Brigitte Gabriel

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Brigitte Gabriel

Brigitte Gabriel, arabo:بريجيت غابرييل; (nata Hanan Qahwaji; Marjayoun, 21 ottobre 1964), è una giornalista, scrittrice e attivista libanese naturalizzata statunitense, critica dell'Islam.[1][2][3][4] È la fondatrice di ACT for America, un gruppo di difesa che si oppone all'estremismo islamico.

Nata in Libano, nel distretto di Marjuyun da una famiglia di cristiani maroniti,[5] ha trascorso un'infanzia segnata dalla guerra civile libanese. I militanti musulmani lanciarono un assalto a una base militare libanese vicino alla casa della sua famiglia e distrussero anche la sua casa. Gabriel, che all'epoca aveva dieci anni, subì ferite da schegge nell'attacco.[6][5] Per i successivi sette anni, lei e i suoi genitori furono costretti a vivere sottoterra in un rifugio antiaereo di 2,4 x 3,0 m con solo una piccola stufa a cherosene, nessun sistema sanitario, senza elettricità o acqua corrente e poco cibo.[7] Gabriel dovette strisciare in un fosso lungo la strada per sfuggire ai cecchini musulmani mentre andava a raccogliere l'acqua da una sorgente vicina.[5]

Nella primavera del 1978, l'esplosione di una bomba fece sì che Gabriel e i suoi genitori rimanessero intrappolati nel loro rifugio per due giorni.[8] Alla fine furono salvati da tre miliziani cristiani, uno dei quali aveva stretto amicizia con Gabriel prima di essere ucciso da una mina.

Gabriel ha scritto che nel 1978 uno sconosciuto avvertì la sua famiglia di un imminente attacco da parte di insorti musulmani contro la popolazione cristiana nella sua zona. Tuttavia, l'attacco svenne sventato dall'invasione israeliana del Libano. In seguito, sua madre fu gravemente ferita in un attacco e successivamente portata in cura in un ospedale in Israele. Durante questo periodo, le opinioni di Gabriel sugli israeliani cambiarono quando iniziò a mettere in discussione la propaganda anti-israeliana del Libano a cui aveva assistito da bambina.[7][9][10]

Con lo pseudonimo di Nour Saman è stata una delle conduttrici televisive del telegiornale in lingua araba World News, trasmesso dal canale televisivo Middle East Television[11]. Nel 1989 è poi emigrata negli Stati Uniti d'America dove ha fondato un'agenzia che si occupa di produzioni televisive, marketing e pubblicità[12]

Ha raggiunto poi la popolarità grazie a due libri: Because They Hate: A Survivor of Islamic Terror Warns America e They Must Be Stopped: Why We Must Defeat Radical Islam and How We Can Do It in cui critica apertamente l'Islam.

Gabriel nelle sue dichiarazioni ha detto che l'Islam è la ragione della arretratezza dei paesi arabi, e che insegna il terrorismo.[13][14] Al fine di promuovere tali opinioni, Gabriel ha fondato l'American Congress For Truth, poi rinominati in ACT! for America Education e ACT! for America, affinché i cittadini possano "senza paura parlare in difesa dell'America, Israele e la civiltà occidentale." Parla spesso per organizzazioni statunitensi di tendenza conservatrice, come la Heritage Foundation, i Cristiani Uniti per Israele, gli evangelici e gruppi ebraici.

Stephen Lee, il pubblicista di St. Martins Press ha affermato che nonostante il punto di vista "estremo"[15] delle dichiarazioni Gabriel dice "ciò che molti in America stanno pensando, ma hanno paura di dire ad alta voce, per paura di essere etichettati come razzisti, bigotti, islamofobi, o intolleranti."

  1. ^ (EN) Peter Beinart, Mike Pompeo's Allies on the Anti-Muslim Right, su The Atlantic, 15 marzo 2018. URL consultato il 10 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2018).
  2. ^ (EN) Mike Pompeo, Trump's pick to replace Tillerson, has long worried Muslim advocates, in The Washington Post. URL consultato il 30 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2018).
  3. ^ (EN) Muslim lawmakers call on senators to oppose Pompeo confirmation, citing record, su CNN, 22 aprile 2018. URL consultato il 30 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2018).
  4. ^ (EN) Dean Obeidallah, Mike Pompeo's Disturbingly Consistent Friendships with Anti-Muslim Bigots, in The Daily Beast, 13 marzo 2018. URL consultato il 10 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2018).
  5. ^ a b c (EN) anno 2006 Brigitte Gabriel, Because They Hate: A Survivor of Islamic Terror Warns America, St. Martin's Press.
  6. ^ (EN) Laurie Goodstein, Drawing U.S. Crowds With Anti-Islam Message, in The New York Times, 7 marzo 2011. URL consultato il 15 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2019).
  7. ^ a b (EN) Deena Yellin, An inside ally, in Jerusalem Post, 25 giugno 2009. URL consultato il 16 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2012).
  8. ^ (EN) Debra Rubin, Lebanese Christian expert on terrorism to help honor her IDF saviors, in NJJN (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2016).
  9. ^ (EN) Because They Hate: A Survivor of Islamic Terror Warns America, in The Heritage Foundation. URL consultato il 9 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2010).
  10. ^ (EN) Livia Bitton-Jackson, Brigitte Gabriel: A Remarkable Fighter For Israel, su jewishpress.com, 2 marzo 2015. URL consultato il 24 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2016).
  11. ^ Laurie Goodstein, Drawing U.S. Crowds With Anti-Islam Message, New York Times, 7 marzo 2011.
  12. ^ ACT! for America, in About Ms. Gabriel, [ACT! for America. URL consultato il 5 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2009). About Ms. Gabriel.
  13. ^ (EN) Laurie Goodstein, Drawing U.S. Crowds With Anti-Islam Message, su nytimes.com, The New York Times, 7 marzo 2011. URL consultato il 27 febbraio 2012.
  14. ^ (EN) Deborah Solomon, Questions for Brigitte Gabriel - The Crusader, su nytimes.com, The New York Times, 15 agosto 2008. URL consultato il 27 febbraio 2012.
  15. ^ (EN) Clark Hoyt, A Radical Islamophobe?, su publiceditor.blogs.nytimes.com, The New York Times, 21 agosto 2008. URL consultato il 27 febbraio 2012.
  • Brigitte Gabriel Because They Hate: A Survivor of Islamic Terror Warns America, 2006, St. Martin's Press
  • Brigitte Gabriel They Must Be Stopped: Why We Must Defeat Radical Islam and How We Can Do It, 2008, St. Martin's Press

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