Dragon Ball

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Dragon Ball (disambigua).
Dragon Ball
ドラゴンボール
(Doragon Bōru)
Copertina italiana del primo volume della Evergreen Edition, raffigurante il protagonista Son Goku e una versione kawaii del drago Shenron
Genereavventura, azione, commedia, fantasy, fantascienza
Manga
AutoreAkira Toriyama
EditoreShūeisha
RivistaWeekly Shōnen Jump
Targetshōnen
1ª edizione20 novembre 1984 – 23 maggio 1995
Periodicitàsettimanale
Tankōbon42 (completa)
Editore it.Star Comics
Collana 1ª ed. it.Dragon
1ª edizione it.3 aprile 1995 – 18 ottobre 1997
Periodicità it.mensile
Volumi it.62 (completa)

Dragon Ball (ドラゴンボール?, Doragon Bōru, lett. "sfera del drago" in inglese) è un manga scritto e disegnato da Akira Toriyama. Serializzato originariamente sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha dal 1984 al 1995, i singoli capitoli sono stati raccolti e pubblicati in quarantadue volumi tankōbon dal 1985 al 1995[1]. Prendendo ispirazione dal classico della letteratura cinese Il viaggio in Occidente[2], Dragon Ball ripercorre le avventure del protagonista Son Goku dall'infanzia all'età adulta, mentre si allena nelle arti marziali ed esplora il mondo alla ricerca di sette sfere magiche, in grado di evocare un drago capace di esaudire un desiderio. Nel corso del suo viaggio Goku si fa molti amici e affronta numerosi antagonisti che minacciano la pace dell'universo.

Il manga è stato adattato in due serie anime prodotte da Toei Animation: Dragon Ball e Dragon Ball Z, trasmesse in Giappone dal 1986 al 1996[3][4]. Inoltre la Toei ha realizzato ventuno film cinematografici e tre special televisivi, oltre al sequel Dragon Ball GT (1996) e i midquel Dragon Ball Super (2015) e Dragon Ball Daima (2024). Dal 2009 al 2015 è stato trasmesso Dragon Ball Kai, una versione rivisitata e corretta di Dragon Ball Z in cui sono stati rimossi i filmati e le scene non presenti nel manga[5][6].

I diritti per un adattamento in italiano sono stati rilevati da Star Comics, che ne ha pubblicato una prima edizione in sessantadue volumi dal 1995 al 1997. Esso costituisce il primo manga in Italia in cui sia stato mantenuto il senso di lettura originale giapponese, da destra a sinistra. A questa versione hanno fatto seguito altre quattro ristampe[1]. Tranne che nell'ultima edizione, l'adattamento italiano di Star Comics presenta censure e semplificazioni culturali, per adattare il prodotto a un pubblico giovanile[7].

Dalla sua pubblicazione Dragon Ball è diventata una delle serie manga e anime più popolari in assoluto. I suoi volumi hanno venduto più di 260 milioni di copie in tutto il mondo, rendendolo uno dei manga più venduti di sempre[8]. Critici ed esperti ne hanno elogiato lo stile, la caratterizzazione dei personaggi e l'umorismo. Dragon Ball è universalmente considerato uno dei migliori manga mai realizzati e uno dei più influenti, con molti mangaka di successo che l'hanno citato come fonte d'ispirazione per le loro opere[9][10].

Molte aziende hanno prodotto vari tipi di merchandising legato alla serie, il che ha generato un vasto media franchise che include: manga spin-off, film animati e live action, giochi di carte collezionabili, action figure, colonne sonore e numerosi videogiochi[1].

Ambientazione

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Cosmologia di Dragon Ball e Glossario di Dragon Ball.

L'universo di Dragon Ball presenta un gran numero di pianeti abitati e di specie extraterrestri, ma la Terra rimane il luogo principale dove si svolgono le avventure della storia. Nonostante il nome del pianeta sia lo stesso della sua controparte reale, esso è formato da un unico continente che copre larga parte del pianeta più numerose isole disseminate per l'oceano. La popolazione è concentrata perlopiù in grandi città dall'aspetto futuristico, mentre il resto è sparso in piccoli gruppi in giro per il globo. Insieme a una tecnologia avanzata, che ha permesso la costruzione di oggetti che vanno da mezzi di trasporto volanti fino a esseri artificiali dall'aspetto umano e perfettamente autonomi, nel mondo è presente anche una forma di magia. Un'altra grande differenza rispetto al mondo reale è la presenza di dinosauri e animali antropomorfi, i quali sono perfettamente integrati all'interno dell'ecosistema e della società umana.[1] Gli stessi umani sono in grado di sviluppare capacità telecinetiche o sovrumane e di utilizzare tecniche di combattimento che usano, oltre alla semplice forza fisica, la forza spirituale o "aura", dando vita a colpi energetici o di altra natura.

In Dragon Ball è inoltre possibile viaggiare nel tempo: ciò porta alla formazione di più linee temporali e universi paralleli, attraverso i quali si muovono i personaggi e che rivestono una grande importanza ai fini della trama.

Lo stesso argomento in dettaglio: Capitoli di Dragon Ball.

Son Goku, un bambino con la coda di scimmia e la forza smisurata, incontra un giorno una ragazza di nome Bulma. Ella è alla ricerca delle sette sfere del drago, potenti oggetti magici che, se riuniti, permettono di evocare il drago Shenron, creatura che esaudisce un qualunque desiderio a colui che l'ha richiamato. Goku viene quindi persuaso da Bulma ad aiutarla nella ricerca delle sfere e i due partono per un lungo viaggio, nel corso del quale fanno numerosi incontri. In seguito Goku si sottopone agli allenamenti del Maestro Muten e partecipa a numerose edizioni del Torneo Tenkaichi, un campionato mondiale di arti marziali che si svolge ogni tre anni. Nel corso della sua crescita e del suo sviluppo, affronta numerosi nemici, tra cui Piccolo, figlio e reincarnazione di una creatura demoniaca, diventando così il combattente più forte della Terra.

Ormai adulto, Goku scopre di appartenere alla razza extraterrestre dei Saiyan, un crudele popolo di combattenti che lo aveva spedito sulla Terra ancora in fasce per conquistare il pianeta. Poco dopo il suo arrivo aveva però subito un trauma cranico, perdendo in questo modo il ricordo della missione e la sua natura aggressiva. Ciò nonostante il giovane decide di continuare a difendere il suo pianeta d'adozione dall'attacco di nemici sempre più forti. In questo modo, insieme alla sua famiglia e ai suoi amici, affronta Freezer, Cell e Majin Bu, ergendosi a protettore della Terra e dell'universo intero.

Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi di Dragon Ball.

Dragon Ball presenta una ricca galleria di personaggi. L'introduzione di nuovi personaggi nel corso della storia avviene spesso a discapito dei più vecchi;[9] tuttavia alcuni mantengono un posto di rilievo per tutta la durata della serie.

Son Goku è il personaggio principale. Bambino all'inizio dell'avventura, non cessa mai di superare i propri limiti e acquisisce progressivamente poteri e abilità sempre maggiori. Si scopre appartenere alla razza aliena dei Saiyan, un popolo di temibili guerrieri. All'inizio della storia incontra Bulma, una giovane ragazza piena di idee, che gli fa scoprire il mondo e partire alla ricerca delle sfere del drago. Pur non sapendo combattere, Bulma occupa un ruolo di primo piano in tutta l'avventura grazie alle sue doti tecniche e le sue invenzioni. I due fanno poi la conoscenza del Maestro Muten, primo maestro e allenatore di Goku e creatore della tecnica principale della serie, la Kamehameha. Muten avrà anche un altro allievo, Crilin. Durante l'allenamento Goku e Crilin diventano amici e rimarranno tali per tutto il corso della storia. In seguito Goku si sposa con Chichi e danno alla luce il loro primo figlio, Son Gohan. Timido e pacifico, Gohan acquista importanza con il procedere della trama, fino quasi a diventare il personaggio principale della seconda parte della serie[11].

Personaggi di primo piano - inizialmente avversari, ma che gradualmente passano al ruolo di alleati - comprendono Piccolo, la reincarnazione della parte malvagia di un extraterrestre originario del pianeta Namecc, e Vegeta, il principe del popolo dei Saiyan dalla natura in origine crudele e violenta. Egli mantiene nel corso della storia un'accesa rivalità con Goku, che tenta in ogni modo di superare in termini di forza. Freezer, Cell e Majin Bu sono i tre avversari principali della seconda parte della serie. Tuttavia il lato buono di Bu si schiera dalla parte dei protagonisti dopo essere stato fisicamente separato dal suo corpo originale, mentre la sua parte malefica è sconfitta da Goku e reincarnato in Ub, un ragazzino timido, gentile, ma molto potente, che Goku prenderà come discepolo[11].

Creazione e sviluppo

[modifica | modifica wikitesto]

Origine ed evoluzione della storia

[modifica | modifica wikitesto]
Sun Wukong in una illustrazione cinese del XIX secolo de Il viaggio in Occidente, mentre vola sulla sua nuvola con in mano il suo bastone

Dopo la conclusione di Dr. Slump, Akira Toriyama si consultò con il suo editore, Kazuhiko Torishima, per decidere che tipo di opera serializzare in seguito. Conoscendo la passione di Toriyama per i film dell'attore e artista marziale Jackie Chan[12], Torishima gli consigliò di disegnare uno shōnen manga sul kung fu[13]. Andando in questa direzione, nel 1983 Toriyama realizzò uno one-shot intitolato Dragon Boy e, quando vide che la storia incontrava i favori del pubblico, si decise a proseguire su questa strada anche per il suo serial successivo[2]. Egli pensò di basare il suo manga sul romanzo classico cinese Il viaggio in Occidente[2][14], considerando che "in fondo si tratta di una storia assurda e possiede numerosi elementi di avventura"[13]. Per giustificare un viaggio simile a quello che i protagonisti affrontano ne Il viaggio in Occidente, Toriyama introdusse l'idea delle sfere del drago e la possibilità di vedersi esaudire un desiderio[13]. Con Goku nei panni di Sun Wukong, Bulma come Sanzang, Olong come Zhu Wuneng e Yamcha a interpretare Sha Wujing, l'autore prevedeva che la storia sarebbe durata circa un anno e che si sarebbe conclusa una volta raccolte tutte le sfere del drago[13].

Dragon Ball acquisì grande popolarità con l'inizio del Torneo Tenkaichi di arti marziali, che venne in mente a Toriyama ricordandosi che anche le gare e i tornei in Dr. Slump erano stati accolti positivamente[13]. Sicuro che i lettori si sarebbero aspettati Goku come vincitore dei tornei, l'autore gli fece volutamente perdere i primi due, pur continuando a programmare una vittoria finale. Con la progressiva riduzione delle apparizioni dei personaggi che avevano animato l'inizio della storia e il focus sulla crescita di Goku come lottatore, la storia iniziò a discostarsi dalle premesse iniziali[13][15]. Prendendo ispirazione dal videogioco Kung-Fu Master, in cui i nemici tendono ad apparire in rapida successione, l'autore introdusse quindi il Red Ribbon e la famiglia demoniaca. Con il Grande Mago Piccolo, in particolare, Toriyama desiderava creare un nemico veramente malvagio, dal momento che sentiva che tutti i nemici apparsi fino a quel momento presentavano una pur qualche caratteristica positiva[13].

Per rendere più facile la realizzazione delle scene di combattimento, Toriyama fece crescere Goku all'età adulta, nonostante il suo editore fosse contrario all'idea perché non si vedeva di frequente il protagonista di un manga cambiare così radicalmente[16]. Toriyama rese Goku e compagni i guerrieri più forti della Terra e dopo aver sconfitto anche gli alieni saiyan, li fece avventurare nello spazio. Il personaggio di Freezer, che assoggetta i pianeti per poi rivenderli, venne creato al tempo della bolla economica giapponese e prese ispirazione dagli speculatori edili, che Toriyama definì "le persone peggiori del mondo"[13]. Trovando che fosse difficile lavorare con nemici sempre più forti, creò la Squadra Ginew per dare maggiore equilibrio alla serie. Quando pervenne all'idea del Super Saiyan, Toriyama si rese conto che l'unico modo per mostrare il potenziamento subito da Goku fosse farlo trasformare[17]. Inizialmente si preoccupò che la nuova espressione facciale ricordasse troppo quella di un cattivo, ma poi valutò che fosse accettabile, dal momento che la trasformazione era scatenata dalla rabbia[17].

Dopo Freezer videro poi la luce i cyborg e Cell. Venne inoltre introdotto il concetto di viaggio nel tempo, per fare sì che quelli che erano ormai diventati i combattenti più forti dell'universo si dovessero misurare anche contro il tempo. Questo creò però notevoli difficoltà a Toriyama, che presto si perse nei meandri dei paradossi temporali e si ritrovò a concentrarsi esclusivamente sulle tavole per la settimana in corso, senza pianificare quello che sarebbe successo in seguito[13]. Infine, in una discussione con il suo amico e collega Masakazu Katsura su come non ci fosse niente di più potente di un Super Saiyan, Katsura gli suggerì di fare "fondere" insieme due personaggi, portando alla creazione della tecnica della fusione[18][19]. La serie trovò quindi la sua conclusione, in modo un po' raffazzonato, dopo l'arco di Majin Bu, dando la sensazione che il finale fosse sopraggiunto più per sfinimento dell'autore — dopo dieci anni ininterrotti di serializzazione — che per dare una naturale conclusione agli eventi narrati[9][20].

Disegni e stile

[modifica | modifica wikitesto]

Nel tentativo di liberarsi dal retaggio occidentale ricorrente nella sua opera precedente, Dr. Slump, Toriyama ricercò deliberatamente uno scenario che ricordasse la Cina, basandosi sull'architettura tipica degli edifici e sulle foto del Paese che sua moglie aveva scattato durante un viaggio[21]. L'isola dove si svolge il Torneo Tenkaichi è modellata su Bali, che lui, la moglie e gli assistenti avevano visitato prima dell'inizio della pubblicazione, mentre per l'area attorno all'astronave di Babidy prese ispirazione da alcune foto dell'Africa[21]. Andando contro la convenzione che i personaggi più forti debbano essere i più grossi in termini di stazza fisica, Toriyama li disegnò come aventi una statura piccola, incluso il protagonista Goku[22]. Nel creare i personaggi, l'autore delineò prima i volti e la struttura corporea e solo successivamente aggiunse i vestiti, prendendo in considerazione il mondo che avrebbero abitato e, nel caso dei lottatori, se si sarebbero potuti muovere con facilità con gli abiti indosso[17].

Conosciuto per la sua pigrizia nel disegnare[12], nell'includere scene di lotta Toriyama fece in modo che i personaggi si dirigessero in località inabitate, per evitare di dover disegnare ambientazioni che avrebbero richiesto eccessivi dettagli, come le città, i suoi abitanti e gli eventuali edifici danneggiati dagli scontri[21]. Allo stesso modo, per far procedere velocemente la storia e permettere ai personaggi di viaggiare senza perdite di tempo, introdusse la nuvola Kinto per poi far apprendere a quasi tutti i combattenti la tecnica del volo Bukujutsu; infine diede a Goku l'abilità di teletrasportarsi[21]. Trattandosi di un manga di combattimenti, Toriyama si sforzò di creare battaglie sempre diverse e introdurre nuove tecniche "sempre più spettacolari"[21]. Nonostante non amasse l'idea di dare un nome alle varie tecniche di combattimento, il suo editore pensò che sarebbe stato meglio farlo, e dunque procedette a chiamare tutte le mosse con un nome specifico. Trovatosi in difficoltà sulla scelta del nome per la tecnica distintiva della serie, venne aiutato dalla moglie che gli consigliò di chiamarla Kamehameha, come una dinastia di re hawaiiani il cui nome, curiosamente, acquistava significato anche in lingua giapponese[21].

Nella realizzazione della seconda metà della serie, Toriyama ammise di essersi interessato maggiormente alla storia che al disegno vero e proprio, e che, mentre le lotte diventavano più intense, lui cominciò a semplificare i suoi disegni[12]. Dichiarò inoltre di avere ricevuto delle lettere da parte di lettori che si lamentavano del fatto che la grafica fosse diventata "troppo squadrata", per cui intenzionalmente ne accentuò l'effetto[12]. Nel 2013 affermò che poiché Dragon Ball fosse un manga d'azione, l'aspetto più importante era il senso di velocità; evitò quindi di disegnare in modo elaborato, anche se questa sua scelta fu alle volte equivocata per uno scarso interessamento alla veste grafica[16]. Quello che Toriyama desiderava raggiungere con Dragon Ball era semplicemente raccontare una storia "non convenzionale e contraddittoria"[22] e, commentando a proposito del successo internazionale della sua opera, affermò:

«Francamente non capisco come sia successo. Mentre il manga era in corso di pubblicazione, l'unica cosa che desideravo mentre continuavo a disegnarlo era rendere felici i bambini giapponesi. Il ruolo del mio manga è quello di essere una semplice opera di intrattenimento. Mi permetto di dire che non mi importa neanche se [le mie opere] non hanno lasciato niente dietro di loro, fintanto che hanno appassionato i loro lettori.»

Lo stesso argomento in dettaglio: Capitoli di Dragon Ball.

Scritto e illustrato da Akira Toriyama, il primo capitolo di Dragon Ball venne serializzato in Giappone sul numero 51 del 1984 della rivista Weekly Shōnen Jump[24], pubblicato nominalmente il 3 dicembre, ma in realtà disponibile all'acquisto dal 20 novembre 1984[25].

Logo della prima edizione originale di Dragon Ball

I capitoli successivi uscirono a cadenza settimanale e la serie si concluse nel 1995, sul numero 25 di Shōnen Jump di quell'anno, datato 5 giugno, ma pubblicato effettivamente il 23 maggio 1995[24], quando Toriyama, esausto dalla pubblicazione senza soluzione di continuità, decise che era giunto il momento di prendersi una pausa. I 519 capitoli vennero raccolti in quarantadue volumi tankōbon da Shūeisha e pubblicati tra il 10 novembre 1985 e il 4 agosto 1995[26][27]. Nel 2002 i capitoli vennero ristampati in una collezione di trentaquattro volumi kanzenban, dalla qualità più elevata e che includeva un finale leggermente riscritto, nuove copertine e illustrazioni aggiuntive a colori, provenienti dall'edizione serializzata[28]. Tra il 2013 e il 2016 Shūeisha ha riproposto un'edizione del manga interamente a colori, denominata Dragon Ball Full Color Edition e disponibile in formato cartaceo e digitale[29][30].

L'edizione nordamericana del manga è stata curata da Viz Media. La casa editrice iniziò a pubblicare i singoli capitoli su varie riviste mensili a partire dal 1998, per poi raccoglierli in volumi dal 2000 in poi. Con il tempo la pubblicazione dei capitoli venne interrotta a favore dei soli albi[31]. A partire dal volume 17, al manga venne cambiato il titolo in Dragon Ball Z, per imitare la successione delle serie anime derivate dall'opera ed eliminare una potenziale fonte di confusione per i lettori. La serie venne sottoposta a censure nel 2000, in seguito alle proteste di alcuni genitori[32][33], ma una petizione che raccolse oltre 10.000 firme, lanciata appena un anno dopo, convinse la Viz Media a interrompere la censura e innalzare invece il divieto ai minori di 13 anni[32][34]. I primi tre volumi vennero quindi ristampati senza censure[35].

La prima edizione europea di Dragon Ball venne pubblicata a partire da maggio 1992 in Spagna da Planeta DeAgostini[36]. Glénat ha curato l'edizione in lingua francese, uscita nel 1993 in Francia[37]. I volumi si succedettero a cadenza bi- trimestrale, fino alla conclusione della serie nel settembre del 2000[38]. Una versione in lingua tedesca uscì invece nell'ottobre 1997 con i primi cinque volumi a cura di Carlsen Comics e divenne il primo manga a essere pubblicato in Germania a conservare il senso di lettura originale giapponese[39]. Ulteriori uscite internazionali seguirono da novembre 1992 a novembre 1995 a Taiwan[40], da agosto 2000 a settembre 2003 in Svezia[41][42], da dicembre 2000 a ottobre 2003 in Brasile[43] e da marzo 2001 a marzo 2008 nei Paesi Bassi e in Belgio[44]. Altri paesi in cui il manga è stato esportato e tradotto sono la Polonia[45], il Regno Unito[46][47], l'Argentina[48], l'Australia e la Nuova Zelanda[49].

Edizioni italiane

[modifica | modifica wikitesto]

I diritti della versione cartacea di Dragon Ball in italiano furono acquistati da Star Comics durante la seconda metà degli anni novanta e da allora sono state proposte cinque edizioni.

La prima edizione fu stampata dal 1995 al 1997 sulla collana Dragon a cadenza quindicinale. Questa prima versione era formata da sessantadue volumi di centoventotto pagine, contro i quarantadue albi di centosettantatré pagine originali[50][51]. È stato inoltre il primo manga pubblicato in Italia a mantenere l'impaginazione originale nipponica, con senso di lettura da destra a sinistra[52].

La prima ristampa, nota come Dragon Ball Deluxe, uscì a un solo anno di distanza dalla prima e venne pubblicata dal 1998 al 2001. Essa presentava un formato in quarantadue volumi identico all'edizione giapponese e manteneva lo stesso adattamento della prima edizione[1]. La seconda ristampa, nota come Dragon Ball New Edition è stata pubblicata tra il 2002 e il 2005[53][54], in contemporanea a una versione esclusiva per le fumetterie e librerie, dotata di sovraccoperta e chiamata Dragon Ball Book Edition[7]. Essa presenta delle copertine che riprendono quelle della prima edizione giapponese e un'immagine sulle costine a formare un'illustrazione. L'adattamento è lo stesso della prima edizione, tranne che per l'introduzione di alcune censure, motivate dalle proteste di una madre che presentò ricorso contro la casa editrice, accusando il manga di "pornografia"[55].

La seconda edizione detta Dragon Ball Perfect Edition, pubblicata dal 2006 al 2008[56][57], riprende la versione in trentaquattro volumi kanzenban giapponese, ai quali vanno aggiunte le due raccolte di approfondimenti e illustrazioni Dragon Ball Landmark e Dragon Ball Forever[58][59]. Questa edizione fu la prima a mantenere le pagine a colori presenti nell'originale e venne distribuita assieme a gadget di varie aziende che producevano merchandising legato all'opera. Nonostante sia presente la dicitura «edizione fedele all'originale», l'adattamento è il medesimo utilizzato per le precedenti edizioni — solo in parte fedele all'originale — e inoltre anche in questo caso sono presenti delle censure[7].

Una terza edizione, o quinta ristampa, nota come Dragon Ball Evergreen Edition, è stata pubblicata a cadenza mensile da ottobre 2011[60] a marzo 2015[61]. Essa, oltre alle 42 copertine originali, presenta una grafica simile alla ristampa giapponese dei tankōbon del 2009[62], i commenti dell'autore non presenti nelle vecchie edizioni italiane ed è priva di censure, oltre ad adottare per la prima volta un adattamento fedele all'originale[63][64].

A partire da aprile 2017 La Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera in collaborazione con Star Comics, hanno pubblicato una nuova edizione del manga, a cadenza settimanale, con un formato più grande analogo alla kanzenban e adattamento identico alla precedente Evergreen Edition[65].

La pubblicazione della quarta edizione italiana detta Full Color Edition è iniziata il 24 gennaio 2018[66] e si è conclusa nel 2020. Composta di 32 volumi, divisi in sei saghe, colorata digitalmente come l'edizione digitale pubblicata da Shūeisha sul proprio sito, mantiene l'adattamento della Evergreen con i commenti dell'autore e senza censure.

Spin-off e crossover

[modifica | modifica wikitesto]

Toriyama realizzò anche una serie breve, Nekomajin, che divenne un'autoparodia di Dragon Ball. Apparsa per la prima volta nell'agosto 1999, gli otto capitoli del manga sono stati pubblicati in modo irregolare su Weekly Shōnen Jump e Monthly Shōnen Jump fino alla conclusione della storia nel 2005. I capitoli sono stati poi raccolti in un volume kanzenban, pubblicato il 4 aprile 2005[67]. Il capitolo finale del manga di Toriyama Jaco the Galactic Patrolman, invece, ha mostrato che la serie è ambientata prima degli eventi di Dragon Ball, con diversi personaggi che fanno delle apparizioni[68]. I volumi della serie Jaco contengono, inoltre, un capitolo bonus di Dragon Ball in cui è raffigurata la madre di Goku[69]. Due brevi storie illustrate incentrate sul passato di Piccolo e di Vegeta intitolate In the Name of Piccolo Daimao e High Pride! Saiya Prince Vegeta furono pubblicate rispettivamente nel 1989 e nel 1991 sui numeri 4 e 6 della rivista Jump Gold Selection: entrambe sono state scritte dallo storico sceneggiatore della Toei Takao Koyama e disegnate dal character designer Minoru Maeda. Un'ulteriore storia incentrata su Trunks dal titolo Lonely Future Warrior!! Trunks fu pubblicata in appendice all'anime comic dello speciale TV Le origini del mito. È stata scritta da Aya Matsui e disegnata da Minoru Maeda.

Nel 2006, in occasione del 30º anniversario di Kochira Katsushika-ku Kameari kōen-mae hashutsujo (anche chiamato Kochikame), è stato distribuito il 15 settembre un manga speciale intitolato Super Kochikame (超こち亀?, Chō Kochikame)[70]. L'opera è composta da una serie di crossover tra il manga e altri fumetti illustri. Il capitolo Kochira Namekku-sei Doragon kōen-mae hashutsujo (こちらナメック星ドラゴン公園前派出所? lett: "Questa è la stazione di polizia di fronte al parco del Drago sul pianeta Namecc") è il crossover tra Dragon Ball e Kochikame, realizzato dai due autori Toriyama e Osamu Akimoto. Nello stesso anno Toriyama collaborò con Eiichirō Oda alla realizzazione di un capitolo crossover tra Dragon Ball e One Piece. Intitolato Cross Epoch (クロスエポック?, Kurosu Epokku), il capitolo è stato pubblicato nell'edizione del 25 dicembre 2006 di Weekly Shōnen Jump[71].

Un adattamento manga del cortometraggio Dragon Ball: Ossu! Kaette kita Son Goku to nakama-tachi!!, scritto da Takao Koyama e illustrato da Naho Ōishi, è stato pubblicato nelle edizioni del 21 marzo e 21 aprile 2009 di V Jump. Uno spin-off a colori intitolato Dragon Ball SD (ドラゴンボールSD?, Doragon Bōru SD), illustrato anch'esso da Ōishi, è stato distribuito da Shūeisha sulla rivista Saikyō Jump a partire da dicembre 2010[72]. La serie ripercorre in modo sintetico le varie avventure di Goku da bambino, con molti dettagli modificati e uno stile super deformed, da cui il titolo[73]. Dragon Ball: Episodio di Bardack (ドラゴンボール エピソードオブバーダック?, Doragon Bōru episōdo obu Bādakku) è un manga in tre capitoli realizzato da Naho Ōishi e pubblicato sulla rivista mensile V Jump da agosto a ottobre 2011[74]. L'opera è un sequel dello speciale Dragon Ball Z - Le origini del mito posto in uno scenario alternativo in cui Bardock, il padre di Goku, non è morto per mano di Freezer e combatte i suoi nemici trasformandosi in Super Saiyan. Per promuovere l'uscita del film Dragon Ball Z - La battaglia degli dei Ōishi ha realizzato un breve adattamento manga dell'inizio del film, pubblicato nell'edizione di aprile 2013 di Saikyō Jump[75]. Per lo stesso scopo di promozione, tra l'aprile e il giugno del 2015 furono pubblicati su V-Jump tre capitoli speciali che adattano la prima parte del film Dragon Ball Z - La resurrezione di 'F'. Il disegnatore di questo manga, Toyotarō, attualmente sta curando la versione cartacea dell'anime Dragon Ball Super.

A dicembre 2016 sulla rivista digitale Shonen Jump+ è iniziata la pubblicazione di un manga spin-off intitolato Dragon Ball side story: Vita da Yamcha (ドラゴンボール外伝 転生したらヤムチャだった件?, Doragon Bōru gaiden - Tensei shitara Yamucha datta ken, lett. Speciale Dragon Ball: Lo strano caso di reincarnazione in Yamcha) e realizzato da Dragon Garow Lee. La storia, che è composta da tre capitoli, segue uno studente delle superiori, morto e reincarnato in Yamcha, che cerca di sfruttare i suoi ricordi degli eventi per modificare la storia[76][77].

Serie animate

[modifica | modifica wikitesto]
Logo della serie Dragon Ball
Lo stesso argomento in dettaglio: Dragon Ball (serie animata) ed Episodi di Dragon Ball.

La Toei Animation ha prodotto una serie televisiva anime basata sui primi sedici volumi del manga, intitolata semplicemente Dragon Ball. Essa ripercorre la narrazione a partire dall'incontro fra Bulma e Goku fino alla sconfitta di Piccolo durante il 23º torneo Tenkaichi. La serie è andata in onda in Giappone su Fuji Television dal 26 febbraio 1986 al 12 aprile 1989, per un totale di 153 episodi[2][3].

Dragon Ball Z

[modifica | modifica wikitesto]
Logo della serie Dragon Ball Z
Lo stesso argomento in dettaglio: Dragon Ball Z ed Episodi di Dragon Ball Z.

Invece di continuare l'anime come Dragon Ball, la Toei Animation decise di proseguire l'adattamento con un nuovo nome e chiese a Toriyama di pensare a un titolo adeguato[78]. Dragon Ball Z (ドラゴンボールZ?, Doragon Bōru Zetto), spesso abbreviato in DBZ e trasmesso da Mediaset come What's My Destiny Dragon Ball, riprende cinque anni dopo gli eventi della prima serie e si basa sugli ultimi 26 volumi del manga. È stata trasmessa in Giappone su Fuji Television a partire dal 26 aprile 1989 ed è proseguita per 291 episodi, fino alla sua conclusione il 31 gennaio 1996[2][4].

Dragon Ball GT

[modifica | modifica wikitesto]
Logo della serie Dragon Ball GT
Lo stesso argomento in dettaglio: Dragon Ball GT ed Episodi di Dragon Ball GT.

Visto il successo delle prime due serie, la Toei Animation decise di crearne una terza, intitolata Dragon Ball GT (ドラゴンボールGT?, Doragon Bōru Jī Tī). A differenza dei primi due anime non è basata sul manga Dragon Ball di Toriyama[79], ma è stata creata dalla Toei come sequel della serie originale, riprendendo gli eventi dall'allenamento di Goku con Ub. Il mangaka è tuttavia intervenuto personalmente nella creazione dei personaggi e nel creare il logo e il titolo della serie[80]. L'anime è andato in onda su Fuji TV dal 7 febbraio 1996 al 19 novembre 1997, per un totale di 64 episodi[2].

Dragon Ball Kai

[modifica | modifica wikitesto]
Logo della serie Dragon Ball Kai
Lo stesso argomento in dettaglio: Dragon Ball Kai ed Episodi di Dragon Ball Kai.

Per festeggiare il 20º anniversario della seconda serie è stato creato un restyling in alta definizione dello Z intitolato Dragon Ball Kai (ドラゴンボール改?, Doragon Bōru Kai, lett. "Dragon Ball revisionato")[5][6]. I primi 98 episodi, che coprono gli eventi dall'arrivo di Radish fino alla sconfitta di Cell, sono stati trasmessi da Fuji TV dal 5 aprile 2009 al 27 marzo 2011; mentre il 6 aprile 2014 è andata in onda la prima puntata dell'arco di Majin Bu, l'ultimo arco narrativo che porterà a conclusione la storia con un totale di 159 episodi[81].

Dragon Ball Super

[modifica | modifica wikitesto]
Logo della serie Dragon Ball Super
Lo stesso argomento in dettaglio: Dragon Ball Super ed Episodi di Dragon Ball Super.

Dragon Ball Super (ドラゴンボール(スーパー)?, Doragon Bōru Sūpā) è una serie televisiva anime mandata in onda dal 5 luglio 2015 al 25 marzo 2018. Essa costituisce un midquel di Dragon Ball, posizionandosi tra il capitolo 517 e 518 del manga, e un reboot dei film Dragon Ball Z - La battaglia degli dei e Dragon Ball Z - La resurrezione di 'F'[82]. Toriyama è stato confermato come supervisore del progetto ed è coinvolto nella scrittura e nel character design dell'opera[83].

Dragon Ball Daima

[modifica | modifica wikitesto]
Logo della serie Dragon Ball Daima
Lo stesso argomento in dettaglio: Dragon Ball Daima ed Episodi di Dragon Ball Daima.

In occasione del quarantesimo anniversario del manga è stata prodotta la serie Dragon Ball Daima (ドラゴンボールDAIMA?, Doragon Bōru Daima), con la partecipazione di Akira Toriyama per la storia e il character design. La serie è stata originalmente annunciata al New York Comic Con 2023 ed è trasmessa a partire dall'11 ottobre 2024 come primo programma di un nuovo contenitore anime di Fuji Television[84][85][86].

Lo stesso argomento in dettaglio: Film di Dragon Ball.

Sono stati prodotti ventuno film d'animazione ambientati nell'universo di Dragon Ball. I primi tre lungometraggi sono basati sulla prima serie anime, mentre i rimanenti includono quindici film su Dragon Ball Z, uno speciale per il decimo anniversario dell'anime, anche questo basato sulla prima serie, e due film su Dragon Ball Super. I film sono racconti alternativi di eventi della serie televisiva o spin-off non correlati alla linea temporale principale. L'eccezione è costituita da Dragon Ball Z - La battaglia degli dei, uscito nel 2013, e Dragon Ball Z - La resurrezione di 'F', del 2015, che sono ambientati al termine degli eventi narrati nel manga e che hanno visto Toriyama impegnato in prima persona nel processo di produzione[87][88].

Un adattamento live action non ufficiale della serie è uscito nel 1990 in Corea del Sud con il titolo Dragon Ball (드래곤볼). Un film analogo in cinese, intitolato Dragon Ball - Il film (新七龍珠 神龍的傳說S, Xīn qī lóng zhū shén lóng de chuán shuōP), è stato prodotto a Taiwan nel 1991.

La 20th Century Fox acquistò i diritti per la realizzazione di un film su Dragon Ball nel marzo 2002 e nel 2007 avviò la produzione di adattamento live action statunitense intitolato Dragonball Evolution[89][90]. Diretto da James Wong e prodotto da Stephen Chow, il lungometraggio è uscito in anteprima in Giappone il 10 marzo 2009, mentre nelle sale cinematografiche statunitensi e italiane il 10 aprile[89].

Special televisivi, OAV e cortometraggi

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Film di Dragon Ball.

Fuji TV trasmise in Giappone tre special televisivi basati sulla serie. Il primo Dragon Ball Z - Le origini del mito (たったひとりの最終決戦〜フリーザに挑んだZ戦士 孫悟空の父〜?, Tatta hitori no saishū kessen ~Furīza ni idonda zetto-senshi Son Gokū no chichi~) è stato trasmesso il 17 ottobre 1990[91]. Dragon Ball Z - La storia di Trunks (絶望への反抗!!残された超戦士・悟飯とトランクス?, Zetsubō e no hankō!! Nokosareta chō-senshi•Gohan to Torankusu) è basato sul capitolo speciale del manga che descrive il futuro alternativo di Trunks ed è andato in onda il 24 febbraio 1993[92]. L'ultimo special, Dragon Ball GT: L'ultima battaglia (悟空外伝! 勇気の証しは四星球?, Gokū gaiden! Yūki no akashi wa sūshinchū), è stato trasmesso il 26 marzo 1997[93]. Un crossover in due parti, della durata totale di un'ora, tra Dragon Ball Z, One Piece e Toriko, intitolato Dream 9 Toriko & One Piece & Dragon Ball Z Chō Collaboration Special!!, è andato in onda il 7 aprile 2013[94].

L'OAV Dragon Ball Z: Atsumare! Goku World (ドラゴンボール Z あつまれ! 悟空ワールド?, Doragon Bōru Zetto Atsumare! Gokū Wārudo), della durata di 26 minuti, è stato realizzato nel 1992 in occasione dell'uscita della console-giocattolo Terebikko e illustra in modo divertente alcune delle principali avventure di Goku, a partire dal primo allenamento con il Maestro Muten, fino all'arrivo di Trunks[95]. Un OAV in due episodi intitolato Dragon Ball Z Gaiden: Saiyajin zetsumetsu keikaku (ドラゴンボールZ外伝 サイヤ人絶滅計画?, Doragon Bōru Zetto Gaiden: Saiyajin zetsumetsu keikaku) è stato tratto nel 1993 dal videogioco omonimo[96]. Un remake intitolato Dragon Ball - Piano per lo sterminio dei Super Saiyan (ドラゴンボール 超サイヤ人絶滅計画?, Doragon Bōru: Suupaa Saiyajin zetsumetsu keikaku) è stato distribuito come contenuto speciale del videogioco Dragon Ball: Raging Blast 2, a partire dall'11 novembre 2010[97].

In occasione del Jump Super Anime Tour, che celebrava il 40º anniversario di Weekly Shōnen Jump, è stato realizzato il cortometraggio Dragon Ball: Ossu! Kaette kita Son Goku to nakama-tachi!! (オッス!帰ってきた孫悟空と仲間たち!!?), trasmesso online dal 24 novembre 2008[98][99]. Un adattamento animato di 20 minuti del manga spin-off di Naho Ōishi Dragon Ball: Episode of Bardock (ドラゴンボール:エピソードオブバーダック?, Doragon Bōru: Episōdo obu Bādakku) è stato proiettato il 17 e 18 dicembre 2011 al Jump Festa 2012[100] e distribuito in DVD il 3 febbraio 2012, come allegato alla rivista Saikyō Jump[101].

Il successo dell'anime di Dragon Ball in Italia fu tale che spinse Mediaset a realizzare nel 2003 una serie di dieci episodi denominata Dragon Ball - Le grandi battaglie, un collage di alcune battaglie presenti in Dragon Ball e Dragon Ball Z.

Giochi e videogiochi

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Videogiochi di Dragon Ball.
Videogiochi arcade tra cui uno di Dragon Ball sull'estrema destra

Dragon Ball ha generato numerosi videogiochi di vari generi e per diverse console. I primi giochi della serie includono un sistema di carte da gioco che segue le vicende del manga e sono stati pubblicati per il Nintendo Entertainment System[102]. Con l'avvento delle console Super Nintendo Entertainment System, Sega Mega Drive, Sega Saturn e PlayStation la maggior parte dei videogiochi passarono a essere picchiaduro a incontri o giochi di ruolo; tra i titoli si segnala la serie Dragon Ball Z: Super Butōden[103]. Per i giochi sviluppati per PlayStation 2 e PlayStation Portable, i personaggi furono creati per la prima volta in 3D con animazione cel-shaded. Questi videogiochi includono le serie Dragon Ball Z: Budokai e Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi[104][105]. Dragon Ball Z: Burst Limit è stato il primo gioco di Dragon Ball a essere sviluppato per PlayStation 3 e Xbox 360[106]. Un MMORPG chiamato Dragon Ball Online è stato attivo in Corea, Hong Kong e Taiwan dal 2009 al 2013, quando i server vennero chiusi[107][108].

L'azienda Bandai ha prodotto due giochi di carte collezionabili basati sulle serie anime di Dragon Ball. Il primo, che si rifà a Dragon Ball Z e Dragon Ball GT, è uscito nel 2000 ed è stato interrotto nel 2006 con 18 espansioni all'attivo. Il secondo si basa su tutti e tre gli adattamenti animati ed è stato prodotto da luglio 2008 al 2013, per un totale di cinque espansioni[109].

I personaggi di Dragon Ball compaiono anche in alcuni videogiochi crossover, come per esempio J-Stars Victory Vs, dove sono presenti Goku, Vegeta e Freezer, e Jump Force, dove ci sono sempre Goku, Vegeta e Freezer più Trunks del futuro, Piccolo, Cell e Good Bu.

Sono stati realizzati numerosi databook (manuali con dati aggiuntivi e approfondimenti) relativi a Dragon Ball. I primi e più importanti sono stati i Daizenshuu (大全集?), una serie di sette volumi brossurati e tre libri tascabili supplementari, pubblicati al termine della serializzazione della serie, dal 1995 al 1996. Essi coprono il materiale del manga, delle prime due serie animate e dei relativi film e contengono approfondimenti e interviste a Toriyama e ad altre persone legate alla creazione della serie[110]. Il primo, Dragon Ball: The Complete Illustrations, è stato pubblicato in Giappone il 20 giugno 1995 ed è l'unico a essere stato tradotto anche in italiano, il 1º dicembre 1997, da Star Comics con il titolo di Dragon Ball Enciclopedia[111]. Esso contiene tutte e 264 le illustrazioni a colori realizzate da Toriyama per le copertine dei numeri di Weekly Shōnen Jump e le copertine dei quarantadue tankōbon originali. I rimanenti non sono mai stati esportati al di fuori del Giappone e sono esauriti. Dal 4 febbraio al 9 maggio 2013 delle versioni ridotte dei Daizenshuu, con alcune informazioni aggiornate, sono state pubblicate nella serie di quattro volumi Chōzenshū (超全集?)[29]. Due manuali di approfondimento su Dragon Ball GT, Dragon Ball GT Perfect Files furono pubblicati a maggio e dicembre 1997 da Shūeisha e includono informazioni sulla serie, illustrazioni, e altri approfondimenti; sono stati esauriti per diversi anni, prima di essere ristampati ad aprile 2006[112][113].

In occasione dell'uscita dell'edizione kanzenban del manga e della pubblicazione della serie anime in DVD per la prima volta in Giappone, furono pubblicati quattro nuovi databook nel 2003 e 2004. Dragon Ball Landmark e Dragon Ball Forever riguardano il manga[114][115], mentre Dragon Ball: Tenkaichi densetsu (ドラゴンボール 天下一伝説?) e Dragon Ball Z: Son Goku densetsu (ドラゴンボールZ 孫悟空伝説?) coprono, rispettivamente le prime due serie anime[116][117]. Gran parte del materiale di questi manuali proviene dai già citati Daizenshuu, ma includono anche nuovo materiale, come interviste all'autore, ai doppiatori e allo staff dell'anime.

In seguito all'uscita in Giappone di Dragon Ball Kai, furono pubblicati ulteriori quattro databook: la guida in due volumi Dragon Ball: Super Exciting Guide (ドラゴンボール 超エキサイティングガイド?) nel 2009[118][119], che tratta il manga, e il manuale Dragon Ball: Extreme Battle Collection (ドラゴンボール 極限バトルコレクション?) nel 2010, sempre in due volumi, che copre le due serie anime[120][121]. Questi volumi includono nuove sessioni di domande e risposte con Toriyama e rivelano alcuni nuovi dettagli sul mondo e sui personaggi della serie. il 2010 ha visto anche l'uscita di un nuovo artbook intitolato Dragon Ball Anime Illustration 'kogane no senshi' (ドラゴンボール アニメイラスト集 「黄金の戦士」?), una sorta di controparte anime del Daizenshuu Complete Illustrations, più orientato al manga. Esso presenta una serie di illustrazioni originali per l'anime e interviste ai tre maggiori character designer della serie[122].

Foglio di francobolli dedicato a Dragon Ball Kai emesso dalle poste giapponesi

Dragon Ball è una delle serie manga più popolari di tutti i tempi. Al 2000 erano stati venduti in Giappone 126 milioni di volumi tankōbon[123]. Al 2011 il numero di copie vendute ha superato i 156 milioni in patria e i 230 milioni a livello mondiale, rendendolo il secondo manga di Weekly Shōnen Jump più venduto di sempre dopo One Piece e subito prima di Kochikame[124][125]. Secondo i dati pubblicati da Shūeisha, nel 2014 le vendite dei volumi del manga hanno raggiunto i 159 500 000 di unità[8][126]. L'edizione deluxe di Dragon Ball è stato il manga più venduto della storia dell'editoria italiana, con 150 000 copie circa vendute per ogni numero, e nessun altro manga pubblicato successivamente ha raggiunto i picchi delle sue vendite[127]. Anche in Germania Dragon Ball detiene il primato di manga più venduto in assoluto, con oltre sei milioni di copie vendute tra il 1997 e il 2006[128].

Secondo i dati pubblicati da Lycos, "Dragonball" è stato il secondo termine più digitato nei motori di ricerca di internet nel decennio che va dal settembre 1995 al settembre 2005[129]. Nel 2006 Dragon Ball si classificò al 3º posto, dietro a Slam Dunk e Le bizzarre avventure di JoJo, in un sondaggio sui migliori manga di sempre, condotto su un campione di 80 000 fan giapponesi in occasione del decimo anniversario del Japan Media Arts Festival[130][131]. In un sondaggio condotto nel 2010 dalla Tokyo Polytechnic University sull'aspetto della cultura giapponese che rappresenta meglio all'estero il concetto di Cool Japan, il manga di Dragon Ball emerse al primo posto all'interno della categoria del fumetto giapponese con il 61,5% di voti, primo posto raggiunto anche dal franchise anime derivato dalla serie, a pari merito con Doraemon con il 47,7% di preferenze, nella categoria dell'animazione[132]. Diversamente, nel mese di febbraio 2013, la società di ricerca Neo Marketing chiese in un sondaggio condotto su un pubblico di età compresa tra i venti e i sessantanove anni quali potrebbero essere gli anime più raccomandabili per un pubblico estero, e nella lista dei titoli più votati Dragon Ball raggiunse il 3º posto[133][134]. In un resoconto pubblicato il 3 agosto 2012 da Oricon, è emerso che Dragon Ball è la serie manga e anime più conosciuta al mondo e più facilmente riconoscibile anche dal grande pubblico di non appassionati[135][136]. Nel sondaggio Manga Sōsenkyo 2021 indetto da TV Asahi, 150 000 persone hanno votato la loro top 100 delle serie manga e Dragon Ball si è classificata al 5º posto[137].

James S. Yadao, l'autore di The Rough Guide to Manga, sostiene che i primi capitoli dell'opera "si svolgono come Il viaggio in Occidente con l'aggiunta dell'umorismo tipico di Dr. Slump" e che, soprattutto in questa prima fase, Dr. Slump ha avuto una notevole influenza su Dragon Ball[15]. Il critico ritiene che la serie ha "stabilito la sua identità caratteristica" dopo che il gruppo di Goku si scioglie e il giovane viene allenato dal Maestro Muten: da questo punto la storia sviluppa un "tono più d'azione e sinistro" con battaglie più "violente" e un numero di morti maggiore, anche se l'umorismo non abbandona mai completamente la scena[15]. Viene giudicato positivamente anche il progressivo cambio di stile dell'autore, in cui i personaggi "perdono l'aspetto rotondo e innocente, introdotto a partire da Dr. Slump, e acquisiscono dei tratti più squadrati, che risaltano dalle pagine grazie alla loro energia e intensità"[138].

Marco Pellitteri lo considera un "prodotto estremamente standardizzato" e povero di approfondimenti tematici e meriti artistici, ma ammette che proprio la sua semplicità e immediatezza ha permesso all'opera di andare incontro ai gusti dei giovani lettori e di ottenere il successo che ha avuto[139]. La rivista Animerica, invece, ha affermato che la serie possiede un "appeal mondiale", grazie all'uso di un ritmo serrato e scene di combattimento sopra le righe, per "mantenere alto il livello di tensione e lasciare il pubblico a bocca aperta"[140]. Secondo Takashi Murakami "la narrazione ciclica e senza fine di Dragon Ball procede in modo plausibile, senza strappi e con grande eleganza"[123].

Jason Thompson ha elogiato lo stile grafico di Toriyama, "unico per una serie di avventura all'epoca, capace di conferire al suo variegato mondo di fantasia un aspetto cartoonesco e invitante". E, nonostante lo giudichi inferiore per innovazione e dettaglio alla precedente opera dell'autore, Dr. Slump, lo valuta come un ottimo prodotto per giovani lettori[141]. La seconda parte del manga viene descritta come "alternare brevi periodi di emozionante imprevedibilità a lunghi periodi di tedio", complici anche le frequenti battaglie, splendide dal punto di vista coreografico, ma alla fine ripetitive[141]. Thompson ha individuato nella particolarità del disegno, in parte comico e in parte fantascientifico, nella presenza di buchi narrativi, che hanno permesso ai fan di creare tutta una serie di speculazioni, nell'ambientazione, non puramente cinese né occidentale, ma con elementi asiatici e mediorientali, nelle scene di combattimento, con l'esponenziale aumento di forza dei personaggi, e nell'abilità di Toriyama di giocare con le aspettative dei fan le ragioni del successo planetario del manga[9].

Nel novembre del 1999 la catena statunitense Toys "R" Us rimosse dagli scaffali dei suoi negozi tutte le copie del manga Dragon Ball, quando un genitore di Dallas si lamentò che la serie conteneva materiale "al limite del porno soft"[142]. Commentando l'accaduto, la critica Susan J. Napier lo ha imputato alle differenze tra la cultura giapponese e occidentale[142]. In seguito alla vicenda Viz Media, l'editore nordamericano della serie, iniziò a censurare il manga, per mantenere gli stessi livelli di distribuzione[33]; in seguito alle proteste dei fan, tuttavia, nel 2001 la casa editrice annunciò che Dragon Ball sarebbe stato assente da ulteriori censure e ristampò i tre volumi che erano stati censurati. Nell'ottobre del 2009 il dipartimento della pubblica istruzione della Contea di Wicomico in Maryland bandì il manga dal loro distretto scolastico a causa dei suoi "contenuti sessuali"[143][144].

In Italia nel 2000 scoppiò il "caso Dragon Ball": una madre, sfogliando un numero della serie comprato dal figlio, lesse la parte in cui Bulma fa vedere le mutandine al maestro Muten ignara del fatto che Goku gliele avesse tolte la sera prima e, considerandola non adatta ai bambini, si rivolse all'associazione Cittadinanzattiva, che presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Roma nei confronti dell'editore Star Comics[55]. La scena incriminata fu accusata di favorire la pedofilia ma, malgrado ciò, la vicenda si sgonfiò in poco tempo senza alcuna conseguenza, se non che nelle due ristampe successive la Star Comics, per evitare ulteriori polemiche e azioni legali, decise di censurare la scena incriminata[N 1] e nella pagina iniziale di tutti i manga pubblicati dalla casa editrice venne inserita un'avvertenza in cui si specificava che tutti i personaggi, sebbene siano soltanto delle rappresentazioni grafiche, sono maggiorenni[N 2], nonostante Goku stesso, protagonista della serie, fosse ancora un bambino[55]. Una scena simile si ripeté nel 2002, quando un medico dei servizi sociali, entrato in possesso del numero in questione, presentò il fascicolo alla procura di Perugia[145], ma anche in questo caso non vennero presi provvedimenti.

Eredità culturale

[modifica | modifica wikitesto]

Dragon Ball è considerato uno degli artefici principali della cosiddetta "età dell'oro di Jump", il periodo tra la metà degli anni ottanta e la metà degli anni novanta, quando la circolazione dei manga della rivista era al suo picco massimo[146][147]. In un sondaggio condotto nel 2007 da Oricon su un campione di mille persone, Son Goku, il protagonista del franchise, si è classificato al primo posto come "personaggio manga più forte di tutti i tempi"[148]. Il suo viaggio e la sua forza sempre crescente lo hanno portato a conquistare "l'ammirazione di giovani di ogni dove"[14] e, anche a distanza di decenni dalla sua prima apparizione, Goku continua ad avere una grande influenza nel mondo degli anime e manga, in particolare sulle dinamiche degli shōnen[149]. Numerosi mangaka, tra cui Eiichirō Oda e Masashi Kishimoto, creatori rispettivamente di One Piece e Naruto, hanno dichiarato che Goku ha ispirato i protagonisti delle loro due storie e la loro struttura generale[150][151]. Questi e altri popolari autori giapponesi contemporanei hanno omaggiato Dragon Ball realizzando delle illustrazioni dei personaggi della serie nel loro stile personale, disegni che sono stati poi allegati ai volumi dell'edizione kanzenban giapponese[152].

Il critico Jason Thompson ha affermato nel 2011 che "Dragon Ball è di gran lunga lo shōnen manga più influente degli ultimi trent'anni" e, al giorno d'oggi, quasi ogni autore di Shonen Jump lo elenca tra le sue opere preferite e ne ha attinto in qualche modo"[9]. La caratteristica della serie, di "passare da manga comico/di avventura a manga quasi esclusivamente di combattimento"[9], e la sua formula base, costituita da "abbondanza di arti marziali, sequenze di allenamento, alcune battute", sono diventati il modello per numerosi altri manga shōnen[153]. Thompson ha anche descritto lo stile di Toriyama come influente e l'ha citato come uno dei motivi per la popolarità della serie[9].

La serie e i personaggi hanno ispirato omaggi e parodie in tutto il mondo: Dragon Fall è una serie argentina realizzata da Nacho Fernandez e Alvaro Lopez dal 1997 e pubblicata da Hi No Tori Studio[154], che ricalca lo stile di Dragon Ball Z in chiave umoristica e aggiunge numerose altre parodie di manga, fumetti, film e cartoni alla parodia principale; Dragor Pall è un fumetto italiano demenziale e satirico ispirato ai personaggi di Toriyama e pubblicato dalla casa specializzata in parodie Zero Press[155].

Dragon Ball AF è un'ipotetica serie sequel di cui è circolata la storia in Internet per anni ma di cui Toriyama ha sempre negato di essere l'artefice. La voce sorse probabilmente da una fan art del lettore David Montiel Franco inviata alla rivista spagnola Hobby Consolas e, data la popolarità delle serie originali, ebbe una risonanza mediatica molto marcata, tanto da essere citata in numerose riviste specializzate e fan site di tutto il mondo e dando vita a molteplici fanfiction, spesso spacciate per essere le trame autentiche della fantomatica serie. L'inconsistenza delle voci ha fatto supporre, e in seguito confermare, che si trattasse di una bufala: si ritiene, infatti, che la sigla AF sia l'acronimo di Another-Future, o di April's Fool ("pesce d'aprile")[156][157]. Traendo spunto da quella che era ormai considerata una leggenda metropolitana, alcuni autori hanno realizzato negli anni dei dōjinshi non ufficiali su Dragon Ball AF, comparsi esclusivamente sui loro blog personali[158][159]. Uno di essi, Toyble, in seguito ribattezzatosi Toyotarō, ottenne un successo tale da essere ingaggiato dalla Shūeisha a partire dal 2012 come disegnatore ufficiale dei manga di Dragon Ball[160][161]. I designer francesi Salagir e Gogeta Jr hanno creato invece il fumetto online Dragon Ball Multiverse come seguito non ufficiale di Dragon Ball[162].

Merchandising

[modifica | modifica wikitesto]

La Shueisha ha dato i diritti per la distribuzione di merchandising legato a Dragon Ball alla Bandai, che nel corso degli anni ha prodotto portachiavi, statuette, action figure, gashapon, carte da collezione, prodotti per la scuola, figurine, borse e articoli di vario genere[163]. La divisione statunitense dell'azienda è la maggior licenziataria anche sul mercato americano[164], affiancata dalle compagnie Irwin Toy[165] e Jakks Pacific[166]. In Canada e in altri paesi francofoni il merchandising della serie è stato distribuito dalla francese AB Groupe[167]. In Italia la produzione e distribuzione dei prodotti è stata affidata a diverse aziende licenziatarie, tra cui Gruppo Giochi Preziosi, Edibas, Namco Bandai e Yamato Video, che hanno coperto tutte le principali categorie merceologiche. Anche grazie al successo delle serie televisive trasmesse in contemporanea su Italia 1, il merchandising della serie ha generato un fatturato di 180 000 000 euro[168].

Paul Nojima, il presidente di Bandai America, ha dichiarato che «Dragon Ball è stata una delle linee di giocattoli di maggior successo nella storia di Bandai»[164]. Nel 1997 i ricavi mondiali delle vendite correlate al suo merchandising sono state stimate in 2,95 miliardi di dollari[164]. Il brand si è rivelato vincente anche nel lungo periodo e continua a generare profitti costanti anche a distanza di anni dalla sua uscita. Secondo i dati del 2010, il brand ha prodotto nel 2008 17,8 miliardi di yen di fatturato, scendendo progressivamente a 15,8 nel 2009 e a 12,5 nel 2010[169] e posizionandosi così all'undicesimo posto tra i character dell'azienda in quel periodo[168]. I dati del 2014 attestano 11,8 miliardi di yen nel 2011, 8,9 nel 2012, 11,4 nel 2013 e 13,8 nel 2014[170].

Annotazioni
  1. ^ Ripristinata integralmente solo a partire dalla quarta ristampa della Evergreen Edition del 2011.
  2. ^ L'avvertenza cita testualmente: «Tutti i personaggi presenti in questo albo sono maggiorenni, e comunque non si tratta di persone realmente esistenti, bensì di semplici rappresentazioni grafiche».
Fonti
  1. ^ a b c d e Cristian Di Clemente, Dragon Ball, su ubcfumetti.com, uBC Fumetti, 2 luglio 2003. URL consultato il 15 giugno 2014.
  2. ^ a b c d e f Clements, McCarthy, pp. 161-162.
  3. ^ a b (JA) ドラゴンボール -東映アニメーション-, su toei-anim.co.jp, Toei Animation. URL consultato il 15 giugno 2014.
  4. ^ a b (JA) ドラゴンボールZ -東映アニメーション-, su toei-anim.co.jp, Toei Animation. URL consultato il 15 giugno 2014.
  5. ^ a b (EN) Dragon Ball Z to Rerun on Japanese TV in HD in April, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 6 febbraio 2009. URL consultato il 9 aprile 2014.
  6. ^ a b (EN) Japan's Remastered DBZ to Be Called Dragon Ball Kai, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 19 febbraio 2009. URL consultato il 9 aprile 2014.
  7. ^ a b c Dragon Ball: Recensione Evergreen Edition 1, su mangaforever.net, 5 dicembre 2011. URL consultato il 16 aprile 2014.
  8. ^ a b (JA) 「鬼滅の刃」22巻で1億部突破…「ONE PIECE」「DRAGON BALL」に続き, su Yomiuri Shinbun, 24 settembre 2020. URL consultato il 22 luglio 2022.
  9. ^ a b c d e f g (EN) Jason Thompson, Jason Thompson's House of 1000 Manga - Dragon Ball, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 10 marzo 2011. URL consultato il 2 giugno 2014.
  10. ^ (EN) Carlo Santos, Dragon Ball [3-in-1 Edition], su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 11 agosto 2013. URL consultato il 24 giugno 2014.
  11. ^ a b Dragon Ball, su nanoda.com, 20 febbraio 2009. URL consultato il 20 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2014).
  12. ^ a b c d Daizenshū 1 - Complete Illustrationspp. 206-207.
  13. ^ a b c d e f g h i Daizenshū 2 - Story Guidepp. 261-265.
  14. ^ a b Wiedemann, p. 372.
  15. ^ a b c Yadao, p. 116.
  16. ^ a b Chōgashū: Super Art Collection, pp. 224-225.
  17. ^ a b c Daizenshū 5 - TV Animation Part 2pp. 206-210.
  18. ^ Daizenshū 6 - Movies & TV Specialspp. 212-216.
  19. ^ (EN) EXCLUSIVE: Masakazu Katsura Spotlight, su shonenjump.viz.com, Viz Media. URL consultato il 24 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2014).
  20. ^ (EN) Toriyama: Became Disinterested in Fighting Manga During Dragon Ball, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 31 marzo 2014. URL consultato il 14 giugno 2014.
  21. ^ a b c d e f Daizenshū 4 - World Guidepp. 164-169.
  22. ^ a b (EN) Interview with the Majin! (Revisited), in Shonen Jump, vol. 5, n. 11, Viz Media, novembre 2007.
  23. ^ (EN) Tetsuo Iwamoto, Dragon Ball artist: 'I just wanted to make boys happy', su ajw.asahi.com, Asahi Shinbun, 27 marzo 2013. URL consultato il 24 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2013).
  24. ^ a b (EN) Manga Guide - Weekly Shōnen Jump Serialization, su kanzenshuu.com. URL consultato il 14 giugno 2014.
  25. ^ (EN) Manga Guide - Weekly Shōnen Jump 1984, su kanzenshuu.com. URL consultato il 14 giugno 2014.
  26. ^ (JA) DRAGON BALL 1 ドラゴンボール, su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 15 aprile 2014.
  27. ^ (JA) DRAGON BALL 42 ドラゴンボール, su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 15 aprile 2014.
  28. ^ (EN) Features - Manga Comparison, su kanzenshuu.com. URL consultato il 14 giugno 2014.
  29. ^ a b (EN) Dragon Ball Manga Reprinted in Full Color in Japan, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 20 dicembre 2012. URL consultato il 15 aprile 2014.
  30. ^ (EN) Manga Guide - Dragon Ball Full Color Release, su kanzenshuu.com. URL consultato il 14 giugno 2014.
  31. ^ (EN) Dragon Ball Manga: A History (PDF), su daizex.db-destiny.net, Daizenshuu EX, 7 ottobre 2007. URL consultato il 15 aprile 2014.
  32. ^ a b (EN) Viz Unleashes Uncensored Dragon Ball, su icv2.com, 11 marzo 2001. URL consultato il 15 aprile 2014.
  33. ^ a b (EN) Viz explains censorship in Dragonball Manga, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 22 agosto 2000. URL consultato il 15 aprile 2014.
  34. ^ (EN) Dragonball Manga to remain Unedited, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 9 marzo 2001. URL consultato il 15 aprile 2014.
  35. ^ (EN) Dragonball Manga to remain Unedited, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 9 marzo 2001. URL consultato il 23 giugno 2014.
  36. ^ (ES) Planeta DeAgostini cumple 30 años y celebra el 20 aniversario de la edición de Dragon Ball, su viñetario.com, 26 aprile 2012. URL consultato il 15 aprile 2014.
  37. ^ (FR) Dragon Ball - Tome 1, su glenatmanga.com, Glénat. URL consultato il 17 giugno 2014 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2014).
  38. ^ (FR) Dragon Ball - Tome 42, su glenatmanga.com, Glénat. URL consultato il 17 giugno 2014 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2014).
  39. ^ (DE) Dragon Ball, Band 1, su carlsen.de, Carlsen Verlag. URL consultato il 15 aprile 2014.
  40. ^ (ZH) 《七龍珠》鳥山 明|書目資料清單|東立出版社, su tongli.com.tw, Tong Li Publishing. URL consultato il 14 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  41. ^ (SV) Dragon Ball 1: Drakkulornas hemlighet, su bonniercarlsen.se, Carlsen Verlag. URL consultato il 14 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  42. ^ (SV) Dragon Ball 42: Avskedet, su bonniercarlsen.se, Carlsen Verlag. URL consultato il 14 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  43. ^ (PT) Dragon Ball, su enciclopediahq.com. URL consultato il 17 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  44. ^ (NL) Dragon Ball, su glenat.be, Glénat Benelux. URL consultato il 14 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  45. ^ (PL) Dragon Ball, su jpf.com.pl, Japonica Polonica Fantastica. URL consultato il 17 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2014).
  46. ^ (EN) Gollancz Manga Launch Details, su otakunews.com, 14 giugno 2005. URL consultato il 17 giugno 2014.
  47. ^ (EN) Akira Toriyama - an Orion author, su orionbooks.co.uk, Orion Publishing Group. URL consultato il 17 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
  48. ^ (ES) Dragon Ball, su editorialivrea.com, Editorial Ivrea. URL consultato il 17 giugno 2014.
  49. ^ (EN) Dragon Ball (Manga) Vol. 01, su madman.com.au, Madman Entertainment. URL consultato il 17 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2010).
  50. ^ Dragon Ball 1, su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 23 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2013).
  51. ^ Dragon Ball 62, su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 23 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2013).
  52. ^ Pellitteri, p. 443.
  53. ^ Dragon Ball New 1 [collegamento interrotto], su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 16 aprile 2014.
  54. ^ Dragon Ball New 42 [collegamento interrotto], su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 16 aprile 2014.
  55. ^ a b c Paolo Buscaglino Strambio, Pericolo giallo. I cartoni giapponesi e il loro impatto sul pubblico, ADAM Italia-Lulu.com, 2008, pp. 57 e segg., ISBN non esistente.
  56. ^ Dragon Ball Perfect Edition 1 [collegamento interrotto], su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 16 aprile 2014.
  57. ^ Dragon Ball Edition 34 [collegamento interrotto], su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 16 aprile 2014.
  58. ^ Dragon Ball Forever [collegamento interrotto], su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 16 aprile 2014.
  59. ^ Dragon Ball Landmark [collegamento interrotto], su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 16 aprile 2014.
  60. ^ Dragon Evergreen Edition 1, su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 16 aprile 2014.
  61. ^ Dragon Evergreen Edition 42, su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 30 marzo 2015.
  62. ^ (EN) Manga Guide, Tankōbon Release, su kanzenshuu.com.
  63. ^ Napoli Comicon: nuova edizione di Dragon Ball ed altro per Star Comics, su animeclick.it, AnimeClick.it, 2 maggio 2011. URL consultato il 23 settembre 2013.
  64. ^ Romics 2011: Star Comics annuncia Shingetsusan Tsukihime, su animeclick.it, AnimeClick.it, 2 ottobre 2011. URL consultato il 23 settembre 2013.
  65. ^ Il manga di Dragon Ball in edicola con Corriere e Gazzetta, su fumettologica.it, Fumettologica. URL consultato il 4 maggio 2017.
  66. ^ Dragon Ball Full Color Edition, dal 24 gennaio in edicola e fumetteria per Star Comics, su animeclick.it, AnimeClick.it, 18 novembre 2017. URL consultato il 10 febbraio 2018.
  67. ^ (JA) ネコマジン 完全版, su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  68. ^ (JA) Ginga Patrol Jako, in Weekly Shōnen Jump, n. 44, Shūeisha, 30 settembre 2013.
  69. ^ (EN) Akira Toriyama to Draw Manga About Goku's Mom, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 5 febbraio 2014. URL consultato il 29 aprile 2014.
  70. ^ (JA) 超こち亀, su amazon.co.jp, Amazon.co.jp. URL consultato il 16 aprile 2014.
  71. ^ Cross Epoch: Dragonball x One Piece, su animeclick.it, AnimeClick.it, 25 dicembre 2006. URL consultato il 25 aprile 2014.
  72. ^ (EN) Dragon Ball SD Manga Spinoff to Be Printed in December, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 18 novembre 2010. URL consultato il 16 aprile 2014.
  73. ^ (EN) Kanzenshuu - The Podcast, su kanzenshuu.com. URL consultato il 16 aprile 2014.
  74. ^ (EN) Dragon Ball Episode of Bardock Spinoff Manga Gets Anime, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 21 novembre 2011. URL consultato il 16 aprile 2014.
  75. ^ (JA) 最強ジャンプ 2013年 04月号, su amazon.co.jp, Amazon.co.jp. URL consultato il 16 aprile 2014.
  76. ^ (EN) Dragon Ball's Yamcha Spinoff Manga Runs for 3 Chapters, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 14 dicembre 2016. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  77. ^ Un nuovo fumetto di Dragon Ball con protagonista Yamcha, su fumettologica.it, Fumettologica, 13 dicembre 2016. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  78. ^ (EN) Shonen Jump, 3 ottobre 2003, pp. 92–97.
  79. ^ (EN) DBZ FAQ update, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 10 aprile 2001. URL consultato il 9 aprile 2014.
  80. ^ (JA) Akira Toriyama, Dragon Ball GT Perfect Files vol.1 (版ドラゴンボールGTパーフェクトファイル vol.1?), Shūeisha, 24 maggio 1997, p. 79, ISBN 4-08-874089-0.
  81. ^ Dragon Ball Z Kai: nuova serie dal 6 aprile, su nanoda.com, 20 febbraio 2014. URL consultato il 26 febbraio 2014 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2014).
  82. ^ (EN) Dragon Ball Super complete showcase event reveals series plot, su Kanzenshuu.com, 1º luglio 2015. URL consultato il 20 luglio 2015.
  83. ^ Carlo A. Montori, Dragon Ball Super: un nuovo anime scritto da Akira Toriyama, su Badcomics.it, 28 aprile 2015. URL consultato il 1º maggio 2015.
  84. ^ (JA) 2024年秋、展開決定!完全新作アニメシリーズ『ドラゴンボールDAIMA(ダイマ)』発表, su Toei Animation, 13 ottobre 2023. URL consultato il 25 luglio 2024.
  85. ^ (EN) Rafael Antonio Pineda, Dragon Ball Daima Anime's Trailer Reveals October Premiere Date, su Anime News Network, 19 luglio 2024. URL consultato il 25 luglio 2024.
  86. ^ (JA) フジテレビ:金曜夜にアニメ枠新設 第1弾は「ドラゴンボールDAIMA」10月11日スタート 初回は10分拡大, su mantan-web.jp, 2 settembre 2024. URL consultato il 2 settembre 2024.
  87. ^ Dragon Ball Z 2013 - La trama ufficiale e altre novità, su animeclick.it, AnimeClick.it, 5 dicembre 2012. URL consultato il 9 aprile 2014.
  88. ^ (EN) Dragon Ball Z Gets New 2015 Film by Creator Toriyama, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 15 luglio 2014. URL consultato il 16 luglio 2014.
  89. ^ a b (EN) Tatiana Siegel, Dragonball comes to bigscreen, su variety.com, Variety, 13 novembre 2007. URL consultato il 9 aprile 2014.
  90. ^ Dragon Ball Z live action: chiarimenti dalla 20th Century Fox, su animeclick.it, AnimeClick.it, 6 settembre 2007. URL consultato il 9 aprile 2014.
  91. ^ (EN) Dragon Ball Z: Le origini del mito - Release Info, su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 23 giugno 2014.
  92. ^ (EN) Dragon Ball Z: La storia di Trunks - Release Info, su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 23 giugno 2014.
  93. ^ (EN) Dragon Ball GT: L'ultima battaglia - Release Info, su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 23 giugno 2014.
  94. ^ Rufy, Goku e Toriko - Tutti insieme in un crossover anime, su animeclick.it, AnimeClick.it, 6 febbraio 2013. URL consultato il 15 aprile 2014.
  95. ^ (EN) Doragon bôru Z: Atsumare! Gokû Wârudo, su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 23 giugno 2014.
  96. ^ (JA) Lista degli OAV prodotti da Toei negli anni novanta, su toei-anim.co.jp, Toei Animation. URL consultato il 27 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2008).
  97. ^ (EN) Dragon Ball: RB2 Game to Add New 1/2-Hour Anime, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 9 agosto 2010. URL consultato il 15 aprile 2014.
  98. ^ (EN) New DB, Tegami Bachi, Romance Dawn Anime DVD Offered, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 12 dicembre 2008. URL consultato il 15 aprile 2014.
  99. ^ Oggi online gli special di One Piece, Dragon Ball e Letter Bee, su animeclick.it, AnimeClick.it, 24 novembre 2008. URL consultato il 15 giugno 2014.
  100. ^ (EN) Dragon Ball Episode of Bardock Spinoff Manga Gets Anime, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 21 novembre 2011. URL consultato il 15 aprile 2014.
  101. ^ (JA) 最強ジャンプ 2012年 03月号, su amazon.co.jp, Amazon.co.jp. URL consultato il 26 giugno 2014.
  102. ^ (EN) Dragon Ball: Daimaou Fukkatsu, su gamespot.com, GameSpot. URL consultato il 15 aprile 2014.
  103. ^ (EN) Dragon Ball Z Super Butouden, su gamespot.com, GameSpot. URL consultato il 15 aprile 2014.
  104. ^ (EN) DBZ: Budokai to ship early, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 13 novembre 2002. URL consultato il 15 aprile 2014.
  105. ^ (EN) Greg Mueller, Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi Hands-On, su gamespot.com, GameSpot, 15 agosto 2005. URL consultato il 15 aprile 2014.
  106. ^ (EN) Atari Announces the Next Generation Chapter for Dragon Ball Z(R) Video Game Series, su prnewswire.com, 16 gennaio 2008. URL consultato il 15 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2014).
  107. ^ Dragon Ball Online, preparativi per il beta testing, su animeclick.it, AnimeClick.it, 11 febbraio 2009. URL consultato il 14 giugno 2014.
  108. ^ (KO) 드래곤볼 온라인 서비스 종료 안내 [Fine di Dragon Ball Online], su dbo.netmarble.net, Netmarble.net, 26 agosto 2013. URL consultato il 15 aprile 2014 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2013).
  109. ^ (EN) Dragon Ball: CCG, su cardgameorganizer.com. URL consultato il 25 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2014).
  110. ^ (EN) Databook Guide - Daizenshuu Volumesa, su kanzenshuu.com. URL consultato il 17 luglio 2014.
  111. ^ Dragon Ball Enciclopedia, su starcomics.com, Star Comics. URL consultato il 16 aprile 2014.
  112. ^ (JA) 復刻版ドラゴンボールGTパーフェクトファイル vol.1 [Dragon Ball GT: Perfect File vol.1], su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  113. ^ (JA) 復刻版ドラゴンボールGTパーフェクトファイル vol.2 [Dragon Ball GT: Perfect File vol.2], su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  114. ^ (JA) Dragonball FOREVER, su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  115. ^ (JA) Dragonball LANDMARK, su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  116. ^ (JA) テレビアニメ完全カイド「DRAGONBALL」~天下一伝説~ [Dragon Ball: Tenkaichi densetsu], su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  117. ^ (JA) テレビアニメ完全ガイド Dragonball Z 孫悟空伝説 [Dragon Ball Z: Son Goku Densetsu], su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  118. ^ (JA) DRAGON BALL 超エキサイティングガイド ストーリー編 [Dragon Ball: Super Exciting Guide Story], su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  119. ^ (JA) DRAGON BALL 超エキサイティングガイド キャラクター編 [Dragon Ball: Super Exciting Guide Character], su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  120. ^ (JA) DRAGON BALL 極限バトルコレクション ラウンド01 [Dragon Ball: Extreme Battle Collection: Round 1], su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  121. ^ (JA) DRAGON BALL 極限バトルコレクション ラウンド02 [Dragon Ball: Extreme Battle Collection: Round 2], su books.shueisha.co.jp, Shūeisha. URL consultato il 16 aprile 2014.
  122. ^ (JA) DRAGON BALLアニメイラスト集金色の戦士, su amazon.co.jp, Amazon.co.jp. URL consultato il 25 aprile 2014.
  123. ^ a b (EN) Takashi Murakami, Earth in My Window, in Little Boy: The Art of Japan's Exploding Subculture, traduzione di Linda Hoaglund, Yale University Press, 15 maggio 2005, pp. 105–106, ISBN 0-300-10285-2.
  124. ^ (EN) Top 10 Shonen Jump Manga by All-Time Volume Sales, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 23 ottobre 2012. URL consultato il 6 aprile 2014.
  125. ^ (EN) 2013's Dragon Ball Z: Battle of Gods Film Story Outlined, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 3 dicembre 2012. URL consultato il 6 aprile 2014.
  126. ^ (JA) 週刊少年ジャンプ [Weekly Shōnen Jump] (PDF), in Shūeisha Media Guide 2014, Shūeisha. URL consultato il 29 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2014).
  127. ^ Pellitteri, p. 79.
  128. ^ Pellitteri, pp. 483-484.
  129. ^ (EN) Enid Burns, Ten Years of Search Terms, su clickz.com, 20 settembre 2005. URL consultato il 28 settembre 2014.
  130. ^ (EN) Top 10 Anime and Manga at Japan Media Arts Festival, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 4 ottobre 2006. URL consultato il 12 giugno 2014.
  131. ^ (JA) Top 10 Anime and Manga at Japan Media Arts Festival - Top 10 All-Time Anime Manga According to 80,000 Japanese Fans, su plaza.bunka.go.jp. URL consultato il 12 giugno 2014 2013 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2006).
  132. ^ (EN) Japan Surveyed on Anime, Manga, Other Cultural Exports, su animenewsnetwork.com, Anime News Network. URL consultato il 12 giugno 2014.
  133. ^ Gli Anime più esportabili all'estero secondo il pubblico giapponese, su animeclick.it, AnimeClick.it, 2 giugno 2013. URL consultato il 12 giugno 2014.
  134. ^ (JA) クール・ジャパンに関する調査を発表 - Dati ufficiali del sondaggio (PDF), su i-research.jp, iResearch. URL consultato il 12 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2013).
  135. ^ (JA) 世界に通用しているマンガ&アニメランキング『日本が世界に誇る!傑作マンガ&アニメの頂点は?』, su oricon.co.jp, Oricon, 3 agosto 2012. URL consultato il 13 luglio 2014.
  136. ^ (EN) Scott Green, "Dragon Ball" Takes the Gold in Oricon Ranking of Top 10 World Class Anime and Manga, su crunchyroll.com, Crunchyroll, 7 agosto 2012. URL consultato il 13 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  137. ^ (JA) テレビ朝日『国民15万人がガチで投票!漫画総選挙』ランキング結果まとめ! 栄えある1位に輝く漫画は!?, in Animate, 3 gennaio 2021. URL consultato il 24 aprile 2021.
  138. ^ Yadao, pp. 116-117.
  139. ^ Pellitteri, pp. 81-82.
  140. ^ (EN) Anime Radar: News, in Animerica, vol. 9, n. 2, San Francisco, Viz Media, marzo 2001, p. 36, ISSN 1067-0831 (WC · ACNP).
  141. ^ a b (EN) Jason Thompson, Manga: The Complete Guide, Random House, 2012, ISBN 978-0-345-53944-1.
  142. ^ a b (EN) Maryland School Library to Remove Dragon Ball Manga, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 7 ottobre 2009. URL consultato il 16 aprile 2014.
  143. ^ Scandaloso Dragon Ball: via dalla biblioteca scolastica, su animeclick.it, AnimeClick.it, 9 ottobre 2009. URL consultato il 16 aprile 2014.
  144. ^ Dragon Ball, confermate le accuse, via dalla biblioteca, su animeclick.it, AnimeClick.it, 5 novembre 2009. URL consultato il 16 aprile 2014.
  145. ^ Stefano Secondino, Pedofilia, inchiesta sul fumetto «Dragonball», su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 17 maggio 2002. URL consultato il 1º febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  146. ^ (EN) Masahiko Ibaraki, The Reminiscence of My 25 Years with Shonen Jump, su comipress.com, 31 marzo 2008. URL consultato il 6 aprile 2014.
  147. ^ (EN) The Rise and Fall of Weekly Shonen Jump: A Look at the Circulation of Weekly Jump, su comipress.com, 8 maggio 2007. URL consultato il 6 aprile 2014.
  148. ^ (JA) 1000人が選んだ!漫画史上"最強"キャラクターランキング!, su rn-cdn.oricon.co.jp, Oricon, 22 giugno 2007. URL consultato il 6 aprile 2014.
  149. ^ (EN) Ramsey Isler, Top 25 Greatest anime characters, su ign.com, IGN, 4 febbraio 2014. URL consultato il 5 giugno 2014.
  150. ^ (JA) Eiichirō Oda, One Piece Color Walk 1, Shūeisha, 2001, ISBN 4-08-859217-4.
  151. ^ Masashi Kishimoto, Uzumaki.The art of Naruto, Panini Comics, 2008, pp. 138–139, ISBN 978-88-8343-789-2.
  152. ^ Grandi autori di manga illustrano i personaggi di Dragonball, su animeclick.it, AnimeClick.it, 6 novembre 2008. URL consultato il 15 giugno 2014.
  153. ^ (EN) Jason Thompson, What is Dragon Ball?, su io9.gizmodo.com, Io9.com, 8 aprile 2009. URL consultato il 7 aprile 2014.
  154. ^ (FR) Dragon fall, su manga-news.com. URL consultato il 25 aprile 2014.
  155. ^ Dragor Pall, su fumetto-online.it, Zero Press. URL consultato l'8 aprile 2014.
  156. ^ (EN) Rumor Guide - General Rumors, su kanzenshuu.com. URL consultato il 20 maggio 2014.
  157. ^ (EN) The 2004 "Dragon Ball AF" Prank, su kanzenshuu.com. URL consultato il 25 aprile 2014.
  158. ^ (JA) Blog del mangaka "Toyble", su blog.livedoor.jp, Toyble. URL consultato il 20 maggio 2014.
  159. ^ (JA) Blog del mangaka "Young Jijii", su blog.livedoor.jp, Young Jijii. URL consultato il 20 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2014).
  160. ^ Erika Sciamanna, Dragonball Super, Toyotaro al Comicon: "Ci saranno nuovi personaggi, i fan saranno contenti", su movieplayer.it, Movieplayer.it, 3 maggio 2017. URL consultato il 14 agosto 2018.
  161. ^ Roberto Strignano, Toyotaro: da fan a disegnatore di Dragon Ball Super, su mangaforever.net, 4 aprile 2017. URL consultato il 14 agosto 2018.
  162. ^ (FR) Victor Garcia, Dragon Ball Multiverse: des passionnés français inventent la suite de DBZ, su lexpress.fr, L'Express, 3 dicembre 2014. URL consultato il 14 agosto 2018.
  163. ^ (EN) Dragon Ball, su japanimation.com. URL consultato il 28 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  164. ^ a b c (EN) Dragon Ball Z, in Protoculture Addicts, n. 44, febbraio-marzo 1997, pp. 34-41. URL consultato il 28 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  165. ^ (EN) Irwin Toy Launches, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 15 febbraio 2000. URL consultato il 28 settembre 2014.
  166. ^ (EN) JAKKS Pacific, Inc. Awarded Master Toy License for Dragon Ball Z; Powerhouse Properties from FUNimation to Strengthen JAKKS Boys Action Line-up., su thefreelibrary.com, 24 dicembre 2002. URL consultato il 28 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  167. ^ (EN) Universal Studios and Groupe AB Sign Exclusive Merchandising Deal for French Speaking Territories, su thefreelibrary.com, 11 settembre 1997. URL consultato il 28 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  168. ^ a b Il Rilancio di Dragon Ball: in autunno su Italia 1 e manga Star Comics, su animeclick.it, AnimeClick.it, 1º luglio 2011. URL consultato il 22 aprile 2014.
  169. ^ (EN) Toys and Hobby (PDF), in Annual Report 2010, Bandai, 2010, p. 23.
  170. ^ (EN) Group Total (PDF), in Financial Highlights for the Second Quarter of the Fiscal Year Ending March 2015, Bandai, 2014, p. 2.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Media franchise

Manga

Controllo di autoritàBNF (FRcb14534411x (data) · NDL (ENJA01235593
  Portale Anime e manga: accedi alle voci di Teknopedia che trattano di anime e manga