Liphistius desultor
Liphistius desultor | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Chelicerata |
Classe | Arachnida |
Ordine | Araneae |
Sottordine | Mesothelae |
Famiglia | Liphistiidae |
Genere | Liphistius |
Specie | L. desultor |
Nomenclatura binomiale | |
Liphistius desultor SCHIØDTE, 1849 | |
Sinonimi | |
Lipistius desultor |
Liphistius desultor SCHIØDTE, 1849 è un ragno appartenente alla Famiglia Liphistiidae; è la specie tipo del genere Liphistius.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il nome del genere deriva dalla radice prefissoide greca λιπ-, lip-, abbreviazione di λιπαρός, liparòs cioè unto, grasso, e dal sostantivo greco ἰστίον, istìon, cioè telo, velo, ad indicare la struttura della tela che costruisce intorno all'apertura del cunicolo.[1]
L'epiteto specifico deriva dal sostantivo latino desultor, che significa cavallerizzo, che salta giù dal cavallo, ad indicare per traslato i movimenti acrobatici di questo ragno.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Ragno primitivo appartenente al sottordine Mesothelae: non possiede ghiandole velenifere, ma i suoi cheliceri possono infliggere morsi piuttosto dolorosi[3]
Questa specie ha alcuni caratteri in comune con L. sumatranus: ne condivide infatti la taglia più grossa dell'intero genere e la caratteristica delle zampe bicolori. I maschi si possono distinguere per la presenza di un lungo embolo e di lunghi processi spinali dell'apofisi tibiale retrolaterale. Le femmine invece come peculiarità rispetto a tutte le altre del genere Liphistius, hanno il poreplate (area dei genitali femminili interni coperta da una zona priva di pori) di forma quadrata.[2]
Il bodylenght (lunghezza del corpo senza le zampe), esclusi anche i cheliceri, è di 28,2 millimetri nelle femmine. Il cefalotorace è più lungo che largo, circa 14,6 x 12,5 millimetri, arancione con strisce nere ai margini. I cheliceri, di colore marrone scuro distalmente e arancione prossimalmente, hanno 11-12 denti al margine anteriore delle zanne. Le zampe hanno i trocanteri e i femori di colore arancione con vari segmenti distali marrone scuro. L'opistosoma è anch'esso più lungo che largo, circa 12,8 x 11,3 millimetri, è di colore marrone chiaro, con gli scleriti, le tergiti e le filiere arancioni.[2]
Nell'ambito del genere Liphistius si distinguono due gruppi principali per la morfologia dei genitali interni femminili. Il gruppo di cui fa parte questa specie ha il ricettacolo ventrale stretto e limitato alla parte centrale del poreplate, proprietà condivisa con L. birmanicus, L. lordae, L. trang, L. bristowei, L. yangae, L. langkawi, L. murphyorum e L. sumatranus.[2]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Costruiscono cunicoli nel terreno profondi fino a 60 centimetri e tengono chiuso l'ingresso del cunicolo con una porta-trappola piuttosto rudimentale. Intorno all'apertura tessono 7-8 fili molto sottili e appiccicaticci in modo da accorgersi se qualche preda si sta avvicinando e, approfittando dei momenti in cui vi è invischiata, balzano fuori e la catturano. Vivono molti anni anche in cattività.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Rinvenuta sulle colline dell'isola di Penang, situata nello Stato malese omonimo; alle pendici del Kedah Peak, monte dello Stato malese di Kedah e sulle colline nei dintorni di Taiping, città dello Stato malese di Perak.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Frances e John Murphy, An Introduction to the Spiders of South East Asia, Kuala Lumpur, Malaysian Nature Society, 2000.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Liphistius desultor
- Wikispecies contiene informazioni su Liphistius desultor
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- The world spider catalog, Liphistiidae URL consultato il 30 gennaio 2010, su research.amnh.org.
- A revision of the spider genus Liphistius (Araneae, Mesothelae) URL consultato il 30 gennaio 2010 (PDF), su digitallibrary.amnh.org.
- Lexikon der Biologie URL consultato il 30 gennaio 2010, su wissenschaft-online.de.