Fattore campo
Nello sport, il fattore campo è il vantaggio di cui gode una squadra che gioca nel proprio stadio.[1] Sebbene si osservi statisticamente che tale vantaggio esiste in molti sport, le sue cause non sono del tutto chiarite: possibili ragioni sono la familiarità col terreno del gioco della squadra di casa, la fatica del viaggio della squadra ospite e l'effetto del tifo, in particolare sul giudizio dell'arbitro.[2]
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]Il fenomeno del fattore campo appare statisticamente in molti sport, come calcio, basket, football americano, hockey su ghiaccio, cricket,[3][4] pallavolo,[5] pallamano[6] e rugby.[7]
Nel calcio inglese, fino al 1984 la percentuale di punti ottenuta dalle squadre di casa nella First Division (il primo livello) è rimasta superiore al 60%; lo stesso è avvenuto nelle tre serie di livello più basso tra il 1970 e il 1981.[4] Il vantaggio è tuttavia in diminuzione col passare del tempo; in particolare, il numero di gol segnati dalle squadre di casa è in diminuzione.[8] Nel rugby, uno studio del Sei Nazioni e dei tornei precedenti ha evidenziato anch'esso una diminuzione col passare degli anni, insieme ad una diminuzione della variabilità da torneo a torneo.[7]
In tutte le quattro grandi Major League nordamericane le squadre ottengono più punti in casa che in trasferta: l'effetto è più evidente nella NBA (basket), e nella NFL (football americano), con rispettivamente il 62% e il 58,9% di punti ottenuti dalla squadra di casa, mentre è meno forte nella NHL (hockey su ghiaccio) e nella MLB (baseball), in cui le partite vinte dalla squadra di casa sono rispettivamente il 55,5% e il 54%.[9][10] Tra tutte le stagioni delle quattro leghe, solo in quattro (tutte della NFL) le squadre in trasferta hanno ottenuto più punti di quelle in casa.[8] Mentre nella NBA si osserva una diminuzione della percentuale di vittorie della squadra di casa, nelle altre tre leghe il vantaggio sembra relativamente stabile.[8]
Cause
[modifica | modifica wikitesto]In generale, le cause del vantaggio di giocare in casa non sono chiare.[2]
Cause regolamentari
[modifica | modifica wikitesto]In alcuni sport, il regolamento stesso offre dei potenziali vantaggi alla squadra di casa.
Nell'hockey su ghiaccio, la squadra che gioca in casa ha diritto all'ultimo cambio durante le interruzioni; in questo modo chi gioca in casa può schierare i giocatori più adatti a contrastare le caratteristiche degli avversari.[11]
Nel baseball, la squadra di casa ha diritto all'ultima battuta, sia negli inning regolamentari che in quelli supplementari; questo permette di modificare la propria tattica in base ai risultati degli avversari nel proprio turno di battuta.[12] Nella Major League Baseball, inoltre, nel caso di una partita tra una squadra della National League e dell'American League, la regola sul battitore designato è quella relativa alla squadra di casa.
Cause legate all'impianto
[modifica | modifica wikitesto]Alcune spiegazioni del vantaggio di giocare in casa dipendono da fattori legati all'impianto di gioco.
Ad esempio, una squadra il cui stadio si trova ad un'altitudine considerevole è già acclimatata all'altura, e questo le conferisce un vantaggio sugli avversari che non sono abituati. Questo accade, ad esempio, alle squadre di Denver o alla nazionale messicana di calcio, che gioca a Città del Messico. In un caso estremo, la nazionale boliviana di calcio gioca le sue partite in casa all'Estadio Hernando Siles di La Paz, situato ad un'altezza di 3 600 metri sul livello del mare[13]; per questa ragione, il suo riconoscimento come stadio adatto per eventi internazionali risulta controverso,[14][15] tanto che la FIFA, su protesta della federazione brasiliana, nel 2007 ha introdotto il divieto di giocare oltre i 2 500 m. Tale regola è stata poi eliminata l'anno successivo a seguito delle proteste delle nazioni andine.[16][17] L'importanza di questo fattore è stata però contestata.[18][19]
Sono stati inoltre rilevati vantaggi dovuti ad impianti in erba artificiale.[2][20]
Cause legate al viaggio
[modifica | modifica wikitesto]Un'altra possibile spiegazione del fattore campo è dovuta alla fatica dei giocatori causata dal viaggio. Gli studi su questo effetto sono discordanti:[3] alcuni autori non hanno trovato effetti significativi,[4][19] mentre altri hanno trovato un piccolo effetto correlato alla distanza viaggiata.[21][22] Uno studio sulle partite della NFL ha anche suggerito che il cambio di fuso orario agisce diversamente nel caso in cui una la squadra ospite viaggi da est verso ovest o da ovest verso est, con il fattore campo più forte nel primo caso.[23]
Cause legate al tifo
[modifica | modifica wikitesto]Il tifo è uno dei fattori più ovvi nel tentare di spiegare il vantaggio della squadra di casa; tuttavia, non è chiara quale sia la modalità con cui il tifo modificherebbe le prestazioni delle squadre, e neppure se spingerebbe i giocatori in casa a giocare meglio o i giocatori in trasferta a giocare peggio.[2] È stata osservata una correlazione tra la quantità di pubblico presente e il vantaggio della squadra di casa,[3] anche se l'effetto sembra presente anche con un basso numero di tifosi.[2]
In alcuni casi, il tifo ha un effetto palese sul gioco: ad esempio, nel caso di rigori (nel calcio o nell'hockey) o di tiri liberi (nel basket) il pubblico può tentare di deconcentrare il tiratore, mentre nel football americano il rumore del pubblico può impedire alla squadra ospite di comunicare a voce la propria tattica prima dello snap.[24] Il reale effetto sul gioco di questi fattori è stato però contestato.[19][25]
Un altro dei modi in cui il tifo è stato legato al fattore campo è tramite l'effetto che il pubblico avrebbe sugli arbitri.[19] Ad esempio, nel calcio, le statistiche mostrano che la squadra di casa ha a disposizione in media più recupero rispetto agli ospiti quando è in svantaggio,[26] che alla squadra di casa vengono assegnati più rigori e che la squadra ospite è più a rischio di subire espulsioni.[3][8][27] Un analogo bias degli arbitri è stato osservato anche nel baseball, nel basket, nell'hockey e nel football americano.[19]
Cause legate al comportamento dei giocatori
[modifica | modifica wikitesto]Un'altra teoria è stata proposta dagli economisti Mark Koyama e J. James Reade: secondo loro, i giocatori sono più motivati a giocare meglio in casa che in trasferta a causa del "monitoraggio" effettuato dai tifosi della propria squadra; la diminuzione del fattore campo nel calcio sarebbe quindi associato all'avvento delle dirette televisive.[28] Tale teoria non riesce però a spiegare altri effetti, tra cui la stabilità del fattore campo in altri sport.[8]
Altre teorie psicologiche sono basate sul legame tra i giocatori e il proprio territorio: ad esempio, è stato osservato che l'aumento di testosterone in atleti maschi è maggiore prima delle partite in casa rispetto a prima delle partite in trasferta.[2][29] È stata anche proposta la possibilità che la convinzione dell'esistenza del fattore campo influenzi i giocatori, spingendoli a giocare meglio e quindi creando un sistema che si autoperpetua.[2]
Regolamenti
[modifica | modifica wikitesto]Nella stagione regolare dei campionati sportivi, le squadre generalmente giocano tante partite in casa quante in trasferta, in modo da bilanciare il fattore campo. Allo stesso modo, nel calcio i turni eliminatori di molte coppe (come la Champions League) vengono giocate con partite di andata e ritorno, e l'ordine delle sedi di gioco è determinato casualmente.
Nei play-off in cui due squadre giocano tra loro un numero dispari di volte, generalmente la squadra meglio piazzata nella stagione regolare gioca in casa una volta più dell'altra; un'eccezione è la World Series, la finale della MLB, in cui dal 2003 la squadra che gioca in casa più volte è quella che appartiene alla lega che ha vinto l'All-Star Game.
Per evitare il fattore campo, alcune partite possono essere giocate in campo neutro: questo avviene ad esempio con le finali della Champions League o della Europa League (la cui sede è decisa con alcuni anni di anticipo) o con le semifinali e le finali della FA Cup (dal 2008 giocate a Wembley). Può tuttavia capitare che la sede coincida con lo stadio di una delle due finaliste (come è capitato nella Champions League 2011-2012, giocata nello stadio del Bayern Monaco, l'Allianz Arena).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Carlo Canepa e Luciano Canova, Capitolo 4 - Il vantaggio di giocare in casa, in La scienza dei goal: Numeri e statistica applicati allo sport più bello del mondo, Hoepli Editore, ISBN 978-88-203-7342-9.
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- ^ (EN) Rui Marcelino, Isabel Mesquita, José Manuel Palao Andrés e Jaime Sampaio, Home Advantage in High-Level Volleyball Varies According to Set Number, in Journal of Sports Science & Medicine, vol. 8, n. 3, 2009, pp. 352-356.
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- ^ Mark Koyama e J. James Reade, Playing Like the Home Team: An Economic Investigation into Home Advantage in Football, in International journal of sport finance, vol. 4, n. 1, 2009, pp. 16-41. URL consultato il 4 gennaio 2019.
- ^ (DE) Urs Willmann, Erforschung einer Speziesa, su zeit.de, 21 marzo 2002.
Voci correlate
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