Aiuto:Nomi stranieri

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Questa pagina raccoglie le convenzioni adottate per la forma dei nomi stranieri usati nelle voci di Teknopedia: in particolare, i nomi propri (soprattutto di persone e luoghi, cioè antroponimi e toponimi), ma non solo, e soprattutto quelli da lingue che usano alfabeti o caratteri diversi da quelli italiani.

Principio generale è che bisogna essere massimamente precisi, ma anche chiari – dove per chiarezza si intende non la semplificazione a ogni costo ma la spiegazione di tutto ciò che possa non essere evidente –, e soprattutto bisogna fare in modo che il lettore trovi ciò che cerca.

In generale, dei nomi stranieri si può incontrare, oltre alla forma più precisa:

  1. una traduzione o parola corrispondente in uso o comunque di larga diffusione nella lingua italiana (es.: Pechino, Maometto, Odino);
  2. per gli alfabeti non latini (es.: arabo, cirillico, greco, ecc.), traslitterazioni scientifiche varie (es.: al-Qāʿida, Tōkyō, Michail Gorbačëv, Ásgarðr);
  3. una qualche trascrizione semplificata o storpiata (es.: Trotsky, Eltsin, al-Qaeda).

Il primo caso è il più semplice: la parola italiana va usata sempre e comunque, nei titoli perché è la più nota (vedi Aiuto:Convenzioni_di_nomenclatura e Aiuto:Esonimi italiani) e nella voce perché non ha alcuna controindicazione.

Nel caso sia necessaria la traslitterazione, per tutte le parole di uso recente o rare (al-Qāʿida, ʿAlī b. Abī Ṭālib, kalb, qalb ecc. per limitarsi all'arabo) bisogna usare sempre la forma originale o la traslitterazione scientifica più precisa, facendo uso dei relativi segni diacritici (ma si vedano le singole convenzioni di traslitterazione).

Nei casi in cui trascurare i segni diacritici non dia problemi di univocità, può darsi che le singole convenzioni di traslitterazione permettano o consiglino di usare le traslitterazioni semplificate senza segni diacritici nel corpo delle voci (es.: per il giapponese, Tokyo), ed eventualmente anche nel titolo (per questo si veda anche Aiuto:Convenzioni di nomenclatura#Traslitterazione).

Restano tutti gli altri casi grigi, quelli cioè di parole straniere usate in italiano da qualche tempo di cui però non esista una forma stabile e definitiva: tipicamente, perché l'originale non è nell'alfabeto latino e i nomi in uso in italiano non sono né parole italiane né traslitterazioni precise, univoche o consensuali.

In questi casi, può comunque darsi che esista una qualche dizione prevalente e comprensibile quasi per tutti, che va perciò usata generalmente sia nel titolo sia nel corpo della voce.

Se non esiste nessuna dizione prevalente, si ritorna al secondo caso.

Si ricorda infine che, nel caso di nomi stranieri scritti in alfabeto latino o derivato da esso ma con lettere non direttamente raggiungibili da una tastiera italiana, si deve sempre privilegiare la precisione del titolo, pur predisponendo tutti i redirect da forme di trascrizione semplificate o con lettere della tastiera italiana, seppur non formalmente corrette. Ad esempio Lodz sarà un redirect a Łódź, Antonin Dvorak a Antonín Dvořák[1].

Qualunque sia il titolo scelto per la voce, come da convenzione consolidata, bisogna sfruttare le possibilità offerte dal supporto informatico di Teknopedia creando tutti i rimandi (redirect) che possano aiutare il lettore: crearne uno è procedura rapida, semplice e non invasiva; ma può far risparmiare molto tempo al lettore.

Nella voce corrispondente alla parola in questione bisogna dare tutte le informazioni possibili sul nome, innanzitutto elencando ogni grafia o nome alternativo e la forma originale (si vedano in particolare le convenzioni specifiche per le biografie); secondariamente, se necessario, spiegandole, ad esempio aggiungendo anche una scrittura in caratteri italiani che approssimi la pronuncia corretta, ma anche, nei casi più complessi, approfondendo l'argomento della scelta del nome, con la sua origine e la sua storia, magari in una nota a piè di pagina: si prenda ad esempio l'incipit di Lev Trockij.

Nelle altre voci, chiaramente non è possibile ripetere questi elenchi o approfondimenti (come regola generale è bene evitare sempre gli sdoppiamenti dei contenuti nelle voci); perciò normalmente la cosa migliore da fare è trasformare la parola (come di consueto) in un collegamento verso la voce relativa, nella quale il lettore possa approfondire e chiarirsi le idee.

Nel caso di parole ricorrenti, tuttavia, qualora sia possibile con poche parole chiarire nel lettore un dubbio frequente, ad esempio citando una forma più riconoscibile o comunque dargli un'informazione utile citando la forma originale, una traslitterazione o una grafia diversa, è bene farlo, riportandola fra parentesi nella prima occorrenza nella voce (in ogni voce).

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