Maqam Ibrahim

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Il Maqām Ibrāhīm, protetto da una struttura metallica, durante il Hajj del 2008.

Il Maqām Ibrāhīm (in arabo ﻣﻘﺎﻡ إﺑﺮﺍﻫﻴﻢ?, "stazione di Abramo") è una formazione rocciosa sita nella spianata del al-Masjid al-Ḥarām di La Mecca.

In base a un passaggio coranico viene indicato come luogo adatto alla preghiera:

«... wa ittakhidhū min maqām[i] Ibrāhīm[i]
muṣallan ... "e fate del maqām Ibrāhīm un luogo per la ṣalāt

Nella tradizione

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Secondo la tradizione il Maqām era una piccola eminenza del terreno accanto alla originaria Kaʿba, che sarebbe servita a Ibrāhīm per restaurare con il figlio Ismāʿīl le parti più alte della Kaʿba, andata distrutta ai tempi del profeta Nūḥ a causa del diluvio universale.

Si ritiene che una concavità presente al sommo della roccia sia stata lasciata dal piede di Ibrāhīm.[1] La distanza dalla Kaʿba rispetto al Maqām contraddirebbe tale tradizione se varie tradizioni non sostenessero che esso sarebbe stato spostato dalla posizione originaria.[2]

Secondo una pia tradizione il piede di Maometto si sarebbe adattato alla perfezione alla pretesa orma.

È convinzione dei musulmani che nella spianata dell'al-Ḥarām al-Sharīf riposino i corpi di numerosissimi profeti e inviati di Allah. Nei pressi del Maqām sarebbero stati inumati novantanove di essi, tra cui Ismāʿīl, Nūḥ, Hūd e Salih.[3]

Modificazioni saudite

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Il corposo restauro e le profonde trasformazioni dell'al-Ḥarām al-Sharīf, intraprese negli anni cinquanta dal regime saudita[4], hanno comportato lo spostamento del Maqām dalla parte opposta della Kaʿba, dove era rimasto per quasi quattordici secoli, per lasciare maggiore spazio ai pellegrini.

  1. ^ (AR) Abu Ishaq al-Isfarayini, Zubdat al-aʿmāl wa khulāṣat al-afʿāl fī l-tārīkh Makka wa l-Madīna al-sharīfa, manoscritto British Museum, Or. 3034, fol. 6b.
  2. ^ Tutte le varie tradizioni in proposito sono ricordate da ʿAlī ibn Tāj al-Dīn al-Sinjārī nei suoi Manāʾiḥ al-karam bi-akhbār Makka wa l-Ḥaram, manoscritto Leiden Universiteitsbibliotheek, Or. 7018, fol. 22b.
  3. ^ (AR) Suyuti, al-Durr al-manthūr fī l-tafsīr bi-l-maʾthūr, sei volumi, Il Cairo 1869, I, p. 136.
  4. ^ Il pensiero wahhabita, fermamente ostile a ogni forma di superstizione, al rischio di strisciante culto dei morti e a forme inammissibili di litolatria, hanno portato alla totale devastazione dei cimiteri di Medina e di Mecca, nonché al massiccio riassetto dell'intera area della Kaʿba e di tutto ciò che non sia strettamente previsto dal Corano riguardo al rito del Hajj.

Oltre alle opere citate nel testo:

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