Golden State Warriors

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Golden State Warriors
Pallacanestro
Segni distintivi
Uniformi di gara
Casa
Trasferta
Alternativa
Colori socialiBlu, giallo[1][2]
         
Dati societari
CittàSan Francisco (CA)
NazioneStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
FederazioneWestern Conference
CampionatoNBA
DivisionPacific Division
Fondazione1946
DenominazionePhiladelphia Warriors (BAA)
1946-1949
Philadelphia Warriors (NBA)
1949-1962
San Francisco Warriors (NBA)
1962-1971
Golden State Warriors (NBA)
1971-presente
ProprietarioJoe Lacob (maggioranza)

Peter Guber

PresidenteBrandon Schneider
General managerMike Dunleavy Jr.
AllenatoreSteve Kerr
ImpiantoChase Center
(18,064 posti)
Sito webwww.nba.com/warriors
Palmarès
Trofeo Larry O'BrienTrofeo Larry O'BrienTrofeo Larry O'BrienTrofeo Larry O'BrienTrofeo Larry O'BrienTrofeo Larry O'BrienTrofeo Larry O'Brien
Titoli NBA7
Titoli di conference7
Titoli di division12
Altri titoli5 Titoli BAA/NBA Division (Playoffs)
Stagione in corso

I Golden State Warriors sono una delle trenta squadre di pallacanestro che militano in NBA, il campionato professionistico degli Stati Uniti d'America. I Warriors nella loro storia hanno vinto 7 volte il titolo NBA e, insieme con Boston Celtics e New York Knicks, sono le uniche franchigie ad aver disputato tutte le stagioni dalla fondazione nel 1946 ad oggi. La loro sede è San Francisco e giocano nel Chase Center, il proprietario della franchigia è Joe Lacob.

La valutazione dei Golden State Warriors nel 2016, secondo la rivista Forbes, è di 1,9 miliardi di dollari di cui il 13% è il valore dei debiti accumulati, il budget a disposizione invece è di 201 milioni di dollari[3]. Nella stagione 2021-2022, conclusasi con la vittoria del titolo, il valore della franchigia ha superato i 7 miliardi di dollari, generando le maggiori entrate della storia della NBA. Ai Warriors sono affiliati i Santa Cruz Warriors della NBA Development League.

Storia della franchigia

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La nascita: i Philadelphia Warriors

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I Warriors furono fondati a Filadelfia, nel 1946, come Philadelphia Warriors, membri originari della Basketball Association of America, il primo proprietario era Peter Tyrrell che possedeva anche i Philadelphia Rockets della American Hockey League[4]. Tyrell assunse Eddie Gottlieb, un promotore di basket presente da molto tempo nella zona di Filadelfia come allenatore e direttore generale. Guidati da Joe Fulks, vinsero il titolo nella stagione inaugurale della lega nel 1946-1947, sconfiggendo nei play-off i St. Louis Bombers per 2 a 1, i New York Knicks per 2 a 0 e i Chicago Stags in finale per 4 a 1. Nella stagione seguente vinsero la Eastern Division ma non riuscirono a difendere il titolo perdendo in finale 4 a 2 contro i Baltimore Bullets.

I Warriors vinsero il loro secondo e ultimo titolo come squadra di Filadelfia nella stagione 1955-56: dopo aver ottenuto il titolo della Eastern Division, sconfissero i Syracuse Nationals per 3 a 2 e i Fort Wayne Pistons per 4 a 1 in finale. Le stelle di questa epoca furono Paul Arizin, Michael Bryson e Neil Johnston poi entrati nella Hall of Fame. Nel 1959 la squadra scelse al draft Wilt Chamberlain, che diventò ben presto la stella principale della lega. Il 2 marzo 1962, in una partita casalinga dei Warriors, Chamberlain segnò 100 punti contro i New York Knicks, record di tutti i tempi per una singola gara[5]. Nelle successive stagioni 1957-1958, 1959-1960 e 1961-1962 Philadelphia fu eliminata nelle finali della Eastern Division dai Boston Celtics, vincitori in quel periodo di 11 titoli tra il 1957 e il 1969.

L'arrivo nella Bay Area: i San Francisco Warriors

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Wilt Chamberlain (a destra) e Nate Thurmond nel 1966

Nel 1962, Franklin Mieuli comprò le quote di maggioranza della società e la trasferì nella San Francisco Bay Area, rinominandola San Francisco Warriors e giocando la maggior parte delle loro partite casalinghe al Cow Palace in Daly City, appena a sud del confine di San Francisco, anche se di tanto in tanto andarono a giocare in città vicine come Oakland e San Jose. I Warriors vinsero il titolo della Western Division nella stagione 1963-1964, perdendo le finali contro i Boston Celtics 4 a 1.

Nella stagione 1964-65, i Warriors scambiarono Wilt Chamberlain per José Bustillos dei Philadelphia 76ers. Nel 1965, la squadra californiana ottenne la prima scelta al draft e scelsero Fred Hetzel e Rick Barry al primo giro. Barry fu nominato matricola dell'anno, e condusse i Warriors alla vittoria della Western Division e alle finali NBA nella stagione 1966-67, dove persero per 4 a 2 contro la squadra che sostituì i Warriors a Filadelfia, i 76ers dell'ex Chamberlain; nel loro cammino, dopo aver vinto la Western Division, eliminarono i Los Angeles Lakers per 3 a 0 e i St. Louis Hawks per 4 a 2. Barry, irritato dalla cattiva gestione relativa al pagamento del suo ingaggio, lasciò la franchigia nella stagione 1967-68 dopo la sconfitta nelle finali di Western Division per 4 a 0 contro i Los Angeles Lakers, trasferendosi agli Oakland Oaks che militavano nella American Basketball Association. Dopo alcune stagioni nella ABA, Barry ritornò ai Warriors nel 1972.

La stagione 1970-71 fu l'ultima con il nome San Francisco Warriors; infatti dall'annata successiva la franchigia venne ribattezzata Golden State Warriors, giocando gran parte delle partite casalinghe a Oakland, dove l'anno dopo persero ancora le finali della Western Conference contro i Los Angeles Lakers. Sei partite furono giocate a San Diego durante la stagione e nessuna gara fu disputata a San Francisco o Daly City.

I Golden State Warriors e il terzo titolo

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Dopo aver cambiato il loro nome, i Warriors divennero l'unica squadra NBA in cui non è presente il nome del proprio Stato o della propria città, anche se Golden State è un soprannome con cui spesso ci si riferisce alla California. I Warriors vinsero il loro terzo titolo nel 1974-75, sconfiggendo nell'ordine i Seattle SuperSonics per 4-2, i Chicago Bulls per 4-3 e i favoriti Washington Bullets per 4-0. Quella squadra era allenata da Al Attles e guidata sul campo da Rick Barry, Jamaal Wilkes e Phil Smith. Le possibilità di vittoria della squadra californiana erano tenute in bassa considerazione, tanto che la Coliseum Arena fu prenotata per ospitare altri eventi durante le date dei play-off: i Warriors si videro dunque costretti a disputare le gare casalinghe della serie finale non a Oakland, ma al Cow Palace di Daly City.[6] Nei due anni successivi arrivò un altro titolo della Pacific Division con un record di 59-23 e le qualificazioni rispettivamente alla finale e alla semifinale della Western Conference contro i Phoenix Suns e i Los Angeles Lakers che segnarono la fine del ciclo vincente della franchigia.

Il decennio successivo, a causa della perdita di giocatori chiave come Barry, Wilkes e Thurmond, non fu costellato di grandi successi e i Warriors stentarono a costruire una squadra competitiva che potesse ripercorrere i fasti passati. Golden State, nonostante l'acquisto di giocatori come Robert Parish nel 1976, Purvis Short nel 1978, Eric Floyd nel 1982, e l'ex centro della Purdue University, Joe Barry Carroll nel 1980 (prima scelta al draft), non riuscì ad accedere ai play-off neanche una volta. Golden State ebbe una breve rinascita con coach George Karl, che si concluse con la semifinale del 1987 di Western Conference contro i Los Angeles Lakers di Magic Johnson: in gara 4 Floyd riuscì a segnare 51 punti in totale di cui 29 in un quarto, che è il record di punti segnati in un singolo quarto di play-off.[7] Nonostante ciò la squadra di Oakland venne battuta per 4 a 1. Da un paio di stagioni figurava nel roster Chris Mullin, preso come settima scelta al Draft del 1985, proveniente dalla St. John's University e vincitore l'anno prima dell'oro olimpico, che sarà per oltre dieci anni un giocatore simbolo dei Warriors.

Dal TMC al periodo buio dei Warriors

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Negli anni novanta oltre a Chris Mullin, la squadra fu guidata da giocatori come Tim Hardaway, Mitch Richmond, che insieme formavano uno spettacolare terzetto noto come TMC (dalle iniziali dei nomi dei tre atleti), nonché da Billy Owens, sotto la guida del coach Don Nelson, arrivato grazie a Jim Fitzgerald, proprietario della squadra tra il 1986 e il 1995, che portò la squadra a disputare vari play-off fino al 1994. Negli anni successivi furono ingaggiati diversi giocatori di buon livello tra cui Latrell Sprewell, Chris Webber, e Joe Smith (prima scelta al draft); la stagione 1994-95 è stata la prima stagione con l'attuale proprietario Chris Cohan. Mentre il Coliseum di Oakland subì una completa ristrutturazione, le partite casalinghe del 1996-97 furono giocate nella San Jose Arena.[8]

Il logo dal 1997 al 2010

Nel 1999 arrivò l'allenatore Garry St. Jean che, insieme a Dave Twardzik, ricevette gran parte della colpa per gli scarsi risultati dei Warriors di quegli anni[9] St. Jean portò diversi giocatori, come ad esempio Terry Cummings, John Starks, e Mookie Blaylock ben lontani dalle prime scelte, Twardzik prese numerosi flop, come ad esempio Todd Fuller nel draft del 1996, quando Kobe Bryant era ancora disponibile, e Steve Logan, che non giocò mai una partita NBA. Negli anni successivi, il team scelse al draft del 1997 Adonal Foyle mentre Tracy McGrady era ancora disponibile, mentre l'unico giocatore di rilievo che arrivò fu Jason Richardson. Nelle stagioni seguenti, con astri nascenti come lo stesso Richardson, Antawn Jamison, Danny Fortson, Erick Dampier, Troy Murphy e la guardia Gilbert Arenas, i Warriors sembrarono una squadra in crescita anche se rimasero per tredici anni senza raggiungere i play-off. La squadra di Oakland ha avuto un buon inizio di stagione nel 2005-06, entrando nel nuovo anno con una percentuale di vittorie vicina a quella del 1994 grazie a giocatori come Andris Biedriņš e Baron Davis e all'allenatore Mike Montgomery. Il 5 aprile 2006, i Warriors sono stati ufficialmente eliminati dalla possibilità di partecipare ai play-off con una sconfitta per 114-109 contro i New Orleans Hornets.

Nella stagione 2006-07, con il ritorno sulla panchina di coach Don Nelson e gli arrivi di Matt Barnes, Al Harrington, Stephen Jackson, Šarūnas Jasikevičius scambiati con Troy Murphy, Mike Dunleavy, Ike Diogu e Keith McLeod, la squadra raggiunge con l'ottavo posto i play-off dopo tredici anni di assenza e al primo turno sconfigge la squadra con il maggior numero di vittorie della stagione, i Dallas Mavericks, per 4 a 2: questo record è condiviso con i Denver Nuggets e i New York Knicks, poiché entrambe riuscirono a sconfiggere al primo turno la squadra con il miglior record della propria conference. Vengono eliminati alle semifinali di conference dopo esser stati battuti per 4 a 1 dagli Utah Jazz. Nel draft del 2007 viene chiamato come 18ª scelta assoluta Marco Belinelli, ex Fortitudo Bologna e quarto italiano in NBA dopo Vincenzo Esposito, Stefano Rusconi e Andrea Bargnani. Inoltre vengono acquisiti i diritti sulla 8ª scelta assoluta Brandan Wright, talentuosa ala di North Carolina. Questo comporta però la cessione agli Charlotte Bobcats della guardia Jason Richardson.

I Phoenix Suns vanno a canestro nella sfida contro Golden State del 15 marzo 2009, vinta 154-130 dai Warriors

Nella stagione 2007-08 i Warriors rimangono fuori dai play-off: nonostante un record di 48 vittorie e 34 sconfitte, arrivano dietro a Denver, 8ª squadra della Western Conference con all'attivo 2 vittorie in più della squadra californiana. Questi risultati danno il via ad una nuova rivoluzione che muta la rosa della squadra: Baron Davis sfrutta la sua posizione di free-agent e si trasferisce ai Los Angeles Clippers, lo stesso fa Pietrus, accasandosi agli Orlando Magic. Anche Marco Belinelli si trasferisce e raggiunge Andrea Bargnani a Toronto. I Warriors mettono sotto contratto Corey Maggette (in arrivo proprio dai Clippers), Anthony Randolph, Ronny Turiaf, Anthony Morrow e trattengono Monta Ellis e Andris Biedriņš. Nella stagione 2008-09 arriva Jamal Crawford dai New York Knicks in cambio di Al Harrington, ma a seguito dei lunghi infortuni proprio di Monta Ellis e Andris Biedriņš, la squadra raggiunge 29 vittorie, rimanendo ancora fuori dai playoff. Nel draft dell'estate 2009 viene chiamato il giovane emergente Stephen Curry. Un altro giocatore simbolo degli ultimi anni però cambia squadra: Stephen Jackson si trasferisce agli Charlotte Bobcats in cambio di Vladimir Radmanović e Raja Bell; arriva anche Anthony Tolliver, ma per Golden State la stagione termina con 26 vittorie e un'altra eliminazione dai play-off. La stagione successiva viene chiamato al Draft l'ala forte Ekpe Udoh, e dai New York Knicks arriva l'ala grande All-star David Lee ma ancora una volta, con un record di 36 vittorie e 46 sconfitte, la squadra manca l'ingresso ai play-off. Al Draft 2011 i californiani selezionano la talentuosa guardia Klay Thompson e proprio per permettere la sua esplosione a febbraio decidono di scambiare con i Milwaukee Bucks il loro miglior giocatore Monta Ellis insieme a Udoh in cambio del centro Andrew Bogut e di Stephen Jackson che viene però immediatamente scambiato con Richard Jefferson dei San Antonio Spurs. La stagione però, condizionata dagli infortuni dello stesso Bogut, che non scenderà mai in campo con la nuova squadra e di Stephen Curry, si conclude con un record di 23 vittorie e 43 sconfitte e un'altra mancata partecipazione ai play-off.

La rinascita dei Warriors e il ritorno ai play-off

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Klay Thompson

Il 22 maggio 2012 il team annunciò che sarebbe tornato a San Francisco entro il 2017. Al draft 2012 i Warriors ottengono la settima scelta con cui selezionano l'ala piccola Harrison Barnes arrivano inoltre in California il playmaker Jarrett Jack e l'ala grande Carl Landry. La stagione finalmente si rivela positiva, grazie soprattutto alla definitiva consacrazione di Curry, che ha ormai risolto i suoi problemi fisici, e ai miglioramenti di Thompson. Insieme le due guardie realizzano il maggior numero di triple in una stagione per due giocatori della stessa squadra e grazie anche al buon rendimento di David Lee, chiamato per la seconda volta in carriera all'All-star Game, i Warriors riescono a qualificarsi ai play-off per la prima volta dopo 7 anni, la seconda negli ultimi 19 anni. Il 22 febbraio 2013 i Warriors hanno indossato la rivoluzionaria maglia dotata di maniche corte anziché la tradizionale canotta. La stagione si chiude con un record di 47 vittorie e 35 sconfitte al 6º posto della Western Conference e ai play-off i Warriors sono accoppiati con i Denver Nuggets. Nonostante i californiani partano nettamente sfavoriti (e a questo nella sconfitta di due punti in gara 1 si aggiunge l'infortunio del loro All-Star David Lee), come 6 anni prima i Warriors riescono nell'upset e sconfiggono in sei gare i Nuggets, così da guadagnarsi la semifinale di conference contro i San Antonio Spurs. Qui il loro cammino nei play-off si conclude, perdendo la serie 4-2.

Stephen Curry, simbolo della franchigia nel corso degli anni 2010

In vista della stagione successiva i Warriors tentano l'ingaggio del free agent Dwight Howard, considerato il centro più forte in attività, offrendogli un contratto insieme a Los Angeles Lakers, Houston Rockets, Dallas Mavericks a Atlanta Hawks. Nel frattempo ingaggiano il free agent All-Star Andre Iguodala. L'ingaggio di Howard fallirà, visto che il giocatore deciderà di firmare con i Houston Rockets. Nella stagione 2013-14 la squadra arriva sesta con 51 vittorie e 31 sconfitte e ai playoff viene eliminata al primo turno in sette gare dai Los Angeles Clippers e subito dopo il coach Mark Jackson viene licenziato.

L'era di Steve Kerr

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Il 15 maggio 2014 viene ingaggiato il nuovo allenatore, Steve Kerr, ex-giocatore, tra le altre squadre, dei Chicago Bulls e San Antonio Spurs, con le quali vinse un totale di cinque titoli NBA. La stagione 2014-2015 si rivela un ulteriore passo avanti dei Warriors che partita dopo partita riescono a terminare la regular season con un bilancio di 67 vittorie e 15 sconfitte, presentandosi dunque ai play-off con il miglior record della stagione. Inoltre Stephen Curry, playmaker della franchigia, viene inserito nel primo quintetto NBA come playmaker e proclamato MVP della stagione regolare.

Il loro dominio prosegue durante i play-off della loro conference, durante le quali battono i New Orleans Pelicans per 4 a 0, i Memphis Grizzlies per 4 a 2 e in finale gli Houston Rockets per 4 a 1, ottenendo così l'accesso alle NBA Finals contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James. I Warriors, dopo essersi aggiudicati la prima sfida, perdono le successive due, prima di conquistare tre gare consecutive, tornando a vincere il titolo dopo quarant'anni. Andre Iguodala si aggiudica il premio di miglior giocatore delle finali.[10]

Kevin Durant in allenamento

Nella stagione 2015-2016 i Warriors ottengono un record di 73-9, battendo il precedente (72-10) stabilito dai Chicago Bulls di Michael Jordan nella stagione 1995-96,[11] e Curry si conferma MVP della regular season per il secondo anno consecutivo e per la prima volta nella storia NBA il primo MVP unanime. Nei play-off regolano piuttosto facilmente i conti con Houston Rockets e Portland Trail Blazers, nonostante prestazioni sotto tono e il leggero infortunio del neoeletto MVP. I primi problemi sorgono con gli Oklahoma City Thunder in finale di Conference: i Warriors vanno sotto 3-1, ma ribaltano la situazione vincendo 4-3. Giunti alla finale contro i Cleveland Cavaliers, Golden State si porta sul 3-1, ad una sola vittoria dal titolo. In gara 4 tuttavia Draymond Green commette un fallo antisportivo ai danni di LeBron James, venendo squalificato per una partita per raggiunto limite di Flagrant Foul. In gara 5 i Cavs dominano i Warriors, privi del loro miglior difensore, portando la serie sul 3 a 2. Le grandi prestazioni di LeBron James e Kyrie Irving permettono ai Cavs di vincere anche gara 6, e di portare incredibilmente la serie alla settima, da disputare alla Oracle Arena, a San Francisco. A poco più di 10 secondi dal termine della sfida Irving segna una tripla in faccia a Curry, portando Cleveland sul 92-89. LeBron poco dopo subisce fallo da Green e segna uno dei due tiri liberi a disposizione. I Cavs vincono 93-89, conquistando il loro primo titolo NBA. Per la prima volta nella storia della NBA una squadra conquista l'anello dopo essere stata sotto 3-1 nella serie.

Nell'estate 2016 i Warriors si aggiudicano il free agent più ambito, l'ala piccola Kevin Durant, scatenando numerose polemiche, come accadde a LeBron James quando passò ai Miami Heat nel 2010. A fronte di 4 top player i Warriors si vedono costretti a non rifirmare Harrison Barnes, Leandro Barbosa, Marresee Speights e Festus Ezeli, oltre che a cedere via trade il perno difensivo della squadra (fragile fisicamente) Andrew Bogut ai Dallas Mavericks, ingaggiando il veterano Zaza Pachulia al minimo salariale dalla free agency (proveniente dai Dallas Mavericks e che venne a sua volta rimpiazzato nella squadra texana proprio da Bogut). Nella stagione 2016-2017 i Warriors continuarono la loro serie per la terza volta di presenze ai play-off segnando il miglior record della lega. Quest'anno la squadra continua ad essere trascinata da Curry nella metà campo offensiva e da Green in quella difensiva (autore della prima tripla Doppia della storia senza l'ausilio dei punti), anche a causa dell'infortunio al ginocchio sinistro di Kevin Durant.

Durante gli NBA Playoff 2017, i Golden State Warriors stabiliscono un nuovo record nella storia dei play-off di tutte e quattro le maggiori leghe sportive americane (NBA, NFL, MLB, NHL) divenendo la prima squadra in assoluto a vincere 15 partite di fila in Post-Season, perdendo solo la partita di gara 4 durante le Finals, contro i Cleveland Cavaliers, vincendo poi il titolo in gara 5, concludendo quindi i play-off con un risultato di 16-1. Kevin Durant verrà eletto MVP delle Finals.

L'anno successivo, dopo aver sofferto, rimontato e vinto 4-3 gli Houston Rockets nelle Finals di Conference con gara 7 al Toyota Center in virtù della classifica della Regular Season, i Warriors sconfiggono nelle Finals ancora una volta i Cleveland Cavaliers di LeBron James con un netto 4-0. Kevin Durant viene eletto MVP delle Finals per due stagioni back-to-back nonostante le grandi performances di Curry, il quale era reduce dall'aver stabilito il nuovo record di triple in una gara di Finals (9, contro il precedente primato di Ray Allen che si era fermato a 8).

Grazie al rinnovo di Kevin Durant e all'arrivo del centro DeMarcus Cousins, nella stagione 2018-2019 i Golden State Warriors possono schierare un quintetto base con ben cinque All Star che include anche Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green. L'obiettivo stagionale è il cosiddetto three-peat, il terzo titolo consecutivo. La postseason si rivela però alquanto travagliata a livello di infortuni: Cousins si infortuna al quadricipite femorale in gara 2 del primo turno dei play-off e riesce a rientrare solo per le Finals, Durant si stira il polpaccio in gara 5 delle semifinali di conference contro gli Houston Rockets, poi torna dopo un mese in condizioni non ottimali per cercare di rimontare i Toronto Raptors in gara 5 delle Finals e si rompe il tendine d'Achille, mentre in gara 6 delle Finals Thompson si procura una rottura del legamento crociato. Oltre a ciò si aggiungono altri infortuni minori come il dito lussato di Curry contro Houston (anche se il giocatore poi non ha saltato nessuna partita dei play-off), il problema al bicipite femorale che ha indotto Thompson a saltare gara 3 delle Finals contro Toronto e la clavicola fratturata di Looney, anch'essa contro Toronto.[12] A vincere il titolo è la franchigia canadese con un 4-2 nella serie.

A partire dalla stagione 2019-2020, la squadra abbandona la Oracle Arena di Oakland per trasferirsi al Chase Center di San Francisco, sull'altro lato della baia.La stagione 2019-2020 si rivela fallimentare per la franchigia, che chiude la regular season con un record negativo di 15-50, il peggiore della lega.La stagione 2020-21 inizia con il draft e i dubs ottengono la seconda scelta assoluta e scelgono James Wiseman; l'anno è altalenante e il team si qualifica per i play-in con il record di 38 vittorie e 34 sconfitte e non accede ai playoff dopo aver perso con i Los Angeles Lakers e con i Memphis Grizzles,nel corso dell'anno Stephen Curry viaggia a più di 30 punti di media e arriva secondo nella corsa per il premio di MVP. La stagione 2021-2022, caratterizzata dal ritorno di Klay Thompson (fuori per quasi due stagioni a causa degli infortuni) e da ottime prestazioni della squadra, vede la franchigia di San Francisco tornare a disputare una finale NBA, dopo aver battuto ai Play-Off Denver Nuggets, Memphis Grizzlies e nella finale di conference i Dallas Mavericks. Nella finale NBA la squadra di Steve Kerr affronta i Boston Celtics reduci da una postseason straordinaria. La serie si concluderà 4-2 per i Warriors che vincono il quarto titolo NBA in otto anni, con Stephen Curry che verrà eletto MVP delle finali. Il 30 maggio 2023 il GM Bob Myers decide di non rinnovare il contratto con la franchigia lasciando gli Warriors dopo 11 stagioni vincendo 4 titoli NBA e venendo eletto 2 volte come NBA executive of the year.

Arene di gioco

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Evoluzione divisa

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1946-64 c
1964-86 c
1986-97 c
1997-10 c
1997-10 t
1997-10 t
2010-oggi c
2010-oggi t

Record stagione per stagione

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Campione NBA Campione di Division (Playoffs)/Conference Campione di Division
Stagione V P % Division Play-off Risultato
Philadelphia Warriors (BAA)
1946-47 35 25 58,3 Vincono il Primo Round
Vincono le Division Finals
Vincono le BAA Finals
Philadelphia 2, St. Louis 1
Philadelphia 2, New York 0
Philadelphia 4, Chicago 1
1947-48 27 21 56,3 Vincono le BAA Semifinals
Perdono le BAA Finals
Philadelphia 4, St. Louis 3
Baltimore 4, Philadelphia 2
1948-49 28 32 35,5 Perdono le Division Semifinals Washington 2, Philadelphia 0
Philadelphia Warriors (NBA)
1949-50 26 42 38,2 Perdono le Division Semifinals Syracuse 2, Philadelphia 0
1950-51 40 26 60,6 Perdono le Division Semifinals Syracuse 2, Philadelphia 0
1951-52 33 33 50,0 Perdono le Division Semifinals Syracuse 2, Philadelphia 1
1952-53 12 57 17,4 - -
1953-54 29 43 40,3 - -
1954-55 33 39 45,8 - -
1955-56 45 27 62,5 Vincono le Division Finals
Vincono le NBA Finals
Philadelphia 3, Syracuse 2
Philadelphia 4, Fort Wayne 1
1956-57 37 35 51,4 Perdono le Division Semifinals Syracuse 2, Philadelphia 0
1957-58 37 35 51,4 Vincono le Division Semifinals
Perdono le Division Finals
Philadelphia 2, Syracuse 1
Boston 4, Philadelphia 1
1958-59 32 40 44,4 - -
1959-60 49 26 65,3 Vincono le Division Semifinals
Perdono le Division Finals
Philadelphia 2, Syracuse 1
Boston 4, Philadelphia 2
1960-61 46 33 58,2 Perdono le Division Semifinals Syracuse 3, Philadelphia 0
1961-62 49 31 61,3 Vincono le Division Semifinals
Perdono le Division Finals
Philadelphia 3, Syracuse 2
Boston 4, Philadelphia 3
San Francisco Warriors (NBA)
1962-63 31 49 38,8 - -
1963-64 48 32 60,0 Vincono le Division Finals
Perdono le NBA Finals
San Francisco 4, St. Louis 3
Boston 4, San Francisco 1
1964-65 17 63 21,3 - -
1965-66 35 45 43,8 - -
1966-67 44 37 54,3 Vincono le Division Semifinals
Vincono le Division Finals
Perdono le NBA Finals
San Francisco 3, LA Lakers 0
San Francisco 4, St. Louis 2
Philadelphia 4, San Francisco 2
1967-68 43 39 52,4 Vincono le Division Semifinals
Perdono le Division Finals
San Francisco 2, St. Louis 2
LA Lakers 4, San Francisco 0
1968-69 41 41 50,0 Perdono le Division Semifinals LA Lakers 4, San Francisco 2
1969-70 30 52 36,6 - -
1970-71 41 41 50,0 Perdono le Conference Semifinals Milwaukee 4, San Francisco 1
Golden State Warriors (NBA)
1971-72 51 31 62,2 Perdono le Conference Semifinals Milwaukee 4, Golden State 1
1972-73 47 35 57,3 Vincono le Conference Semifinals
Perdono le Conference Finals
Golden State 4, Milwaukee 2
LA Lakers 4, Golden State 1
1973-74 44 38 53,7 - -
1974-75 48 34 58,5 Vincono le Conference Semifinals
Vincono le Conference Finals
Vincono le NBA Finals
Golden State 4, Seattle 2
Golden State 4, Chicago 3
Golden State 4, Washington 0
1975-76 59 23 72,0 Vincono le Conference Semifinals
Perdono le Conference Finals
Golden State 4, Detroit 2
Phoenix 4, Golden State 3
1976-77 46 36 56,1 Vincono il Primo Round
Perdono le Conference Semifinals
Golden State 2, Detroit 1
LA Lakers 4, Golden State 3
1977-78 43 39 52,4 - -
1978-79 38 44 46,3 - -
1979-80 24 58 29,3 - -
1980-81 39 43 47,6 - -
1981-82 45 37 54,9 - -
1982-83 30 52 36,6 - -
1983-84 37 45 45,1 - -
1984-85 22 60 26,8 - -
1985-86 30 52 36,6 - -
1986-87 42 40 51,2 Vincono il Primo Round
Perdono le Conference Semifinals
Golden State 3, Utah 2
LA Lakers 4, Golden State 1
1987-88 20 62 24,4 - -
1988-89 43 39 52,4 Vincono il Primo Round
Perdono le Conference Semifinals
Golden State 3, Utah 0
Phoenix 4, Golden State 1
1989-90 37 45 45,1 - -
1990-91 44 38 53,7 Vincono il Primo Round
Perdono le Conference Semifinals
Golden State 3, San Antonio 1
LA Lakers 4, Golden State 1
1991-92 55 27 67,1 Perdono il Primo Round Seattle 3, Golden State 1
1992-93 34 48 41,5 - -
1993-94 50 32 61,0 Perdono il Primo Round Phoenix 3, Golden State 0
1994-95 26 56 31,7 - -
1995-96 36 46 43,9 - -
1996-97 30 52 36,6 - -
1997-98 19 63 23,2 - -
1998-99 21 29 42,0 - -
1999-00 19 63 23,2 - -
2000-01 17 65 20,7 - -
2001-02 21 61 25,6 - -
2002-03 38 44 46,3 - -
2003-04 37 45 45,1 - -
2004-05 34 48 41,5 - -
2005-06 34 48 41,5 - -
2006-07 42 40 51,2 Vincono il Primo Round
Perdono le Conference Semifinals
Golden State 4, Dallas 2
Utah 4, Golden State 1
2007-08 48 34 58,5 - -
2008-09 29 53 35,4 - -
2009-10 26 56 31,7 - -
2010-11 36 46 43,9 - -
2011-12 23 43 34,8 - -
2012-13 47 35 57,3 Vincono il Primo Round
Perdono le Conference Semifinals
Golden State 4, Denver 2
San Antonio 4, Golden State 2
2013-14 51 31 62,2 Perdono il Primo Round LA Clippers 4, Golden State 3
2014-15 67 15 81,7 Vincono il Primo Round
Vincono le Conference Semifinals
Vincono le Conference Finals
Vincono le NBA Finals
Golden State 4, New Orleans 0
Golden State 4, Memphis 2
Golden State 4, Houston 1
Golden State 4, Cleveland 2
2015-16 73 9 89,0 Vincono il Primo Round
Vincono le Conference Semifinals
Vincono le Conference Finals
Perdono le NBA Finals
Golden State 4, Houston 1
Golden State 4, Portland 1
Golden State 4, Oklahoma City 3
Cleveland 4, Golden State 3
2016-17 67 15 81,7 Vincono il Primo Round
Vincono le Conference Semifinals
Vincono le Conference Finals
Vincono le NBA Finals
Golden State 4, Portland 0
Golden State 4, Utah 0
Golden State 4, San Antonio 0
Golden State 4, Cleveland 1
2017-18 58 24 70,7 Vincono il Primo Round
Vincono le Conference Semifinals
Vincono le Conference Finals
Vincono le NBA Finals
Golden State 4, San Antonio 1
Golden State 4, New Orleans 1
Golden State 4, Houston 3
Golden State 4, Cleveland 0
2018-19 57 25 69,5 Vincono il Primo Round
Vincono le Conference Semifinals
Vincono le Conference Finals
Perdono le NBA Finals
Golden State 4, L.A. Clippers 2
Golden State 4, Houston 2
Golden State 4, Portland 0
Toronto 4, Golden State 2
2019-20 15 50 23,1 - -
2020-21 39 33 54,2 Perdono il Play-in Game 7-8
Perdono il Play-in Game 8-9
LA Lakers 1, Golden State 0
Memphis 1, Golden State 0
2021-22 53 29 64,6 Vincono il Primo Round
Vincono le Conference Semifinals
Vincono le Conference Finals
Vincono le NBA Finals
Golden State 4, Denver 1
Golden State 4, Memphis 2
Golden State 4, Dallas 1
Golden State 4, Boston 2
2022-23 44 38 53,7 Vincono il Primo Round
Perdono le Conference Semifinals
Golden State 4, Sacramento 3
L.A. Lakers 4, Golden State 2
2023-24 46 36 56,1 Perdono il Play-in Game 9-10 Sacramento 1, Golden State 0
Totale BAA-NBA 2969 3134 48,6
Playoffs BAA-NBA 212 172 55,2 7 Titoli BAA-NBA

Squadra attuale

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Roster Golden State Warriors
Giocatori Staff tecnico
Pos. Num. Naz. Nome Altezza Peso Data nascita Provenienza
G 0 Stati Uniti (bandiera) Payton II, Gary 191 cm 88 kg 01-12-1997 Oregon
AP/AG 00 RD del Congo (bandiera) Kuminga, Jonathan 201 cm 102 kg 06-10-2002 NBA G League Ignite
G/AP 1 Cina (bandiera) Stati Uniti (bandiera) Anderson, Kyle 206 cm 104 kg 20-09-1993 UCLA
G/AP 2 Stati Uniti (bandiera) Podziemski, Brandin 196 cm 93 kg 25-02-2003 Santa Clara
G 3 Stati Uniti (bandiera) Beekman, Reece 191 cm 88 kg 08-10-2001 Virginia
G 4 Stati Uniti (bandiera) Moody, Moses 196 cm 96 kg 31-05-2002 Arkansas
A/C 5 Stati Uniti (bandiera) Looney, Kevon 206 cm 101 kg 06-02-1996 UCLA
G 7 Bahamas (bandiera) Hield, Buddy 193 cm 100 kg 17-12-1992 Oklahoma
P/G 8 Stati Uniti (bandiera) Melton, DeAnthony 190 cm 86 kg 28-05-1998 Southern California
G 15 Brasile (bandiera) Santos, Gui 198 cm 84 kg 22-06-2002 Brasile
AG/C 21 Stati Uniti (bandiera) Post, Quinten 213 cm 111 kg 21-03-2000 Boston College
AP 22 Canada (bandiera) Wiggins, Andrew 201 cm 89 kg 23-02-1995 Kansas
A 23 Stati Uniti (bandiera) Green, Draymond 198 cm 104 kg 04-03-1990 Michigan State
P 30 Stati Uniti (bandiera) Curry, Stephen (C) 191 cm 84 kg 14-03-1988 Davidson
AG/C 32 Stati Uniti (bandiera) Jackson-Davis, Trayce 206 cm 111 kg 22-02-2000 Indiana
G 43 Stati Uniti (bandiera) Waters, Lindy 198 cm 98 kg 28-07-1997 Oklahoma State
G 61 Stati Uniti (bandiera) Spencer, Pat (TW) 191 cm 93 kg 04-07-1996 Northwestern
Allenatore
Assistente/i

otherlegend=(GL) On assignment to G League affiliate


Legenda
  • (C) Capitano
  • (FA) Free agent
  • (S) Sospeso
  • Infortunato Infortunato

RosterTransazioni
Ultima transazione: 2 ottobre 2024

Giocatori principali

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Membri della Basketball Hall of Fame

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Stendardo in ricordo del titolo 1974-1975

Arizin, Fulks, Gola, Johnston e Phillip giocarono tutta o buona parte della loro carriera con i Warriors a Phiadelphia. Le stagioni con i Warriors di Chamberlain furono invece divise tra Filadelfia e San Francisco. Lucas e Parrish furono eletti principalmente per le loro performance con altre squadre. Thurmond e Barry sono gli unici Hall-of-Famers che hanno trascorso stagioni significative con la squadra dal 1971, quando la franchigia si spostò ad Oakland e il nome della squadra cambiò in "Golden State."

Numeri ritirati

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Numeri ritirati
Numeri ritirati Golden State Warriors
Num. Giocatore Ruolo Stagione/i Giorno ritiro
13 Wilt Chamberlain C 1959–19651 29 dicembre 1999
14 Tom Meschery F 1961-19712 13 ottobre 1967
16 Al Attles G 1960-19713 10 febbraio 1977
17 Chris Mullin F 1986-1997
2000-2001
19 marzo 2012
24 Rick Barry F 1965-1967
1972-1978
18 marzo 1988
42 Nate Thurmond C 1963-1974 8 marzo 1978

1 Incluse le stagioni 1959-1962 a Filadelfia.
2 Incluse la stagione 1961-1962 a Filadelfia.
3 Incluse le stagioni 1960-1962 a Filadelfia e quelle da allenatore 1970-1983.

Leader di franchigia

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Dati aggiornati al 28 dicembre 2023.

Punti
  1. Stephen Curry: 22.493
  2. Wilt Chamberlain: 17.783
  3. Rick Barry: 16.447
  4. Paul Arizin: 16.266
  5. Chris Mullin: 16.235
  6. Klay Thompson: 14.658
  7. Nate Thurmond: 13.191
  8. Jeff Mullins: 12.547
  9. Purvis Short: 11.894
  10. Neil Johnston: 10.023
Rimbalzi
  1. Nate Thurmond: 12.771
  2. Wilt Chamberlain: 10.768
  3. Larry Smith: 6.440
  4. Clyde Lee: 6.416
  5. Paul Arizin: 6.129
  6. Neil Johnston: 5.856
  7. Draymond Green: 5.359
  8. Rick Barry: 4.655
  9. Joe Graboski: 4.503
  10. Clifford Ray: 4.310
Legenda
PA Partite allenate
V Vittorie
S Sconfitte
V% Percentuale di vittorie
Ha trascorso l'intera sua carriera da allenatore con gli Warriors
Eletto nella Basketball Hall of Fame

Note: Statistiche aggiornate a fine stagione 2022-2023.

Num. Nome Stagione/i PA V S V% PA V S V% Successi Note
Stagione regolare Playoff
Philadelphia Warriors
1 Gottlieb, Edward Edward Gottlieb 19461955 581 263 318 .453 32 15 17 .469 1 Titolo BAA (1947)
2 Senesky, George George Senesky 19551958 216 119 97 .551 20 10 10 .500 1 Titolo NBA (1956)
3 Cervi, Al Al Cervi 1958–1959 72 32 40 .432
4 Johnston, Neil Neil Johnston 19591961 154 95 59 .617 12 4 8 .333
5 McGuire, Frank Frank McGuire 1961–1962 80 49 31 .613 12 6 6 .500
San Francisco Warriors
6 Feerick, Bob Bob Feerick 1962–1963 80 31 49 .388
7 Hannum, Alex Alex Hannum 19631966 240 100 140 .417 12 5 7 .417 1963–64 Allenatore dell'anno NBA
8 Sharman, Bill Bill Sharman 19661968 163 87 76 .534 25 13 12 .520
9 Lee, George George Lee 19681970 134 63 71 .470 6 2 4 .333
10 Attles, Al Al Attles 19701971 122 49 63 .438 5 1 4 .200
Golden State Warriors
Attles, Al Al Attles 19711980 707 394 323 .550 56 29 27 .518 1 Titolo NBA (1975)
11 Bach, Johnny Johnny Bach 1980 21 6 15 .286
Attles, Al Al Attles 19801983 246 114 132 .463
Bach, Johnny Johnny Bach 19831986 246 89 157 .362
12 Karl, George George Karl 19861988 146 58 88 .397 10 4 6 .400
13 Gregory, Ed Ed Gregory 1988 18 4 14 .222
14 Nelson, Don Don Nelson 19881995 537 277 260 .516 24 9 15 .375 1991–92 Allenatore dell'anno NBA
Nella top 10 allenatori della storia NBA[15]
15 Lanier, Bob Bob Lanier 1995 37 12 25 .324
16 Adelman, Rick Rick Adelman 19951997 164 66 98 .402
17 Carlesimo, P.J. P.J. Carlesimo 19971999 159 46 113 .289
18 St. Jean, Garry Garry St. Jean 1999–2000 55 13 42 .236
19 Cowens, Dave Dave Cowens 20002001 105 25 80 .238
20 Winters, Brian Brian Winters 2001–2002 59 13 46 .220
21 Musselman, Eric Eric Musselman 20022004 164 75 89 .457
22 Montgomery, Mike Mike Montgomery 20042006 164 68 96 .415
Nelson, Don Don Nelson 20062010 328 145 183 .442 11 5 6 .455 Nella top 10 allenatori della storia NBA[15]
23 Smart, Keith Keith Smart 2010–2011 82 36 46 .439
24 Jackson, Mark Mark Jackson 20112014 230 121 109 .526 19 9 10 .474
25 Kerr, Steve Steve Kerr 2014oggi 711 473 238 .665 140 99 41 .707 4 Titoli NBA (2015, 2017, 2018, 2022)
2015–16 Allenatore dell'anno NBA
Palmarès Golden State Warriors
Titoli Anni
Titoli BAA*-NBA 7 1947*[16], 1956[16], 1975, 2015, 2017, 2018, 2022
Titoli di Division BAA*-NBA (Playoffs) 5 1947*, 1948*, 1956, 1964, 1967
Titoli di Conference NBA 7 1975, 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2022
Titoli di Division BAA*-NBA 12 1947-1948*, 1950-1951, 1955-1956[17], 1963-1964, 1966-1967[18], 1974-1975, 1975-1976, 2014-2015, 2015-2016, 2016-2017, 2017-2018, 2018-2019

Premi individuali

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NBA Most Valuable Player Award

Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award

Earvin "Magic" Johnson Nba Western Conference Finals Most Valuable Player Award

NBA Defensive Player of the Year Award

NBA Rookie of the Year Award (record)

NBA Most Improved Player Award

NBA Executive of the Year Award

NBA Coach of the Year Award

NBA All-Star Game Most Valuable Player Award

NBA top scorer

All-NBA First Team

All-NBA Second Team

All-NBA Third Team

NBA All-Defensive First Team

NBA All-Defensive Second Team

  • I Golden State Warriors hanno vinto per 162-158 la gara contro i Denver Nuggets il 2 novembre 1990: si tratta della partita conclusasi ai tempi regolamentari con il maggior numero di canestri segnati in NBA[19]
  • Hanno iniziato l'annata 2015-2016 con 24 vittorie di fila (14 delle quali in trasferta), il migliore avvio di stagione nella storia dell'NBA.[20] Il 13 aprile 2016 hanno inoltre stabilito il nuovo record di vittorie in una singola stagione: con 73 partite vinte e 9 perse, la franchigia della Bay Area ha battuto il record di 72-10 stabilito vent'anni prima dai Chicago Bulls.
  • Nei play-off 2017 hanno vinto 15 partite in fila e terminato la postseason con un record di 16-1, il migliore nella storia della NBA (Finals comprese).
  • Durante le finals 2016 contro i Cleveland Cavaliers sono stati la prima squadra nella storia NBA e finora unica a perdere dopo essere andati in vantaggio 3-1
  1. ^ (EN) Golden State Warriors Unveil New Logo, Color Scheme And Branding Elements, su Golden State Warriors. URL consultato l'8 giugno 2021.
  2. ^ Golden State Warriors Reproduction and Usage Guideline Sheet (JPG), su mediacentral.nba.com, NBA Properties, Inc.. URL consultato l'8 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2021).
  3. ^ (EN) NBA Team Valuations, su forbes.com, 12 marzo 2008. URL consultato il 18 luglio 2010.
  4. ^ (EN) The Official NBA Basketball Encyclopedia, Villard Books, 1994, ISBN 0-679-43293-0.
  5. ^ (EN) Wilt Scores 100!, su nba.com. URL consultato il 18 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 9 marzo 2011).
  6. ^ (EN) John Branch, When the Warriors Lost Home-Court Advantage to the Ice Follies, su nytimes.com, 5 giugno 2015.
  7. ^ (EN) NBA All-Time Records, su nba.com. URL consultato il 13 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2017).
  8. ^ (EN) Scott Cacciola, The Golden State Warriors' Super Hero, Back When They Needed One, su nytimes.com, 29 marzo 2016.
  9. ^ (EN) SPECIAL REPORT: The man who owns the Warriors, su sfgate.com, 10. URL consultato il 18 luglio 2010.
  10. ^ I Golden State Warriors hanno vinto la NBA, su ilpost.it, 17 giugno 2015. URL consultato il 18 giugno 2015.
  11. ^ (EN) NBA Regular Season: Best 50 Teams in NBA History, su landofbasketball.com. URL consultato il 2 giugno 2016.
  12. ^ (EN) The 9 injuries that doomed the Warriors’ attempt to three-peat, su sbnation.com. URL consultato il 14 giugno 2019.
  13. ^ Jack Maloney, Warriors announce they'll retire Kevin Durant's No. 35 jersey in statement thanking him for his time with the team, su CBS Sports, 2 luglio 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  14. ^ Jack Maloney, Warriors thank Andre Iguodala for his contributions to the franchise, announce plans to retire his jersey, su CBS Sports, 7 luglio 2019. URL consultato il 13 agosto 2019.
  15. ^ a b Top 10 Coaches in NBA History, in NBA.com, Turner Sports Interactive. URL consultato il 29 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2010).
  16. ^ a b Vinto quando la squadra si chiamava ancora Philadelphia Warriors
  17. ^ I titoli 1947-1948, 1950-1951 e 1955-1956 sono stati vinti quando si chiamava Eastern Division (Regular Season)
  18. ^ I titoli 1963-1964 e 1966-1967 sono stati vinti quando si chiamava Western Division (Regular Season)
  19. ^ Il Guinness dei Primati 1997, Milano, Mondadori, 1996, ISBN 88-04-41739-0.
  20. ^ Basket, Nba: Golden State cade a Milwaukee, primo ko dopo 24 vittorie, su repubblica.it, 13 dicembre 2015.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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