Trentemøller

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Da aggiornare
Questa voce o sezione deve essere rivista e aggiornata appena possibile.

Sembra infatti che questa voce contenga informazioni superate e/o obsolete. Se puoi, contribuisci ad aggiornarla.
Niente fonti!
Questa voce o sezione sull'argomento musicisti danesi non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Trentemøller
Trentemøller in concerto nel 2007
NazionalitàDanimarca (bandiera) Danimarca
GenereMusica elettronica
Minimal techno
Rock elettronico
Periodo di attività musicale1997 – in attività
Strumentotastiera, sintetizzatore, chitarra, basso, batteria, celesta, glockenspiel, melodica
Album pubblicati12
Studio6
Live1
Raccolte5
Sito ufficiale

Anders Trentemøller, noto semplicemente come Trentemøller (Vordingborg, 16 ottobre 1972), è un musicista danese.

Primi anni, The Last Resort (2003-2008)

[modifica | modifica wikitesto]

Trentemøller ha esordito in campo discografico nel 2003 con l'EP omonimo, pubblicato dalla Naked Music Recordings e contenente i brani In Progress e Le Champagne, entrambi caratterizzati da sonorità deep house.[1] In seguito il DJ è stato supportato dal britannico Pete Tong all'interno del suo programma radiofonico Essential Mix condotto su BBC Radio 1 e intorno allo stesso periodo ha realizzato remix per vari artisti, tra cui quello di Du What U Du di Yoshimoto.

Agli inizi del 2005 il musicista ha reso disponibile l'EP Physical Fraction, contenente il singolo Rykketid, e successivamente ha firmato un contratto discografico con la tedesca Poker Flat Recordings, di proprietà del DJ Steve Bug, con la quale ha pubblicato nello stesso anno gli EP Polar Shift e Sunstroke, usciti rispettivamente ad aprile e ad agosto.[2][3] Nello stesso anno realizza anche il remix del singolo What Else Is There? dei Röyksopp, pubblicato a novembre.

Trentemøller in concerto al Summer Spirit Festival 2006

Nel 2006 è stata la volta di un terzo EP con la Poker Flat, Nam Nam E.P., mentre durante l'anno l'artista è stato premiato come nuova promessa dell'anno ai DJ Award. Nell'ottobre 2006 ha pubblicato l'album di debutto The Last Resort, il quale si caratterizza per la nuova direzione musicale da lui intrapresa, abbandonando le sonorità tech-house in favore di altre che vanno dalla musica d'ambiente alla techno passando per trip hop e downtempo; all'interno del disco figurano i singoli Moan e Miss You, il primo dei quali riscuote un buon successo, giungendo terzo nella classifica danese dei singoli.[4] Sempre nello stesso anno Trentemøller ha vinto il concorso "miglior essential mix del 2006".

Into the Great Wide Yonder (2010-2012)

[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2010 ha pubblicato il secondo album Into the Great Wide Yonder,[5] nel quale vengono impiegati maggiormente chitarre e batteria acustica, pur senza tralasciare le sonorità elettroniche.[6][7] L'anno seguente ha collaborato con l'etichetta LateNightTales per la realizzazione dell'omonima raccolta, uscita a fine maggio,[8] mentre a novembre è stata la volta di Reworked/Remixed, album di remix composto da rifacimenti di brani di Into the Great Wide Yonder e una selezione di brani di vari artisti remixati da Trentemøller negli ultimi cinque anni.[9]

Lost e Fixion (2013-2016)

[modifica | modifica wikitesto]

Il 2013 è stato l'anno del terzo album Lost, con il quale l'artista ha sviluppato ulteriormente le sonorità del precedente Into the Great Wide Yonder verso territori più soft e pop, con una maggiore presenza di parti vocali, affidate a vari ospiti internazionali come Johnny Pierce dei The Drums, Kazu Makino dei Blonde Redhead, i Low e Sune Rose Wagner dei The Raveonettes.[10][11] Il 14 giugno ha tenuto la prima data del tour in supporto a Lost presso l'Hultsfred Festival in Svezia, terminando a fine agosto allo Zurich Open Air in Svizzera.[12] Tra marzo e aprile 2014 Trentemøller si è esibito negli Stati Uniti d'America,[13] facendo ritorno in Europa tra giugno e luglio 2014.[14] A settembre 2014 il musicista ha pubblicato Lost Reworks, contenente una selezione di remix di alcuni brani di Lost realizzati da artisti vari oltreché da Trentemøller stesso.[15]

A settembre 2016 è uscito il quarto album Fixion, composto da dodici brani. Attraverso questo disco Trentemøller ha incorporato una gran quantità di elementi post-punk alla sua musica,[16][17] senza disdegnarne altri come la disco music o l'elettropop.[16] Al fine di promuovere la pubblicazione, l'artista ha reso dospinibili quattro singoli, oltre a un documentario incentrato sulla genesi e la realizzazione dell'album.[18]

Stile musicale

[modifica | modifica wikitesto]

Trentemøller è uno dei DJ più influenti della scena elettronica dei primi anni 2000, noto per essere stato uno dei primi a portare alla massa lo stile minimal ed essersi così affermato nel 2005. In seguito ha cambiato le sue sonorità spostandole verso l'elettronica non senza grandi influenze rock. A tal proposito indicativo della svolta è stato il passaggio dai DJ set ai live set, con la presenza sul suo palco di chitarre, batteria e sintetizzatori, oltre a un consolidato numero di musicisti.

Durante i concerti, Trentemøller fa uso del sequencer Ableton Live, il sintetizzatore Microkorg e il Korg Kaoss Pad 2/3, quest'ultimo per i delay, reverb e reverse più pungenti. In studio di registrazione non tralascia come VST gli strumenti di casa Arturia e tantomeno il Reaktor5 della Native Instruments.

Album in studio

[modifica | modifica wikitesto]

Album di remix

[modifica | modifica wikitesto]

Album dal vivo

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Edoardo Bridda, Trentemøller, "Lost (And Found) Highways", su Sentireascoltare, 1º settembre 2017. URL consultato il 6 giugno 2021.
  2. ^ (EN) Polar Shift, su Bandcamp. URL consultato il 6 giugno 2021.
  3. ^ (EN) Sunstroke, su Bandcamp. URL consultato il 6 giugno 2021.
  4. ^ (EN) Tracklisten Top 40: 30/03/2007, su danishcharts.dk. URL consultato il 7 giugno 2021.
  5. ^ (EN) Trentemøller: Into The Great Wide Yonder, su In My Room. URL consultato l'11 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2010).
  6. ^ (EN) William Grant, Trentemøller - Into the Great Wide Yonder, su Drowned in Sound, 3 giugno 2010. URL consultato l'11 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2020).
  7. ^ (EN) Mike Orme, Trentemøller - Into the Great Wide Yonder, su Pitchfork, 8 giugno 2010. URL consultato l'11 gennaio 2020.
  8. ^ (EN) Trentemøller tells Late Night Tales, su Resident Advisor, 11 aprile 2011. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  9. ^ (EN) Will Lynch, Trentemøller compiles Reworked/Remixed, su Resident Advisor, 14 settembre 2011. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  10. ^ (EN) David Jeffries, Trentemøller, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  11. ^ Matteo Meda, Trentemøller - Lost, su Ondarock, 28 settembre 2013. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  12. ^ (EN) lost – trentemøller to release his third album, su HFN Music. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  13. ^ (EN) Laura Studarus, Premiere: Trentemøller - "River of Life (Trentemøller Remix)", su Under the Radar, 28 marzo 2014. URL consultato il 12 gennaio 2020.
  14. ^ (EN) Sean Adams, Video Premiere for Trentemøller's new tune featuring Sune from The Raveonettes, su Drowned in Sound, 21 maggio 2014. URL consultato il 12 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2020).
  15. ^ (EN) Trentemøller Reworks 'Lost', su Balance Music, 20 agosto 2014. URL consultato il 18 gennaio 2020.
  16. ^ a b Claudio Lancia, Trentemøller - Fixion, su Ondarock, 19 novembre 2016. URL consultato il 30 marzo 2020.
  17. ^ Claudio Biazzetti, Trentemøller – Fixion, su Rolling Stone Italia, 16 settembre 2016. URL consultato il 30 marzo 2020.
  18. ^ (EN) trentemøller - the science of fixion, su Trentemøller, 16 settembre 2017. URL consultato il 30 marzo 2020.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN90515624 · ISNI (EN0000 0001 1774 2762 · Europeana agent/base/54434 · LCCN (ENno2009086940 · GND (DE135470161 · BNF (FRcb155918392 (data)