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Giambattista Liviera
Giambattista Liviera, o Giovanni Battista Liviera (Vicenza, 1565 – 1628) è stato un letterato, tragediografo e poeta italiano. Fu autore di tragedie in lingua italiana, di poesie serie e di versi giocosi in lingua fidenziana e in dialetto padovano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Si conosce poco della sua vita. Alcune notizie ci vengono da una prefazione alla ristampa di una sua tragedia, ripubblicata nel 1731 per iniziativa della Società Albriziana di Venezia. Nacque a Vicenza nel 1565 da un Bartolomeo Liviera, giurista e avvocato, e fu educato negli studi classici e letterari. Nella stessa prefazione si legge che Michelangelo Zorzi (1671-1744), noto bibliotecario vicentino e accademico della Società Albriziana, aveva raccolto notizie sulla vita del suo concittadino, che la Società stessa si riservava di pubblicare presto nei propri Atti Eruditi.[1]
È menzionato nel 1610 nel testamento del vicentino Girolamo Forni, imprenditore, pittore e collezionista d'arte, committente di Villa Forni Cerato, opera di Andrea Palladio. Nel testamento il Liviera è nominato dal Forni esecutore testamentario e commissario dei propri beni, assieme al notaio e al conte Leonardo Valmarana. Il Forni dispone inoltre la vendita, a favore degli eredi, di tutti i beni di valore (disegni, pitture, quadri), con l'eccezione di qualche opera d'arte che possa piacere in particolare al Liviera, «che ha un buon gusto».[2] Morì nel 1628.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1588 pubblicò a Padova (presso Paolo Mejetti) la tragedia Cresfonte, opera in versi composta a soli 18 anni, come dichiarato dallo stesso autore nella lettera dedicatoria. Il mito tragico di Merope e Cresfonte, già trattato da Euripide, e nel 1582 materia del Telesfonte del drammaturgo modenese Antonio Cavallerino, fu utilizzato in seguito, con qualche variante, da altri autori italiani (dell'anno successivo è la Merope di Pomponio Torelli). Tuttavia la tragedia del Liviera fu pressoché dimenticata negli anni seguenti, e fu ripubblicata, come detto sopra, solo nel 1731: «Soggiacque per troppi lunghi anni condannato all'invidia, ed alla malignità del tempo il Cresfonte, Tragedia di Giambattista Liviera Vicentino», «così degno Scrittore» ingiustamente caduto «nelle tenebre della dimenticanza».[3] Prima di allora, il Liviera è semplicemente menzionato in pochi repertori eruditi. Lo ricordano Leone Allacci,[4] Angelico Aprosio[5] e il Crescimbeni.[6] Alla fine del Settecento è ricordato nella Storia della letteratura italiana di Girolamo Tiraboschi.[7]
Nel 1605 pubblicò anche la Giustina vergine e martire santissima, ricordata anche dall'Allacci, che l'autore definì hierotragedia (ossia, «tragedia sacra») per rilevare, in età controriformistica, il contenuto religioso, e non mitologico, della sua opera.[8]
Oltre a poesie serie, rimaste per lo più manoscritte, il Liviera compose anche, a imitazione del vicentino Camillo Scroffa (pseudonimo: Fidenzio Glottocrisio Ludimagistro), un libro di cantici pedanteschi sotto il nome di Lattanzio Calliopèo (Latantio Caliopèo).[9] Inoltre, come riferisce Nicola Villani, scrisse sotto pseudonimo anche poesie giocose in dialetto padovano: «Nobilitò primiero l’idioma Padovano Angelo Beolco sotto il nome di Ruzzante; [...] Scrisse nel medesimo Giovanbatista Liviera da Vicenza».[10]
Notizie sulle opere del Liviera ed esempi delle sue poesie sono riportati in una antologia e storia di autori vicentini compilata nel 1779 da Angiolgabriello di Santa Maria, carmelitano scalzo vicentino, già Paolo Calvi.[11]
La polemica sul Cresfonte
[modifica | modifica wikitesto]Nella prefazione albriziana al Cresfonte, in forma di citazione forse dello stesso Zorzi, si riporta a p. 3 il seguente giudizio: «benché non sia molto felice nella locuzione, e nella sentenza, pure è meritevole di molta lode, spezialmente se vorremo riflettere all'accennata sua età, e alla difficoltà di ben condurre un Tragico lavoro». L'opera si inserisce nel contesto letterario del recupero cinquecentesco della tragedia greca e latina, avvenuto in Italia soprattutto ad opera del Trissino e del Giraldi Cinzio, che aveva già suscitato molte discussioni e polemiche intorno alle regole aristoteliche e alla più o meno libera imitazione dei modelli classici. Il Liviera, con la sua hierotragedia e le poesie fidenziane e dialettali mostra chiaramente uno spirito anticlassicistico tardo-rinascimentale e forse già barocco. Contro la tragedia del Liviera, irregolare in quanto caratterizzata dal lieto fine e pertanto più propriamente definibile hilarotragedia, il letterato padovano Faustino Summo, dell'Accademia dei Ricovrati, pubblicò nel 1590 due Discorsi, nel primo dei quali biasimava espressamente il lieto fine nelle tragedie e segnalava diverse «inverisimilitudini». Seguirono nello stesso anno 1590: una Apologia del Liviera contro l'Eccellente Signor Faustino Summo Padovano intorno alle Tragedie di Lieto Fine; un'aspra e mordace Risposta del Summo; e una successiva Replica del Liviera.[12]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Scelta di rare, e celebri tragedie, cioè il Cresfonte del Liviera, l'Orbecche del Giraldi, l'Antigona dell'Alamanni, l'Evandro del Bracciolini. Colle introduzioni a cadauna, Venezia, Società Albriziana, 1731, pp. 1-3 (ristampa: Venezia, Giambatista Albrizzi, 1750). La prefazione è anonima.
- ^ Testamento dettato sul letto di morte al notaio Francesco Ceratto in Vicenza il 10 gennaio del 1610, registrato il 26 gennaio: https://www.villafornicerato.it/2019/01/26/testamento-forni-409-anni/
- ^ Scelta di rare, e celebri tragedie cit., p. 1.
- ^ Leone Allacci, Drammaturgia divisa in sette indici, Roma, per il Mascardi, 1666, pp. 89-90 (si tratta di una ricchissima lista di opere teatrali edite e inedite in lingua italiana; fu accresciuta e continuata fino all'edizione di Venezia 1755).
- ^ Angelico Aprosio, La Visiera alzata. Hecatoste di Scrittori che vaghi d'andare in maschera, fuor del tempo di carnavale, sono scoperti da Giovanni Pietro Giacomo Villani (pseudonimo), Parma, per gli Heredi del Vigna, 1689, p. 50.
- ^ Comentarj del Canonico Gio. Mario Crescimbeni Custode d'Arcadia intorno alla sua Istoria della volgar poesia, Vol. 5, Libro II, p. 79, Roma, per Antonio de' Rossi alla Piazza di Ceri, 1711.
- ^ Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, tomo VII, parte 3, Milano, Società Tipografica de' Classici Italiani, 1824, pp. 1889 e 1899.
- ^ Giustina vergine e martire santissima, hierotragedia di Gio. Battista Liviera, in Serravalle di Vinetia, per Marco Claseri, 1605 (https://inventarios.realbiblioteca.es/node/26263); ma secondo una notizia riportata nel volume citato alla nota 11, già pubblicata nel 1593, a Padova presso Giovanni Antonio Zara.
- ^ Cfr. Angelico Aprosio, La Visieria alzata cit., p. 50.
- ^ Ragionamento dello academico Aldeano [pseudonimo di Nicola Villani] sopra la poesia giocosa de'Greci, de'Latini, e de'Toscani, con alcune poesie piacevoli del medesimo autore, Venezia, G.P. Pinelli, 1634, p. 75. Alla stessa pagina è menzionato Aloise Valmarana, autore di poesie giocose in dialetto vicentino e probabile parente del conte Leonardo Valmarana prima citato (cfr. nota 2).
- ^ Biblioteca e storia di quegli scrittori così della città come del territorio di Vicenza, Volume 5, Vicenza, Giovan Battista Vendramini Mosca, 1779, pp. CCVI-CCXIV.
- ^ Angiolgabriello di Santa Maria, Biblioteca e storia cit., pp. CCVIII-CCIX. Della polemica ci informa già l'Allacci.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Rosella Guglielmi, Ragioni e personaggi della tragedia in Giambattista Liviera, tesi di Laurea (relatore Manlio Pastore Stocchi, Facoltà di Lettere e Filosofia, anno 1991, pp. 192) disponibile presso la Biblioteca civica Bertoliana e la Biblioteca dell'Accademia Olimpica a Vicenza).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Cresfonte (tragedia di Euripide)
- Cresfonte
- Merope figlia di Cipselo
- Teatro rinascimentale
- Tragedie rinascimentali italiane
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