Proteste in Arabia Saudita del 2011-2012

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Le proteste in Arabia Saudita del 2011 si inseriscono nel contesto delle coeve proteste nel mondo arabo.

Proteste in Arabia Saudita del 2011
parte Primavera araba
Data11 marzo 2011 - 24 dicembre 2012
LuogoArabia Saudita (bandiera) Arabia Saudita
Causa
Esito
  • repressione delle manifestazioni
  • il governo mette 35 miliardi di dollari a beneficio dei cittadini
  • viene concesso alle donne di votare ed essere elette all'Assemblea consultiva
Schieramenti
Manifestanti

Supporto da:

Iran (bandiera) Iran
Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Arabia Saudita (bandiera) Governo
Perdite
36 morti, più di 100 feriti, 1002 arresti13 morti
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Le proteste lambiscono marginalmente l'Arabia Saudita, dove la minoranza sciita, delle regioni petrolifere orientali, mette in atto una manifestazione pacifica per chiedere la liberazione di attivisti reclusi. I promotori della protesta di un partito politico islamico vengono tratti in arresto.[1]

Di ritorno dal Marocco dove era rimasto in convalescenza, re Abd Allah giunge il 23 febbraio a Riad e per l'occasione promette un pacchetto di sussidi da 35 miliardi di dollari a favore della popolazione del paese. Tra le misure previste, aiuti ai giovani disoccupati, prestiti per gli alloggi e aumenti di salariali del 15% per gli impiegati pubblici.[2]

La protesta colpisce una monarchia già debole per problemi relativi alla successione al trono e per questioni sotto il profilo interno, che si aggiungono all'instabilità che potrebbe essere portata qualora violenti sommovimenti mettessero in forte agitazione la minoranza sciita.[3]

Dopo che a fine febbraio oltre 100 intellettuali sauditi lanciano su internet un appello per riforme politiche, economiche e sociali, chiedendo in particolare la creazione di una "monarchia costituzionale", "la separazione dei poteri" e l'adozione di una costituzione, le autorità saudite, con il crescere del malcontento, valutano l'ipotesi di concedere il diritto di voto alle donne, senza però prevedere la loro eleggibilità.[4]

Il 13 marzo l'Arabia Saudita invia le sue forze armate in Bahrein su richiesta della monarchia sunnita degli al-Khalifa, l'intervento delle truppe saudite per fronteggiare la rivolta dell'opposizione sciita, in Iran viene giudicato come una forte provocazione.[5][6]

Il 25 settembre 2011 re Abd Allah ha annunciato che le donne potranno votare ed essere elette in politica a partire dal 2015.

  1. ^ La mappa della protesta [collegamento interrotto], in RaiNews24, 19 febbraio 2011. URL consultato il 21 febbraio 2011.
  2. ^ ARABIA SAUDITA: RE TORNA E PROMETTE SUSSIDI, GIORNO RABBIA SU WEB [collegamento interrotto], in AgiNews, 23 febbraio 2011. URL consultato il 23 febbraio 2011.
  3. ^ Guido De Franceschi, Arabia Saudita, in Ilsole24ore, 24 febbraio 2011. URL consultato il 27 febbraio 2011.
  4. ^ Re concederebbe il voto alle donne per prevenire proteste di piazza, in la Repubblica, 04 marzo 2011. URL consultato il 4 marzo 2011.
  5. ^ Bahrain: Teheran, A. Saudita non giochi con il fuoco e ritiri truppe - Adnkronos Politica, su adnkronos.com. URL consultato il 10 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2011).
  6. ^ Bahrein, entrano truppe saudite, opposizione: è guerra | Prima Pagina | Reuters, su it.reuters.com. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).

Voci correlate

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