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La donna di sabbia
Titolo originale砂の女, Suna no onna
Paese di produzioneGiappone
Anno1964
Durata123 min / 147 min (director's cut)
Dati tecniciB/N
Generedrammatico
RegiaHiroshi Teshigahara
SoggettoKōbō Abe (omonimo romanzo)
SceneggiaturaKōbō Abe
ProduttoreKiichi Ichikawa, Tadashi Ono
FotografiaHiroshi Segawa
MontaggioFusako Shuzui
MusicheTôru Takemitsu
ScenografiaTotetsu Hirakawa, Masao Yamazaki
Interpreti e personaggi

Il template:Tradotto da è stato erroneamente inserito nella voce. Spostarlo nella pagina di discussione.La donna di sabbia (砂の女?, Suna no onna) è un film del 1964 diretto da Hiroshi Teshigahara, vincitore del Premio Speciale della Giuria al 17º Festival di Cannes.[1] Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Kōbō Abe del 1962.

Un professore ed entomologo dilettante svolge ricerche sugli insetti in un deserto, e quando è ormai sera viene invitato da un locale a rimanere ospite del loro villaggio per la notte. Ignaro delle sue vere intenzioni, accetta. Viene condotto sul ciglio di una grande buca con nel fondo una casa diroccata di legno. Lo fanno scende li, dove ad aspettarlo c'è una donna. Questa inizia fin da subito a prendersi cura di lui servendolo. Parlando, gli rivela di essere sola e che il marito e la figlia sono morti inghiottiti dalla sabbia circa un anno prima. Finito il pasto si sente la voce di un uomo del vilaggio che richiama la donna al lavoro. Uscita infatti incomincia a caricare in delle scatole la sabbia spalata dal fondo della buca, e a caricarle su una carrucola issata dagli uomini in ciba alla fossa. Junpei si offre di aiutarla incuriosito e insieme divertito dalla strana situazione in cui si trova. Ma la dona gli dice che per il primo giorno non deve lavorare, e che inizierà dall'indomani. Lui non capisce a casa si riferisca dato che il suo ritorno nella capitale è previsto per il giorno seguente.

chiede ospitalità agli abitanti di un villaggio. Questi lo conducono nella capanna di una donna che si trova in fondo a una depressione sabbiosa raggiungibile solo con una scala di corda. Durante la notte la scala viene però rimossa isolandolo dal resto della civiltà. Per ricevere i viveri dagli abitanti del villaggio, l'uomo viene costretto a riempire dei secchi con della sabbia che circonda la capanna della donna. Tuttavia, ogni giorno la sabbia ricade nella depressione rendendogli una esistenza sisifea. Intrappolato nel deserto, l'uomo si troverà combattuto tra il desiderio di libertà e l'amore, la pietà verso la donna fino alla decisione finale di non far ritorno alla civiltà.

  • Nikki Junpei: protagonista del film. È un entomologo dilettante, che esplorando una zona desertica per studiare gli insetti della zona, si ritrova imprigionato nel fondo di una buca circondato dalla sabbia con la sola compagnia di una donna.
  • Donna: vedova, la donna esegue il suo compito di spostare la sabbia impedendo che accumulandosi vada a seppellire il villaggio vicino. Quando Nikki viene costretto a lavorare con lei, inizierà a assolvere anche il ruolo di moglie soddisfando i suoi bisogni primari.

Distribuzione

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La versione roadshow di La donna di Sabbia fu rilasciata in Giappone il 15 febbraio 1964, e fu distribuita dalla Toho.Galbraith, p. 208 Il rilascio generale fu invece ad aprile dello stesso anno con un taglio dai147 minuti originali a 123 minuti.[2]

Negli stati uniti fu rilasciato dalla Pathe Contemporary Films con sottotitoli in inglese il 17 settembre 1964 in una verione da 127 minuti.[3]

La The Criterion Collection rilasciò nel 2007 un DVD box contenente i film di Teshigahara, compreso la Donna di sabbia,restaurata e rimasterizzata insieme ad extra, è in lingua originale e sottotitolata in inglese [1]

In italia il film e trasmesso da rai tre nella versione doppianta e tagliata. Il DVD prodotto dalla Passworld continene la virsione da 147 minuti, con audio sia originale con sottotitoli in italiano che doppiato.[4]

Il film ha un punteggio del 100% sul sito di recensioni cinematogragiche Rotten Tomatoes, basato su 27 recensioni critiche con una valutazione media di 8,7 su 10, ed è stato uno dei dieci migliori film scelti dal regista russo Andrei Tarkovsky.[5]

Il critico cinematografico statunitense Roger Ebert ha inserito La donna di Sabbia nella sua raccolta Great Movies del1998. Guarda l'opera come una rivisitazione del mito di Sisifo, e ponendo l'attenzione sulla fotografia di Hiroshi Segawa, capace di dare alla sabbia un ruolo centrale nella narrazione.[6]

Il compositore della colona sonora del film, Toru Takemitsu, ha ricevuto critiche positive per la sua capacità di rendere attraverso il suono le situazioni claustfobiche e anormali del film con la sua musica sperimentale spesso stridente, e rendendo perfettamente la presenza ininterrotta della sabbia.[7] Ebert ha anche dichiarato che la musica "non sottolinea l'azione, ma l'ignora facendosene beffe, con alti, note lamentose, dure, come un vento metallico."[6]

Riconoscimenti

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Il film vinse il premio spieciale della giuria al Cannes Film Festival del 1964 [8] and, somewhat unusually for an avant-garde film, e fu nominato all'oscar come milior film in lingua straniera, nello stesso anno (losing to Yesterday, Today and Tomorrow).[9] Nel 1965, Teshigahara fu nominato come miglior resta sempre agli Oscar (losing to Robert Wise for The Sound of Music). Nel 1967, il film vinse il Gran Premio del Belgian Film Critics Association.

  1. ^ a b criterion
  2. ^ Galbraith, p. 210
  3. ^ Galbraith, p. 208
  4. ^ sentieriselvaggi
  5. ^ [ Nostalghia.com | The Topics :: Tarkovsky's Choice (1972) ], su people.ucalgary.ca.
  6. ^ a b Roger Ebert, Woman in the Dunes (1964), su rogerebert.suntimes.com, Chicago Sun Times, February 1, 1998. URL consultato il 28 January 2013.
  7. ^ Thompson, Nathaniel. "Woman in the Dunes". tcm.com. Retrieved 28 January 2013.
  8. ^ Festival de Cannes: Woman in the Dunes, in festival-cannes.com. URL consultato il 28 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 22 August 2011).
  9. ^ The 37th Academy Awards (1965) Nominees and Winners, in oscars.org. URL consultato il 5 novembre 2011.


  • Giacinto Ciaccio, Schermi Romani, in Studi Romani, vol. 15, n. 3, 1967.
  • Maria Roberta Novielli e Paola Scrolavezza, Lo schema scritto - Letteratura e cinema in Giappone, Venezia, Libreria Editrice Cafoscarina, 2012, p. pp. 145-148.
  • (EN) A.S, SUNA NO ONNA, in Monthly Film Bulletin, vol. 32, n. 372, Londra, 1 gennaio 1965.
  • (EN) Stuart Galbraith IV, The Toho Studios Story: A History and Complete Filmography, Retrieved, Scarecrow Press, 29 ottobre 2013., OCLC 852899281.

Collegamenti esterni

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