Castel de' Britti
Castel de' Britti frazione | |
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L'altura su cui sorge la chiesa di San Biagio | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città metropolitana | Bologna |
Comune | San Lazzaro di Savena |
Territorio | |
Coordinate | 44°25′32.38″N 11°26′00.46″E |
Altitudine | 101 m s.l.m. |
Abitanti | 401[1] |
Altre informazioni | |
Fuso orario | UTC+1 |
Cartografia | |
Castel de' Britti, detta anche informalmente Castel dei Britti (Castèl di Brétt in dialetto bolognese[2]), è una frazione nel comune di San Lazzaro di Savena, situata nella valle dell'Idice a 7 km dal capoluogo.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Il paese si trova nella valle dell'Idice, all'altezza dei primi rilievi collinari. Il borgo antico, con la chiesa di San Biagio, è posto su un affioramento gessoso, descritto come geosito di rilevanza locale e inserito nel Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa. Questa formazione selenitica presenta fenomeni carsici di modesta importanza, la cui cavità più importante, posta ai piedi della rupe, è detta Risorgente di Castel de' Britti.[3]
Dal 2023 l'area è entrata nella lista dei patrimoni dell'umanità UNESCO all'interno del sito seriale Carsismo e grotte evaporitiche dell'Appennino settentrionale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Reperti dell'età del bronzo sono stati rinvenuti in una grotta sottostante l'altura gessosa, testimonianza della frequentazione del territorio già in epoca preistorica.[3]
La prima citazione di un castello nella zona risale al 776 come castrum Gissaro quod dicitur Britu, ovvero un castrum conosciuto come Britu e detto Gissaro dal rilievo gessoso in cui era situato.[4] Nel documento del XII secolo dove viene citato, il castrum è elencato assieme ad altre località come di proprietà dei Duchi di Persiceta,[5] donate all'Abbazia di Nonantola dal duca Giovanni e dalla sorella Orsa.[6]
Successivamente nel 1137 viene conquistato dalle truppe imperiali di Lotario III, al tempo in guerra contro Bologna. Ancora nel 1151 in un processo emerge la destructio castri de Brittis.[7] Nel 1175 diventa nuovamente teatro bellico nella guerra tra Impero e Comune; prima saccheggiata dalle truppe di Cristiano di Magonza fu poi luogo di una rovinosa sconfitta per i bolognesi.[8]
Nel 1361 viene demolito dal Comune di Bologna, dopo che era passato in mano a Bernabò Visconti.[6] Dopo il XV secolo il castello entrò in declino e già nel XVIII secolo non rimaneva quasi nulla. Ad oggi rimangono pochissime testimonianze, porzioni delle mura di cinta e lo scheletro dell'arco d'entrata situato davanti alla chiesa di San Biagio.[3][9]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Biagio
La chiesa del vecchio borgo è situata sul poggio che domina l'abitato moderno, probabilmente costruita proprio sulla cappella dell'antico castello. L'edificio, risalente al Trecento e consacrato a San Biagio, al 2022 è inagibile per via del possibile cedimento delle pareti gessose.[10][9]
- Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice
Nel 1964 fu consacrata dal cardinal Lercaro una nuova chiesa, posta più a valle, in sostituzione di quella antica; costruita in stile moderno su disegno dell'ingegner Bettazzi, è la chiesa parrocchiale del paese.[10]
- Villa L'Abbadia
A nord dell'abitato è ubicata Villa L'Abbadia (nota anche come Palazzo Montalto e in passato Abbazia di San Michele, da cui il nome), una costruzione millenaria che appartenne ai monaci camaldolesi fino al 1090 e ai Frati Gaudenti dal 1262 al 1586 (questi ultimi citati da Dante nella Divina Commedia[11]). Il complesso religioso passò in seguito all'ecclesiastico Collegio Montalto di Bologna.
Nel XVIII secolo, con la soppressione napoleonica degli ordini religiosi, l'edificio passò alla famiglia di Carlo Berti Pichat, la quale all'inizio del XIX secolo ne cambiò la destinazione d'uso in villa, facendo innalzare anche una torre ad orologio.[12] L'integrità di Villa L'Abbadia fu minata a causa del secondo conflitto mondiale[13]. L'edificio al 2022 è in proprietà alla famiglia dei Barberi Pandolfini.
- Villa Malvezzi
Villa Malvezzi fu fatta costruire nel 1888 da Alfonso Malvezzi Campeggi (dal 1944 di proprietà della famiglia Rangoni Machiavelli), si tratta di un fabbricato in stile neomedievale, dall'aspetto affine ad un'opera fortificata con tanto di torre, ultimato nel 1896.[9]
- Resti del castello
Davanti alla chiesa di San Biagio, sopravvivono lembi delle mura di cinta e lo scheletro dell'arco d'entrata dell'antico castello.
Istruzione
[modifica | modifica wikitesto]Nel paese ha sede un Centro di formazione professionale gestito dai salesiani.[14]
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]La località è servita dal trasporto pubblico esercitato da TPER. L'abitato moderno è posto sulla Strada provinciale 7 Valle dell'Idice.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Censimento ISTAT 2011
- ^ Al Dizionèri, su play.google.com.
- ^ a b c Gessi di Castel de' Britti, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 27 gennaio 2022.
- ^ Brogiolo, Gelichi, p.67.
- ^ Hessel, p.6.
- ^ a b Castel de' Britti, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 31 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Hessel, p.38.
- ^ Hessel, pp.61-62.
- ^ a b c Castel dei Britti, il palazzo merlato e altre storie, su nellevalli.it. URL consultato il 27 gennaio 2022.
- ^ a b Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 27 gennaio 2022.
- ^ San Lazzaro di Savena, su turismoinpianura.cittametropolitana.bo.it. URL consultato il 16 agosto 2015 (archiviato il 4 marzo 2016).
- ^ Villa Abbadia, su parks.it. URL consultato il 15 febbraio 2015 (archiviato il 12 marzo 2015).
- ^ FANT 0183 - Castel de' Britti (San Lazzaro di Savena), "L'Abbadia", su collezioni.genusbononiae.it. URL consultato l'8 novembre 2015 (archiviato il 4 marzo 2016).
- ^ Salesiani Castel de' Britti, su salesianicasteldebritti.it. URL consultato il 16 maggio 2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gian Pietro Brogiolo e Sauro Gelichi, Nuove ricerche sui castelli altomedievali in Italia settentrionale (PDF), Firenze, All'insegna del giglio, 1996, ISBN 88-7814-107-0, SBN IT\ICCU\UBO\2952261. URL consultato il 27 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2022).
- Franco Gamberini, Il gelato di neve, Modena, Il Fiorino, 2012, ISBN 9788875494049.
- Franco Gamberini, Le scuole di Castel de' Britti fra Ottocento e Novecento : fatti ed eventi che hanno contribuito a portare le scuole alla Babina, Modena, Il Fiorino, 2022, SBN IT\ICCU\UBO\4601818.
- Alfred Hessel, Storia della città di Bologna dal 1116 al 1280, traduzione di Gina Fasoli, Bologna, Alfa, 1975 [1910], SBN IT\ICCU\UBO\2952261.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Castel dei Britti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell'Appennino Settentrionale, lista dei patrimoni mondiali dell’Umanità dell’UNESCO.