Comunità di San Giovanni (istituto secolare)

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La Comunità di San Giovanni (in tedesco: Johannesgemeinschaft) è un istituto secolare della Chiesa cattolica, fondato l'8 dicembre 1944 a Basilea dal teologo Hans Urs von Balthasar e dalla mistica Adrienne von Speyr, per ispirazione di quest'ultima.[1]

«Dio merita più amore di quanto gliene dà il mondo; anche gli uomini hanno bisogno di più amore di quanto ne ricevono dal mondo. La nostra comunità vorrebbe trovare il suo posto là dove si incontrano queste necessità.»

Il teologo Balthasar, guida spirituale della Comunità,[3] tenne gli esercizi spirituali di fondazione il 5 agosto 1945 a Estavayer-le-Lac.[4] Pochi giorni dopo, il 9 agosto, la Speyr avrebbe avuto proprio a Estavayer una visione dell'Apocalisse di Giovanni, apostolo al quale è intitolata la Comunità.[5]

Per poter continuare ad occuparsi della Comunità di San Giovanni,[6] della quale la Compagnia di Gesù non poteva farsi carico, Balthasar lasciò l'Ordine dei gesuiti l'11 febbraio 1950,[7] dietro istruzione della Speyr.[8]

Dalla Comunità, inizialmente costituita da giovani donne intenzionate a seguire i consigli evangelici,[9] prese avvio nel 1982 un ramo maschile sacerdotale.[10] A partire dalla fine degli anni Ottanta si è costituito il ramo maschile laicale.

Il 28 settembre 1985, in occasione di un convegno sul ruolo ecclesiale di Adrienne von Speyr, papa Giovanni Paolo II ha espresso il seguente augurio alla Comunità da lei fondata:

«Esprimo poi i miei auguri ai membri della Comunità Saint-Jean, frutto di una profonda ispirazione di Adrienne. Ella aveva una predilezione per "il discepolo che Gesù amava" e lo vedeva come l'ultimo e il più profondo interprete del mistero di Gesù, dell'amore del Padre per il mondo [...]. Adrienne ha penetrato molto vivamente la profonda comunione di fede e di cuore tra la Madre di Gesù e il solo apostolo rimasto con lei ai piedi della croce. Ella vi vedeva l'origine verginale della Chiesa, di quella Chiesa che doveva essere affidata a Pietro. Che questa spiritualità, intensamente vissuta, da Adrienne von Speyr, vi aiuti a incarnare sempre meglio la vostra preoccupazione di vita evangelica ed ecclesiale nelle realtà del mondo contemporaneo.[11]»

Della Comunità ha fatto parte, fra gli altri, suor Erika Holzach, nota per le sue visioni sulla morte di Giovanni Paolo I, raccolte da Balthasar nel libro Erika. Diario (Johannes, 1988).[12]

La Comunità è stata di ispirazione, come modello generale per quanto riguarda la spiritualità e la struttura pensate dalla Speyr e da Balthasar, per i Memores Domini di Comunione e Liberazione.[13]

  1. ^ E. Guerriero, p. 136.
  2. ^ Il nostro compito, p. 84.
  3. ^ Rosino Gibellini, La teologia del XX secolo, 4ª ed., Brescia, Queriniana, 1999, p. 254, ISBN 88-399-0369-0.
  4. ^ E. Guerriero, p. 137.
  5. ^ H.U. von Balthasar, La vita..., p. 53
  6. ^ H.U. von Balthasar, La vita..., p. 27
  7. ^ E. Guerriero, p. 139.
  8. ^ H.U. von Balthasar, La vita..., p. 12
  9. ^ E. Guerriero, p. 118.
  10. ^ E. Guerriero, p. 138n.
  11. ^ G. Paolo II, cit. in M. Paradiso, p. 4
  12. ^ Antonio Socci, I segreti di Karol Wojtyla, Rizzoli, 2009, pp. 65-66. ISBN 978-88-17-03283-4.
  13. ^ M. Paradiso, p. 205n.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • (DEENESFRIT) Sito ufficiale della Comunità, dedicato specialmente alla figura e all’opera dei due fondatori
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