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Vincenzo Maria Pintorno
Vincenzo Maria Pintorno (Cefalù, 31 gennaio 1862 – Cefalù, 14 marzo 1968) è stato un direttore d'orchestra e flautista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Cefalù da antica nobile famiglia, inizio i suoi studi presso il seminario vescovile di Cefalù, fondato nel 1592 dal vescovo Francesco Gonzaga, proseguendoli poi a Palermo dove studiò flauto e composizione presso il Conservatorio Vincenzo Bellini e fu allievo di Antonio Pasculli e Pietro Platania[1].
Conseguito il diploma con medaglia d'oro, decise di lasciare la Sicilia, appena ventenne, per trasferirsi a Milano dove frequentò da flautista il salotto di Clara Maffei nobildonna della famiglia dei conti Carrara Spinelli[1]. Negli ambienti musicali conobbe diversi musicisti tra cui Antonino Palminteri[1], Antonio Scontrino e Alberto Favara e poté godere dell'amicizia di Giacomo Puccini e Pietro Mascagni[1]. Successivamente concorse alla cattedra di flauto presso il Liceo musicale "Rossini" di Pesaro, dove insegnò per un paio d'anni flauto e anche pianoforte, ma avendo altre aspirazioni, tornò a Milano per iniziare la carriera di direttore d'orchestra[1].
Si svolgevano allora a Milano importanti stagioni liriche al "Teatro Manzoni", al "Carcano" e al "Dal Verme" e il Pintorno vi partecipò con successo, dirigendo "Il Barbiere di Sivilgia", "L'Elisir d'Amore", "Cenerentola" e nel 1989 "Il Trovatore".
Venne a contatto con Arturo Toscanini con il quale instaurò rapporti d'amicizia[1] e riscosse la fiducia dell'editore Emilio Treves che gli chiese di dirigere l'opera "Gringoire" di
Antonio Scontrino[1]. Nel 1892, centenario della nascita di Gioachino Rossini, ebbe l'incarico di formare due cori, costituiti da quattrocentocinquanta voci, per l'esecuzione dello "Stabat Mater" e della "Preghiera" dal "Mosè", del compositore pesarese, che vennero diretti da Giuseppe Verdi[1].
Da quell'anno in poi fu direttore ospite al Teatro "Alfieri" di Torino, al "Nuovo" di Firenze, al "San Carlo" di Napoli e al "Carlo Felice" di Genova[1], alla "Pergola" di Firenze e al "Regio" di Torino.
Chiamato a dirigere il Teatro "San Carlols" di Lisbona, soggiornò in Portogallo dal 1893 al 1896 e venne insignito dal re del Portogallo dell'onorificenza di cavaliere dell'Ordine di Cristo[1].
Alla fine del 1896 ritornò in Italia dove continuò ad operare come direttore d'orchestra, dirigendo negli ultimi 15 anni dell'Ottocento più di 40 opere dimostrando sempre ingegno interpretativo e meticolosa cura dell'interpretazione. Vinse due concorsi a cattedra di canto nel Liceo musicale "Benedetto Marcello" di Venezia e nel Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, ma rinunziò rimanendo a Milano ove nel 1903 gli venne offerta la cattedra di canto al Conservatorio Giuseppe Verdi[1] dove insegnò dal 1903 al 1932. Tra i suoi allievi si ricordano il tenore Ettore Cesa Bianchi, il baritono Angelo Scandiani, poi nominato direttore dell'Ente autonomo teatro della Scala, e il mezzosoprano Elena Nicolai. Dal 1921 al 1928, ricoprì la carica di direttore del coro del Teatro alla Scala di Milano. Nel 1932 lasciò l'insegnamento per raggiunti limiti di età e rimase a Milano fino al 1942, quando si trasferì a Roma presso la figlia Franca, trascorrendo sempre la stagione estiva nella natia Cefalù.
Al compimento dei cento anni, a Cefalù dove venne festeggiato dalla cittadinanza e poi a Roma venne ricevuto in udienza privata da papa Giovanni XXIII[1]. Morì a Cefalù all'età di 106 anni compiuti.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Michelangelo Abbado "Vincenzo Pintorno il musicista più longevo"
- Angela Balistreri, Antonino Palminteri un artista gentiluomo nel panorama operistico dell'800, Partanna, Edivideo, 2010, p. 53.
- Domenico Portera, Vincenzo Maria Pintorno, biografia di un illustre cefaludese
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Biografia su poliskephaloidion.it, su poliskephaloidion.it.
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