Lea D'Avanzo
Lea D'Avanzo (Padova, 22 agosto 1898[1] – Segrate, 1975) è stata una scultrice italiana.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Lea D'Avanzo si forma sotto la guida di Adolfo Wildt, da cui eredita il gusto simbolista, e di Ezio Roscitano.[2]
Nel 1927 presenta un Poemetto mistico all'Esposizione nazionale della R. Accademia di Brera, realizzato in pietra serena.[3][4] L'anno successivo nel giardino dell'Esposizione internazionale d'arte di Venezia è in mostra con una scultura in marmo, Passione[5]. Nel 1930 partecipa di nuovo alla XVII Esposizione biennale internazionale d'arte di Venezia, con una Schiava.[4][6][7]
Nel 1931, una sua Pietà, esposta per l'occasione nella Rotonda di Gallimberti, viene premiata alla Mostra di Arte sacra di Padova.[8][9][10][11] Lo stesso anno espone Brivido e Testina a Montecatini Terme[2]. Nel 1932, La fonte dell'artista è premiata al Salon del Louvre di Parigi, e sarà in seguito esposta al Parco di Milano[12]. Nel 1933 la scultrice è nuovamente premiata al Salon di Parigi per la sua Schiava in bronzo[2][13] descritta come «piena di grazia, di forza e d'armonia.»[14] Lo stesso anno altre sue opere sono in mostra a Varsavia e a Napoli.[2]
Ad aprile del 1934 Lea D'Avanzo inaugura una sua personale al Faro di via Pierino Delpiano 4, a Torino, esponendo 19 opere, tra cui spiccano l'Attesa, la Pietà già premiata a Padova e un suo Atleta in riposo, che comparirà anche in un numero dell'Almanacco della Donna Italiana del 1935.[15][16].[8][17]
Partecipa ancora alla Biennale di Venezia nel 1948, con un'opera in porfido, intitolata Stanchezza.[18] Nel 1951 espone alla Biennale d'arte triveneta al Palazzo della Ragione, venendo indicata da Decio Gioseffi tra i migliori artisti presenti.[19]
Lea D'Avanzo muore nel 1975 ed è sepolta al cimitero monumentale di Milano, come la collega Lina Arpesani. Nonostante i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti nel corso della sua carriera, D'Avanzo è oggi una scultrice poco nota, al pari di altre sue colleghe[20].
Sue opere sono conservate in vari musei, tra cui una Maternità in terracotta presso la GAM di Milano e la Testa di fanciullo scolpita in bronzo presso la GAM di Torino[2].
Stile
[modifica | modifica wikitesto]Lea D'Avanzo predilige scolpire in bronzo, pietra serena e marmo[21], ad esempio a partire da un modello in gesso.[22] Si dedica principalmente alla ritrattistica, facendosi notare per i suoi gruppi scultorei e i nudi femminili.[2]
Nel corso della sua carriera vari giornali le dedicano recensioni positive, non trascurando di notare la rarità delle donne scultrici in un'epoca in cui il mestiere è prevalentemente maschile, e la necessaria determinazione per intraprendere tale carriera[20][21], che taluni non esitano a definire (paradossalmente) «temperamento virile».[8]
Secondo alcuni critici, le sue figure femminili sono «possenti»[22] e le sue opere sono descritte come «meditate a lungo, scevre da qualsiasi dilettantismo improvvisatore»[8], «schiette»[8], dotate di grande «nobiltà plastica»[8] e «armonia plastica», nonché intrise di un «simbolismo nuovo, aperto alle onde del sentimento».[22] Leonardo Borgese non esita a lodare D'Avanzo per «un caratteristico amore classico per il corpo umano reso sempre, degno, forte, quasi la scultrice "intenda castigare quanto può la natura secondo un canone ideale di purità che, beninteso, è proprio l'opposto del sensuale androgino degli alessandrini"»[23][24].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Agostino Mario Comanducci nel 1962 riportava invece la data del 22 agosto 1906. Cfr. A.M. Comanducci 1962, cit. in Lea D'Avanzo, su galleriarecta.it. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ a b c d e f Alfonso Panzetta 2003, p. 303.
- ^ R. Accademia di Brera e Società per le Belle Arti (a cura di), Esposizione Nazionale d'Arte 1927 A. V° - Milano. Palazzo della Permanenete via P. Umberto. Catalogo, Milano, Stabilimento Arti Grafiche Alfieri & Lacroix, 1927, p. 34, SBN IT\ICCU\LO1\0535627.
- ^ a b D'Avanzo Lea, su dizionariodartesartori.it. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ Scheda arti visive. Passione, su asac.labiennale.org, Archivio Storico de La Biennale di Venezia. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ Scheda arti visive. Schiava, su asac.labiennale.org, Archivio Storico de La Biennale di Venezia. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ Scultura - Schiava - Lea D'Avanzo - Venezia - XVII Esposizione Internazionale d'Arte, Non identificato – Fotografie – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 22 luglio 2024.
- ^ a b c d e f Mar. Ber., Le mostre del "Faro". Sculture di Lea D'Avanzo, in La Stampa, 18 aprile 1943, p. 3.
- ^ Maria Beatrice Gia, L’Esposizione Internazionale d’Arte Sacra Cristiana Moderna di Padova nel 1931-32, in Centro studi antoniani, 1º gennaio 2013, p. 405, nota 43. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ Panzetta cita invece una Madonna premiata alla Mostra di Arte sacra di Roma.
- ^ L'artista moderno giornale d'arte applicata, Roux e Viarengo, 1931, pp. 249 e 384. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ Giandomenico Guarino 1941, p. 29.
- ^ (FR) Société des artistes français, Explication des ouvrages de peinture, sculpture, architecture, gravure, et lithographie des artistes vivants exposés au Palais des Champs-Elysées, Paris, Charles de Mourgues frères, 1934, p. lxxvi.
- ^ Gustavo Traglia, Gli artisti italiani al "Salon", in La nuova Italia, 11 maggio 1933, p. 3.
- ^ Atleta in riposo, su dizionariodartesartori.it. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ Lea D'Avanzo, "Atleta in riposo", in Almanacco della donna italiana, XIII, Firenze, Bemporad, 1935. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ Al Faro. Sculture di Lea D'Avanzo, in La Stampa, 4 aprile 1934, p. 9.
- ^ Scheda arti visive. Stanchezza, su asac.labiennale.org, Archivio Storico de La Biennale di Venezia. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ Decio Gioseffi, La Biennale d'arte triveneta al Palazzo della Ragione, in Giornale di Trieste, 6 giugno 1951, p. 3.
- ^ a b Redazione, 8 marzo: le grandi donne di Milano con tre visite guidate, su artslife.com, 12 febbraio 2018. URL consultato il 19 luglio 2024.
- ^ a b M., Scultrici, in Il Popolo del Friuli, 15 febbraio 1942, p. 2.
- ^ a b c Giandomenico Guarino 1941, p. 30.
- ^ Leonardo Borgese, cit. in La Maternità di Lea D'Avanzo esposta a Milano, in L'Illustrazione Italiana, XX, 14 dicembre 1941, p. 38.
- ^ Cfr. anche (FR) Thiebault-Sisson, Les Salons de 1931. Le Salon des atistes français. La sculpture, in Le Temps, 6 maggio 1931, p. 4.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Agostino Mario Comanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori italiani moderni e contemporanei, 3ª ed., Milano, Leonilde M. Patuzzi, 1962.
- Alfonso Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, I, Torino, Ad Arte, 2003, ISBN 88-89082-00-3.
- Ennio Canino, Lea D'Avanzo, Stampa Borghi, 1970
- Guido Piovene, L'arte di Lea d'Avanzo, Milano, Garzanti, 1943.
- Giandomenico Guarino, Arte di Lea d'Avanzo, in Natura, rivista mensile illustrata, Arti graf. Alfieri e Lacroix, 1941, pp. 29-31.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Lea D'Avanzo, su asac.labiennale.org, Archivio Storico de La Biennale di Venezia. URL consultato il 19 luglio 2024.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 16851513 · ISNI (EN) 0000 0000 4558 8814 · LCCN (EN) no98131761 |
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