Marchesato di Castiglione del Lago

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Ducato di Castiglione del Lago
Ducato di Castiglione del Lago - Stemma
Ducato di Castiglione del Lago - Localizzazione
Ducato di Castiglione del Lago - Localizzazione
Carta del marchesato (mappa di Ignazio Danti del 1584)
Dati amministrativi
Nome completo
  • Signoria di Castiglione del Lago e del Chiugi (1550-1563)
  • Marchesato di Castiglione del Lago e del Chiugi (1563-1617)
  • Ducato di Castiglione del Lago e del Chiugi (1617-1647)
Lingue parlateItaliano, latino, dialetto
CapitaleCastiglione del Lago
Dipendente daStato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio
DipendenzeCastel della Pieve (fino al 1564)
Politica
Forma di governoMonarchia assoluta (Signoria, Marchesato, Ducato)
Nascita1º giugno 1550 con Giacoma Ciocchi del Monte
Causa
Fine12 dicembre 1647 con Fulvio II Alessandro della Corgna-Penna
CausaEstinzione della discendenza maschile dei della Corgna
Territorio e popolazione
Bacino geograficoTrasimeno occidentale e Chiugi
Massima estensione205 km² nel 1600
Popolazione2 500 abitanti circa (837 famiglie) nel 1600
Economia
ValutaPontificia e, forse, propria
RisorseAgricoltura, allevamento, itticoltura
Commerci conStato Pontificio, Granducato di Toscana
Religione e società
Religione di StatoCattolicesimo
Classi socialiNobiltà, clero, contadini, artigiani, pescatori
Evoluzione storica
Preceduto daStato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio
Succeduto daStato Pontificio (bandiera) Stato Pontificio

Il marchesato di Castiglione del Lago era un feudo pontificio, a ridosso del lago Trasimeno, con rango marchionale, poi ducale, appartenuto alla famiglia della Corgna (segnata in Perugia fin dal Trecento) dal 1550 al 1647.

Descrizione e storia

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Il Chiugi perugino era costituito dal territorio delimitato ad est dal lago Trasimeno (Stato Pontificio), ad ovest dalla val di Chiana e a nord dai possedimenti di Cortona (Granducato di Toscana), a sud dal torrente Tresa: rappresentava la maggiore rendita fondiaria per Perugia ed una strategica zona cuscinetto tra i due Stati.[1]

Il 1º giugno 1550, a titolo di compensazione per un ingente prestito fatto alla Santa Sede, il papa Giulio III (1550-1555) concesse il luogo, come feudo novennale, a sua sorella Giacoma Ciocchi del Monte, consorte di Francia della Corgna, che demandò la gestione ai figli Ascanio e Fulvio. Il 19 novembre 1563 Pio IV, con un "Motu proprio" eresse la signoria in marchesato confermandone l'investitura ai suddetti due fratelli (per quattro generazioni che, poi, col titolo ducale, potevano proseguire).[2]

Gli statuti di Ascanio della Corgna
Il borgo murato di Castiglione del Lago

Il nuovo minuscolo Stato diventò proverbialmente, nella regione, il marchesato: esistevano solo, in quella che ora è l'attuale Umbria, i feudi imperiali dei Bourbon del Monte (Monte Santa Maria, Sorbello e Petrella) e di Montoro.
Il territorio era costituito dal borgo fortificato di Castiglione del Lago (200 abitanti), ubicato su una piccola e caratteristica penisola protesa sul lago e da dodici villaggi agricoli, detti poste o ville, coltivati a grano, oliveti, vigneti e gelsi. Essi erano i seguenti: Badia, Cantagallina, Frattavecchia, Gioiella (residenza estiva), Panicarola, Paterno, Petrignano, Piana, Porto, Pozzuolo, Vaiano, Villa. Erano presieduti da un sindaco di nomina marchesale, come lo era il podestà che aveva il compito di amministrare la giustizia.[3]

Il primo marchese Ascanio I (1563-1571), animoso condottiero e appassionato di architettura, cambiò l'aspetto del capoluogo, fortificandolo e facendo trasformare, su progetto di Galeazzo Alessi, le case baglionesche, adiacenti alla rocca del Leone, in un imponente palazzo che suo nipote e successore Diomede farà affrescare da rinomati pittori, tra cui il Pomarancio. La residenza si articolava su quattro piani: in basso le cantine, le scuderie e le rimesse per le carrozze, nel seminterrato i magazzini e le stanze da cucina, poi l'appartamento della famiglia marchionale, compreso quello del cardinale Fulvio, indi l'ammezzato. Fece erigere anche un secondo palazzo a Castel della Pieve, villa che, però, si distaccò dal marchesato nel 1564.[4].

I signori di Castiglione del Lago avevano il potere di mero et mixto imperio e il privilegio di poter battere moneta: a tal proposito, negli anni venti del Novecento, il re d'Italia Vittorio Emanuele III, illustre numismatico, inviò alcuni funzionari nel borgo umbro alla ricerca di una moneta coniata nel periodo corgnesco, che pare sia stata rinvenuta per poi perdersi nella sterminata collezione reale.[5][6] Un drappello di Guardie svizzere feudali, concesse dal Sovrano Pontefice, vigilavano le tre porte del borgo (fiorentina, romana e senese), sulla sicurezza della famiglia reggente ed i confini del marchesato.[7]

Il feudo disponeva di un proprio vessillo, a bande orizzontali bianche e rosso ruggine, come si evince dagli affreschi della sala dell'investitura del palazzo, dove compare più volte. Lo stemma, invece, era quello dei della Corgna, caratterizzato dal verde arbusto di corniolo con i frutti vermigli in campo d'argento.[8]

Ascanio I, fautore di un'importante riforma agraria che creò occasioni di lavoro anche per gli stranieri, obbligati, però, a risiedere nel marchesato, il 7 febbraio 1571 emanò gli Statuti, ripartiti in civili, penali e commerciali, aggiornati in seguito dal fratello cardinale Fulvio (coreggente, 1563-1583) e dal nipote e secondo marchese Diomede (1571-1596). La loro funzione era quella di disciplinare, unitamente alle consuetudini, l'organizzazione e il funzionamento della vita della comunità: rimasero a lungo in vigore anche dopo l'estinzione del ducato, in quanto esempio di efficace e moderna normativa.[9][10]

I marchesi della Corgna avevano uno stile di vita piuttosto sfarzoso e i nobili di Perugia ambivano di essere invitati ai loro ricevimenti: ne fu testimone il segretario di corte Scipione Tolomei, al loro servizio per 30 anni, che ne parlò nelle sue Lettere: le feste erano organizzate e ravvivate dal poeta bernesco Cesare Caporali che morì e fu sepolto a Castiglione. Intorno a lui si arricchiva di significati simbolici il cenacolo letterario voluto da Ascanio II (1596-1606), terzo marchese, che aveva sede nelle tre segrete stanze sotterranee.[11]
Il palazzo era circondato da famosi e lussureggianti giardini, racchiusi entro alte mura: il prato della cavallerizza, il prato all'italiana, il giardino segreto, il frutteto e il cortile della cisterna.

L'ultimo signore castiglionese, Fulvio Alessandro (1606-1647, l'unico che nacque e fu inumato nel marchesato), ricevette la nomina ducale nel 1617 dal papa Paolo V: si trattava, tuttavia, soltanto di un titolo e la superficie del territorio rimase la stessa. Fulvio fece poco per il piccolo ducato che subì un duro assedio, nel 1642, da parte delle truppe del duca di Parma Odoardo I Farnese che chiedevano il passaggio per combattere nella guerra di Castro: la sua morte, il 12 dicembre 1647, e la mancanza di prole maschile causarono la sua estinzione. Il possedimento fu riassorbito nello Stato della Chiesa, per volere del papa Innocenzo X, e dato in enfiteusi ad alcune famiglie nobili di Perugia, come i Baglioni, gli Oddi, i Bourbon di Sorbello. Il feudo, nonostante il titolo ducale dell'ultimo della Corgna, sarà sempre indicato, nei documenti pontifici e nelle carte geografiche, come il marchesato per antonomasia.[12]

Marchesi di Castiglione del Lago (1563-1647)[13]

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Lo stesso argomento in dettaglio: Della Corgna.
Ritratto Titolo Nome Periodo Consorte e note
Marchese Ascanio I della Corgna 19 novembre 1563-
3 dicembre 1571
Giovanna Baglioni
Co-marchese Fulvio I il Cardinale 1563-1583 con il fratello Ascanio e il nipote Diomede;
era vescovo di Perugia e cardinale
Marchese Diomede
della Penna-Corgna
1571-1596 Porzia Colonna di Zagarolo;
nipote di Ascanio e Fulvio
Marchese Ascanio II
della Penna-Corgna
1596-1606 Francesca Sforza di Santa Fiora
Marchese
Duca
Fulvio II Alessandro
della Penna-Corgna
1606-1617
1617-1647
Eleonora de Alarcón y Mendoza,
Teresa Dudley di Northumberland;[14]
primo e unico duca, il feudo fu annesso nello Stato Pontificio

Galleria d'immagini

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  1. ^ Pompeo, p. 70.
  2. ^ Donati-Guerrieri, p. 30.
  3. ^ Pompeo, p. 71.
  4. ^ Festuccia, p. 12.
  5. ^ Donati-Guerrieri, p. 150.
  6. ^ Lisini, p. 190.
  7. ^ Donati-Guerrieri, p. 180.
  8. ^ Donati-Guerrieri, p. 170.
  9. ^ Donati-Guerrieri, p. 183.
  10. ^ della Corgna, p. 5.
  11. ^ Festuccia, p. 23.
  12. ^ Donati-Guerrieri, p. 220.
  13. ^ Donati-Guerrieri, p. 248.
  14. ^ Vedasi Contea di Carpegna
  • Cesare Caporali, Gli Orti di Mecenate, Era Nuova, Ellera Umbra 1998.
  • Ascanio della Corgna, Statuti, Bonetti, Siena 1750.
  • Maria Gabriella Donati-Guerrieri, Lo Stato di Castiglione del Lago e i della Corgna, ed. La Grafica, Perugia 1972.
  • Luciano Festuccia, Castiglione del Lago, pp. 12–27, Cornicchia, Perugia 1985.
  • Alessandro Lisini, Nuove osservazioni sulla zecca di Castiglione del Lago, Ricci, Siena 1906.
  • Augusto Pompeo, Il marchesato di Castiglione del Lago, Deputazione Storia Patria dell'Umbria, Perugia 1992.
  • Scipione Tolomei, Lettere, Stamperia Augusta, Perugia 1617.

Voci correlate

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