Utente:Anna Giacomini/Sandbox
William Kent (Bridlington, 1685 circa – Londra, 12 aprile 1748) è stato un pittore, decoratore e architetto inglese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]William Kent nacque a Bridlington, nello Yorkshire, nel 1685, figlio di William Cant e di Esther Shiming[1]. Non sono pervenute notizie riguardo alla sua infanzia e alla sua prima formazione, fatta eccezione per le parole di Geroge Vertue il quale annota che William Kent dimostrò di possedere una particolare inclinazione all'arte del disegno fin dalla giovane età[1].
Dopo essersi formato come pittore di carrozze e decoratore, Kent andò in Italia, a Roma, per un periodo di studio a partire dal 1709. Qui ebbe la possibilità di sviluppare il suo talento per la pittura. Infatti, in una lettera del 1713 indirizzata al protettore Burrell Massingberd, Kent raccontò di aver vinto l’annuale competizione organizzata dallaAccademia di San Luca a Roma[1].
Sempre sotto la protezione di Massingberd, nel 1714 William Kent tornò in Italia accompagnato da Thomas Coke[1]. Questo secondo tour è documentato da un diario di viaggio che Kent scrisse. Qui annotò le città che ebbe occasione di visitare, tra cui Siena, Firenze, Bologna, Mantova, Ravenna, Venezia e Padova. Inoltre, le sue annotazioni indicano che a Vicenza ebbe modo di apprezzare le opere di Andrea Palladio, le quali avrebbero da lì influenzato costantemente il suo modo di percepire l’architettura[1].
In Italia conobbe Richard Boyle di Burlington, con il quale iniziò a trattenere uno stretto rapporto d'amicizia, che si sarebbe rilevato decisivo per la sua carriera. Le circostanze precise del primo incontro sono tuttora oscure. Più limpide risultano essere, invece, quelle riguardanti il secondo incontro fra i due: nel novembre 1719, in una lettera indirizzata al protettore Massingberd, Kent scrisse che incontrò Lord Burlington a Genova[1]. Nello stesso anno tornò in Inghilterra[1]. Con Lord Burlington collaborò a lungo, curando su sua commissione l'edizione dei Designs of Inigo Jones (Progetti di Inigo Jones), innovando l'architettura paesaggistica e aderendo al neopalladianesimo[2].
A Burlington House, Kent entrò in contatto con il circolo di amici di Lord Burlington, composto da artisti di ogni genere, tra cui musicisti di grande spessore, come Georg Friedrich Handel, e poeti e letterati, tra cui John Gay e Alexander Pope[1]. È probabile che nel 1724 Kent progettò alcune scenografie per un’opera drammatica di Gay; qualche anno più tardi disegnò le illustrazioni per il primo volume delle sue Fables, pubblicate nel 1727[1].
Kent ottenne numerosi titoli e riconoscimenti, come quello di pittore ritrattista del re nel 1739 e decoratore ufficiale del re[2]. Nello stesso anno ricevette l’incarico di progettare un nuovo palazzo del Parlamento inglese[1]. Tuttavia, né il clima di opinione comune, né le risorse finanziarie del Tesoro di Stato furono a favore di un esteso programma di lavori pubblici. Negli anni quaranta del Settecento, infatti, l’Inghilterra dovette deviare i fondi del governo per perseguire la guerra tra Francia e Spagna, rifiorita nel contesto della Guerra di Successione Austriaca[1].
William Kent morì a seguito di una malattia il 12 aprile 1748, a Burlington House[1]. Venne sepolto presso la cripta della famiglia di Lord Burlington nella tenuta di Chiswick.
Opere principali
[modifica | modifica wikitesto]Architettura
[modifica | modifica wikitesto]Uno dei principali punti di arrivo di William Kent nel campo dell’architettura fu la realizzazione nel 1725 di quella che sarebbe poi divenuta la nota Chiswick Villa, a Londra[1]. La sua realizzazione fu frutto della collaborazione tra Kent e il suo protettore Lord Burlington, i quali realizzarono una rivisitazione della villa palladiana detta La Rotonda: stretta cubica, sormontata da una cupola, con dimensioni pressoché analoghe. La differenza maggiore rispetto all’originale è rappresentata dalla presenza di un unico portico, situato nella facciata principale, rispetto ai quattro dell’edificio palladiano[3].
Un’altra importante commissione fu il progetto per la Holkham Hall di Norfolk, realizzata nel 1734 su commissione dei conti di Leicester. La costruzione fu progettata come un blocco rettangolare con quattro padiglioni staccati, ma collegati ad angoli. Kent disegnò anche la decorazione e il mobilio inserendo elementi classicheggianti[2].
Il suo edificio più famoso, però, fu realizzato dopo la sua morte: si tratta della Horse Guards, a Whitehall, caratterizzato da finestre di tipo veneto[2].
Kent è anche considerato uno dei primi architetti del 'Gothic revival'[2].
Decorazione d'interni
[modifica | modifica wikitesto]Chiswick House è esemplare anche per ciò che riguarda l’attività di William Kent in veste di decoratore di interni: qui lo stile decorativo di Kent ricalca il Barocco italiano, sul quale si era formato durante i viaggi in Italia, che si traduce nella presenza di festoni riccamente intagliati, specchi, medaglioni, puttini e camini elaborati[1].
Kent decorò anche alcune stanze di Kensington Palace e si distinse anche come disegnatore di mobili, caratterizzandosi per l'unione fra lo stile classico e quello barocco, anticipando così gli ornatisti del secondo Settecento[2].
Tra le ultime rilevanti commissioni, si ricordano le aggiunte e la decorazione della facciata della tenuta di Badminton House nel Gloucestershire, su convocazione del terzo Duca di Beaufort[1].
Pittura
[modifica | modifica wikitesto]Dal punto di vista dell'attività pittorica, l'incarico più importante che William Kent ottenne grazie al prestigio del suo protettore Lord Burlington, fu l'ambita commissione reale ad Hampton Court che lo impegnò a partire dai primi anni dieci del Settecento[1].
Architettura dei giardini
[modifica | modifica wikitesto]William Kent si rivelò uno dei più importanti esponenti del giardino all'inglese naturalistico, grazie all'introduzione del disegno informale romantico e al superamento dei vecchi schemi geometrici[2].
Come affermato dalle parole di Horace Walpole in On modern gardening (1770), nella seconda metà del XVIII secolo era già evidente che l’eredità artistica più significativa di Kent sarebbe stata il suo sviluppo immaginario della pratica del landscape gardening[4]. Del resto, Walpole non fu il solo a rivendicare a Kent un ruolo di primo piano in tale contesto. Una lettera del 1734, indirizzata a Lord Carlisle, proprietario di Castle Howard, da parte di Sir Thomas Robinson, indica William Kent come il progettista dei nuovi giardini di Charlton House a Londra per Federico Hannover Principe di Galles[1].
Stowe House and Gardens
[modifica | modifica wikitesto]Tra le realizzazioni più significative nell'ambito dell'architettura dei giardini, si ricordano i giardini di Stowe House, nel Buckinghamshire, dove William Kent fu attivo come progettista a partire dal terzo decennio del 1700, anche se i suoi paesaggi esistono solo nelle forme di bozzetti e non di veri e propri disegni calcolati[5]. In tale contesto, Kent intervenne con la creazione degli Elysian Fields, una valle paesaggistica realizzata tra il 1733 e il 1738[5]. Sempre su progetto di Kent, vennero qui costruiti tre templi: quelli delle Ancient Virtue, Modern Virtue e British Worthies. In merito a quest’ultimo elemento, si può affermare che le forme della struttura attingono con certezza a motivi italiani, proponendo come modello diretto l’esedra oggi scomparsa di Villa Celimontana a Roma[1]. Anche il fatto che venne ornata con nicchie contenenti busti di personaggi famosi indica l'ispirazione a un modello italiano antico e diffuso, di cui Kent era consapevole. William Kent aveva già tentato di cimentarsi nella realizzazione di un’exedra a Chiswick, fornendo un progetto che però non venne mai realizzato[5]. Due paralleli cinquecenteschi ancora oggi esistenti in Veneto, regione italiana che Kent visitò nel 1714[1], sono il gruppo di ritratti di imperatori romani inseriti in nicchie presso i giardini di Villa Guarienti Brenzone nei pressi di Verona, attribuito a Michele Sanmicheli, e il nymphaeum di Andrea Palladio a Villa Barbaro a Maser[5].
Rousham House and Gardens
[modifica | modifica wikitesto]Rousham Gardens, nello Oxfordshire, sono considerati il miglior esempio esistente fra i lavori di William Kent nei giardini[3][6][7]. Qui l’artista intervenne simultaneamente alla tenuta e al giardino a partire dal 1737 sino al 1741[1].
Il giardino, come si presenta ancora oggi, era stato progettato negli anni venti da Charles Bridgeman, il quale aveva già definito alcuni dei caratteri essenziali, tra cui le vasche d'acqua che discendono verso la cosiddetta Vale of Venus e la zona boschiva in angolo, a sud della residenza, con la sua particolare forma a spicchio[3].
William Kent fu in grado di dare avvio a uno sviluppo del giardino che si basava sulle direzioni generali di Bridgeman di stampo semi-formale: innanzitutto, rese più sinuose e morbide le linee con le quali era stato organizzato il terreno; successivamente, modificò lo spazio lasciato allo stato selvaggio dal precedente ideatore per andare a definire la già citata Vale of Venus, collegata a quelle che con Bridgeman erano delle vasche d'acqua di forma rigidamente quadrata e che con Kent divennero dei laghetti ottagonali dagli angoli arrotondati[3]. Qui introdusse un’Upper e una Lower Cascade, derivate dai modelli italiani, come la fontana rustica a Villa Barbarigo a Valsazibio, o quella a Villa Aldobrandini a Frascati. Creò poi un sentiero sinuoso che seguiva l'andamento serpentinato di un canale d'acqua, il quale aveva la funzione di drenaggio su esempio dei canali di pietra di Villa d'Este a Tivoli e di Villa Lante a Bagnaia[1]. Sempre al progetto kentiano risale la radura dominata dal Temple of Echo, costruito nel 1738. Esso risalta su uno sfondo di tassi, cedri e larici. L'utilizzo di conifere in un giardino inglese sembra essere un'innovazione di Kent[5].
- Wanstead House, progettato da Colen Campbell, decorazioni interni, (1721–1724)
- Burlington House, Londra, decorazioni interni, (circa 1727)
- Chiswick House, Londra, interni e mobilia, (circa 1726–1729)
- Houghton Hall, interni e mobilia, (circa 1726–1731), stalle, (circa 1733-1735)
- Ditchley, Oxfordshire, progettato da James Gibbs, interni, (circa 1726)
- Sherborne House, Gloucestershire, mobilia, (1728)
- Stowe House, interni e giardino, (circa 1730-1748)
- Alexander Pope, villa, giardino, (circa 1730), demolito
- Richmond Gardens, giardino, (1730–1735), demolito
- Stanwick Park, ristrutturazione e interni, (circa 1730–1740)
- Raynham Hall, interni e mobilia, (circa 1731)
- Kew House, (1731–35), demolito
- Esher Place, le ali, (circa 1733), demolito
- Shotover House, obelisco, templi ottagonali e gotici, (1733)
- Holkham Hall, progettato con Richard Boyle, III conte di Burlington e Thomas Coke, I conte di Leicester, realizzato da Matthew Brettingham, (1734–1765)
- Devonshire House, mobilia, (1734–1735), demolito
- Easton Neston, caminetti, (1735)
- Aske Hall, tempio gotico, (1735)
- Claremont Garden, giardino, (1738), attualmente vi è solo il tempio a cupola dell'isola nel lago
- Rousham House, aggiunta di ali e abbellimento del giardino, (1738–1741)
- Badminton House, (circa 1740)
- 22 Arlington Street, Londra, (1741–1750), completato dopo la morte di Kent da Stephen Wright
- 44 Berkeley Square, Londra, (1742–1744)
- 16 St. James Place, Londra (1740), demolito
- Oatlands Palace, giardino, (circa 1745), demolito
- Euston Hall, Suffolk, (1746)
- Wakefield Lodge, Northamptonshire, (circa 1748–1750)
-
Tempio di Venere, Stowe
-
Tempio dei Valori britannici, Stowe
-
Tempio delle Antiche virtù, Stowe
-
Holkham Hall, fronte nord
-
Holkham hall, sala di marmo
-
Obelisco, Holkham Hall
-
Badminton House
-
Chiswick House, la galleria
-
Chiswick House, salone della cupola
-
Chiswick House, salone
-
Chiswick House, camera da letto
-
Chiswick House, tavolo
-
Chiswick House, soffitto della sala del velluto blu
-
Chiswick House, giardino
-
Chiswick House, giardino
-
Chiswick House, tempio
-
Chiswick House, giardino
-
Rousham Cascade
-
Houghton Hall Stableyard
-
Shotover House, tempio
-
Euston Park, tempio
-
Devonshire House, Londra
Edifici pubblici e commissioni reali
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Giuliano dei Fiamminghi, soffitto dipinto, (circa 1717)
- York Minster, pavimento di marmo, (1731–1735)
- Royal Mews, (1731–1733), demolito
- Royal State Barge, (1732)
- Hampton Court Palace, porta nel cortile del tribunale e stanze per il duca di Cumberland, (1732)
- Kensington Palace, interni, compresa la camera del salone della cupola, diversi murales e soffitti dipinti, (1733–1735)
- St. James's Palace, la libreria, (1736–1737), demolita
- Westminster Hall, cortile gotico che racchiude i tribunali, (1738–1739), demolito
- York Minster, pulpito gotico e mobili del coro, (1741), rimosso
- Cattedrale di Gloucester, schermo gotico del coro, (1741), rimosso
- Horse Guards, (1750–1759)
-
Dipinto sul soffitto della Chiesa di San Giuliano dei Fiamminghi, Roma, L'apoteosi di san Giuliano, 1717
-
Royal Mews
-
Horse Guards
-
Horse Guards
-
Horse Guards
-
Horse Guards, piantina
-
Horse Guards, parata, il Palazzo del Tesoro di Kent è l'edificio in pietra appena oltre l'edificio delle Guardie a cavallo
-
Ex Palazzo del Tesoro, sulla destra
-
Porta sulla destra, dell'orologio del tribunale, Hampton Court Palace
-
Kensington Palace, sala della cupola
-
Kensington Palace, sala della cupola
-
Dipinto sul soffitto, sala delle udienze, Kensington Palace
-
Murale e soffitto, scalone, Kensington Palace
-
Westminster Hall, con la parete divisoria di Kent
-
Coro York Minster, mostra il pavimento in bianco e nero di Kent
Memoriali chiese
[modifica | modifica wikitesto]- Cattedrale di Chester, per John e Thomas Wainwright
- Henry VII Lady Chapel, per George Monck, I duca di Albemarle, (1730)
- York Minster, per Thomas Watson Wentworth, (1731)
- Westminster Abbey per Isaac Newton, scolpito da John Michael Rysbrack, (1731)
- Chiesa di Kirkthorpe, per Thomas e Catherine Stringer, (1731–1732)
- Blenheim Palace, Cappella, per John Churchill, I duca di Marlborough, scolpito da John Michael Rysbrack, (1733)
- Westminster Abbey, per James Stanhope, I conte Stanhope, (1733)
- Westminster Abbey, per William Shakespeare, scolpito da Peter Scheemakers, (1740)
- Ashby-de-la-Zouch, per Theophilus Hastings, IX conte di Huntingdon, (1746)
-
Blenheim Palace, cappella, tomba di Marlborough sulla destra
-
Westminster Abbey, memoriale di Isaac Newton
-
Westminster Abbey, angolo dei poeti con il memoriale di Shakespeare
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Michael I. Wilson, William Kent : architect, designer, painter, gardener, 1685-1748, Routledge & Kegan Paul, 1984, ISBN 0-7100-9983-5, OCLC 10208150.
- ^ a b c d e f g Le Muse, vol. 6, Novara, De Agostini, 1965, p. 253.
- ^ a b c d Teresa Calvano, Viaggio nel pittoresco. Il giardino inglese tra arte e natura, Roma, Donzelli, 1996.
- ^ (EN) Horace Walpole, On Modern Gardening, Londra, Pallas Editions, 2004 [1785].
- ^ a b c d e (EN) David Watkin, The English Vision. The Picturesque in Architecture, Landscape & Garden Design, New York, Harper & Row, 1º gennaio 1982, ISBN 0-064-38875-1.
- ^ (EN) George Plumptre, The garden Makers. The great tradition of Garden Design from 1600 to the present day, Glasgow, Pavilion Books, 1993, ISBN 0-679-43014-8.
- ^ (EN) John Dixon Hunt, A World of Gardens, Londra, Reaktion Books Ltd, 2012, ISBN 1-780-23506-2.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- George Plumptre, The garden Makers. The great tradition of Garden Design from 1600 to the present day, New York, Random House, 1994, ISBN 978-06-794-3014-8.
- Horace Walpole, On Modern Gardening, Londra, Pallas Edition, 2004 [1785], ISBN 978-18-734-2983-9.
- Jane Brown, Arte e architettura dei giardini inglesi, Milano, Leonardo, 1990.
- John Dixon Hunt, Peter Willis, The Genius of the Place: the English Landscape Garden. 1620-1820, Londra, The MIT Press, 1988, ISBN 978-02-625-8092-2.
- John Dixon Hunt, Gardens and The Picturesque. Studies in the History of Landscape Architecture, Cambridge, The MIT Press, 1992, ISBN 978-02-620-8211-2.
- John Dixon Hunt, A World of Gardens, Londra, Reaktion Books Ltd, 2012, ISBN 978-18-618-9880-7.
- Michael I Wilson, William Kent. Architect, Designer, Painter, Gardener, 1685-1748, Londra, Routledge & Kegan Paul, 1984, ISBN 978-07-100-9983-9.
- Teresa Calvano, Viaggio nel pittoresco. Il giardino inglese tra arte e natura, Roma, Donzelli, 1996, ISBN 978-88-798-9218-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]