiale in Francia nel giugno 2014 al Festival internazionale del film d'animazione di Annecy[166].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- Annotazioni
- ^ Il verso di Valéry ha ispirato il titolo del romanzo originale di Tatsuo Hori e del film e viene citato all'interno del lungometraggio.
- ^ Per maggiori informazioni su Ryōkan in lingua italiana cfr. Ryōkan Taigu, Poesie di Ryōkan monaco dello zen, a cura di L. Soletta, La Vita Felice, 1995, ISBN 978-8886314206. ove i riferimenti ai versi citati.
- Fonti
- ^ (EN) Si alza il vento (2013) Company Credits, su IMDb. URL consultato l'8 maggio 2018 (archiviato il 10 febbraio 2017).
- ^ (EN) Russ Fischer, Studio Ghibli Titles New Films From Hayao Miyazaki and Isao Takahata; ‘Grave of the Fireflies’ Picked Up For US Re-Release, in slashfilm.com, 21 novembre 2012. URL consultato l'8 maggio 2018 (archiviato il 18 gennaio 2013).
- ^ (EN) Asahi Shimbun, Excerpts of Hayao Miyazaki's news conference announcing his retirement, su ajw.asahi.com, 6 settembre 2013. URL consultato l'8 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2013).
- ^ (EN) Mark Schilling, Miyazaki Hayao's Final Film 'How Do You Live': Maximum Secrecy to Be Maintained Until Release, su Variety, 5 giugno 2023 (archiviato il 6 giugno 2023).
- ^ Danilo Monti, How do you live? senza trailer: scelta giusta per il film di Miyazaki?, 13 luglio 2023. URL consultato il 14 luglio 2023 (archiviato il 14 luglio 2023).
- ^ Roberto Addari, Kaze Tachinu di Hayao Miyazaki al cinema dal 20 luglio 2013, su mangaforever.net, 27 marzo 2013. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato il 27 dicembre 2013).
- ^ Mostra del Cinema di Venezia: ecco i film, su corriere.it, Corriere della Sera, 25 luglio 2013. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato il 15 febbraio 2021).
- ^ Kaze tachinu, a Venezia l'ultimo sogno di Hayao Miyazaki poi il ritiro, su panorama.it, Panorama.it. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 6 marzo 2019).
- ^ a b (EN) The Wind Rises, su rottentomatoes.com, Rotten Tomatoes. URL consultato il 24 luglio 2014 (archiviato il 17 agosto 2015).
- ^ a b c d e (EN) Si alza il vento (2013) Awards, su Internet Movie Database. URL consultato l'8 maggio 2018 (archiviato il 5 marzo 2016).
- ^ (EN) Dana Stevens, Hayao Miyazaki’s The Wind Rises, reviewed, su slate.com, 20 febbraio 2014. URL consultato il 1º settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2014).
- ^ a b c d e Arnaldi 2014, p.194.
- ^ Arnaldi 2014, p.198.
- ^ a b Arnaldi 2014, p.201.
- ^ a b c d e f Arnaldi 2014, pp. 198-199.
- ^ a b c Arnaldi 2014, p.199.
- ^ a b c d e Giuseppe Gangi, Si alza il vento, su ondacinema.it, Ondacinema, 12 settembre 2014. URL consultato il 19 settembre 2019 (archiviato il 22 ottobre 2019).
- ^ (ZH) 人物專訪/風起了 聽宮崎駿內心的聲音, su tw.news.yahoo.com, Yahoo Taiwan, 18 settembre 2013. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 6 ottobre 2014).
- ^ Marco Lucio Papaleo, Kaze Tachinu: conferenza stampa Studio Ghibli - Intervista, su everyeye.it, 1º settembre 2013. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 15 febbraio 2021).
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, p. 88.
- ^ a b c d e f g h (FR) Le vent se lève : Origines et production, su buta-connection.net. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 22 febbraio 2014).
- ^ a b c d Si alza il vento pressbook (PDF), su luckyred.it, Lucky Red Distribuzione. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2014).
- ^ (EN) Hiroyuki Ota, INTERVIEW/ Hayao Miyazaki: Newest Ghibli film humanizes designer of fabled Zero, su ajw.asahi.com, Asahi Shimbun, 4 agosto 2013. URL consultato il 7 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
- ^ (EN) Rebecca Keegan, 'The Wind Rises': Hayao Miyazaki's new film stirs controversy, su latimes.com, Los Angeles Times, 15 agosto 2013. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 13 aprile 2017).
- ^ (JA) 風立ちぬ メッセージ, su kazetachinu.jp, 10 gennaio 2011. URL consultato l'8 ottobre 2014 (archiviato l'8 luglio 2013).
- ^ a b c d e f g h (FR) 1 000 jours dans la production du Vent se lève, su buta-connection.net. URL consultato il 6 ottobre 2014 (archiviato il 6 marzo 2019).
- ^ a b (FR) Stéphane Jarno, Hayao Miyazaki: “J'ai été très gâté, j'ai pu accomplir tout ce que je voulais”, su telerama.fr, Télérama, 4 gennaio 2014. URL consultato il 6 ottobre 2014 (archiviato il 15 febbraio 2021).
- ^ a b (FR) Olivier Séguret, Hayao Miyazaki: «J’aspire toujours à une société plus juste», su next.liberation.fr, Libération, 10 gennaio 2014. URL consultato il 6 ottobre 2014 (archiviato l'11 ottobre 2014).
- ^ (EN) Dan Sarto, Hayao Miyazaki – The Interview, su awn.com, 14 febbraio 2014. URL consultato il 6 ottobre 2014 (archiviato il 24 ottobre 2014).
- ^ (FR) Philippe Mesmer, L'avion de Miyazaki crée des remous au Japon, su lemonde.fr, Le Monde, 2 settembre 2013. URL consultato il 6 ottobre 2014 (archiviato il 15 febbraio 2021).
- ^ a b (EN) Nao Hidaka, ‘Soseki villa’ that inspired Miyazaki now on the map, su ajw.asahi.com, Asahi Shinbun, 27 settembre 2014. URL consultato il 6 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
- ^ a b c d e f g Venom, Tutti gli aerei di: “Si alza il Vento” [collegamento interrotto], su widemovie.it, 27 settembre 2014. URL consultato il 3 ottobre 2014.
- ^ (EN) Mary-Ann Russon, Hayao Miyazaki's The Wind Rises: The WWII Fighter Planes that Inspired the Animation Master, su ibtimes.co.uk, International Business Times, 19 maggio 2014. URL consultato il 9 ottobre 2014 (archiviato il 6 ottobre 2014).
- ^ a b Kaze tachinu Visual Guide, p. 8.
- ^ (EN) Caproni Ca.4 1917, su aviastar.org. URL consultato il 10 agosto 2013 (archiviato l'11 marzo 2013).
- ^ a b c (EN) Rob Mulder, The civilian transport aircraft of Caproni (1918-1939) (PDF), su europeanairlines.no. URL consultato il 10 agosto 2013 (archiviato il 3 dicembre 2013).
- ^ a b c Kaze tachinu Visual Guide, p. 56.
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, pp. 24-25.
- ^ (EN) Junkers F 13, su century-of-flight.net, 17 dicembre 2013. URL consultato il 30 novembre 2013 (archiviato il 14 maggio 2013).
- ^ Roman Album Extra: Kaze tachinu, p. 103.
- ^ (EN) Mitsubishi Hayabusa-type Fighter (1MF2), su historyofwar.org, 25 settembre 2012. URL consultato il 10 agosto 2014 (archiviato il 19 luglio 2014).
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, p. 22.
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, pp. 29, 47.
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, pp. 29, 46.
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, pp. 47-48.
- ^ (RU) G1M (Ka.9), su airwar.ru. URL consultato il 10 agosto 2014 (archiviato il 19 novembre 2015).
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, p. 62.
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, p. 67.
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, p. 59.
- ^ Francillon, p. 440.
- ^ (EN) Nakajima Ki-43 Hayabusa / OSCAR, su aviastar.org. URL consultato l'8 marzo 2021 (archiviato il 13 aprile 2021).
- ^ Robles, p. 80.
- ^ (EN) Richard Corliss, The Wind Rises: An Animation Master’s Last Flight?, su entertainment.time.com, TIME, 20 febbraio 2014. URL consultato il 9 ottobre 2014 (archiviato il 23 gennaio 2018).
- ^ a b c d e f g h (FR) Le vent se lève : Art et technique, su buta-connection.net. URL consultato il 9 ottobre 2014 (archiviato il 1º marzo 2014).
- ^ (EN) Newspaper: Evangelion's Hideaki Anno to Star in Ghibli's Kaze Tachinu Film, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 9 maggio 2013. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato il 19 aprile 2014).
- ^ (JA) 風立ちぬ 庵野秀明さんコメント, su kazetachinu.jp. URL consultato l'8 ottobre 2014 (archiviato il 26 dicembre 2014).
- ^ (EN) Tim Carmody, A close reading of Miyazaki’s sound design in The Wind Rises, su kottke.org, Kottke, 12 marzo 2018. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 6 marzo 2019).
- ^ a b (FR) Le nouveau Miyazaki au cinéma, su animeland.fr, Animeland, 20 luglio 2013. URL consultato il 21 luglio 2013 (archiviato il 20 novembre 2016).
- ^ (EN) The Wind Rises (OST), su nausicaa.net. URL consultato l'11 agosto 2014 (archiviato il 12 agosto 2013).
- ^ (JA) 小貫信昭, Yuming 松任谷由実, in bounce edisi 239, Tower Records Online, 25 dicembre 2002. URL consultato il 29 giugno 2019 (archiviato il 29 giugno 2019).
- ^ a b (EN) Rachel Tackett, Newest Ghibli film brings 40-year-old tune to the top of the music charts, su Sora News 24, 24 luglio 2013. URL consultato il 1º luglio 2019 (archiviato il 1º luglio 2019).
- ^ Kaze tachinu Visual Guide, p. 39.
- ^ (EN) The Wind Rises (movie) - Anime News Network, su Anime News Network. URL consultato il 20 settembre 2014 (archiviato il 13 settembre 2014).
- ^ a b (EN) Ghibli Announces Miyazaki's Kaze Tachinu, Takahata's Kaguya-hime no Monogatari, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 13 dicembre 2012. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato il 3 gennaio 2013).
- ^ (EN) Isao Takahata's Kaguya-hime Film Delayed to This Fall, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 5 febbraio 2013. URL consultato il 15 febbraio 2014 (archiviato il 12 marzo 2013).
- ^ (JA) 「風立ちぬ」アンコール上映2週間限定、5都市で 宮崎駿監督の引退作品が再び, su animeanime.jp, 21 febbraio 2014. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato il 7 ottobre 2014).
- ^ (EN) Todd Cunningham, Disney Will Release Hayao Miyazaki's 'The Wind Rises' in U.S., su thewrap.com, The Wrap, 27 agosto 2013. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato il 3 aprile 2020).
- ^ (EN) Jim Hill, Joseph Gordon-Levitt Loves How Hayao Miyazki's 'The Wind Rises' Celebrates the Magic of Normal, Everyday Life, su huffingtonpost.com, The Huffington Post, 26 febbraio 2014. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato il 3 marzo 2014).
- ^ (EN) Max Nicholson, English-Speaking Voice Cast Revealed for The Wind Rises, su ign.com, IGN, 18 dicembre 2013. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato il 21 ottobre 2014).
- ^ (EN) Rebecca Keegan, Miyazaki's 'The Wind Rises' to get Oscar-qualifying run in November, su latimes.com, Los Angeles Times, 11 settembre 2013. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato il 5 giugno 2015).
- ^ (EN) Madman Publishes Hayao Miyazaki Timeline for The Wind Rises, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 16 gennaio 2014. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato il 7 maggio 2015).
- ^ (EN) Wild Bunch, Miyazaki Re-Team on ‘The Wind Rises’ (EXCLUSIVE), su variety.com, Variety, 19 agosto 2013. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato il 12 agosto 2014).
- ^ (EN) Wild Bunch, Disney Bring The Wind Rises to Europe, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 21 agosto 2013. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato il 27 agosto 2014).
- ^ (ES) Víctor M. Yeste, Fecha de estreno en España de Se levanta el viento, de Hayao Miyazaki, su hellofriki.com, Hello Friki, 24 marzo 2014. URL consultato il 4 marzo 2019.
- ^ (ES) El Viento se Levanta, su vertigofilms.es, Vértigo Films. URL consultato il 3 marzo 2019 (archiviato il 6 marzo 2019).
- ^ (EN) The Wind Rises (DVD) UK Release Details, su otakucalendar.com, Otaku Calendar, 29 settembre 2014. URL consultato il 3 marzo 2019 (archiviato il 6 marzo 2019).
- ^ Aldo Lastella, Brutta sorpresa per i fan di Miyazaki, su lastella.blogautore.repubblica.it, la Repubblica, 15 settembre 2014. URL consultato il 16 settembre 2014 (archiviato il 16 settembre 2014).
- ^ (EN) The Wind Rises (movie), su animenewsnetwork.com, Anime News Network. URL consultato l'11 agosto 2014 (archiviato il 12 agosto 2014).
- ^ Informazioni sull'uscita, su imdb.com. URL consultato il 29 dicembre 2023 (archiviato il 13 agosto 2022).
- ^ (PT) AS ASAS DO VENTO de Hayao Miyazaki, su cineclubejoane.org. URL consultato il 29 dicembre 2023 (archiviato il 7 luglio 2022).
- ^ (EN) The Wind Rises 2014 PG-13 - 2.4.2, su kids-in-mind.com. URL consultato il 23 novembre 2020 (archiviato il 19 aprile 2021).
- ^ (EN) The Wind Rises - Parents Guide, su kids-in-mind.com. URL consultato il 23 novembre 2020 (archiviato il 19 aprile 2021).
- ^ Si Alza il Vento - Pressbook (PDF), su luckyred.it, Lucky Red Distribuzione Cinematografica, p. 3. URL consultato il 6 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2014).
- ^ Gabriele Niola, Speciale: Si alza il Vento spiegato da chi l’ha tradotto, su Badtaste.it. URL consultato il 18 maggio 2018 (archiviato il 5 marzo 2016).
- ^ (JA) 風立ちぬ, su disney.co.jp. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato l'11 ottobre 2014).
- ^ (EN) The Wind Rises Blu-ray (Japan), su blu-ray.com. URL consultato l'11 agosto 2014 (archiviato il 12 agosto 2014).
- ^ (JA) 映画『風立ちぬ』DVD&ブルーレイ発売記念 大きな風立ちぬ GIANT PAPER, su kazetachinu.jp. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato l'8 ottobre 2014).
- ^ (JA) 2014年6月12日 いよいよ、「風立ちぬ」のブルーレイとDVDが発売されます, su ghibli.jp. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato l'11 ottobre 2014).
- ^ Roberto Addari, La Città Incantata e Si Alza il Vento in DVD e Blu-ray, su mangaforever.net, 23 settembre 2014. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato l'11 ottobre 2014).
- ^ (EN) Statistical Yearbook 2016 (PDF), British Film Institute (BFI), 2016, p. 144. URL consultato il 21 agosto 2022 (archiviato il 20 maggio 2022).
- ^ (EN) Alex Mateo, GKIDS, Shout! Factory to Release The Wind Rises Film on BD/DVD in N. America on September 22, su Anime News Network, 11 giugno 2020. URL consultato il 4 dicembre 2020 (archiviato l'11 dicembre 2020).
- ^ (EN) Kaze Tachinu (2013) - Financial Information, su the-numbers.com. URL consultato il 21 agosto 2022 (archiviato il 28 novembre 2021).
- ^ (EN) Miyazaki's The Wind Rises Earns 961 Million Yen in 1st Weekend, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 23 luglio 2013. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato il 9 ottobre 2014).
- ^ (EN) 2013 Japan Box Office Index, su boxofficemojo.com, Box Office Mojo. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato il 21 agosto 2022).
- ^ (EN) Box Office Leaders 2013 Japanese Films, su eiren.org, Motion Picture Producers Association of Japan. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato l'11 aprile 2019).
- ^ (EN) Noriki Ishitobi, Animated films dominate Japanese box office in 2013, su ajw.asahi.com, Asahi Shinbun, 15 febbraio 2014. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
- ^ (EN) 2013 Japan Yearly Box Office, su boxofficemojo.com, Box Office Mojo. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato il 18 ottobre 2015).
- ^ (EN) The Wind Rises - Weekend, su boxofficemojo.com, Box Office Mojo. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato il 6 ottobre 2014).
- ^ (EN) The Wind Rises - Foreign, su boxofficemojo.com, Box Office Mojo. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato il 28 febbraio 2014).
- ^ Federico Boni, Box Office Italia 16 settembre: Si alza il Vento di Hayao Miyazaki chiude alla grande - 1 milione in 4 giorni, su cineblog.it, 17 settembre 2014. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato il 17 settembre 2014).
- ^ (EN) The Wind Rises, su metacritic.com, Metacritic. URL consultato il 24 luglio 2014 (archiviato il 21 luglio 2014).
- ^ (EN) David Ehrlich, Review: ‘The Wind Rises’. Film.com, su mtv.com, 21 ottobre 2013. URL consultato il 12 maggio 2014 (archiviato il 12 maggio 2017).
- ^ (EN) Mark Schilling, 'Kaze Tachinu (The Wind Rises)' - The Japan Times, su japantimes.co.jp, 18 luglio 2013. URL consultato il 29 luglio 2014 (archiviato l'11 agosto 2014).
- ^ Penney, vol. 11, ed. 30, n. 2.
- ^ Gabriele Niola, Si alza il vento - MYmovies, su mymovies.it. URL consultato il 29 luglio 2014 (archiviato il 28 luglio 2014).
- ^ Federica Lippi, Si alza il vento, il canto del cigno di Miyazaki, su Fumettologica, 1º ottobre 2014. URL consultato il 6 marzo 2019 (archiviato il 6 marzo 2019).
- ^ Marco Lucio Papaleo, RECENSIONE SI ALZA IL VENTO, su Everyeye.it, 13 settembre 2014. URL consultato il 18 maggio 2018 (archiviato il 19 maggio 2018).
- ^ a b c d e (EN) Justin McCurry, Japanese animator under fire for film tribute to warplane designer, su theguardian.com, The Guardian, 23 agosto 2013. URL consultato il 25 agosto 2013 (archiviato il 13 gennaio 2017).
- ^ a b (EN) Moeko Fujii, Miyazaki’s Film ‘The Wind Rises’ Spurring Mixed Emotions, in The Wall Street Journal, 26 luglio 2013. URL consultato il 29 luglio 2014 (archiviato il 23 agosto 2013).
- ^ a b (EN) Rebecca Keegan, The Wind Rises': Hayao Miyazaki's new film stirs controversy, in Los Angeles Times, 15 agosto 2013. URL consultato il 16 agosto 2013 (archiviato il 13 aprile 2017).
- ^ (EN) 2013 Academy Awards Nominations and Winners by Category, su Box Office Mojo, 16 gennaio 2014. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 28 febbraio 2014).
- ^ (EN) Oscar nominations 2014: full list of nominees, su telegraph.co.uk, 2 marzo 2014. URL consultato il 6 febbraio 2018 (archiviato il 15 luglio 2015).
- ^ Premi Oscar 2014: tutti i film e gli artisti vincitori. L’Italia festeggia per La Grande Bellezza di Sorrentino., su nientepopcorn.it. URL consultato il 6 febbraio 2018 (archiviato il 6 aprile 2015).
- ^ (EN) Davis Clayton, 2014 Golden Globe Nominations Announcement, su awardscircuit.com, AwardsCircuit. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 12 dicembre 2013).
- ^ (EN) Kim Lee, Miyazaki "The Wind Rises" Nominated For "Best Foreign Language Film" Golden Globe, su 24-7kpop.com, 247 Asian Media, 12 dicembre 2013. URL consultato il 15 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2013).
- ^ (EN) 2013 EDA Award Nominess, su awfj.org, 11 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 12 settembre 2015).
- ^ (EN) Kevin Jagernauth, ‘Frozen’ & ‘Monsters University’ Dominate Annie Awards Nominations With 10 Each, su Indiewire, 2 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
- ^ (EN) David Derks, 41st #AnnieAwards Nominations Announced, su ASIFA-Hollywood, 2 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 5 dicembre 2013).
- ^ (EN) Hayao Miyazaki Wins Annie Award for Writing The Wind Rises, su Anime News Network, 2 febbraio 2014. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 2 febbraio 2014).
- ^ (EN) Full List: 2013 APSA Nominees, su Asia Pacific Screen Academy, 12 novembre 2013. URL consultato il 4 marzo 2019.
- ^ (EN) BOFCA AWARDS: 2013, su BOFCA, 7 dicembre 2013. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 10 dicembre 2013).
- ^ (EN) Gregg Kilday, Boston Society of Film Critics: 2013 Winners, su Hollywood Reporter, 12 agosto 2013. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 28 gennaio 2020).
- ^ (EN) Chicago Film Critics Association Awards, su Internet Movie Database. URL consultato il 3 marzo 2019 (archiviato il 15 febbraio 2021).
- ^ (EN) American Hustle, 12 Years A Slave Lead BFCA’s Critics Choice Movie Awards Nominations, su deadline.com, Deadline, 17 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 23 settembre 2014).
- ^ (EN) Dallas-Fort Worth Film Critics Association Awards (2013), su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 15 febbraio 2021).
- ^ (EN) Denver Film Critics Society Nominations, su Awards Daily, 6 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 7 gennaio 2014).
- ^ (EN) Ryan Adams, Denver Film Critics Society Award Winners, su Awards Daily, 13 gennaio 2014. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 16 gennaio 2014).
- ^ (EN) 2013 FFCC Award Winners, su Florida Film Critics, 18 dicembre 2013. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 22 dicembre 2013).
- ^ (EN) 2013 Georgia Film Critics Association Nominations, su georgiafilmcritics.org, Georgia Film Critics Association. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 30 ottobre 2013).
- ^ (EN) Sasha Stone, 12 Years a Slave wins Pic, Cuaron Director for Houston Film Critics, su Awards Daily, 15 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 23 dicembre 2013).
- ^ (EN) IGN: Best Animated Movie, su ign.com, IGN. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 21 dicembre 2013).
- ^ (EN) Indiana Film Journalists Association Award Winners, in The Hollywood News, 19 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 20 dicembre 2013).
- ^ (EN) Guy Lodge, International cinephile society nominations, su uproxx.com, Uproxx, 13 gennaio 2014. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 16 maggio 2021).
- ^ (EN) Ryan Adams, 12 Years a Slave wows Iowa Critics, su Awards Daily, 10 gennaio 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 10 gennaio 2014).
- ^ (EN) Egan Loo, The Wind Rises, Madoka, Lupin vs. Conan, Harlock, Kaguya Earn Japan Academy Prize Nods, in Anime News Network, Christopher Macdonald. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 30 gennaio 2014).
- ^ (JA) Shintaro Seto, 日本アカデミー賞にスタジオジブリ2作品、ハーロック、まどかマギカ、ルパンvsコナンの5本, su AnimeAnime.jp. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 19 gennaio 2014).
- ^ (EN) 39TH ANNUAL LOS ANGELES FILM CRITICS ASSOCIATION AWARDS, su LAFCA. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2013).
- ^ (EN) MVFF36 AUDIENCE FAVORITES, su MVFF. URL consultato il 3 marzo 2019 2014 (archiviato il 19 gennaio 2019).
- ^ (EN) NATIONAL BOARD OF REVIEW ANNOUNCES 2013 AWARD WINNERS, su National Board of Review, dicembre 2013. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 24 giugno 2014).
- ^ (EN) NYFCC 2013 Award Winners, su NYFCC, 3 dicembre 2013. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 7 dicembre 2013).
- ^ (EN) Tim Gray, ’12 Years’ Tops New York Online Critics Awards, su Variety, 8 dicembre 2013. URL consultato il 16 febbraio 2021 (archiviato il 1º febbraio 2014).
- ^ (EN) OFCS 2013 Awards (17th Annual), su OFCS. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato il 27 maggio 2014).
- ^ (EN) Phoenix Film Critics Society 2013 Award Nominations, su Phoenix Film Critics Society. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2013).
- ^ (EN) San Diego Film Critics Select Top Films for 2013, su SDFCS, 11 dicembre 2013. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2014).
- ^ (EN) Sasha Stone, San Francisco Film Critics Nominations, su Awards Daily, 13 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 15 dicembre 2013).
- ^ (EN) 2014 StLFCA Annual Award Winners, su stlfilmcritics. URL consultato il 3 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2019).
- ^ (EN) Gregg Kilday, Satellite Awards: '12 Years a Slave' Wins Best Motion Picture, su Hollywood Reporter, 23 febbraio 2014. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato l'8 dicembre 2020).
- ^ (EN) Uproxx, 2013 Southeastern Film Critics Association winners, su Uproxx, 16 dicembre 2013. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 25 giugno 2018).
- ^ (EN) Liam Lacey, Toronto film critics name Coen brothers movie the best of 2013, in The Globe and Mail, 17 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 2 luglio 2015).
- ^ (EN) Cassandra Szklarski, Toronto critics pick ‘Inside Llewyn Davis’ as year’s best film, su globalnews.ca, 17 dicembre 2013. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 6 marzo 2019).
- ^ (EN) Ryan Adams, Utah Film Critics ###., su Awards Daily, 20 dicembre 2013. URL consultato il 18 settembre 2014 (archiviato il 15 febbraio 2021).
- ^ (EN) The 2013 WAFCA Awards, su dcfilmcritics. URL consultato il 5 ottobre 2014 (archiviato l'8 dicembre 2019).
- ^ (EN) Uproxx, 2013 Women Film Critics Circle winners, su uproxx.com, Uproxx, 16 dicembre 2013. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 16 maggio 2021).
- ^ (EN) 2015 Saturn Awards: Captain America: Winter Soldier, Walking Dead lead nominees, su ew.com. URL consultato il 24 agosto 2015 (archiviato il 17 ottobre 2015).
- ^ (JA) 「かぐや姫の物語」「風立ちぬ」スタジオジブリ新作発表会見, su www2.toho-movie.jp, Toho, 13 dicembre 2012. URL consultato il 4 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2013).
- ^ (EN) Press Conference Excerpt, su Nausicaa.net. URL consultato il 19 settembre 2019 (archiviato il 21 agosto 2022).
- ^ (EN) Yasunari Kawabata Nobel Lecture, su nobelprize.org. URL consultato il 25 marzo 2020 (archiviato l'8 febbraio 2020).
- ^ Daliot-Bul, pp. 562-576.
- ^ (EN) Keiko Sato, Miyazaki movie whets appetites for once popular sweet, in Asahi Shinbun, 8 settembre 2013. URL consultato il 2 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
- ^ (EN) Yusuke Kato, PHOTO: Kaze Tachinu scene leads to early public viewing of beer factory, in Asahi Shinbun, 3 ottobre 2013. URL consultato il 2 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2014).
- ^ a b (EN) The Wind Rises Film Comic - First Part, su nausicaa.net. URL consultato il 2 agosto 2014 (archiviato il 15 ottobre 2014).
- ^ (EN) Tokuma Anime Picture Book: The Wind Rises, su nausicaa.net. URL consultato il 2 agosto 2014 (archiviato il 15 ottobre 2014).
- ^ (EN) The Art of The Wind Rises (Japanese), su nausicaa.net. URL consultato il 2 agosto 2014 (archiviato il 3 marzo 2016).
- ^ (EN) Koichi Hotta, Studio Ghibli selling replica of 1930s glasses popularized in new film, in Asahi Shinbun, 10 ottobre 2013. URL consultato il 4 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2014).
- ^ (JA) Professional Shigoto no Ryugi Tokubetsu Hen Eiga Kantoku Miyazaki Hayao no Shigoto "Kaze Tachinu" 1000 Nichi no Kiroku / Intai Sengen Shirarezaru Monogatari, su cdjapan.co.jp. URL consultato il 9 ottobre 2014 (archiviato il 21 ottobre 2014).
- ^ (FR) Annecy 2014 : The Kingdom of Dreams and Madness, plongée dans le studio Ghibli, su 3dvf.com, 3DVF, 17 giugno 2014. URL consultato il 4 marzo 2019 (archiviato il 6 marzo 2019).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (JA) Kaze tachinu Visual Guide, Kakokawa Shoten, 2013, ISBN 978-4-04-110510-8.
- (JA) Roman Album Extra: Kaze tachinu, Tokuma Shoten, 2013, ISBN 978-4-19-720374-1.
- Valeria Arnaldi, Hayao Miyazaki. Un mondo incantato, Ultra, 2014, ISBN 978-88-6776-123-4.
- (EN) Michal Daliot-Bul, What Will You Do If The Wind Rises?: Dialectical Cinema by Miyazaki Hayao, in Asian Studies Review, vol. 41, 6 settembre 2017.
- (EN) René J. Francillon, Japanese Aircraft of the Pacific War, Londra, Putnam & Company Ltd, 1979, ISBN 0-370-30251-6.
- (EN) Hayao Miyazaki, The Art of the Wind Rises, Viz Media, 2014, ISBN 978-1-4215-7175-1.
- (EN) Matthew Penney, Miyazaki Hayao’s Kaze Tachinu (The Wind Rises), in The Asia-Pacific Journal, New York, Ithaca, N.Y., 5 agosto 2013. URL consultato il 29 luglio 2014 (archiviato il 9 agosto 2013).
- (ES) Manuel Robles, Antología Studio Ghibli: Volumen 2, Barcellona, Dolmen Editorial, 2013, ISBN 978-84-15296-93-5.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Battista Caproni
- Jirō Horikoshi
- Una tomba per le lucciole
- Porco Rosso
- Il regno dei sogni e della follia
- The Cockpit
- Mitsubishi A6M
- Periodo Shōwa
- Fascismo giapponese
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Si alza il vento
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Si alza il vento
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (JA) Sito ufficiale, su ghibli.jp.
- TheWindRisesMovie (canale), su YouTube.
- (EN) The Wind Rises, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Si alza il vento, su AnimeClick.it.
- (EN) Si alza il vento, su Anime News Network.
- (EN) Si alza il vento, su MyAnimeList.
- Si alza il vento, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Si alza il vento, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- Si alza il vento, su Movieplayer.it, NetAddiction S.r.l..
- Si alza il vento, su FilmTv.it, Arnoldo Mondadori Editore.
- Si alza il vento, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
- Si alza il vento, su Badtaste.
- Si alza il vento, su Comingsoon.it, Anicaflash.
- (EN) Si alza il vento, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Si alza il vento, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Si alza il vento, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) Si alza il vento, su FilmAffinity.
- (EN) Si alza il vento, su Metacritic, Red Ventures.
- (EN) Si alza il vento, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Si alza il vento, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
- (EN) Si alza il vento, su Behind The Voice Actors, Inyxception Enterprises.
- Film giapponesi del 2013
- Film dello Studio Ghibli
- Film sull'aviazione
- Film drammatici
- Film sentimentali
- Film biografici
- Film ambientati in Giappone
- Film ambientati negli anni 1920
- Film ambientati negli anni 1930
- Film diretti da Hayao Miyazaki
- Film basati su romanzi di autori giapponesi
- Film basati su anime e manga
- Premi CFCA al miglior film d'animazione