Saira Shah
Saira Shah (Londra, 5 ottobre 1964) è una giornalista, scrittrice documentarista britannica.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Shah è nata a Londra ed è cresciuta nel Kent. Ha frequentato la Bryanston School e ha studiato arabo e persiano alla School of Oriental and African Studies della University of London, laureandosi nel 1986. Il padre Idries Shah, è stato uno scrittore afgano autore di libri sul Sufismo. La madre è per metà persiana e per metà inglese.
Lo scrittore Tahir Shah è suo fratello.[1] Saira ha anche una sorella Safia Shah, gemella di Tahir. Ha fatto il suo primo viaggio in Afghanistan quando aveva 21 anni. Ha lavorato per 3 anni nel Peshawar come reporter documentando l’invasione sovietica dell’Afghanistan ha lavorato anche come giornalista per Channel 4 News fino al 2001. È stata sposata per cinque anni con un reporter svizzero conosciuto a Peshawar dal quale ha poi divorziato. Saira Shah ha lavorato con James Miller su molti progetti tra cui la realizzazione di alcuni documentari: Beneath the Veil (2001) e Unholy War (2001) per conto della Hardcash Productions entrambi per la serie Dispatches di Channel 4; Death in Gaza (2004), per la loro compagnia televisiva Frostbite Films. Miller è stato ucciso nel 2003.[2]
Nel 2004, Shah ha vinto un premio BAFTA Current Affairs per Death in Gaza[3] e nel 2005 il film ha vinto tre Emmy Award.[4] Saira il 10 agosto 2003 ha partecipato al programma televisivo Breakfast with Frost.[5] Attualmente vive tra Londra e la campagna francese con il suo compagno, il giornalista e fotografo Scott Goodfellow, e i figli Hamish and Rosie Goodfellow. La prima figlia, Ailsa Goodfellow, è morta improvvisamente per un’embolia polmonare all’inizio del 2017.[6] Shah ha detto: "Ailsa è stata la mia ispirazione per il romanzo, The Mouse-Proof Kitchen, basato sulla sua vita e pubblicato nel 2013. Ailsa era diventata la nostra insegnante, dimostrando come vivere con coraggio, pazienza e gioia. Era la prova che l’essenza dell’umanità risiede molto più in profondità che nel mero sviluppo." Il romanzo è un vivido resoconto di come Anna e il marito Tobias (due personaggi inventati) affrontino la nascita della figlia Freya e delle esperienze a cui dovranno essere sottoposti prima di poter pienamente apprezzare il miracolo della sua vita.
Film
[modifica | modifica wikitesto]Libri
[modifica | modifica wikitesto]- Shah Saira, L'albero delle storie.Il ritorno in Afghanistan terra di leggenda e patria straziata, traduzione di V. Vega, Bompiani, 2004, ISBN 88-452-0146-5. orig. The Storyteller's Daughter: One Woman's Return to Her Lost Homeland, New York, NY, Anchor Books, 2003, ISBN 1-4000-3147-8.
- Shah Saira, The Mouseproof Kitchen, London, England, Harvill Secker, 4 aprile 2013, ISBN 1-4767-0564-X.
Articoli
[modifica | modifica wikitesto]- Saira Shah, 'Afghaniyat' is alive and well in Afghanistan, in The Guardian, Guardian Media Group, 7 aprile 2011. URL consultato il 9 settembre 2012.
- Saira Shah, 'She began to smile at us' – living with my profoundly disabled child, in The Guardian, Guardian Media Group, 30 marzo 2013. URL consultato il 1º aprile 2013.
- Saira Shah, Having a disabled daughter nearly cost me the man I love: SAIRA SHAH and her husband were tested to the limit when fate dealt them the cruellest hand, in Daily Mail, Associated Newspapers, 24 aprile 2013. URL consultato il 3 maggio 2013.
Interviste
[modifica | modifica wikitesto]- Robert Birnbaum, Saira Shah: Identity Theory, in Identity Theory, 19 novembre 2003. URL consultato il 9 settembre 2012.
- Jessamy Calkin, Difficult truths: Saira Shah interview, in The Daily Telegraph, Telegraph Media Group, 1º aprile 2013. URL consultato il 1º aprile 2013.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Letters: Conditions in Pakistan's military jails, su theguardian.com, The Guardian, 12 agosto 2005. URL consultato l'8 settembre 2012.
- ^ Chris Tryhorn, Miller's family push for prosecution, London, Times, 6 aprile 2006. URL consultato il 22 agosto 2007.
- ^ BAFTA Awards, Television – Current Affairs – 2004, Winner, su bafta.org, BAFTA, 2004. URL consultato l'8 settembre 2012.
- ^ Death in Gaza: Emmys.com: 2005, su emmys.com, Emmys, 2005. URL consultato l'8 settembre 2012.
- ^ Breakfast with Frost: Culture of duplicity and deceit, su news.bbc.co.uk, BBC News, 10 agosto 2003. URL consultato l'8 settembre 2012.
- ^ (EN) Shah Saira, Ailsa Goodfellow obituary, in The Guardian, 1º febbraio 2017, ISSN 0261-3077 . URL consultato il 17 novembre 2017.
- ^ (EN) Beneath the Veil, su IMDb, IMDb.com.
- ^ (EN) Death in Gaza, su IMDb, IMDb.com.
- ^ (EN) Unholy War, su IMDb, IMDb.com.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Saira Shah, su IMDb, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 35392495 · ISNI (EN) 0000 0000 5752 5319 · LCCN (EN) no2001089660 · GND (DE) 124548350 · BNE (ES) XX5429683 (data) · BNF (FR) cb14616293s (data) · J9U (EN, HE) 987007434440305171 |
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