Indice
Leve Palestina
Leve Palestina | |
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Artista | Kofia |
Autore/i | George Totari |
Genere | Folk World music[1] |
Pubblicazione originale | |
Incisione | Mitt hemlands jord |
Data | 1978 |
Durata | 2:50 |
Leve Palestina (AFI: [ˈlêːvɛ̂ palɛsˈtîːnâ]; Viva la Palestina), originariamente pubblicata come Demonstrationssången (La canzone di dimostrazione) / Taḥyā Filasṭīn (in arabo تحيا فلسطين?; Viva la Palestina), è una canzone di protesta svedese del 1978, scritta da George Totari ed eseguita dal suo gruppo, i Kofia. Brano popolare alle manifestazioni socialiste in Svezia fin dalla sua pubblicazione, è tornata in auge a livello globale nel 2023 in seguito allo scoppio della guerra fra Israele e Hamas.
Il brano
[modifica | modifica wikitesto]Il brano, scritto in polemica con le censure governative dell'epoca sulle critiche a Israele e con la mancata visibilità dell'identità nazionale palestinese in Svezia,[2][3][4] fu inizialmente pubblicato all'interno dell'album del 1978 Mitt hemlands jord / ʾArḍ bilādī (أرض بلادي; Il suolo del mio paese).[3][5] Il testo della canzone descrive la raccolta del grano e delle olive in Palestina, nonché il lancio di pietre e di razzi ai suoi nemici. Leve Palestina fa appello alla lotta socialista contro l'imperialismo, auspicando la caduta del sionismo e la liberazione della Palestina.[3][5][6] Scritti e interpretati in svedese, Leve Palestina e gli altri brani dei Kofia rappresentano il primo caso di musica sulla Palestina in una lingua diversa dall'arabo, un fatto ai tempi accolto con diffidenza da una parte degli arabofoni.[7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I Kofia (forma svedese del nome della kefiyah) sono stati un gruppo fondato a Göteborg nel 1972 dal musicista palestinese (poi naturalizzato svedese) George Totari, nato a Nazaret nel 1946 e rifugiatosi in Svezia nel 1967 a causa della guerra dei Sei Giorni, insieme ad altri quattro musicisti: il percussionista palestinese Michel Kreitem, nato a Gerusalemme e costretto a trasferirsi con la famiglia in Giordania fra il 1948 e il 1952 a causa della Nakba, per poi seguire la fidanzata svedese in patria nel 1967; la cantante svedese Carina Olsson; il flautista svedese Bengt Carlsson; e il chitarrista svedese Mats Lundälv, anche suonatore di mandolino e di oud.[2][3][7][8][9] La band, la cui formazione è cambiata varie volte nel corso del tempo, era politicamente attiva in quegli anni, e partecipava regolarmente a manifestazioni contro la guerra in Vietnam e l'apartheid in Sudafrica.[7]
Leve Palestina, rimasta il pezzo più noto dei Kofia,[3] è da sempre cantata alle manifestazioni di protesta in Svezia,[4][5] e in più occasioni è stata censurata dalle autorità del paese.[2] Durante una protesta a Malmö in occasione della giornata internazionale dei Lavoratori del 2019, degli attivisti pro-Palestina hanno eseguito Leve Palestina, attirandosi le critiche tanto della stampa di destra quanto del Partito Socialdemocratico allora al governo.[2][3] Anche l'ala giovanile del partito è stata segnalata alla polizia per aver partecipato al coro, con l'accusa di incitamento all'odio;[4] essa ha quindi accettato di non cantare più il pezzo.[3][10]
Riscoperta nel 2023
[modifica | modifica wikitesto]Con l'inizio della guerra Israele-Hamas e la conseguente crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, Leve Palestina è tornata alla ribalta su piattaforme social come TikTok e Instagram, diventando un inno di protesta per la causa palestinese in tutta Europa.[2][6] La diffusione virale del brano ha avuto inizio da una clip di 30 secondi girata a una manifestazione tenutasi a Stoccolma nell'ottobre 2023, a cui un utente aveva aggiunto la melodia di Leve Palestina; il video ha superato le 5 milioni di visualizzazioni.[4][7] Da allora la canzone è stata usata nelle proteste di tutto il mondo e è stata tradotta in diverse lingue, fra le quali l'arabo, l'inglese, l'hindi e l'indonesiano.[4][11]
Nel corso dei sei mesi successivi all'ottobre 2023, l'uso di Leve Palestina ha ricevuto rinnovate critiche da parte del governo svedese in carica.[4] L'invito della coalizione di governo a vietare o censurare il brano e la direttiva rivolta alla polizia di interromperne l'esecuzione non hanno comunque impedito ai manifestanti di continuare a cantarla, in quanto il loro numero elevato ha reso più difficili gli interventi delle autorità.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Leve Palestina Funky Bijou Rmx ft. Kofia, su Boomplay. URL consultato il 7 dicembre 2024.
- ^ a b c d e f (EN) Kubra Solmaz, How a Swedish song from the 70s became a new Palestinian anthem, su TRT World, 6 dicembre 2023.
- ^ a b c d e f g (EN) Louis Brehony, Leve Palestina: The Rhyme of the Undamned, su The Palestine Chronicle, 1º gennaio 2024.
- ^ a b c d e f (EN) Nora Adin Fares, A 50-year-old Swedish protest song has become an anthem for Palestine, su Hyphen, 25 marzo 2024.
- ^ a b c (EN) Louis Brehony, "Leve Palestina": Story of a Palestinian-Swedish Band Kofia, su Asian Marxist Review, 27 ottobre 2023.
- ^ a b (EN) Sadiq Shaban, Gaza war: Kofia's viral hit unites the world in protest, su Gulf News, 12 novembre 2023.
- ^ a b c d (EN) Shafi Musaddique, 'Leve Palestina': The 1970s song that became an antiwar anthem in Sweden, su Al Jazeera English, 11 agosto 2024. URL consultato il 5 dicembre 2024.
- ^ Marcello Lorrai, Leve Palestina, un inno globale di resistenza e speranza, su Radio Popolare, 8 marzo 2024. URL consultato il 6 dicembre 2024.
- ^ (EN) Kofia: A Revolution Through Music (full film), su YouTube, 30 marzo 2022, a 3 min 22 s. URL consultato il 4 gennaio 2025.
- ^ (EN) Louis Brehony, On May Day: Long live Palestine - crush Zionism!, su Revolutionary Communist Group, 1º maggio 2020.
- ^ (AR) Mohammad Kamal, Jeena Falastini, Leve Palestina, YouTube, 27 febbraio 2024. URL consultato il 5 dicembre 2024.