Utente:Chiarasmi/Jack

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SISTEMARE L'INCIPIT Jack, the Giant Killer è una popolare fiaba britannica, nella quale un giovane ragazzo, Jack, uccide un gigante che lede i beni della comunità. La fiaba fa parte della cosiddetta "serie di Jack", poiché in racconti futuri Jack ucciderà altri cattivi giganti. Il titolo della fiaba è stato spesso tradotto in italiano come "Jack, il Cacciatore di Giganti, "L'Ammazzagiganti", "L'Uccisore di Giganti" o con altri titoli simili. Spesso la fiaba è stata confusa con la ben nota storia di "Giacomino e la Pianta di Fagioli").

Cormoran che fa razzia

In questa fiaba compare per la prima volta Cormoran, il gigante associato a St. Michael's Mount in una versione chapbook[1]. Secondo lo studioso di folklore Joseph Jacobs, Cormoran sarebbe alto 5.5m e il suo giro vita sarebbe largo 2.75m[2][3]. Il gigante vive in una caverna sul monte, andando sulla terraferma nei momenti di bassa marea[2]. Fa regolarmente razzie di bestiame nelle campagne, portandone via tantissimo e legandoselo alla vita o caricandoselo in spalla[2].

Nella versione di Jacob, i consiglieri di Penzance durante l'inverno decidono di risolvere il problema delle razzie di Cormoran sulle loro terre. Dopo aver offerto il tesoro del gigante come ricompensa per la sua eliminazione, un ragazzo servo della gleba di nome Jack si offre per uccidere Cormoran[2]. I chapbooks più antichi non fanno riferimento ad alcun concilio e attribuiscono le azioni di Jack all'amore per la cavalleria e l'avventura. In entrambe le versioni, nella tarda sera Jack nuota fino all'isola e scava una trappola profonda 6,75m (22 piedi)[2]. In realtà alcune leggende locali collocano la trappola più a nord, a Morvah[4].

Dopo aver completato lo scavo della buca per la trappola, la mattina seguente, Jack suona un corno per svegliare il gigante. Cormoran esce fuori, minacciando Jack di bruciarlo intero. Ma cade nella trappola nascosta e, dopo essere deriso, Cormoran viene ucciso con un colpo di piccone o di vanga[3]. Dopo aver riempito la buca, Jack ritrova il tesoro del gigante. Secondo la tradizione di Morvah, c'è una roccia a chiudere la tomba. Per questo servizio reso a Penwith, Jack viene ufficialmente investito del titolo "Jack the Giant-Killer" e gli viene donata una cinta con suscritto:[5][2][6]

Here's the right valiant Cornishman,
Who slew the giant Cormoran.

Il chapbook

La leggenda colloca la fiaba durante l'epoca di Re Artù. I racconti si caratterizzano per violenza e scorrimento di sangue. La presenza dei giganti era molto forte nel folklore cornico, nella mitologia Bretone e nelle leggende del Galles. La trappola dell'ultima avventura col gigante Galigantus suggerisce paralleli con i racconti francesi e bretoni come Barbablu. Nel racconto vengono riscontrati anche elementi tipici della mitologia dei Norsemen. La cinta di Jack può ricordare quella del "The Valiant Little Tailor" (Il piccolo sarto coraggioso) e i suoi elementi magici (spada, scarpe, cappello, orologio) sono simili a quelli posseduti da Tom Thumb (Pollicino) o a quelli che si ritrovano nella mitologia del Mabinogion e dei Norsemen[7].

Secondo la tradizione di Morvah, c'era appunto una roccia sulla tomba di Cormoran. Oggi quella roccia è chiamata Giant's Grave. La leggenda locale sostiene che alle volte sia possibile sentire il fantasma del gigante al di là di essa.

Tra i diversi adattamenti cinematografici, possiano trovare:

  1. ^ Spooner, B. C. (1965). "The Giants of Cornwall". Folklore. 76 (1)
  2. ^ a b c d e f Joseph Jacobs, Jack the Giant-Killer, in English Fairy Tales, London, David Nutt, 1890.
  3. ^ a b Jack the Giant Killer, a Hero celebrated by ancient Historians, su cts.dmu.ac.uk, Banbury, c. 1820. URL consultato l'11 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2011).
  4. ^ St. Michael's Mount and the giant Cormoran, su freepages.folklore.rootsweb.ancestry.com. URL consultato l'11 febbraio 2009.
  5. ^ Williams Mary (1963), "Folklore and Placenames". Folklore. 76 (1): 366. JSTOR 1258967.
  6. ^ The Giants of Cornwall, in Folklore, vol. 76, n. 1, 1965, DOI:10.1080/0015587x.1965.9716983.
  7. ^ Iona Opie, The Classic Fairy Tales, Oxford University Press, 1992, ISBN 0-19-211559-6.