Oliviero di Malmesbury

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Oliviero di Malmesbury: vetrata installata nell'Abbazia nel 1920

Oliviero di Malmesbury, od Eilmer (Oliver) of Malmesbury (X secolo – 11 secolo), è stato un monaco cristiano e astrologo inglese dell'ordine benedettino, vissuto fra il X e l'XI secolo. Fu uno dei primi a tentare il volo umano per mezzo di ali artificiali.

Faceva parte della comunità monastica dell'Abbazia di Malmesbury.

Era noto per i suoi scritti in materia di astrologia.[1] Tutto ciò che si sa di lui proviene dal testo De Gestis Regum Anglorum (Atti dei re inglesi), opera dello storico inglese Guglielmo di Malmesbury, verso il 1125. [2] Essendo anch'egli monaco nella medesima abbazia, trasse certamente le proprie informazioni dai colleghi che avevano conosciuto personalmente Oliviero quando questi era già in età avanzata. [1]

Studiosi quali l'americano Lynn White hanno cercato di stimare la data di nascita di Oliviero basandosi sulle citazioni negli atti di Guglielmo riguardanti la cometa di Halley, che fece la sua comparsa nei cieli nel 1066. La difficoltà consiste nel fatto che Guglielmo scrisse i dati su Oliviero non tanto per stabilirne l'età quanto per mostrare che la sua profezia si era compiuta l'anno successivo quando i normanni invasero l'Inghilterra.

(LA)

««Venisti, inquit, venisti, multis matribus lugende; dudum est quod te vidi, sed nunc multo terribilio rem te intueor, patriae huius excidium vibrantem».»

(IT)

«Sei arrivata? Sei arrivata, oh fonte di lacrime per molte madri! È da tempo che io ti vidi, ma ora che ti vedo, sei molto più terribili poiché ti vedo annunciare la caduta del mio paese.»

Supponendo che Oliviero avesse potuto vedere la cometa di Halley quando era giovane, cioè 76 anni prima, egli potrebbe essere nato nel 984, dal che conseguirebbe che egli avrebbe avuto 5 anni quando vide la cometa per la prima volta, un'età sufficiente per serbarne il ricordo. Comunque la periodicità della cometa era sconosciuta ai suoi tempi e così quando dice: «È molto tempo fa che io ti vidi» potrebbe riferirsi ad un'altra cometa. Poiché è noto che Oliviero era una "persona anziana" nel 1066 ed egli aveva compiuto il suo "volo" in gioventù, l'evento viene collocato all'inizio dell'XI secolo, probabilmente nella sua prima decade. [4]

Guglielmo scrive che in gioventù Oliviero aveva letto, e creduto, nell'episodio mitologico di Dedalo. Così egli assicurò alle sue mani ed alle sue gambe le ali che aveva costruito e si lanciò dalla sommità della torre dell'Abbazia di Malmesbury.

(LA)

«Is erat litteris, quantum ad id temporis, bene imbutus, aevo maturus, immanem audaciam prima iuventute conatus: nam pennas manibus et pedibus haud scio qua innexuerat arte, ut Daedali more volaret, fabulam pro vero amplexus, collectaque e summo turris aura, spatio stadii et plus volavit; sed venti et turbinis violentia, simul et temerarii facti coscientia, tremulus cecidit, perpetuo post haec debilis, et crura effractus. Ipse ferebat causam ruinae quod caudam in posteriori parte oblitus fuerit.»

(IT)

«Egli era uomo istruito per quei tempi, di età matura, e nella sua prima giovinezza egli arrischiò azioni di notevole coraggio. Egli aveva in qualche modo, lo so a mala pena, assicurato a mani e piedi le ali in modo che potesse, faccenda errata in verità, volare come Dedalo e, con il vento in favore dalla sommità della torre volò per più di uno stadio. Ma scosso dalla violenza e dal turbinio del vento e conscio del suo sconsiderato tentativo, cadde, si ruppe entrambe le gambe e rimase zoppo per tutto il resto della sua vita»

Invalido per la vita ma imperterrito, credeva che avrebbe potuto effettuare un atterraggio più morbido se fosse stato equipaggiato anche con una coda[5] e si stava preparando ad un secondo volo quando l'abate di Malmesbury gli proibì di rischiare ancora la sua vita in ulteriori esperimenti.

Data la planimetria dell'Abbazia, il suo luogo di atterraggio e l'informazione che il suo volo era stato più lungo di 201 metri, avrebbe dovuto "volare" per una quindicina di secondi. Il suo esatto percorso di volo non è noto, né si sa quanto fosse stato in aria, poiché la struttura abbaziale odierna non è quella dell'XI secolo, quando era probabilmente più piccola sebbene l'altezza della torre fosse probabilmente prossima a quella dell'attuale.[6] "Olivers Lane", ai nostri giorni High Street, a 200 m dall'Abbazia, è ritenuto il luogo ove egli potrebbe essere atterrato. [6] Ciò lo avrebbe portato a sorvolare parecchi edifici. Gli studi di Maxwell Woosnam concludono che sia più probabile una discesa lungo il pendio della collina da sud-ovest rispetto all'Abbazia, piuttosto che lungo il centro della città, verso sud. [6]

Analisi del volo

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Per effettuare la manovra di discesa contro vento, utilizzando sia quest'ultimo che la gravità, Oliviero utilizzò un apparato simile in qualche modo ad un uccello veleggiante. Comunque, non potendo bilanciarsi in avanti ed indietro, come fa un uccello con piccoli movimenti delle ali, della testa e delle zampe, egli avrebbe dovuto avere un'ampia coda per mantenere l'equilibrio. Egli non avrebbe potuto realizzare in ogni caso un vero e proprio volo, ma avrebbe potuto atterrare con maggior sicurezza se avesse avuto un'ampia coda.[7] Successivamente egli mise l'accento sul fatto che la causa della sua caduta fosse stata quella di «… aver dimenticato di munirsi di una coda.» [5]

Tradizione ed influenza storica

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Oltre al racconto di Guglielmo sul volo, nulla è pervenuto sull'attività di Oliviero come monaco, sebbene i suoi trattati di astrologia circolassero apparentemente fino al XVI secolo.

La storia del volo di Oliviero, sulla base del racconto di Guglielmo, è stata narrata parecchie volte da studiosi, enciclopedisti e fautori del volo a propulsione umana, mantenendo viva l'idea del volo umano. Ciò comprende nel corso degli anni: Helinand de Froidmont (prima del 1229), Alberico delle Tre Fontane (prima del 1241), Vincent de Beauvais (1250), Ruggero Bacone (ca. 1260), Ranulf Higden (prima del 1352, il primo anche a chiamarlo Oliver) ed i traduttori inglesi di questa opera , Henry Knighton (prima del 1367), Giovanni Nauclerus di Tubinga (c. 1500), John Wilkins (1648), John Milton (1670) e John Wise (1850).

Più recentemente Maxwell Woosnam nel 1986 esaminò più dettagliatamente gli aspetti tecnici di questo materiale, angoli d'involo ed effetti del vento.[6]

Oliviero rende tipico lo spirito speculativo degli entusiasti medievali che svilupparono piccoli progetti di elicotteri, mulini a vento e sofisticate velature per navi. Allo stesso modo gli artisti religiosi mostravano angeli con sempre più accurate illustrazioni di ali da uccello, dettagliando le loro curvature che si sarebbero dimostrate utili per generare le forze portanti che consentono agli uccelli (o agli aeroplani) di volare. Questo clima condusse all'accettazione generale che l'aria fosse un mezzo da poter utilizzare per il volo e che quest'ultimo non era dunque più visto come opera di magìa ma che poteva essere realizzato con sforzi mentali e fisici dall'uomo.[5]

  1. ^ a b Lynn White, "Technology and Culture" n. 2 del 1961, p. 98
  2. ^ Lynn White, "Technology and Culture" n. 2 del 1961, p. 102
  3. ^ a b Willelmi Malmesburiensis Monachi Gesta Regum Anglorum atque Historia Novella", Saeculum XII: Willelmi Malmesburiensis Monachi Opera Omnia, Patrologiae Cursus Completus, Series Latina, Vol. 179, Vol. I, Paris: Paul Dupont for Garnier Bros., col. 1206.
  4. ^ Lynn White, "Technology and Culture" n. 2 del 1961, p=99
  5. ^ a b c (EN) Richard Hallion, Pioneers of Flight: Eilmer of Malmesbury, su af.mil, USAF Centennial of Flight office, 2004. URL consultato il 10 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2004).
  6. ^ a b c d Woosnam (1986)
  7. ^ James of Wanborough, Eilmer the Flying Monk, Copia archiviata, su jane-williams.me.uk. URL consultato il 2 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2009). Consultato il 5 ottobre 2008
  • (EN) Richard Hallion, Pioneers of Flight: Eilmer of Malmesbury, in Air Force. URL consultato il 10 maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2004).
  • (EN) Robert Lacey, Great Tales From English History, New York, Brown Little, 2004. ISBN 0-316-10910-X
  • (EN) P. Scott, The Shoulders of Giants: A History of Human Flight to 1919, Reading (MA), Addison Wesley Publishing Co., 1995
  • (EN) Lynn White, Eilmer of Malmesbury, an Eleventh Century Aviator: A Case Study of Technological Innovation, Its Context and Tradition in "Technology and Culture", n. 2 del 1961, p. 97–111, [1]
  • (EN) Lynn White, Eilmer of Malmesbury, an eleventh-century aviator: a case study of technological innovation, its context and tradition, in Medieval religion and technology, 1978, 59–73.
  • (EN) Maxwell Woosnam, Eilmer, The Flight and The Comet, Malmesbury, UK, Friends of Malmesbury Abbey, 1986, ISBN 0-9513798-0-1.

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