Karim Aga Khan IV
Karim Aga Khan IV | |
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Aga Khan IV nel 2014 | |
Sua Altezza l'Imam degli Ismailiti Nizariti | |
In carica | 11 luglio 1957 – in carica |
Predecessore | Aga Khan III |
Nome completo | Karīm al-Husaynī |
Trattamento | Principe |
Nascita | Ginevra, 13 dicembre 1936 |
Dinastia | Qajar |
Padre | Principe Ali Aga Khan |
Madre | Tajuddawlah Aga Khan (Joan Barbara Yarde-Buller) |
Coniugi | Salimah Aga Khan (Sarah Frances Croker-Poole) Inaara Aga Khan (Gabriele Thyssen) |
Figli | Zahra Rahim Husayn Aly |
Religione | Islam (Nizariti) |
Karīm al-Husaynī, Āgā Khān IV, vero nome Karīm al-Husaynī (in arabo سمو الأمیر شاہ کریم الحسیني آغا خان الرابع?; Ginevra, 13 dicembre 1936), è il quarantanovesimo Imam dei musulmani Ismailiti Nizariti.
Figlio del principe Ali Aga Khan (1911-1960) e della principessa Tajuddawlah Aga Khan (nata Joan Barbara Yarde-Buller) (1908-1997), succedette l'11 luglio 1957 nella suddetta carica ereditaria al nonno Mahommed Shah Aga Khan III (1877-1957). Suo padre (morto nel 1960) era l'erede di quest'ultimo, che preferì, tuttavia, designare il nipote. Karim ha la nazionalità britannica e portoghese[1] ed è a capo di un grande impero economico-finanziario (soprattutto nel settore turistico e aeronautico), titolare di un patrimonio netto stimato intorno ai 13 miliardi di dollari.[2][3]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia ed educazione
[modifica | modifica wikitesto]Quello di Aga Khan è un titolo onorifico conferito, nel 1834, al 46º Imam dei Nizariti Hasan Ali Shah (1817-1881) dallo scià di Persia Fath Ali Shah, in quanto aveva sposato la figlia Sarv-i Jahan Khanum, diventando così un membro della famiglia imperiale Qajar. Il titolo di Principe (con trattamento di Sua altezza) fu riconosciuto dai successivi sovrani persiani e anche dalla Gran Bretagna. La consorte dell'Aga Khan è denominata begum, i figli e gli altri parenti si distinguono come Principi.[4]
Il 26 ottobre 1967 l'Aga Khan IV fu l'unico "straniero" presente all'incoronazione, a Teheran, di Mohammad Reza Pahlavi e dell'imperatrice Farah.[5]
I Nizariti (18 milioni nel 2007, sparsi soprattutto in India e Pakistan), costituiscono la principale branca degli Ismailiti, un tempo noti come Assassini (seguaci di Hasan) e riconoscono l'Aga Khan come loro Imam ereditario.[6]
Trascorse la giovinezza a Nairobi (Kenya) e, trasferitosi in Svizzera, frequentò per nove anni la prestigiosa scuola "Istituto Le Rosey", presso Ginevra. Si è laureato nel 1959 presso l'Università Harvard in "Storia Islamica" con un BA Honors.
Carriera sciistica
[modifica | modifica wikitesto]Karim Aga Khan | |
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Karim Aga Khan in gara nello slalom gigante ai IX Giochi olimpici invernali di Innsbruck 1964 | |
Nazionalità | Regno Unito Iran |
Sci alpino | |
Specialità | Discesa libera, slalom gigante, slalom speciale |
Termine carriera | 1964 |
In gioventù praticò lo sci alpino: partecipò da britannico ai Mondiali di Chamonix 1962, piazzandosi 36º nello slalom gigante e non qualificandosi per la finale dello slalom speciale[7], e rappresentò l'Iran ai IX Giochi olimpici invernali di Innsbruck 1964, classificandosi 59º nella discesa libera, 53º nello slalom gigante e non qualificandosi per la finale dello slalom speciale.
Matrimoni
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1969 ha sposato Begum Salimah Aga Khan (nata Sarah Frances Croker-Poole), nata a Nuova Delhi da genitori britannici e cresciuta in India. Hanno avuto tre figli: la principessa Zahra, nata nel 1970, il principe ed erede Rahim, nato nel 1971, e il principe Husayn, nato nel 1974. Divorziarono nel 1995.
Tre anni dopo Karim scelse come seconda consorte la tedesca Gabriele Renate Thyssen (nata Homey) (divenuta con la conversione alla religione musulmana e le successive nozze Begum Inaara Aga Khan), già divorziata dal principe Carlo Emilio di Leiningen, dalla quale ha avuto nel 2000 un figlio, Ali. Begum Inaara, nata come Gabriele Renate Homey, figlia di Helmut Friedhelm Homey e di Renate Thyssen-Henne (nata Kerkhoff), prese durante l'infanzia il cognome del patrigno Bodo Thyssen, membro della famiglia Thyssen. Nel 2014 anche questo matrimonio è stato sciolto.[8]
Imam dei musulmani Ismailiti Nizariti
[modifica | modifica wikitesto]Il principe è divenuto Imam dei musulmani Ismailiti Nizariti l'11 luglio 1957, all'età di vent'anni, succedendo al nonno, Aga Khan III, che non condivideva lo stile di vita del figlio Ali, noto playboy (sposo anche della star hollywoodiana Rita Hayworth, madre, nel 1949, di Yasmin). Ali Khan, nato a Torino dall'italiana Cleope Teresa "Ginetta" Magliano, scomparve poi nel 1960 in un incidente automobilistico.[9]
Il trattamento di Sua altezza gli fu accordato nel 1957, dopo la morte del nonno, dalla regina Elisabetta II del Regno Unito; quello di Sua altezza reale, nel 1959, dallo scià di Persia.[10]
È il quarantanovesimo Imam ereditario dei Nizariti (la setta degli Assassini) Khoja ed è da essi ritenuto diretto discendente di Maometto attraverso suo cugino e genero ʿAlī b. Abī Ṭālib, primo Imam degli sciiti, e di sua moglie Fāṭima, figlia del Profeta.[11]
Ha interrotto la tradizione secondo cui ogni anno l'Aga Khan, con turbante e scettro incastonati di pietre preziose, presiedeva a Karachi la cerimonia organizzata dai Nizariti in cui gli veniva corrisposto tanto oro, platino e diamanti corrispondente al suo peso.[12][13]
Impegno per la Sardegna
[modifica | modifica wikitesto]Ha ricevuto delle onorificenze in Italia per i suoi impegni in Sardegna, con il socio e amico Gianfranco Fodde, in particolare per lo sviluppo turistico della Costa Smeralda; nel 1963 ha dato vita alla compagnia aerea Alisarda, poi divenuta Meridiana (che rilevò pure l'aeroporto di Firenze-Peretola) e ha fatto costruire, nel 1969, il nuovo aeroporto di Olbia-Costa Smeralda, diventato il più importante scalo internazionale dell'isola.[14]
L'Aga Khan ha dimostrato apprezzabili capacità imprenditoriali quando, nel 1962, attratto dalla naturale bellezza del tratto di costa nord-orientale sarda compresa nei comuni di Olbia ed Arzachena, acquistò quei terreni. Coadiuvato dagli architetti Jacques Couelle, Savin Couelle, Luigi Vietti e Michele Busiri Vici, ideò lo stile della Costa Smeralda con l'utilizzo dei materiali locali galluresi, come il granito e il legno. Fondò Porto Cervo, sede del cosiddetto jet set internazionale e fece costruire un capiente porto (700 posti), con lussuosi alberghi e ritrovi mondani. Il 12 maggio 1967 fondò lo Yacht Club Costa Smeralda. Nel 2012 il controllo del Consorzio fu trasferito ad altre società.[15]
Nel 1977, primo tra i musulmani in Italia, il principe ha ricevuto dal capo dello Stato Giovanni Leone il titolo di cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana; nel 1988 quello di cavaliere del lavoro.[16]
Nel gennaio 2013 ha acquisito nuovamente Meridiana, ricapitalizzandola[17].
Giubileo d'oro
[modifica | modifica wikitesto]L'Aga Khan, che risiede soprattutto a Gouvieux, in Francia (nella residenza denominata Domaine d'Aiglemont), ma anche nella fastosa residenza indiana di Pune, ha festeggiato l'11 luglio 2007, a Karachi il giubileo d'oro del suo imamato.
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Aga Khan II | Aga Khan I | ||||||||||||
Sarv-i Jahan Khanum | |||||||||||||
Aga Khan III | |||||||||||||
Nawab A'lia Shamsul-Muluk | Mirza Ali Muhammad Nizam al-Dawla | ||||||||||||
Khurshid Kulah Khanum | |||||||||||||
Ali Aga Khan | |||||||||||||
Michele Magliano | Gabriele Magliano | ||||||||||||
Caterina Chiarla | |||||||||||||
Cleofe Teresa Magliano | |||||||||||||
Rosa Vaser | Antonio Vaser | ||||||||||||
Maddalena Gilli | |||||||||||||
Karim Aga Khan IV | |||||||||||||
John Yarde-Buller, II barone Churston | John Buller | ||||||||||||
Charlotte Chandos-Pole | |||||||||||||
John Yarde-Buller, III barone Churston | |||||||||||||
Barbara Yelverton | Hastings Reginald Henry | ||||||||||||
Barbara Yelverton, XX baronessa Grey de Ruthyn | |||||||||||||
Joan Yarde-Buller | |||||||||||||
Alfred John Smither | Francis Dearsley Smither | ||||||||||||
Elizabeth Green | |||||||||||||
Jessie Smither | |||||||||||||
Jessie Henrietta Pococke | Vannam Pococke | ||||||||||||
Henrietta Elizabeth Smith | |||||||||||||
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Kerlau, p. 350
- ^ (EN) The Aga Khan’s Earthly Kingdom, su vanityfair.com. URL consultato il 9 luglio 2020.
- ^ Kerlau, p. 363
- ^ Kerlau, p. 23
- ^ Pahlavi, p. 102
- ^ Bell, p. 34
- ^ (EN) 10-18.02.1962. Chamonix, France, su alpineskiworld.net. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ Riccardi, p. 120
- ^ Riccardi, p. 100
- ^ Kerlau, p. 111
- ^ Kerlau, p. 176
- ^ Aga Khan: Women, 61-carat diamonds and give up being weighed so that your faithful give it to you in gold, su tellerreport.com.
- ^ Aga Khan III, p. 138
- ^ Riccardi, p.95
- ^ Riccardi, p. 204
- ^ Riccardi, p. 221
- ^ Meridiana, il ritorno dell'Aga Khan: via l'ad Gentile, con buonuscita milionaria, su ilfattoquotidiano.it.
- ^ [https://www.gg.ca/en/honours/recipients/146-969 Order of Canada.- Honorary Companion of the Order of Canada]
- ^ Badraie (JPG) (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2014).
- ^ [1]
- ^ Sito web del Quirinale.
- ^ Presidencia.
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Aga Khan III, Le memorie dell'Aga Khan, Garzanti, Milano 1954.
- Ted Bell, La setta degli Assassini, Longanesi, Milano 2006.
- Yann Kerlau, Les Aga Khans, Perrin, Paris 1990.
- Farah Pahlavi, Memoires, XO Editions, Paris 2003.
- Paolo Riccardi, Alla Corte dell'Aga Khan. Memorie della Costa Smeralda, Carlo Delfino, Sassari 2010.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Karim Aga Khan IV
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Aga Khan IV, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Karim Aga Khan IV, su Olympedia.
- (EN) Karim Aga Khan IV, su sports-reference.com, Sports Reference LLC (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2017).
- (EN) Karim Aga Khan IV, su IMDb, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 106723949 · ISNI (EN) 0000 0000 8287 1408 · ULAN (EN) 500258272 · LCCN (EN) n50046055 · GND (DE) 119259001 · J9U (EN, HE) 987007275802105171 |
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