Al-Hilal Saudi Club
Al-Hilal Saudi Club Calcio | |
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Al-Za‘īm | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | Blu, bianco |
Simboli | Squalo |
Dati societari | |
Città | Riad |
Nazione | Arabia Saudita |
Confederazione | AFC |
Federazione | SAFF |
Campionato | Lega saudita professionistica |
Fondazione | 1957 |
Proprietario | Public Investment Fund |
Presidente | Fahad bin Nafel |
Allenatore | Jorge Jesus |
Stadio | Kingdom Arena (30.000 posti) |
Sito web | www.alhilal.sa |
Palmarès | |
Titoli nazionali | 19 Campionati sauditi |
Trofei nazionali | 11 Coppe del Re dei Campioni 13 Coppe del Principe della Corona saudita 5 Supercoppe saudite |
Trofei internazionali | 4 AFC Champions League 2 Supercoppe d'Asia 2 Coppe delle Coppe dell'AFC 2 Coppe dei Campioni arabe per club |
Stagione in corso | |
Si invita a seguire il modello di voce |
L'Al-Hilal Saudi Club (in arabo نادي الهلال السعودي?) è una società calcistica con sede a Riad, in Arabia Saudita. Milita nella Lega saudita professionistica, la massima serie del campionato saudita di calcio.
Il soprannome Al-Zaʿīm, che significa "il Leader", deriva dal fatto che questa società è la più titolata del paese, avendo vinto diciannove campionati sauditi, dieci Coppe del Re dei Campioni, tredici Coppe del Principe della Corona saudita e due Supercoppe nazionali. A livello internazionale si è aggiudicato quattro AFC Champions League (record), due Coppe delle Coppe AFC e due Supercoppe d'Asia, per un totale di otto trofei internazionali riconosciuti dall'AFC (record), oltre a due Champions League arabe. Conta tre partecipazioni alla Coppa del mondo per club FIFA, nel 2019, nel 2021 e nel 2022; ha ottenuto come miglior risultato il secondo posto in quest'ultima edizione.
La società saudita è stata riconosciuta come miglior club asiatico del XX secolo dall'IFFHS, istituto riconosciuto dalla FIFA, il 29 settembre 2009[1].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'Al-Hilal Saudi Club era noto in origine con il nome di Olympic Club e fu fondato da Abdul Rahman Bin Saad Bin Saeed il 15 ottobre 1957 a Riad. Meno di un anno dopo la fondazione, il 3 dicembre 1958, assunse l'attuale denominazione per iniziativa del sovrano saudita Bin Abdul-Aziz. Il sovrano aveva assistito a un torneo tra Olympic Club, Al-Shabab, Al-Riad ed El-Kawkab. Sin dalle origini ha potuto contare su un vasto seguito di tifosi e sul supporto dei reali sauditi[2].
Il primo successo lo ottenne nel 1961, aggiudicandosi la Coppa del Re saudita. Iniziò così un lungo periodo di successi, impreziosito dalla vittoria di 50 trofei ufficiali. La Coppa del Re saudita fu rivinta nel 1964, ai tiri di rigore contro i bicampioni d'Asia dell'Al-Ittihād.
Il club fu il primo a vincere la neonata Lega professionistica saudita, sorta nel 1976-1977. Nei trentadue anni a venire la squadra ottenne 12 altre vittorie nella competizione e 12 secondi posti, oltre ad aggiudicarsi varie Coppe del Re saudita, svariate Coppe della Corona del Principe saudita e Coppe del Principe Faysal bin Fahd[3]. Negli anni '70 vari campioni stranieri vestirono la maglia dell'Al-Hilal, tra cui i campioni del mondo Mário Zagallo e Rivelino.
Nel campionato d'Asia per club del 1991 la squadra ottenne il primo alloro continentale, venendo incoronata campione d'Asia dopo la vittoria ai tiri di rigore nella finale contro gli iraniani dell'Esteghlal a Doha, in Qatar. Il torneo fu rivinto dall'Al-Hilal nel 1999-2000, mentre nel 1996-1997 era stata vinta la Coppa delle Coppe dell'AFC oltre alla Supercoppa d'Asia, rivinta nel 2002, anno in cui fu rimessa in bacheca la Coppa delle Coppe dell'AFC. Questi successi resero il club l'unico sodalizio asiatico capace di vincere sei trofei continentali.
Nel 2014 il club tornò ad alti livelli in ambito continentale, raggiungendo la finale di Champions League, ma fu sconfitto per 1-0 tra andata e ritorno dagli australiani dei Western Sydney[4]. Nell'edizione 2019 la squadra saudita vinse la fase a gironi qualificandosi grazie a quattro vittorie, un pareggio e una sconfitta; Negli ottavi di finale affrontò l'Al-Ahli battendolo all'andata per 4-2, mentre nella gara di ritorno subì un'ininfluente sconfitta per 1-0. Ai quarti di finale si trovò di fronte la compatriota Al-Ittihād con la quale pareggiò 0-0 nella gara di andata, mentre nel ritorno l'Al Hilal andò sotto nel punteggio per poi rimontare e vincere 3-1 grazie alle reti di Carrillo, Al-Dawsari e Giovinco. Le semifinali si giocarono contro l'Al-Sadd di Xavi e grazie al 4-1 dell'andata, la sconfitta per 4-2 del ritorno non compromise il raggiungimento della finale. La doppia finale contro l'Urawa Reds si concluse con un complessivo vincente 3-0 tra andata e ritorno e consentì al club di appaiare, a quota 3 titoli, il Pohang Steelers, squadra più vincente nella massima competizione continentale, e di diventare l'unica squadra asiatica vincitrice di 7 trofei continentali. Bafétimbi Gomis si aggiudicò il titolo di miglior giocatore quello di capocannoniere della competizione grazie alle 11 reti messe a segno, di cui tre tra semifinali e finali. Grazie al successo continentale, la squadra poté partecipare alla Coppa del mondo per club, dove batté per 1-0 l'Espérance al secondo turno e fu eliminata in semifinale dal Flamengo (3-1).
Il 20 settembre 2020 il club saudita è colpito dal COVID-19, con un totale di 20 tesserati (15 calciatori e 5 membri dello staff tecnico) messi in quarantena. Il giorno stesso la società è costretta a scendere in campo con soli quattordici effettivi tra titolari e panchinari, avendo la Federcalcio asiatica respinto la richiesta di posticipare il match di AFC Champions League contro gli iraniani del Shahr Khodro, partita terminata poi con un pareggio a reti bianche che ha permesso alla squadra di qualificarsi alla fase ad eliminazione diretta della competizione continentale.[5][6] Tre giorni dopo si sarebbe dovuta giocare la quinta partita della fase a gironi del torneo continentale, ma avendo a disposizione solo undici calciatori in rosa, il cui minimo previsto è tredici, la federazione asiatica squalifica il club saudita annullando tutti i risultati delle partite precedenti.[7]
Nel 2021 si aggiudicò nuovamente l'AFC Champions League, battendo per 2-0 in finale il Pohang Steelers e diventando la squadra più titolata nella competizione con 4 successi, avendo staccato proprio i sudcoreani, fermi a 3 vittorie. Nella Coppa del mondo per club FIFA 2021 la squadra saudita superò il secondo turno battendo gli emiratini dell'Al-Jazira per 6-1, poi fu sconfitta in semifinale dal Chelsea per 1-0 e perse anche l'incontro per il terzo posto, per 4-0 contro gli egiziani dell'Al-Ahly, chiudendo così con la quarta piazza nel torneo. Partecipò anche alla Coppa del mondo per club FIFA 2022, dove superò il secondo turno battendo per 5-3 ai tiri di rigore i marocchini del Wydad Casablanca (1-1 dopo i tempi supplementari) e la semifinale battendo per 3-2 i brasiliani del Flamengo, per poi essere sconfitto per 5-3 in finale dal Real Madrid e chiudere, quindi, al secondo posto.
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni nazionali
[modifica | modifica wikitesto]- Campionato saudita: 19 (record)
- 1976-1977, 1978-1979, 1984-1985, 1985-1986, 1987-1988, 1989-1990, 1995-1996, 1997-1998, 2001-2002, 2004-2005, 2007-2008, 2009-2010, 2010-2011, 2016-2017, 2017-2018, 2019-2020, 2020-2021, 2021-2022, 2023-2024
- Coppa del Principe della Corona saudita: 13 (record)
- 1964, 1995, 2000, 2003, 2005, 2006, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2016
- Supercoppa saudita: 5 (record)
- 1987, 1990, 1993, 1996, 2000, 2005, 2006
- 2000
Competizioni internazionali
[modifica | modifica wikitesto]- AFC Champions League: 4 (record)
- Coppa delle Coppe dell'AFC: 2 (record condiviso con il Yokohama F·Marinos)
- 1997, 2000
- 1995, 1996
- 2000
- 2001
- 1986, 1998
Organico
[modifica | modifica wikitesto]Rosa 2023-2024
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Staff tecnico
[modifica | modifica wikitesto]- Jorge Jesus - Allenatore
- João de Deus - Vice allenatore
- Nikola Djurovic - Collaboratore tecnico
- Tiago Oliveira - Collaboratore tecnico
- Mohammad Al-Shalhoub - Collaboratore tecnico
- Vítor Pereira - Allenatore dei portieri
- Branko Katic - Allenatore dei portieri
- Ricardo Silva - Preparatore atletico
- Gil Henriques - Preparatore tecnico
- Nuno Romano - Coordinatore
- Rodrigo Araújo - Video analyst
- Abdulaziz Al-Dawsari - Match analyst
- Rodolfo Miguens - Allenatore squadra B
- Saud Kariri - Direttore sportivo
Rose delle stagioni precedenti
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Asia's Club of the Century, su iffhs.de, International Federation of Football History & Statistics. URL consultato il 29 settembre 2009.
- ^ (EN) The story of Al Hilal Foundation, in Al-Hilal Club. URL consultato il 21 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2018).
- ^ (EN) Al Hilal, by royal approval, in FIFA. URL consultato il 21 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2015).
- ^ (EN) Kate Cohen, Western Sydney Wanderers win Asian Champions League title, su theguardian.com, theguardian.com, 2 novembre 2014.
- ^ Champions Asiatica: Giovinco e compagni hanno il Covid. La Federcalcio autorizza il match tra Al-Hilal e Shahr Khodro, su ilmessaggero.it, 21 settembre 2020.
- ^ Champions Asia: 15 positivi, ma Al Hilal va in campo lo stesso, su repubblica.it, 20 settembre 2020. URL consultato il 21 settembre 2020.
- ^ (EN) Al Hilal - Update on AFC Champions League, su the-afc.com, 23 settembre 2020.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Al-Hilal Club
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (AR, EN) Sito ufficiale, su alhilal.com.
- نادي الهلال السعودي - AlHilal Saudi Club (canale), su YouTube.
- (DE, EN, IT) Al-Hilal Saudi Club, su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- Al-Hilal Saudi Club, su int.soccerway.com, Perform Group.
- (EN, RU) Al-Hilal Saudi Club, su eu-football.info.