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Federico Frigerio (architetto)
Federico Frigerio (Milano, 10 agosto 1873 – Como, 24 dicembre 1959) è stato un architetto italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo la laurea da ingegnere-architetto nel 1896 presso il Regio Istituto Tecnico Superiore (futuro Politecnico di Milano), ottiene anche un diploma da professore di Disegno presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, unendo alla rigorosa formazione tecnologica anche un'ampia formazione storico-artistica.
Attività da architetto
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1898, Federico Frigerio lavora alle decorazioni architettoniche del terzo piano dell'albergo Plinius di Como (attuale Hotel Palace), edificio progettato da Giuseppe Salvioni e che, in origine, ha come proprio centro benessere la struttura che dal 1928 ospita l'albergo Terminus, della quale lo stesso Frigerio cura sia l'aspetto esterno sia gli interni.[1]
Nel 1910 Federico Frigerio realizza il primo edificio di Como con parti strutturali in calcestruzzo armato, il Teatro Politeama.
Nel 1920 disegna una villa liberty situata a San Fermo della Battaglia.[2]
Al 1925[3][4] risale il progetto del capolavoro di Federico Frigerio: il Tempio Voltiano di Como, voluto e finanziato dall'imprenditore Francesco Somaini, di Lomazzo, per ospitare i cimeli di Alessandro Volta.[5] Alcuni dei cimeli voltiani erano stati recuperati dallo stesso Frigerio dall'incendio dei padiglioni della Grande Esposizione del 1899, realizzata a Como per celebrare il centenario della pila voltiana.
Nel 1931 Federico Frigerio compie il restauro del palazzo vescovile[6], rimuovendo le superfetazioni e recuperando porzioni del primitivo fabbricato alto medioevale.[7]
Del Frigerio è anche la sede policroma della Banca Commerciale: realizzata nel 1927[8] fra piazza Grimoldi e il duomo, è dotata di una decorazione esterna dedicata a personalità storiche di Como,[8] alcune delle quali vennero raffigurate dallo stesso Frigerio anche all'esterno del numero civico 15 della vicina Piazza Duomo.[6]
Dopo l'incendio del 27 settembre 1935 che danneggia la cupola di Filippo Juvarra del Duomo di Como, si occupa di progettare e sovrintendere all'intervento di ricostruzione. L'originaria cupola dello Juvarra era stata ricoperta a metà '700 da una sovrastruttura dall'architetto Giulio Galliori. In un acceso dibattito, Frigerio si impone su Giuseppe Terragni per la rimozione delle sovrastrutture che alteravano le proporzioni originarie pensate da Juvarra.[9]
A Lomazzo attua il restauro di Villa Somaini (palazzo Raimondi Odescalchi) e l'intervento di modifica della facciata della chiesa di San Siro.
Di Federico Frigerio è infine il progetto della sede di via Sirtori (1945) della "Magistri Cumacini", la scuola per periti edili di cui Frigerio ricoprì il ruolo di commissario prefettizio.[10]
Attività archeologica
[modifica | modifica wikitesto]Federico Frigerio insieme con il sacerdote Santo Monti e con l'ing. Gabriele Giussani realizza l'allestimento del Museo Archeologico di Como. Realizza campagne di scavo e compie ampi studi sulle rovine romane della città di Como, in particolare sulla porta Praetoria, la relazione sugli scavi della casa Ortelli (via Cinque Giornate) e della Società Bancaria Italiana (via Perti). Si occupa dell'epoca preromana, con lo studio del carro della Ca' Morta, oggi ricomposto e collocato al Museo Giovio di Como. Gran parte dei suoi studi sono pubblicati sulla "Rivista Archeologica Comense.[11]
Valorizzazione del patrimonio del duomo di Como
[modifica | modifica wikitesto]A Federico Frigerio è riconosciuto il merito di aver fatto restaurare ed esporre al pubblico nelle navate del duomo di Como i preziosi arazzi dell'Arcimboldo e di Giovanni Karcher, prima riposti negli armadi della cattedrale.[12]
Allo stesso Frigerio si deve anche l'iniziativa di realizzare una copia delle due statue dei Plinii presenti sulla facciata della cattedrale, e di fare esporre tali copie a Roma durante l'esposizione universale del 1911.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Berra, p. 75
- ^ San Fermo, due ville in stile liberty in vendita, su Il Giorno, 22 luglio 2018. URL consultato il 26 novembre 2024.
- ^ Tempio Voltiano, su turismo.como.it. URL consultato il 24 marzo 2020.
- ^ Berra, p. 72
- ^ http://alessandrovolta.it/celebrazioni-voltiane/1927-100-anni-dalla-morte/il-tempio-voltiano/
- ^ a b Berra, p. 78
- ^ lagodicomo.com s.r.l. - razionalismo e eclettismo Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ a b c Berra, p. 55.
- ^ Federico Frigerio, Il Duomo di Como e il broletto, completo di fotografie e disegni precisi, con descrizione dei dettagli architettonici e dei corredi artistici interni.
- ^ Itis Magistri Cumacini, su magistricumacini.it. URL consultato il 3 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2015).
- ^ Copia archiviata (PDF), su magistricumacini.it. URL consultato il 3 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Vertunno | artistagoloso
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- COMUM. Miscellanea di scritti in onore di Federico Frigerio, Società Archeologica Comense, Como, Editore Noseda, 1964
- Francesco Somaini, Il Tempio Voltiano in Como, Edizione Emo Cavalleri, Como 1939.
- Federico Frigerio, Il duomo di Como e il broletto, Como, Cesare Nani, 1950.
- Umberto Ferdinando Molteni, Alessandro Volta - Como e il Lario nel bicentenario dell'invenzione della Pila 1799-1999, Editore Università Terza Età "A.Volta", Como 1999.
- Alberto Longatti (a cura di), Il Tempio Voltiano a Como. Guida., Cesare Nani Editrice, Como 2005.
- In memoria di Federico Frigerio, in Bollettino della Società italiana di fisica, 1960, p. 21.
- Pietro Berra, Da Plinio a Volta - Itinerari d'autore sul lago di Como, Lomazzo, New Press Edizioni, 2023.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Eclettismo
- Duomo di Como
- Tempio Voltiano
- Francesco Somaini (politico)
- Frigerio
- Palazzo albergo Terminus
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Federico Frigerio
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Federico Frigerio, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 42906899 · ISNI (EN) 0000 0000 6124 3277 · SBN VEAV023842 · BAV 495/132542 · LCCN (EN) nr2005012627 · GND (DE) 129084247 |
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