José Couso
José Couso Permuy (Ferrol, 5 ottobre 1965 – Baghdad, 8 aprile 2003) è stato un giornalista spagnolo morto nel 2003 a causa dell'attacco dell'esercito statunitense contro l'Hotel Palestine della capitale irachena, nel quale si trovava con altri membri della stampa internazionale[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]José Couso è nato nel 1965 a Ferrol.
Ha conseguito la laurea in Scienze dell'Informazione e Scienze dell'Immagine all'Università Complutense di Madrid.
Nella sua carriera ha lavorato per diverse emittenti e agenzie, come EFE o Canale Plus. Per otto anni ha lavorato come cameraman per il canale televisivo Telecinco occupandosi di notizie come il rapimento del suo collega Jon Sistiaga in Macedonia, i bombardamenti di Baghdad del 1998 e la guerra del Kosovo del 1999.
Inoltre ha curato diversi reportage. Tra questi, i più famosi riguardano le ricerche in Antartide della nave oceanografica Hespérides nel 2001, le grotte di Lascaux in Francia, l'incidente diplomatico Perejil nel 2002 e lo sversamento della petroliera Prestige.[2]
Couso si era trasferito in Iraq poco prima dell'inizio della guerra del 2003, insieme ad altri colleghi del notiziario Telecinco, i quali, pochi giorni prima dell'inizio dei bombardamenti, avevano fatto ritorno in Spagna. Erano rimasti a Baghdad solo Jon Sistiaga come giornalista e José Couso come cameraman.
L'8 aprile 2003 José Couso si trovava presso l'Hotel Palestine di Baghdad, dove erano ospitati numerosi giornalisti stranieri. In quel momento una compagnia della 3ª Divisione di fanteria dell'Esercito statunitense stava combattendo dall'altro lato del fiume Tigri, che era sotto attacco di mortai e lanciarazzi.
Secondo l'inchiesta realizzata successivamente per il Comando Centrale dei Stati Uniti (CENTCOM), il fuoco nemico sarebbe stato guidato da un osservatore che si trovava accanto al Tigri, sulla stessa riva dell'Hotel Palestine.
Dopo la ricognizione del presunto osservatore, un carro armato M1 Abrams ha fatto fuoco con il suo cannone di 120mm contro l'hotel.[3] Il proiettile del carro armato è esploso al quindicesimo piano dove era alloggiato il team dell'agenzia Reuters, colpendo a morte il giornalista ucraino Tare Protsyuk.
José Couso stava filmando al piano inferiore: fu ferito gravemente e trasportato all'Ospedale Santo Rafael di Baghdad, dove morì nel corso di un intervento chirurgico.[4] Aveva una moglie e due figli.
Reazioni dopo la morte di Couso
[modifica | modifica wikitesto]Il Pentagono ha riconosciuto la responsabilità dell'attacco e si è giustificato affermando che i soldati coinvolti nell'attacco all'hotel, al comando del sergente Thomas Gibson, stavano rispondendo a fuoco nemico.
Dopo la morte del giornalista furono organizzate varie proteste davanti alle sedi diplomatiche degli Stati Uniti in Spagna e furono istruite azioni civili e giudiziarie intese a chiarire la colpevolezza dei militari coinvolti.
Le sentenze più importanti della causa:
- Il 19 ottobre 2005, l'Audiencia National emana un ordine internazionale di detenzione contro tre dei militari statunitensi imputati. Nella sua inchiesta chiama a deporre i giornalisti Olga Rodríguez, Jon Sistiaga e Carlo Hernández.
- Il 10 marzo 2006, la Sala 2ª della Corte Suprema di Spagna archivia le indagini, affermando che si è trattato di "un atto di guerra". Contro questa decisione, la famiglia del defunto si è rivolta al Tribunale Supremo.
- Il 5 dicembre 2006 la Corte Suprema di Spagna accoglie all'unanimità il ricorso della famiglia di Couso.
- Il 16 gennaio 2007, il giudice Santiago Pedraz riattiva l'ordine del 2005 contro i tre statunitensi imputati della morte di Couso, rispetto al criterio della Procura spagnola dell'Audiencia Nacional che mantiene, dall'apertura del caso nel 2003, che i Tribunali spagnoli sono carenti di giurisdizione perché l'azione di guerra fu realizzata in territorio iracheno. Pedraz accusa i militari di omicidio e di un crimine contro la comunità internazionale.[5]
- Il 27 aprile 2007, il giudice Santiago Pedraz processa i tre militari statunitensi per il presunto assassinio di Couso. Vengono incriminati il sergente Thomas Gibson, il capitano Philip Woldrford e il tenente colonnello Philip di Camp per omicidio (da 15 a 20 anni di detenzione) e anche per crimini contro la comunità internazionale (da 10 a 15 anni), anche se la Sala del Penale di questo tribunale revoca la decisione un anno dopo (il 13 maggio 2008) appoggiando la posizione del Pubblico Ministero, che chiedeva l'archiviazione del caso.
- Il 21 maggio 2009, il giudice Pedraz incrimina nuovamente i tre soldati americani.[6]
- Il 29 luglio 2010, il giudice Pedraz, lancia un ordine di ricerca contro i tre militari statunitensi imputati nel caso Couso. Agli inizi di luglio il Tribunale Supremo riapre il caso, e quest'ordine implicherebbe la sua entrata in prigione. Pedraz decide stimare i ricorsi delle famiglie al capire che i fatti potrebbero essere costitutivi di crimini di guerra. Anche, ha sollecitato autorizzazione al Consiglio Generale del Potere Giudiziario per spostarsi ad Iraq tra ottobre e novembre e realizzare un'analisi oculare della zona dell'incidente.[7] L'ispezione fu realizzata nel 2011, senza avanzi procedurali posteriori.
Omaggi
[modifica | modifica wikitesto]Nel quartiere ferrolano di Esteiro è stata dedicata una piazza al giornalista.
In questa piazza c'è una placca con l'iscrizione: PLAZA DE LA PAZ JOSÉ COUSO (piazza della pace).
Oltretutto, la radio comunitaria coruñesa, Cuac FM, ha battezzato nel 2003 il suo nuovo studio come Studio José Couso. All'inaugurazione partecipò un membro della famiglia del giornalista.
L'11 settembre del 2015 si inaugurò in Perillo (Oleiros) un parco con il suo nome. La placca inaugurale ha la seguente scritta:[8]
Originale in galiziano:
«
- In galiziano
Parque público José Couso Permuy. Reporteiro gráfico asasinado polo exército dos Estados Unidos de América»
;Traduzione Parco pubblico José Couso Permuy. Giornalista grafico ucciso per la milizia degli USA
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Javier Couso: “El asesinato de mi hermano fue un mensaje de EEUU a los periodistas que van por libre”, 7/3/2013, La Marea
- ^ Ocho años con la cámara de Telecinco al hombro, en elmundo.es
- ^ Resultado de la investigación de CENTCOM sobre el incidente del 8 de abril en el Hotel Palestine, en josecouso.info
- ^ Muere un cámara de Telecinco al atacar EEUU su hotel en Bagdad, en elmundo.es
- ^ La Audiencia Nacional procesa a los tres militares de EE UU implicados en la muerte de José Couso, publicado en el diario El País
- ^ El juez Pedraz procesa otra vez a tres militares de EEUU por la muerte de Couso, publicado en 20Minutos.es 20 Minutos
- ^ Pedraz ordena la captura de los tres militares acusados de asesinar al cámara José Couso, su elpais.com, El País.
- ^ José Couso ya tiene su parque en Perillo
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su José Couso Permuy
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) José Couso, su IMDb, IMDb.com.
- José Couso, crimine di guerra. Fratelli, Amici e Compagni di José Couso
- Testo completo dell'Atto di Lavorazione dettata per il Giudice Santiago Pedráz il giorno 27 di aprile di 2007.
- Cavo sul tracciamento del Governo spagnolo del caso Couso
- Atto dell'Audience nazionale
- Denuncia della famiglia di José Couso davanti alla Procura di Madrid, 12/12/2010
- Javier Couso: “L'assassinio del mio fratello è stato un messaggio di EE. UU. ai giornalisti che vanno per libero”, 7/3/2013, La Marea
- Video in YouTube
Controllo di autorità | VIAF (EN) 68342401 · ISNI (EN) 0000 0001 0783 2043 · Europeana agent/base/49986 · LCCN (EN) n2005076214 · GND (DE) 14310814X |
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