Inigo Jones (Smithfield, 15 luglio 1573 – Londra, 21 giugno 1652) è stato un architetto, scenografo e costumista britannico, il primo a portare l'architettura rinascimentale oltremanica.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Oltre al fatto che nacque a Smithfield, al centro di Londra, da un operaio tessile cattolico gallese[1] e che fu battezzato nella chiesa di Saint Bartholomew the Less, non si sa molto sui primi anni di vita di Jones. Alla fine del XVI secolo, ad ogni modo, fu uno dei primi inglesi a studiare architettura in Italia, compiendovi almeno due viaggi. Il primo (1598-1603) fu probabilmente finanziato da Roger Manners, V conte di Rutland. Nel secondo, fra il 1613 e il 1614, egli accompagnò Thomas Howard, XXI conte di Arundel. Secondo informazioni contraddittorie, sarebbe stato in Italia anche nel 1606 e, in tale occasione, avrebbe subìto l'influenza culturale del poeta e ambasciatore inglese Henry Wotton, come lasciano intuire alcune annotazioni a margine di una copia degli scritti di Andrea Palladio che fu in possesso di Jones. Le sue opere, in effetti, si rifecero particolarmente a Palladio, oltre che all'architetto romano Vitruvio.
Tra le opere più note di Jones si annoverano la Queen's House di Greenwich (iniziata nel 1616, il più antico degli edifici da lui realizzati ancora esistenti) e la Banqueting House di Whitehall (1619) – parte di una più imponente opera di modernizzazione del Palazzo di Whitehall – che ha anche un soffitto dipinto da Peter Paul Rubens. La Banqueting House, in particolare, fu uno dei molti progetti ai quali Jones lavorò con il marito di sua nipote, John Webb, che fu anche uno dei suoi assistenti.
Un'altra delle sue opere più celebri fu il progetto di Covent Garden (1631), commissionato da Francis Russell, IV conte di Bedford, che chiese a Jones di realizzare un'area residenziale sul modello della Piazza d'Armi di Livorno.
Scenografo e costumista
[modifica | modifica wikitesto]Di pari passo con il suo lavoro di architetto Jones si prodigò anche nel campo della scenografia. Si parla di lui come del primo a introdurre le scene mobili e l'arco di proscenio nel teatro inglese. Jones disegnò costumi e scenografie per un grande numero di masque di Ben Jonson.
Collaborò con la regina Anna di Danimarca dal 1605 in poi, curando gli allestimenti dell'attesissimo Queen's Masque, ballo che si svolgeva in occasione della "Dodicesima Notte" (l'Epifania) e che vedeva la Regina stessa nei panni della prima ballerina.
Per conto di Carlo I, Jones lavorò per la regina Enrichetta Maria di Francia sul progetto di una cappella cattolica nella Somerset House (un'opera che gli attirò le ire dei protestanti e fece cadere nel dimenticatoio la sua opera subito dopo lo scoppio della Guerra civile inglese) nel 1642. Jones concluse i suoi giorni vivendo nella Somerset House e poi fu sepolto nella chiesa di St Benet Paul's Wharf, a Londra.
Fu Gran maestro della Massoneria inglese.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti
- Vaughan Hart, Art and Magic in the Court of the Stuarts, Londra, Routledge, 1994.
- Michael Leapman, Inigo: The Troubled Life of Inigo Jones, Architect of the English Renaissance, Londra, Headline Book Publishing, 2003.
- Caterina Pagnini, Costantino De' Servi, Architetto scenografo fiorentino alla corte d'Inghilterra, Firenze, SEF, 2006.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Inigo Jones
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Arthur Popham, JONES, Inigo, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1933.
- Jones, Inigo, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) John Summerson, Inigo Jones, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Inigo Jones, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di Inigo Jones, su Progetto Gutenberg.
- (EN) Inigo Jones, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 66475425 · ISNI (EN) 0000 0001 2137 1968 · SBN VEAV026286 · BAV 495/206468 · CERL cnp00399927 · ULAN (EN) 500014160 · LCCN (EN) n79045469 · GND (DE) 118776371 · BNE (ES) XX982476 (data) · BNF (FR) cb11937918q (data) · J9U (EN, HE) 987007278317805171 · CONOR.SI (SL) 43282275 |
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